XI stazione |
« Poi lo crocifissero e si spartirono i suo vestiti, tirando a sorte su di essi ciò che ognuno avrebbe preso.
Erano le nove del mattino, quando lo crocifissero.
La scritta con il motivo della sua condanna diceva: "Il re dei Giudei!".
Con lui crocifissero anche due banditi, uno a destra ed uno alla sua sinistra.
E si compì la Scrittura che dice: "É stato messo tra i malfattori!" » ( Mc 15,24-28 ).
Al letto degli ammalati
E lo crocifissero!
La pena degli infami, dei traditori, degli schiavi ribelli.
Questa è la condanna riservata al nostro Signore Gesù: ruvidi chiodi, dolore lancinante, lo strazio della madre, la vergogna di essere accomunato a due banditi, le vesti spartite come bottino tra i soldati, le beffe crudeli dei passanti: « Ha salvato gli altri, e non può salvare se stesso!
Scenda dalla croce e crederemo in lui! » ( Mt 27,42 ).
E lo crocifissero!
Gesù non scende, non abbandona la croce.
Resta, obbediente fino in fondo alla volontà del Padre.
Ama e perdona.
Anche oggi, come Gesù, molti nostri fratelli e sorelle sono inchiodati ad un letto di dolore, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle nostre famiglie.
É il tempo della prova, in amari giorni di solitudine e anche di disperazione: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » ( Mt 27,46 ).
La nostra mano non sia mai per trafiggere, ma sempre per avvicinare, consolare ed accompagnare gli infermi, rialzandoli dal loro letto di dolore.
La malattia non chiede permesso.
Giunge sempre inattesa.
A volte sconvolge, limita gli orizzonti, mette a dura prova la speranza.
Amaro è il suo fiele.
Solo se troviamo, accanto a noi, qualcuno che ci ascolta, ci sta vicino, si siede sul nostro letto … allora la malattia può diventare una grande scuola di sapienza, incontro col Dio Paziente.
Quando qualcuno prende su di sé le nostre infermità, per amore, anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale del Cristo crocifisso e risorto.
Quella che umanamente è una condanna, può trasformarsi in un'oblazione redentrice, per il bene delle nostre comunità e famiglie.
Sull'esempio dei santi.
Signore Gesù, non stare lontano da me, siediti sul mio letto di dolore e fammi compagnia.
Non mi lasciare solo, stendi la tua mano e sollevami!
Io credo che Tu sei l'Amore, e credo che la tua volontà è l'espressione del tuo Amore; perciò mi affido alla tua volontà, perché mi affido al tuo Amore.
Amen.