Presentazione

Un evento ecumenico

I testi della Via Crucis di quest'anno sono stati composti da Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico.

Il Primate della Chiesa di Costantinopoli, che ha per Protettore l'Apostolo Andrea, offre le parole per la meditazione e la preghiera al Vescovo di Roma, successore dell'Apostolo Pietro, fratello di Andrea.

L'Oriente cristiano fa dono alla Chiesa di Occidente della sua tradizione teologica, liturgica e spirituale.

L'importanza dell'avvenimento appare in tutta la sua evidenza: le Chiese di Oriente e di Occidente percorrono insieme, umilmente, il cammino della Croce per incontrare il Risorto.

Insieme sostano sotto la Croce del Signore con Maria sua Madre per contemplare e rivivere il mistero della redenzione.

E supplicano il Padre della vita di concedere loro che attraverso il mistero della Croce e Risurrezione possano insieme, nella piena comunione, portare al mondo l'Evangelo della salvezza.

Questa invocazione di unità si leva dal Calice eucaristico della Cena, dal Sangue versato per la salvezza di molti.

Quel Calice, premessa alla Via Crucis, non è ancora condiviso.

Le Chiese tuttavia continuano a pregare perché il Sangue che sgorga dal costato del Crocifisso, quel Sangue che a tutti, senza distinzione, offre l'amore di Dio, torni ad essere condiviso nell'unico Calice eucaristico.

La Via Crucis del 1994 è un'autorevole testimonianza di questo desiderio di unità fra la Chiesa di Oriente e di Occidente.

Il profumo dell'Oriente Cristiano

La Via Crucis che si svolge nello scenario del Colosseo, luogo carico di storia in cui versarono il loro sangue alcuni cristiani dei primi secoli, è una preghiera tipica della tradizione latina.

Per questo il gesto del Patriarca Ecumenico, è ancora più significativo: dalla Sede dell'Apostolo Andrea viene offerto un dono alla Sede dell'Apostolo Pietro.

Nei testi delle stazioni della Via Crucis, il Patriarca evoca molteplici immagini care alla sensibilità della sua Chiesa, la Chiesa bizantina:

il Cristo " divino - umano ", che porta nella " carne di Dio " l'angoscia e la speranza dell'uomo;

il giardino dell'Eden, chiuso per il peccato di Adamo, primo uomo, e finalmente riaperto da Cristo, secondo Adamo, con la sua morte e risurrezione;

la discesa agli inferi del Signore, per annunciare all'uomo in attesa la vittoria su ogni morte;

la Madre di Dio, consolata dalle parole del Figlio: " Madre non piangere ", che partecipa alla sua Passione e invoca fiduciosa la sua Risurrezione;

il mistero della Croce che svela l'amore folle di Dio per gli uomini;

i Sacramenti, inizio della nuova creazione che nasce dal costato di Cristo e sulla quale aleggia la potenza creatrice dello Spirito Santo.

Le parole e i simboli della tradizione orientale sono espressi con un linguaggio ricco e incisivo che svela i drammi e la sete di salvezza dell'umanità contemporanea, la quale può trovare risposta solo nella Croce vivificante di Cristo.

Accanto alle meditazioni, ecco l'immagine, le icone che accompagnano le varie scene della Via Crucis, anch'esse prese dal ricco patrimonio delle Chiese di Oriente.

Le parole e le immagini si uniscono e convocano la persona nella sua interezza alla festa della fede, all'incontro con i misteri che rappresentano.

Una unanime confessione di fede

Lo schema biblico della Via Crucis permette di proclamare di fronte al mondo, in umile pellegrinaggio di preghiera, la fede comune sull'opera redentrice di Gesù Cristo.

Attraverso le varie tradizioni liturgiche, per mezzo delle diversità dei gesti e delle parole, per mezzo delle multiformi immagini usate lungo i secoli dalla pietà del popolo cristiano, emerge la fede comune nel Signore che " per noi uomini e per la nostra salvezza " discese dai cieli e si fece uomo, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.

Questa Via Crucis ci ricorda ancora una volta che la fede comune esce arricchita dalla sinfonia dei diversi modi di esprimerla.

Solo l'incontro delle diverse esperienze cristiane offre la possibilità di restituire all'icona del Salvatore tutta la sua verità e la sua bellezza.

L'altissima sensibilità spirituale della Chiesa bizantina, espressa attraverso una forma di pietà propria della tradizione occidentale, sa trarre dagli scrigni della propria tradizione " cose antiche e cose nuove " che parlano all'uomo contemporaneo e ne incontrano le domande e le attese.

Le meditazioni del Patriarca Ecumenico, intrecciate da testi della Sacra Scrittura, dal pensiero dei Padri della Chiesa e in modo particolare dalla Liturgia della grande Settimana, si uniscono alla tradizione orante dell'Occidente e diventano unanime confessione di fede nel celebrare la Passione gloriosa del Signore Gesù in attesa del Suo definitivo ritorno.

Nella memoria della Passione, risposta mirabile di Gesù al disegno del Padre per radunare i figli di Dio dispersi ( Gv 11,51 ), si fondono così le voci dell'Oriente e dell'Occidente in un'unica invocazione: Signore, fa' che i nostri cuori di pietra si sgretolino alla vista delle tue sofferenze e diventino cuori di carne.

Fa' che la tua Croce dissolva i nostri pregiudizi.

Fa' che non tiriamo più a sorte le tue vesti, con il rischio di lacerare la tunica inconsutile della tua Chiesa.

A te, Padre, per Cristo, nello Spirito, ogni onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Piero Marini

Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie