Il discernimento
10-2-2008
1) Il tema che abbiamo visto il mese scorso riguardava il discernimento, è molto vasto
2) Il problema sta nel riuscire a scoprire, intendere, realizzare, che cosa è il meglio per la vita di ciascuno di noi
3) Che cos'è veramente il bene per una persona che vive nel nostro tempo, nella nostra cultura, nei luoghi dove abitiamo noi?
4) In che modo posso essere influenzato dal pensiero comune, dalla tecnologia ecc…?
5) Fino a che punto noi siamo consapevoli che la nostra storia condiziona il nostro presente e anche il nostro futuro?
6) In che modo posso assicurare a Dio e alla Sua Chiesa un servizio il più possibile puro?
7) Il discernimento è quella particolare esperienza di comunione con lo Spirito Santo
8) Se una persona si mette a disposizione dell'azione della Grazia per avere il discernimento
9) Caris è dono di Grazia, cioè azione di Spirito Santo, il quale viene per illuminare la scelta
10) Riceve un dono gratuito di amore da Dio (il carisma) che aiuta quella persona a capire ciò che è vero, giusto, buono
11) Schema per verificare se si è nella volontà di Dio o non si è nella volontà di Dio
12) Il discernimento carismatico
13) La natura razionale è tipica solo degli esseri personali, quindi: uomini, angeli e demoni
14) La capacità di discernere non si basa solo sulla nostra esperienza
15) Nel discernimento entra a buon diritto la ragione, la nostra natura razionale
16) Siamo molto fortunati come Chiesa Cattolica, perché Gesù Cristo agli apostoli ha detto che sarebbero stati sicuri
17) Nel Magistero della Chiesa sussiste l'insegnamento sicuro
18) Sono passati diciotto secoli prima che un Sommo Pontefice esercitasse il massimo grado dell'autorità
19) E se tutti questi elementi sono concordi avrete i 3 elementi principali: semplicità, contemplatività e pace
20) Ora nella Rivelazione ci sono delle cose che noi accettiamo senza capirle? Per esempio la Trinità
21) Chi di noi è capace di capire il concetto di eternità?
22) Il successivo passo: quello del discernimento nel senso pieno del termine
23) Non sarà per questo che sono aumentati in maniera esponenziale le depressioni?
24) Lo Spirito Santo che cosa può usare per aiutarci nel discernimento? Tutto quello che noi gli diamo a disposizione
25) Questo materiale, le cose che stiamo imparando, le cose che Dio ci insegna e che noi vogliamo imparare
Giornata di ritiro
Incontro comune
Il tema che abbiamo visto il mese scorso riguardava il discernimento, e come abbiamo potuto vedere la volta scorsa, il tema del discernimento è molto vasto.
Ora noi non affrontiamo il discernimento in modo specifico, secondo una scuola spirituale o un'altra, secondo un grande mistico o un altro, cerchiamo semplicemente di avere qualche idea su che cosa possa essere il discernimento, su come va dunque affrontata la vita cristiana nelle sue scelte quotidiane.
Il primo luogo comune che abbiamo sfatato la volta scorsa è: che il discernimento non è qualche cosa che non bisogna operare, anzi il discernimento è ciò che caratterizza la vita del cristiano, perché il discernere significa operare delle scelte.
Il secondo punto, sul discernimento, è che la scelta, che dovrebbe essere il normale del vissuto del cristiano, come è ovvio che sia, propende sempre per ciò che è meglio.
Quando noi operiamo una scelta, la operiamo sempre per ciò che è meglio.
Il problema non sta su questo principio che è comune a tutti gli uomini.
Il problema sta nel riuscire a scoprire, intendere, realizzare, che cosa è il meglio per la vita di ciascuno di noi.
Ed è precisamente su questa linea che ci muoviamo per capire quando parliamo della parola: il discernimento, che cosa intendiamo.
Il discernimento, o meglio la scelta, viene operata da ciascuno per qualunque cosa dalle più importanti alle più banali, alle più quotidiane.
A maggior ragione nella vita cristiana, nella vita spirituale, nell'esercizio della nostra libertà, siamo chiamati ad operare delle scelte che non solo proteggano e salvaguardino il nostro bene, ma addirittura lo facciano crescere, perché è tipico del cristianesimo il progresso.
Il progresso vuol dire sempre il miglioramento, tendere sempre a ciò che è meglio.
Naturalmente tutto il grande ambito del discernimento diventa qualche cosa di difficile per questa ragione: a secondo della cultura e del tempo in cui noi viviamo, possiamo essere condizionati su ciò che può essere il meglio per ciascuno di noi.
In parole semplici: che cos'è veramente il bene per una persona che vive nel nostro tempo, nella nostra cultura, nei luoghi dove abitiamo noi?
Che cos'è non solo il bene, ma addirittura il meglio per ciascuno di noi?
E allora, precisamente su questo principio generale, ci troviamo ad affrontare una grande varietà di proposte.
Solo che ogni proposta fa riferimento a qualche principio, a qualche norma, che condiziona un certo modo di vedere le cose.
Allora è importante che noi riusciamo, in qualche modo intendere e localizzare in che situazione ci troviamo, per capire da dove ci arrivano gli stimoli o, le proposte che ci vengono incontro, in base alle quali noi poi opereremo delle scelte.
Ci sono le cose più normali, più quotidiane ma ci sono nell'ambito della cultura, nell'ambito dell'esperienza, nell'ambito della vita comune; ci sono delle cose che possono condizionarci.
Allora la domanda che sta tra la base delle domande che compongono il discernimento: quali di queste cose mi stanno influenzando?
In che modo posso essere influenzato dal pensiero comune, dalla cultura, dalla scuola, dal regime politico in cui ci troviamo, dal grado di progresso in cui ci troviamo, dalla tecnologia ecc…?
Ma non solo, perché le scelte che operiamo nel presente, e non sto parlando solo di scelte spirituali, sto ancora parlando semplicemente di scelte, sono in qualche modo preparate, costruite e custodite anche dalla nostra storia personale.
Quello che noi siamo oggi è il frutto della nostra storia personale, delle nostre esperienze, ma anche dell'educazione che abbiamo ricevuto.
Potrà essere stata l'educazione perfetta oppure l'educazione manchevole in tanti punti; sta di fatto che tutto quello che fa parte del nostro passato contribuisce, nel nostro presente, ad operare delle scelte.
Tutto questo in che modo ci influenza?
Fino a che punto noi siamo consapevoli che la nostra storia condiziona il nostro presente e anche il nostro futuro?
Capita, talvolta, di sentire delle persone che si rifiutano di operare un discernimento onesto, equilibrato, perché fanno fede della tradizione in cui sono vissuti; cioè a dire: abbiamo sempre fatto così, i miei hanno fatto così, i loro antenati hanno fatto così, io continuo a fare così.
Non importa se quel modo di fare è condizionato, è limitato, è di parte ecc… il principio in base al quale si compie un discernimento non è la ricerca della verità, ma solo la continuazione di una tradizione.
Allora, voi capite, che tutto questo non permette di essere tranquilli in base alle scelte che ci fanno poi agire nella vita.
Ogni persona agisce, quando è libera il più possibile dai condizionamenti, si presume per cercare il meglio, ma il meglio di cento anni fa è ancora il meglio di oggi? Non sempre.
Naturalmente nelle cose dello spirito è difficile che le cose cambino, perché Dio è sempre fedele a se stesso; Dio è uguale a se stesso quindi è difficile che ciò che era giusto cento anni fa, oggi non sia più giusto, siete d'accordo?
È difficile che ciò che era peccato una volta oggi non lo sia più, perché Dio non ha cambiato la Rivelazione, la Bibbia è sempre quella.
Noi abbiamo bisogno di estrinsecarla sempre di più, abbiamo bisogno di approfondire il messaggio che abbiamo ricevuto e di applicarlo nelle condizioni in cui ci troviamo adesso in cui la scienza, la tecnologia, il progresso, ci pongono dinnanzi dei problemi che 100, 200 anni fa erano pura fantascienza.
Forse erano oggetto dei libri di Giulio Verne, ma non certo della realtà.
Noi ci scontriamo quotidianamente come, per esempio, quel figlio che nasce da 2 madri e 1 padre, l'avete sentito?
Allora tutto questo pone di fronte a noi delle problematiche che non possono essere risolte a seconda delle mie emozioni; quello che io sento, quello che mi pare e quello che ritengo giusto.
Tutta la nostra cultura è inficiata di precomprensioni e di pregiudizi, specialmente anticristiani, allora anche il cristiano che vive i nostri giorni, deve sapere che non tutto quello che ci viene proposto, anche se sotto l'egida della cultura o della ricerca, è puro, esente da condizionamenti e da precomprensioni.
Perché è evidente che ognuno vuole raggiungere uno scopo e cerca di presentare la propria teoria in modo più accattivante possibile.
Di fronte a questa molteplicità di stimoli e di proposte, come dunque comportarsi nella vita quotidiana, che però ha dei risvolti notevoli, perché quelli che tra voi sono genitori, lo sono stati, lo saranno, oppure sono padrini o madrine e quindi hanno delle responsabilità, tutti coloro che si impegnano nella Pastorale della Chiesa, per esempio come catechisti, come animatori di gruppi di preghiera, in tantissimi modi uno è interpellato e cerca di rispondere alla chiamata del Signore.
In che modo posso assicurare a Dio e alla Sua Chiesa un servizio il più possibile puro, che non vuol dire asettico?
Non vuol dire disincarnato dal punto di vista del tempo in cui viviamo, ma vuol dire: inserito in questo mondo ma come il lievito che viene messo nella farina e la fa lievitare, non come una farina che viene fatta lievitare da un lievito che c'è già.
Entra in gioco il discernimento.
Il discernimento ha diverse sfaccettature, diversi punti a cui fare riferimento, ed è un cammino di grande prudenza.
È una prudenza illuminata dalla grazia dello Spirito Santo che assiste le persone che onestamente e semplicemente, desiderano compiere il cammino del Signore, il più possibile nella verità.
Perché il discernimento è quella particolare esperienza di comunione con lo Spirito Santo, in base alla quale la Grazia e la tua esperienza, la tua razionalità ecc… tutte le tue facoltà, collaborano insieme per esaminare la realtà e verificare se la direzione che si è presa, la decisione che si presa, è aderente al progetto di Dio, o non è aderente.
Allora voi capite che si tratta di una collaborazione con un'azione di Dio, perché Dio è verità, e i Suoi figli sentono il richiamo della verità, vogliono camminare nella verità.
Più uno desidera camminare nella verità e più si rende conto che tutto quello che circola intorno a noi è nebbia.
"La nebbia avvolge tutte le nazioni - diceva Isaia ( Is 60,2 ), ma su di te risplende la gloria del Signore".
Questo risplendere la gloria del Signore, indica una particolare assistenza di Spirito Santo che fa di te una persona che riceve la spinta, l'input, dallo Spirito Santo e percorre un tale itinerario.
In questo percorrere tale itinerario non saremo mai soli, perché come dice quel proverbio: l'esempio trascina.
Però attenzione sia in bene che in male.
Un'applicazione: non si va in Paradiso da soli, ma non si va neanche all'Inferno da soli.
Allora è evidente che se una persona si mette a disposizione dell'azione della Grazia per avere il discernimento, allora vuol dire che si mette a disposizione della volontà di Dio per la realizzazione del Regno di Dio.
Ora in che modo la grazia dello Spirito Santo interagisce con l'esperienza della persona? In vari modi.
Un modo immediato è il carisma del discernimento.
Quando parlo del carisma del discernimento parlo di una particolare azione di grazia dello Spirito Santo, che agisce nella vita del credente perché egli ne ha un bisogno immediato e non è in grado, in maniera diversa, di fare una scelta onesta, equilibrata.
Carisma vuol dire: dono di Grazia.
Caris è la grazia, da cui viene anche carità, questo amore che riscalda, che illumina, che protegge.
Quindi carisma che contiene in sé quest'altra parola di carità.
Caris è dono di Grazia, cioè azione di Spirito Santo, il quale viene per illuminare la scelta che in quel momento dovresti fare, ma non sei sufficientemente attrezzato per poter agire secondo la linea del Signore.
Per esempio: una persona si converte da poco tempo, deve compiere delle scelte, ma non ha ancora una solidità dottrinale per capire ciò che è giusto, vero, buono, gradito a Dio e santo, perché la sua storia personale è tutta condizionata da altri tipi di esperienze.
E allora che cosa succede? Se questa persona è onestamente, che vuol dire con tutto il cuore legata al Signore, e ha bisogno che il Signore l'aiuti, poiché non ha nessun altro modo per capire in quel momento cosa deve fare.
Riceve un dono gratuito di amore da Dio ( il carisma ) che aiuta quella persona a capire ciò che è vero, giusto, buono, a Lui gradito e santo; e lo aiuta nello stesso modo a capire ciò che è fuori della verità, fuori della giustizia, ciò che non è gradito a Dio e dunque che non è santo.
Ora il discernimento, in questo modo, il discernimento carismatico è più di una conoscenza esperienziale, ma è in qualche modo diverso da una conoscenza razionale.
Perché la conoscenza di tipo razionale ci viene anche dall'esperienza, oltre da ciò che abbiamo imparato ecc… ma in questo modo, nell'azione dello Spirito Santo, Egli in qualche modo comunica con il nostro spirito e ci fa sentire comunione per ciò che è in aderenza al pensiero di Dio, oppure ci fa sentire avversione.
Inutile che io vi dica in che modo le fa sentire entrambe queste valenze, il modo più comprensibile per tutti è: ci fa sentire disagio per ciò che non è secondo il progetto di Dio.
Ti fa sentire questo disagio in modo impellente, senti che se continui a camminare per quella via tu non sei a posto, magari non sai dire per quale ragione, però senti che non sei al posto giusto, allo stesso modo l'assistenza dello Spirito Santo ti comunica nel tuo spirito, se quello che stai facendo è esattamente la linea che il Signore pensava per te, perché solo vivendo in quel modo, tu senti dentro di te, di essere alla presenza di Dio.
Se voi ricordate il piccolo schema che vi ho lasciato la volta scorsa a proposito del sistema più semplice, più rapido, per verificare se si è nella volontà di Dio o non si è nella volontà di Dio; prevedeva 3 punti.
Ed è buffo notare come c'è una sorta di similitudine, o di identificazione, con la geometria piana teorica: per 3 punti passa un solo piano.
I punti del discernimento, semplificati, che ci permettono di capire qual è il piano di Dio sono: semplicità, contemplatività e pace.
Per questi 3 punti passa il piano di Dio.
È evidente che questo è un sistema sintetico, efficacissimo, per comprendere se si è o non si è nella volontà di Dio.
Basta che uno di questi punti non ci sia, e tu hai tutti i diritti di pensare: non mi trovo nella volontà di Dio, quindi hai il diritto di fermarti a riflettere, a chiedere consiglio a qualcuno che possa dartelo.
Ci sono poi altri tipi di discernimento: il discernimento sapienziale e il discernimento razionale.
Tutti questi discernimenti devono entrare di diritto, e per convenienza, nella nostra capacità per allargare l'orizzonte e la sensibilità per affrontare le decisioni che compongono la nostra vita.
C'è l'azione diretta dello Spirito Santo che interviene in ogni caso.
Il discernimento carismatico è questa sorta di disagio o di agio nei confronti di quello che abbiamo deciso di fare, che ci fa comprendere l'approvazione o la disapprovazione del piano di Dio, ma in tutto questo noi non possiamo pensare che il discernimento per noi debba essere esclusivamente carismatico, perché in questo caso, potremmo essere tra quelli che più o meno coscientemente tentano Dio.
Non possiamo rischiare tutto questo, perché Dio ci ha costituiti come esseri che hanno una razionalità, siamo individuati dalla nostra razionalità.
Un'antica definizione della persona umana, ad opera del filosofo Boezio, diceva questo: che la persona umana è: "individua substanzia, razionalis naturae"; che vuol dire una sostanza individuale, la nostra essenza individuale cioè a dire siamo unici ed irripetibili, e che come natura sua propria è razionale, cioè ragiona in un modo che è possibile comunicare.
Gli animali sono intelligenti ma non sono razionali; perché noi possiamo parlare tra di noi, possiamo esaminare gli scritti di persone antiche, possiamo lasciare ai nostri posteri il nostro pensiero, possiamo elaborare dei calcoli che possono essere alla base in un futuro dello sviluppo del nostro pensiero; mentre gli animali basano la loro capacità di vivere solo sulla loro esperienza individuale, non possono essere in grado di comunicare, di generazione in generazione, le scoperte o le esperienze che hanno fatto nella loro esistenza.
Mentre la natura razionale è tipica solo degli esseri personali, quindi: uomini, angeli e demoni.
I demoni si sono ribellati ma fanno parte della natura angelica.
Gli angeli ragionano? Ricordano? Comunicano? Sanno la storia della salvezza? Certo.
Anche i demoni fanno tutto questo. Lo spirito immondo, quando è stato scacciato vaga per delle regioni desertiche, poi si ricorda e dice: ritornerò da dove sono stato cacciato, perché ci stavo bene lì.
Ritornato nel posto di prima lo vede pulito e lindo, e allora cercherà in tutti i modi di rientrare dentro, cosa farà?
Ragiona, e allora dice: mi camufferò, mi farò circondare da altre 7 spiriti, peggio di me così l'altro non mi riconosce e io ritorno dove volevo.
Tutto questo è la parabola di Gesù Cristo per indicarci che nella natura angelica, persino in quella corrotta, quella ribelle, continua ad esserci una facoltà razionale, in base alla quale si progetta e si esegue un piano.
Allora nella persona umana, in cui c'è questa facoltà razionale, noi usiamo non solo delle nostre esperienze, ma anche delle esperienze che ci vengono comunicate, e costituiscono, per noi, un bagaglio importante, una griglia d'interpretazione: la capacità di discernere.
La capacità di discernere non si basa solo sulla nostra esperienza, altrimenti avremmo un'esperienza troppo limitata, ma siamo così fortunati che noi abbiamo a nostra disposizione una quantità smisurata di esperienze, che ci permettono di applicare ad ogni nostra situazione, un'idea che ci proviene anche dalla storia degli altri uomini che sono vissuti prima di noi.
Se poi questi altri uomini che sono vissuti prima di noi, per di più sono profeti, sono dei santi, sono delle grandi personalità nel Regno di Dio perché hanno lasciato una traccia di bontà, allora voi capite che abbiamo un bagaglio a nostra disposizione straordinariamente ricco e importante, di cui siamo i beneficiari; siamo poco furbi se noi non siamo tra quelli che sanno attingere a questa sapienza eterna, che è messa a nostra disposizione.
Per questo motivo nel discernimento entra a buon diritto la ragione, la capacità di ragionare, rationalis natura, la nostra natura razionale.
E per natura razionale s'intendono alcune delle nostre facoltà mentali, per esempio l'intelletto, la memoria, la fantasia, la creatività, la capacità di paragonare le cose.
Tutto questo è guidato dalla ragione.
Certo che se è solo la nostra ragione noi rischiamo di prendere delle grandi cantonate, per questo il discernimento oltre ad essere un'attività meramente umana, è anche un dono di Dio, perché il discernimento, che abbia un certo grado di attendibilità, è per noi un grande dono del Signore, il quale mette insieme la nostra capacità d'intendere, di paragonare, delle tesi, delle ipotesi, e quindi delle sintesi; insieme alla luce dello Spirito Santo che ci ricorda, come dice Gesù nel Vangelo di Marco, tutto quello che Lui ha insegnato e ci insegna anche cose nuove: "Quando verrà il Consolatore vi condurrà alla verità tutta intera, vi ricorderà tutto quello che io vi ha insegnato e vi insegnerà anche cose nuove."
Allora queste cose nuove ci vengono non solo dalle grandi rivelazioni interiori nella preghiera, ma ci vengono anche dalle sintesi che noi facciamo, a seconda delle esperienze che noi abbiamo, illuminate dalla grazia dello Spirito Santo, che ci dice: "Vedi questo aspetto, paragonalo un po' con quello che ti sta capitando adesso, non vedi che è uno sviluppo dell'insegnamento di Gesù, e quello che sta succedendo è contro questo insegnamento?
Quindi, se tu vuoi essere in sintonia con il cammino del Signore, questa strada non la percorri."
Questo tipo di discernimento è tipico del cammino del Magistero della Chiesa Cattolica.
Siamo molto fortunati come Chiesa Cattolica, perché Gesù Cristo agli apostoli ha detto che sarebbero stati sicuri di stare nella verità finche stavano uniti a Pietro.
Perché a Pietro, Gesù ha consegnato il potere delle chiavi, e a Pietro Gesù ha detto: "Pietro, Satana sta cercandovi per vagliarvi, ma quando sarà passato tutto questo periodo, tu conferma i tuoi fratelli".
Ha dato a Pietro il potere di confermare i suoi fratelli nella fede.
Lo ha dato ad Andrea? No. Lo ha dato a Giacomo, a Giovanni l'Evangelista? No.
Lo ha dato a Pietro, e a Pietro ha detto: "Il tuo dovere è quello di confermare i tuoi fratelli".
Che vuol dire confermare? È una parola composta: fermare, vuol dire cristallizzare, vuol dire rendere sicuro, forte; però confermare stando con loro; con-fermare, cum-firmatio.
Confermare Pietro, vicario di Cristo, che è in Persona Christi, quindi è Gesù Cristo, che per mezzo di Pietro rende forte il cammino dei suoi fratelli.
Allora, dicevo, è tipico del magistero della Chiesa questo cammino.
Infatti nel Magistero della Chiesa sussiste l'insegnamento sicuro, che ha vari gradi di certezza di sicurezza.
Il massimo grado di questa certezza si raggiunge nel momento in cui un Sommo Pontefice, esercita il massimo dell'autorità che Gesù Cristo gli ha concesso, ed esprime delle affermazioni che sono certamente secondo la volontà di Dio: affermazioni in materia di fede, di morale.
Sono affermazioni che hanno un grado di sicurezza tali che si dice che sono infallibili.
Perché in quel caso lì, quando si esprime sulla morale e sulla fede, dopo un lungo processo di discernimento, che può durare anche dei secoli.
Per esempio il dogma dell'Immacolata Concezione ( 8 Dicembre 1854 ) non è stato proclamato dal Sommo Pontefice Pio IX, ma solo dopo aver esaminato lungamente, ripetutamente, in grado eccelso, tutti gli studi che nel corso dei secoli, sin dal tempo dei Padri della Chiesa, quindi dai due primi secoli in poi, le riflessioni, le intuizioni dei grandi santi, dei grandi mistici, che hanno lasciato nella Chiesa.
Sono passati diciotto secoli prima che un Sommo Pontefice esercitasse il massimo grado dell'autorità su questo aspetto dichiarando: l'Immacolata Concezione della beatissima vergine Maria.
Così pure l'ultimo dogma a essere stato proclamato solennemente è stato, nel 1950, l'assunzione di Maria Vergine.
Non è mica un'idea che è venuta in mente a Pio XII.
Da secoli ci sono cattedrali in Italia e nel mondo che sono dedicate a Maria assunta in cielo.
Sono secoli che la Chiesa sta parlando di questo; ma prima di dare un'affermazione dogmatica, si è fatto un lunghissimo discernimento.
E in questo discernimento, come avete visto, entra in gioco la sapienza della Chiesa, entra in gioco l'esperienza, entra in gioco la comunicazione della Grazia, entra in gioco la meditazione sulla Rivelazione.
In tutto questo lo Spirito Santo agisce; è come dicesse: "Figlioli cari, avete a vostra disposizione l'intelligenza,, la memoria, le riflessioni di questi santi, gli scritti di questi teologi, la riflessione sulla parola di Dio, avete la Parola di Dio.
Bene, mettete tutto questo insieme, esaminate, studiate, approfondite, verificate se il vostro ragionamento è stato onesto, ricordatevi, che prima di dire una cosa, tutta la parola di Dio dev'essere concorde, non ci deve essere niente in contrasto con quello che voi state per affermare.
E se tutti questi elementi sono concordi tra di loro allora voi avrete i 3 elementi principali: semplicità, contemplatività e pace.
Dunque è molto facile concludere che questa è veramente la volontà di Dio.
" Allora ci si può esprimere in maniera infallibile.
Un'espressione infallibile da parte del magistero in grado sommo della Chiesa, non ci è chiesto di comprendere tutto, ci è chiesto di contemplare, poiché i grandi misteri di Dio che interagiscono con l'umanità, sono talmente profondi, talmente grandi e talmente belli che è difficile che noi possiamo presumere di comprendere fino in fondo, però quello che possiamo comprendere che tutto quello che contempliamo: è in accordo con tutta la parola di Dio.
Non c'è niente che sia in disaccordo.
Ora nella Rivelazione ci sono delle cose che noi accettiamo senza capirle? Per esempio la Trinità.
Accettiamo che Dio è uno solo in tre persone uguali e distinte, però non riusciamo a capire questo mistero, lo contempliamo.
C'è un altro mistero che nella liturgia di oggi ci viene incontro in maniera violenta: misterium iniquitatis, il mistero del male.
Lo sperimentiamo tutti i giorni, ma ci è molto difficile, direi impossibile, capire l'origine della cattiveria, l'origine del male, in una parola: perché?
Perché Lucifero si è ribellato? Noi non riusciamo a capirlo.
È un assurdo, è un mistero. Il mistero della cattiveria.
Ci sono delle cose che sono dinnanzi a noi, che non possiamo comprendere, ma che tuttavia accettiamo.
Chi di noi è capace di capire il concetto di eternità?
È molto più grande di quello che siamo in grado di contenere dentro di noi.
Voi sapete i predicatori del passato facevano degli esempi, usando paragoni che rasentano l'assurdo perché ci sono delle realtà talmente grandi che non le possiamo capire, però le accettiamo perché non si oppongono alla ragione ma la superano.
Così il discernimento, non si oppone alla ragione.
Noi non siamo dei nominalisti, il cui capo si chiamava Guglielmo Occam, i quali come motto, siamo nel Rinascimento dopo San Tommaso d'Acquino, dicevano: credo perché è una cosa assurda; quindi portavano alle diatribe nominalisti, fideisti, tomisti, scolastici ecc… tutta una serie di scuole teologiche per affrontare il tema della verità.
Ebbene, noi non siamo di questo gruppo di persone, noi non crediamo le cose perché sono assurde, noi crediamo le cose perché sono razionali, e più che razionali, superano la nostra ragione, ma non sono contrarie ad essa.
Perché crediamo alla Trinità anche se la nostra testa non è in grado di capirla?
Perché la Trinità ci parla, in sommo grado, della comunione.
Il Padre si dona al Figlio. Il Figlio si dona al Padre, in un modo così totale che questo tipo di donazione non è una cosa, ma è la terza persona: lo Spirito Santo.
Ora queste cose le possiamo intuire, ci rendiamo conto che non vanno contro la ragione, ma ci rendiamo conto che vanno molto oltre la nostra capacità di ragionare sopra, ci siamo fino a qui?
Allo stesso modo, sulla stessa linea, si deve poter muovere il nostro discernimento.
Il nostro discernimento che fa tesoro dei grandi principi della Rivelazione, quindi di tutto ciò che Dio ci ha insegnato dall'A.T. fino all'ultima parola del N.T.
Ci sono gli insegnamenti di Dio. Su questo siamo d'accordo anime sante? Sì.
La razionalità usa di questo bagaglio.
Prima vi ho parlato del discernimento carismatico cioè di questo senso immediato, mediante al quale tu senti agio o disagio di fronte alle cose che devi fare.
Il successivo passo: quello del discernimento nel senso pieno del termine, non fa riferimento solo a questa azione dello Spirito Santo, certo questa ci sarà sempre; volete la prova?
Non è sempre stato insegnato, fin dai tempi in cui noi eravamo piccoli: Dio ti parla nella coscienza.
E che cosa facevano per spiegarci questo? Ti fa sentire che è una cosa bella o una cosa brutta quello che tu stai facendo.
Dio ha smesso di farlo nella tua coscienza? Lo senti ancora quando Dio è contento di te e quando non è contento di te, lo senti?
Non stupitevi, ci sono delle persone che non hanno educato la loro coscienza, e non sanno più distinguere, quello che sentono, se è bene o se è male.
Detto tra parentesi, non sarà per questo che sono aumentati in maniera esponenziale le depressioni?
Certo, perché nella depressione uno non ha più coscienza di sé, sa solo che è fuori fase, non si riconosce più, e poiché la coscienza non è educata a riconoscere una cosa nei confronti dell'altra entra nella confusione; crisi di panico, isolamento totale, ce ne rendiamo conto?
È come una persona che, dopo un trauma, non sa più riconoscere i profumi e scambia l'odore del gas come il profumo della violetta, e muore perché il gas intossica.
Allora il discernimento, in noi, continua ad agire l'azione dello Spirito Santo?
Sì, continua ad agire però, attenzione: lo Spirito Santo che cosa può usare per aiutarci nel discernimento?
Tutto quello che noi gli diamo a disposizione.
Allora se una persona ha molto bagaglio da dare a disposizione dello Spirito Santo, il discernimento diventa più facile.
Ma se una persona è completamente digiuna di tutti gli insegnamenti di Dio, ma lo Spirito Santo riuscirà a fare ben poco, perché non ha degli appigli razionali su cui dire: ragionaci, non vedi che Dio insegna una cosa, e quello che tu stai vivendo è proprio lontana dalla legge di Dio.
Allora il passo che abbiamo visto in questo incontro ci spinge a capire che per fare un vero discernimento, non possiamo tentare Dio dicendo: tanto il Signore mi fa capire tutto Lui, è un problema Suo; invece dobbiamo essere onesti e umili, sapendo bene che il discernimento in noi si può realizzare, se diamo allo Spirito Santo del materiale a disposizione per poter costruire questo discernimento.
Questo materiale a disposizione si chiama, attraverso la nostra intelligenza, le cose che stiamo imparando.
Dico meglio: le cose che Dio ci insegna e che noi vogliamo imparare.
Se una persona non legge mai il Vangelo, non legge mai la Bibbia, non legge mai il catechismo, non ascolta mai i suggerimenti, le omelie ….
Che cosa ha a sua disposizione per formarsi una coscienza che è capace di essere usata dallo Spirito Santo? Tuttosport?
Novella 2000? Eppure voi, giratevi ovunque, vedrete una moltitudine, anche di cristiani, anche di gente che si vanta di andare in chiesa la Domenica, che legge di tutto meno che la Bibbia; che sa di tutti i tipi di motore, delle squadre di calcio, tutti i pettegolezzi su quell'attore, quell'attrice, sanno di tutto, ma di quello che pensa il Signore no.
Non sanno minimamente niente, magari non sanno niente del nome del santo di cui essi portano il nome.
Quindi povero Spirito Santo, è onnipotente ma quando ha da fare con noi si trova limitato.
Ricordiamoci di non adagiarsi sugli allori perché diciamo: ma tanto lo Spirito Santo mi dà il discernimento.
No, no, calma, lo Spirito Santo collabora con te.
Poi se tu, poveretto, non puoi fare diversamente, è evidente che Dio viene in tuo aiuto, perché Lui è Provvidenza.
Però tu non puoi dire: tanto fa tutto Lui; perché questo si chiama tentare Dio.
Va bene, adesso vedo un po' di fumo, vuole dire che i cervelli sono stanchi.