Ripartiamo sempre dalle radici e che la linfa scorra in noi

Accogliendo lo stimolo che Silvia Olivetti, Presidente della Messa del Povero, ha espresso durante la relazione annuale dell'Opera propongo per la nostra riflessione il racconto della nostra storia di persone che hanno dedicato una parte della loro vita alla Messa del Povero.

La distinzione profonda che sta alla base di possibili confusioni è cosa sono e cosa faccio ( cosa siamo o vogliamo essere e cosa facciamo o vorremmo fare ).

È ovvio che se c'è coerenza il fare è consequenziale all'essere.

Le opere si aggiornano in base ai bisogni le persone crescono in base alla educazione, formazione ( permanente ) e in rapporto a Gesù vivono la propria vita e offrono il proprio servizio in base alle chiamate personali.

Il filo umano e spirituale che giunge sino a noi

Le persone che hanno dato vita alla Messa del Povero erano religiosi cattolici ( Figlie della Carità e Canonici 1922-1928 ) a titolo personale e non istituzionale.

Al fine di rispondere ai bisogni crescenti dei poveri la Provvidenza dispose che alcuni Catechisti anziani dell'Unione ( già esperti a trattare con i poveri per il lungo esercizio nella Conferenza di San Vincenzo ), laici, offrissero la loro collaborazione ( 1933 ).

Dai documenti si può onestamente ritenere che la "gestione organizzativa ed amministrativa" di fatto sia passata all'Unione per molti anni, sempre con la collaborazione delle instancabili Figlie della Carità.

Le narrazioni storiche sono assicurate in particolare da un Fratello delle Scuole Cristiane: Gustavo Furfaro

La partecipazione all'Opera non fu mai preclusa a persone di buona volontà, anzi alcuni poveri con attenzione e gradualità furono inseriti attivamente nella stessa.

Con il diminuire dei Catechisti ( laici solidamente formati da Fratel Teodoreto ) l'azione di Fratel Gustavo, con l'aiuto della Provvidenza ( 1987 ), inserì nella stessa un gruppo di ex allievi delle scuole lasalliane ( prevalentemente dell'Istituto La Salle di Torino via Lodovica 14 ) che insieme ad altri Volontari provenienti da altre realtà si radicarono nel servizio ai poveri ( non solo presso la Messa del Povero ).

Fratel Gustavo al fine di passare il testimone e rendere stabile l'azione di quei Volontari propose un percorso impegnativo di formazione ad un piccolo gruppo per costituire la Fraternità dei Volontari Lasalliani di Torino, Volt ( atto di impegno 7 giugno 1992 di Luca P, Piero C, Marco C, Elio O, Matteo M e Roberto B )

Il gruppo dei Volt non consolidò la propria dimensione di nascente Fraternità così come sperata da Fratel Gustavo, anzi al fine di non creare divisioni con gli altri volontari non approfondì la dimensione spirituale proposta e ovviamente perse di identità "lasalliana", pur restando promotore delle iniziative di Informazione e dei ritiri mensili.

Nel 1995 Fratel Gustavo ( 10 luglio 1996 ) chiese a Fratel Egidio di affiancarlo ( 22 ottobre 1995 primo suo ritiro con i Volt ), il quale consapevole della situazione in cui era cristallizzata l'Unione e della visione eterogenea dei Volontari iniziò a parlare di Famiglia della Messa del Povero e non più di Fraternità dei Volontari Lasalliani.

R. Bianco