XII stazione |
Dal Vangelo secondo Matteo 27,45-46
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Elì, Elì, lemà sabactàni? », che significa: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ».
Gesù è sulla croce.
Ore d'angoscia, ore terribili, ore di sofferenze fisiche disumane.
« Ho sete », dice Gesù.
E Gli viene accostata alla bocca una spugna imbevuta di aceto.
Un grido sale improvviso: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ».
Blasfemia?
Il condannato grida il Salmo?
Come accettare un Dio che grida, che Si lamenta, che non sa, non capisce?
Il Figlio di Dio fatto uomo che sente di morire abbandonato dal Padre suo?
Gesù, fino a questo punto Ti sei fatto uno di noi, uno con noi, eccetto il peccato!
Tu, Figlio di Dio fatto uomo, Ti sei immedesimato con noi fino a sperimentare, Tu che sei il Santo, la nostra condizione di peccatori, la lontananza da Dio, l'inferno di coloro che sono senza Dio.
Tu hai sperimentato il buio per darci la luce.
Hai vissuto la separazione per darci l'unità.
Hai accettato il dolore per lasciarci l'Amore.
Hai provato l'esclusione, abbandonato e sospeso tra Cielo e Terra, per accoglierci nella vita di Dio.
Un mistero ci avvolge rivivendo ogni passo della Tua Passione.
Gesù, Tu non tieni come un tesoro geloso la Tua uguaglianza con Dio, ma Ti fai povero di tutto per arricchirci.
Nelle Tue mani consegno il mio spirito ».
Come hai fatto, Gesù, in quell'abisso di desolazione, ad affidarti all'Amore del Padre, abbandonarTi in Lui, morire in Lui?
Solo guardando a Te, solo con Te possiamo affrontare le tragedie, le sofferenze degli innocenti, le umiliazioni, gli oltraggi, la morte.
Gesù vive la Sua morte come dono per me, per noi, per la nostra famiglia, per ogni persona, per ogni famiglia, per ogni popolo, per l'umanità intera. In quell'atto rinasce la vita.