III stazione |
Dal libro del profeta Isaia 53,4-6
C. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
V. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
Secondo il pensiero umano, Dio non può cadere … e invece cade. Perché?
Non può essere un segno di debolezza, ma soltanto un segno d'amore: un messaggio d'amore per noi.
Cadendo sotto il peso della croce, Gesù ci ricorda che il peccato pesa, il peccato abbassa e distrugge, il peccato punisce e fa male: per questo il peccato è male! ( Ger 2,5.19; Ger 5,25 )
Ma Dio ci ama e vuole il nostro bene; e l'amore lo spinge a gridare ai sordi, a noi che non vogliamo sentire: "Uscite dal peccato, perché vi fa male.
Vi toglie la pace e la gioia; vi stacca dalla vita e fa seccare dentro di voi la sorgente della libertà e della dignità".
Uscite! Uscite!
Signore, abbiamo smarrito il senso del peccato!
Oggi si sta diffondendo, con subdola propaganda, una stolta apologia del male, un assurdo culto di satana, una folle voglia di trasgressione, una bugiarda e inconsistente libertà che esalta il capriccio, il vizio e l'egoismo presentandoli come conquiste di civiltà.
Signore Gesù, aprici gli occhi: fa' che vediamo il fango e lo riconosciamo per quello che è, affinché una lacrima di pentimento ricostruisca in noi il pulito e lo spazio di una vera libertà.
Aprici gli occhi, Signore Gesù!