Cenacolo N° 68

"E subito ne uscì sangue ed acqua"

Come suonano dolci, le parole che Gesù ci rivolge silenziosamente, in questo giorno, dall'alto della sua croce: « O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate, senza denaro e senza spesa, vino e latte » ( Is 55,1 ).

Per voi è stata aperta questa ferita nel mio fianco.

« Gustate e vedete quanto è buono il Signore ».

Anche chi non ha da pagare chi non ha meriti, chi si sente indegno e peccatore, chi non ha più nemmeno la forza per pregare -, venga ugualmente.

Una cosa sola chiedo in cambio: la vostra sete, il vostro desiderio: che non vi sentiate sazi di tutto, sufficienti a voi stessi.

Chiedo la fede!

Ma ora il tempio che era il suo corpo non è più tra noi; dove dunque ci invita ad andare Gesù con queste parole?

Ci invita alla Chiesa, ai sacramenti della Chiesa!

Non esiste più, visibilmente, il tempio che era il suo corpo fisico, quello nato da Maria e inchiodato sulla croce; ma esiste ancora il suo corpo che è la Chiesa.

Lo stesso evangelista Giovanni che, nel Vangelo, ci ha mostrato il compimento della profezia di Ezechiele sulla croce, nell'Apocalisse ci mostra il suo compimento nella Chiesa: « Mi mostrò - dice - un fiume d'acqua viva, limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.

In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita … » ( Ap 22,1-2 ).

L'acqua della vita scorre ormai in mezzo alla città santa, la nuova Gerusalemme che è la Chiesa.

A essa devono accorrere quanti hanno veramente sete dello Spirito.

Sant'Ireneo - che attinse la sua dottrina dalla viva voce di un discepolo di Giovanni - ammonisce: « Alla Chiesa è affidato il Dono di Dio …

Perché là dove c'è la Chiesa, lì è anche lo Spirito di Dio e dove è lo Spirito di Dio lì è anche la Chiesa.

Non partecipano di lui quelli che non si nutrono alle mammelle della loro Madre per la vita e non attingono alla purissima sorgente che sgorga dal corpo di Cristo, ma si scavano "cisterne screpolate" e, facendo fosse nella terra, bevono acqua putrida di pantano » ( Ireneo, Contro le eresie, III, 24, 2 ).

( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )

La carità è la virtù più nobile in mancanza della quale siamo nulla

Magnanimità

Il cambiamento interiore richiede inoltre:

- la purificazione degli spiriti, ad uno ad uno, a contatto con il Suo capo sacro, coronato di spine, sede della divina sapienza:

Mt 27,29: "Intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo";

Lc 23,46: « Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito »;

Ef 4,23: "Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente";

- il cambiamento delle abitudini di vita a contatto con ciascuna delle Sue Piaghe, dove attingeremo la generosità sul lavoro e la santificazione nei rapporti quotidiani:

Ef 4,22.24: "Dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici … e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera".

Per tale rinnovamento chiediamo sempre l'aiuto della Vergine Madre, perché è lei che conduce il mondo a Cristo.

( Cfr. La cosa più grande del mondo di E Drummond )

Da riflessioni sull'eternità

Sii buono.

Fai sempre il primo passo, non negare mai il tuo aiuto a chi ne ha bisogno.

Perdona e dona il meglio di te stesso.