IX stazione |
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca, era come agnello condotto al macello. ( Is 53,7 )
Signore, per la terza volta sei caduto, sfinito e umiliato, sotto il peso della croce.
Proprio come tante ragazze, costrette sulle strade da gruppi di trafficanti di schiavi, che non reggono alla fatica e all'umiliazione di vedere il proprio giovane corpo manipolato, abusato, distrutto, insieme ai loro sogni.
Quelle giovani donne si sentono come sdoppiate: da una parte cercate e usate, dall'altra respinte e condannate da una società che rifiuta di vedere questo tipo di sfruttamento, causato dall'affermazione della cultura dell'usa-e-getta.
Una delle tante notti passate sulle strade a Roma, cercavo una giovane giunta da poco in Italia.
Non vedendola nel suo gruppo, la chiamavo insistentemente per nome: "Mercy!".
Nel buio, l'ho scorta accovacciata e addormentata sul ciglio della strada.
Al mio richiamo s'è svegliata e m'ha detto che non ne poteva più.
"Sono sfinita", ripeteva …
Ho pensato a sua madre: se sapesse che cosa è accaduto alla figlia, piangerebbe tutte le sue lacrime.
Signore, quante volte ci hai rivolto questa domanda scomoda: "Dov'è tuo fratello? Dov'è tua sorella?".
Quante volte ci hai ricordato che il loro grido straziante era giunto fino a te?
Aiutaci a condividere la sofferenza e l'umiliazione di tante persone trattate come scarto.
È troppo facile condannare esseri umani e situazioni di disagio che umiliano il nostro falso pudore, ma non è altrettanto facile assumerci le nostre responsabilità come singoli, come governi e anche come comunità cristiane.
"Signore, donaci forza e coraggio per denunciare":
– di fronte allo sfruttamento e all'umiliazione vissuta da tanti giovani
– di fronte all'indifferenza e al silenzio di molti cristiani
- di fronte a leggi ingiuste e prive di umanità e solidarietà
Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.