XI stazione |
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,18-19
Lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: « Gesù il Nazareno, il re dei Giudei ».
Giunti alla località detta "Calvario", i soldati crocifiggono Gesù.
Pilato fa scrivere: « Gesù il Nazareno, re dei Giudei », per deriderLo e umiliare i giudei.
Ma, pur senza volerlo, questa scritta certifica una realtà: la regalità di Gesù, re di un Regno che non ha confini né di spazio, né di tempo.
Possiamo solo immaginare il dolore di Gesù durante la crocifissione, cruenta e dolorosissima.
Si entra nel mistero: perché Dio, fattosi uomo per amore nostro, si lascia inchiodare su un legno e innalzare da terra tra spasimi atroci, fisici e spirituali?
Per amore.
Per amore.
È la legge dell'amore che porta a donare la propria vita per il bene dell'altro.
Lo confermano quelle madri che hanno affrontato anche la morte pur di dare alla luce il loro figlio.
O quei genitori che hanno perso un figlio in guerra o in atti di terrorismo e che scelgono di non vendicarsi.
Gesù, sul Calvario impersoni tutti noi, tutti gli uomini di ieri, oggi e domani.
Sulla croce ci hai insegnato ad amare.
Ora cominciamo a capire il segreto di quella gioia perfetta di cui parlavi ai discepoli nell'ultima cena.
Hai dovuto scendere dal Cielo, farTi bambino, poi adulto e quindi patire sul Calvario per dirci con la Tua vita che cos'è il vero amore.
Guardandoti lassù sulla croce, anche noi come famiglia, sposi, genitori e figli stiamo imparando ad amarci e ad amare, a nutrire tra noi quell'accoglienza che dona se stessa e che sa essere accolta con riconoscenza. Che sa soffrire, che sa trasformare la sofferenza in amore.