Credo in Gesù Cristo: patì sotto Ponzio Pilato
È un avvenimento che continua a ripetersi anche oggi.
Gesù Cristo continua la sua "via crucis" in tutti gli uomini che soffrono.
Gesù venne condannato alla morte in croce dal governatore della Palestina Ponzio Pilato.
La passione di Cristo è una tragedia consumata nella storia degli uomini e dinanzi a molti testimoni.
È la conseguenza dei gesti di solidarietà di Gesù a favore degli uomini, è un punto di arrivo, di concentrazione dei contrasti e delle opposizioni che Gesù ha suscitato fin dagli inizi della sua vita pubblica.
Gesù è salito a Gerusalemme volontariamente, pur sapendo che vi sarebbe morto di morte violenta a causa della grande ostilità dei peccatori.
L'ingresso di Gesù a Gerusalemme è la manifestazione dell'avvento del Regno che il Re-Messia, accolto nella sua città dai fanciulli e dagli umili di cuore, si accinge a realizzare con la Pasqua della sua morte e Risurrezione ( Cat. Chiesa Cat. 569-570 ).
Il vero motivo per cui Gesù fu condannato alla morte di croce - Il tribunale religioso ha condannato Gesù perché si era proclamato "Messia", "Figlio di Dio"; ma in realtà, lo ha condannato perché aveva contestato una religione che dava il primato alla legge e alle tradizioni emarginando i peccatori e ritenendo Dio proprietà esclusiva di un popolo.
- Il tribunale romano ha condannato Gesù perché colpevole di "lesa maestà";
ma in realtà, lo ha condannato perché contestava una società basata sull'ideologia del potere.
- La crocifissione era il castigo che i Romani infliggevano agli agitatori politici.
I due processi contro Gesù
Secondo i vangeli la condanna a morte di Gesù è stata emessa dal tribunale religioso e resa esecutiva dal tribunale romano.
Entrambe le autorità, religiosa e civile, hanno visto nei gesti e nelle parole di Gesù una minaccia al loro potere.
Ecco come Marco narra i due processi nei quali sono evidenti molte somiglianze.
Il processo religioso ( Mc 14,53-65 ).
" Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote ( Mc 14,53 ).
"… I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte" ( Mc 14,55 ).
"… Allora il sommo sacerdote… interrogò Gesù dicendo:
Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?" ( Mc 14,60 ).
"Ma egli taceva e non rispondeva nulla" ( Mc 14,61a ).
"Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli:
Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?" ( Mc 14,61b ).
" Gesù rispose: Io lo sono! " ( Mc 14,62 ).
" Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse:
Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?
Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?" ( Mc 14,63-64a ).
"Tutti sentenziarono che era reo di morte" ( Mc 14,64b ).
"Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: Indovina" ( Mc 14,65 ).
Il processo civile ( Mc 15,1-5.15-20 )
"Al mattino … lo (Gesù) condussero e lo consegnarono a Pilato" ( Mc 15,1 ).
" … I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse" ( Mc 15,3 ).
"Pilato lo (Gesù) interrogò di nuovo: Non rispondi nulla?
Vedi di quante cose ti accusano!" ( Mc 15,4 ).
" Ma Gesù non rispose più nulla … " ( Mc 15,5 ).
"Allora Pilato prese a interrogarlo: Sei tu il re dei Giudei?" ( Mc 15,2a ).
"Ed egli rispose: Tu lo dici" ( Mc 15,2b ).
" E Pilato … lo consegnò perché fosse crocifisso" ( Mc 15,15 ).
"Allora i soldati … dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo: Salve, re dei Giudei!
E … gli sputavano addosso" ( Mc 15,16-19 ).
Nel tribunale religioso si sono scontranti i sostenitori di due immagini di Dio:
quella che dominava la religiosità ebraica, rappresentata dai suoi capi e che rendeva gli uomini schiavi e quella che Gesù Cristo ha manifestato con i suoi gesti di perdono e di liberazione.
Nel tribunale civile si sono invece confrontare due concezioni diverse del "potere".
Per i Romani il potere era basato sulla forza e mascherato con gesti di assistenzialismo;
per Gesù è basato sul servizio ( Lc 22,24-27 ).