A fronte della pandemia e dei mali connessi

Nell'Imitazione di Cristo nel dolore

Seguendo il cammino di mons. Giuseppe Pollano.1

Quando emerge più intensa, come in questi tempi di pandemia, la fragilità della nostra condizione umana, per la malattia e per le ripercussioni sociali del disagio e della povertà, siamo particolarmente interpellati sul problema del dolore.

Peraltro proprio in tali circostanze si rivelano provvidenzialmente in tutta la loro urgenza e dignità le opere di misericordia, sia corporali che spirituali, quali la cura e la visita agli infermi, la consolazione degli afflitti, e in generale l'aiuto ai bisognosi.

Ed è a questi interventi di solidarietà che ci sollecita la carità di Cristo, portandoci sollievo in "questa valle di lacrime", con la sua presenza di Crocifisso Risorto.

Ma molto importante è altresì la riflessione sulla presenza e sul conforto di Gesù vicino a chi soffre.

E a tale riguardo i pensieri e le esortazioni di don Pollano sono un balsamo spirituale, che ci sollecita ad intendere la profondità dell'amore di Gesù, traendo altresì sollievo interiore.

Riportiamo alcuni di tali pensieri.

« Fare del sacrificio il cibo della giornata, e delle sofferenze l'atteggiamento abituale dell'anima, senza chiedere niente, cercare niente, e aspettare niente fuorchè l'imitazione del Cristo nel dolore ».

« Fare del patire il vero valore apostolico, come per Cristo, è stata ineguagliabile sapienza di Dio ».

« Sì, siamo stati predestinati nell'Amore ad essere adottati nella Figliolanza, cioè assunti nella Divinità di Spirito Santo, per mezzo di Gesù Cristo, perché Gesù Cristo è la venuta di Dio, a eliminare il peccato, soffrendo su di se stesso la espiazione del peccato, come culmine della creazione.

Tutto è stato disposto in vista di questa sofferenza espiatrice a pro del mondo, per diffondervi lo Spirito Santo …

Questa divina sofferenza per potersi dare al mondo è la vetta dell'azione creatrice di Dio, concretata dal suo amore diffusivo ».

« Solo il sacrificio di Cristo è la moralità rispetto al peccato, e Dio vuole venirsi a sacrificare per il creato, divenendo il primo dei sofferenti, e ponendosi nel disegno della creazione come primogenito di ogni uomo del dolore per conseguire l'amore divino e la fiamma di Dio, Spirito Santo, [ … ] in modo che l'uomo potesse subordinare il dolore che lo distrugge all'amore che lo divinizza ».

« Divenendo primogenito delle creature, diviene anche il primogenito per la sofferenza, perché solo attraverso questa sofferenza è possibile al creato una vittoria sul proprio peccato veramente divina ».

« Ma Dio ha fatto ancor di più, impiantando la sua vita, che è di Spirito Santo, in tutti per mezzo della sua Incarnazione, mediante la quale ha assunto a sé l'intera umanità per trasfonderle la beatitudine perduta e donarle la intima Figliolanza stessa del suo Eterno amato Figlio ».

Abbracciato da SS. S. Giovanni Paolo II°


1 I pensieri riportati di mons. Giuseppe Pollano sono tratti da scritti inediti dell'Autore, raccolti e commentati dal prof. Rinaldo Bertolino, nel testo da Lui curato: "Un cammino di innamoramento divino. Pensieri" (pagg. 182 – 183).
Effetà Editrice, Santuario della Consolata, Torino.
Si ringrazia il prof. Bertolino per l'autorizzazione generosamente concessa.