Origini della "Divozione"

Dal divoto alla Divozione

Il periodo di prova - dal suo annuncio alla sua soluzione - va dunque dal novembre 1887 alla primavera 1893.

Esso è nettamente inquadrato tra due visioni, della Beata Vergine Addolorata e di Gesù Crocifisso.

La prima visione significa, l'abbiamo visto, consiglio e predizione, a sostegno della prova.

La seconda è premio per la vittoria riportata ed insieme è investitura d'un privilegio, che diventerà missione.

Codesta inquadratura conferisce solennità e carattere di avvenimento al periodo intercorrente, non solo; ma anche, e soprattutto, al periodo che segue.

Qualche cosa d'importante si sta maturando.

Ancora. La prova si compone di due episodi: quello che propriamente sta tra il 1888 ed il 1889 ( il più doloroso, tale da considerarsi elemento principale ) e quello che sta tra la fine del 1889 ed il principio del 1893 ( meno doloroso, tale da considerarsi elemento accessorio ).

La prova cioè aggredisce prima con massima violenza, come avviene della febbre con i più robusti. Poi si attenua regredendo.

Prima la fiamma è più gagliarda, perché il ceppo le offre maggior alimento.

Dopo, si fa fiammella, a lambire qua e là i lembi. Il ceppo è ridotto in brace.

Un soffio, e si accenderà un'altra fiamma.

Il soffio è il sogno del 1893. Il quale sta come ponte, tra il periodo in cui si forma il divoto ed il periodo in cui si forma la Divozione a Gesù Crocifisso.

È evidente e fuori discussione che sia così. Nato il divoto, la Divozione è in germe.

E quanto più quegli affonda in radice, tanto più questa si fa stelo, boccio, fiore.

Il sogno del 1893 è il seme, che va via via assumendo, con gli anni, forma.

Per cui si può dire che il 1893 sta per la Divozione al 1906, come il concepimento sta alla nascita.

Già il venerato Fratel Teodoreto, a pagina 52 del suo libro, aveva scritto in proposito : « Alternando le preghiere con l'orazione mentale più affettuosa, Fra Leopoldo, quasi senza accorgersene, venne a comporre, sotto la guida di Gesù Crocifisso, una formula nuova di preghiera ».

Il che vuoi dire che ci volle del tempo.

Le prime manifestazioni sono effusioni d'amore, di adorazione, di riconoscenza; sono lacrime di compassione, di contrizione, di riparazione; sono preghiere che invocano grazie per questa o quella necessità, secondo un ordine embrionale, fortuito, incostante, vario.

Si è ancora lontani da una successione logica ed armonica di sentimenti e di concetti.

Si è ancora lontani da un complesso strutturale, secondo una distribuzione organica di tutte le parti, di cui l'Adorazione sarà poi composta.

Tutto questo potrà farsi soltanto col tempo, a poco a poco.

Com'è di tutte le cose nuove, le quali si fanno strada quasi inavvertitamente, cominciando dalla luce del giorno.

Tutto questo potrà farsi soltanto, e soprattutto, per impulso divino: «sotto la guida di Gesù Crocifisso».

Dopo la visione di Viale d'Asti, che diventerà l'immagine caratteristica ed inconfondibile della Divozione, ci vorrà quella prima voce interiore: «Tra Me e tè in avvenire ci sarà una grande intimità! », sentita dal Servo di Dio, un mattino di novembre o dicembre ( 1894 ), appena ricevuta la santa Comunione; ci vorrà quella contemplazione inebriante ( presumibilmente al principio del 1895 ) del gran Crocifisso, che fa sciogliere in lacrime l'uomo di Dio nel coro di San Dalmazzo, decidendolo a « darsi interamente a Dio, mettendo risolutamente sotto i piedi il rispetto umano, le derisioni, le beffe degli uomini », con tutto un crescere in grazia, negli anni seguenti, tra estasi e preghiere, tra lavoro ed opere di pietà; ci vorrà quella visione di maggio ( sempre in sogno, del 1900 ) della Santissima Trinità e delle anime che salgono alla gloria del Cielo; di quelle che sono volte al Purgatorio; di quelle che precipitano nel baratro infernale.

Sospingeranno le circostanze predisposte da Dio:

la morte della mamma del Servo di Dio, che lo svincola dal dovere filiale di provvedere al sostentamento ed alla cura dell'inferma ( maggio 1900 );

la presa d'abito nell'Ordine dei Francescani Minori ( 18 gennaio 1901 );

la meditazione, ripetuta cinque volte, della liturgia del Venerdì Santo ( che suggerirà all'orante la sobrietà grandiosa e precisa dei concetti ) negli anni 1901-1906;

la distribuzione dei foglietti dell'Adorazione Quotidiana Perpetua Universale del SS. Sacramento ( 1904 ) che consiglierà il primo metodo di diffusione della Divozione;

l'anno di noviziato come frate laico ( 1905-1906 );

l'accomodatura, da parte del Servo di Dio, dell'antico Crocifisso, riesposto in San Tommaso all'adorazione dei fedeli nel Venerdì Santo del 1906;

l'autorizzazione successiva del P. Guardiano, perché Fra Leopoldo prenda in consegna quel Crocifisso nella propria cella e prostrato faccia l'Adorazione ( ciò che fu fatto poi per tre volte al giorno ).

Ci vorranno, sommariamente esposte, tutte cedeste cose, perché ne nasca il testo, in lettera, della Divozione a Gesù Crocifisso.

Nel 1906: come riferisce il Diario di Fra Leopoldo.

Nella sua cella: come afferma il Diario stesso, riportando un'allusione della Madonna in data 13 febbraio 1914.

E che il 1893, col sogno memorando di Viale d'Asti, sia la prima origine della Divozione è infine confermato ancora dal Diario in parola, con quanto vi si legge in data 29 giugno 1914, festività di San Pietro: « Dopo essersi tenuta nascosta per venti e più anni, finalmente, come piacque al Signore, quest'anno 1914, nel mese di maggio, la santa Adorazione-Divozione andò a mettere radici nella Reverendissima Congregazione, tanto umile per amor di Dio, dei Fratelli carissimi nel Signore, delle Scuole Cristiane ».

Venti e più anni. Esattamente, venti e sette mesi. Estate o prim'autunno 1893 - maggio 1914.

Si noti, per favore, che la data in cui la Divozione va a mettere radici nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane è la stessa, in cui il venerato Fratel Teodoreto fonda l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

La Divozione in lettera si è trasformata in Divozione in vita, all'ombra della Congregazione di San Giovanni Battista de La Salle.

Tutto quello che per la diffusione della Divozione è stato fatto prima, dal 1906 al 1914, dai primi foglietti scritti a mano a quelli stampati del 1912, non significa movimento : è ancora brancicare.

Non è luce: è ancora ombra. Non voce, ma bisbiglio.

Il movimento sarà impresso, la luce sorta, la voce udita soltanto quando e da quando la Divozione sarà Unione, àuspici i Fratelli.

E si voglia anche notare quella rimpolpatura della denominazione nel riferimento all'Istituto Lasalliano.

Non è certo ampollosità o ridondanza sonora.

È il cuore che sbotta dopo tanto gemere in preghiera.

È il cuore che trabocca di riconoscente affetto, caro e santo Fra Leopoldo!

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