Fratel Teodoreto e l'Adorazione al Crocifisso

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Divozione: riflessione e azione

La pratica della Divozione non fu solo forma di preghiera, ma nella meditazione, divenne motivo di riflessione e spinta di azione.

Come pregare per la Chiesa, per i peccatori, per le anime consacrate, per i fratelli e non sentire la voce che da tutti sale per un impegno di apostolato?

A che serve contemplare un Crocifisso che tengo in mano, passare di piaga in piaga chiedendo l'estensione della Redenzione a tanti che la attendono, e non sentirmi impegnato per contribuire all'opera redentiva di Gesù Crocifisso?

Per questo la Divozione portò alla lettura e allo studio del Vangelo e questo richiese il Catechismo per rendersi atti e preparati a portare la Parola di Gesù a chi non la conosce.

Per lo studio della religione s'impose la coerenza di vita cristiana, che in un mondo "per metà ateo e per metà laicista" non può più realizzarsi che piantando solidamente la croce nel cuore, superando il proprio comodo, l'egoismo ignaro di chi crede che basti "scandalizzarsi" e non espiare, condannare e non riparare, chiudersi in sé e non vedere le necessità del mondo.

E ancora seguiva in questo le indicazioni del suo Fondatore: "Sarebbe stato poco utile se gli Apostoli avessero istruito i primi fedeli nelle verità essenziali della nostra religione e non li avessero guidati a vivere una vita cristiana conforme a quella che essi avevano vissuto con Gesù Cristo.

Per questo non si limitavano ad insegnare le verità speculative, ma ponevano ogni cura nell'avviarli alla pratica" ( M. 200, 2 ).

Così l'Adorazione a Gesù Crocifisso divenne regola di vita, divenne spinta di apostolato.

Mezzo facile e intuitivo e tale da soddisfare ad un tempo il bisogno della pietà e ridestare ed approfondire lo spirito e la vita cristiana nei singoli, la "Divozione" costituiva anche il fondamento d'una forma associativa che per la sua universalità potesse unire l'alunno, l'ex-alunno, il maestro, la famiglia, ovunque e sempre all'opera dei suoi educatori e tutti sostenere e spronare in quella catechesi di testimonianza e di opere che è la presenza del cristiano nel mondo.

"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" ( Gv 19,32 ).

Ad imitazione della Vergine Immacolata questo sguardo diventi un programma di vita nella carità: "Cristo ha dato tutto se stesso per noi"; diventi un messaggio di fede, diventi un motivo di gioia perché è beato chi non prende scandalo dalla croce ( Ef 5,2 ).

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