L'arte del celebrare

9-11-2008

Don Mauro Agreste

Indice

1) Dovendo scrivere uno impegna più facoltà della propria mente
2) Sulla stessa cosa hai più impulsi che si riferiscono alla stessa parola
3) Continuiamo col nostro affrontare l'ambito della Liturgia
4) L'arte del celebrare non riguarda solo il celebrante, riguarda anche l'atteggiamento che i fedeli hanno durante la celebrazione
5) L'ambito della preghiera è molto vasto
6) Uno deve entrare nella disposizione d'animo di capire che tutte le dimensioni della persona umana devono entrare in dialogo con Dio
7) L'educazione esige che ci sia la spiegazione del perché si dice una cosa
8) L'educatore è quello ex-ducere che tira fuori
9) Ogni volta che noi diciamo "Signore" noi stiamo dicendo …"dominatore!"
10) "Tu sei il Signore " vuol dire che si dice "Tu sei il dominatore" di quella situazione che io pongo ai tuoi piedi, della mia vita
11) Nel discorso liturgico entra tutta la dimensione umana che è spirito, mente, corpo nella pienezza
12) Nell'arte del celebrare c'è un modo di stare in quell'ambiente
13) Se noi sappiamo adattarci alla situazione in cui stiamo vivendo la stessa cosa deve confluire nella celebrazione liturgica
14) Si impara ad entrare in un ambiente perché si decide di che cosa si vuol far parte
15) L'ambito della liturgia è anche questo, imparare a diventare cittadini del cielo
16) Specie nella Messa domenicale siamo chiamati a entrare alla presenza di Dio
17) Sono tre le dimensioni della persona, il livello spirituale è quello che da il là
18) Spiritualmente, la partecipazione alla liturgia, significa prima di tutto incontrarsi con Dio, simboleggiato dal Salmo
19) Dio desidera prendere spazio nel tuo spirito, però a livello psicologico ci sono altre facoltà ed è in questo cerchio che arrivano le tentazioni
20) Possono anche esserci cose che non sono tentazioni: hai un dispiacere, una preoccupazione
21) C'è ancora il terzo ambito, il fatto che tu ci sei come corpo
22) Spiritualmente questo incontro con Dio si manifesta in questo modo: sto attento alle letture, rispondo le parole, senza correre
23) Quelle persone continuano a fare i pappagalli? Siamo misericordiosi ed esercitiamo tanta pazienza
24) Il Signore l'ha aiutata a non accorgersi più che questa faceva tatac tatac
25) Quando una cosa viene fatta con la giusta motivazione non è più pesante
26) Il modo di partecipare alla liturgia non è un formalismo
27) Ecco, mi rendo per te una compagnia simpatica, una compagnia piacevole, ti faccio vedere che ci tengo a te
28) È proprio bene che nel giorno del Signore noi andiamo per esempio in chiesa vestiti come tutti gli altri giorni?
29) Nello stesso tempo educhiamo noi stessi a capire che ci stiamo accostando al trono della gloria
30) L'abbiamo cosciente che noi siamo figli di re?
31) Avete capito come la liturgia diventa vita? Ma deve essere coinvolta tutta la persona

1) Dovendo scrivere uno impegna più facoltà della propria mente

Sì, è vero per molti motivi, una cosa è ascoltare un discorso, voi sapete i latini dicevano "verba volant, scripta ….manent!" e poi dovendo scrivere uno impegna più facoltà della propria mente: una è quella dell'ascolto, l'altra è quella della memoria e l'altra è quella della scrittura, quindi memoria visiva, memoria meccanica e sono tutti degli impulsi in più che si vanno a stratificare nella zona della memoria del cervello.

Ora voi sapete che la memoria del cervello funziona in base a delle formule chimiche, ogni molecola chimica che si viene a formare nell'ambito della memoria costituisce un ricordo, un qualche cosa, ora se uno per qualche ragione ha una memoria un po' più debole vuol dire che ha una sola molecola, diciamo così.

2) Sulla stessa cosa hai più impulsi che si riferiscono alla stessa parola

Però se tu sulla stessa cosa hai più impulsi che si riferiscono alla stessa parola hai un impulso mentale, hai un impulso visivo hai un impulso uditivo hai un impulso meccanico sulla stessa parola, vedi che ci sono almeno quattro impulsi diversi sulla stessa cosa, è molto più difficile dimenticare, è vero?

Come fanno un po' con i controlli incrociati, da punti diversi controllano la medesima cosa e scoprono la verità e così la memoria funziona allo stesso modo.

Molto bene, ci sono altre cose?

3) Continuiamo col nostro affrontare l'ambito della Liturgia

Bene allora continuiamo col nostro affrontare l'ambito della Liturgia.

Nell'ambito dell'arte del celebrare noi abbiamo accostato la necessità che il celebrante sappia celebrare ma dobbiamo affrontare la necessità che il fedele sappia celebrare perché bisogna superare l'antica visione secondo la quale il celebrante, il Sacerdote, celebra i riti e i Sacramenti,i fedeli assistono, una volta era un po' così … non che sia cambiata la teologia, è cambiata la sensibilità, si è approfondito il modo di accostarci al mistero, la Liturgia è un mistero perché si tratta di celebrare nella limitatezza quella che è la maestà di Dio, voi vi rendete conto che è faticoso, no?

È impegnativo però è anche affascinante.

4) L'arte del celebrare non riguarda solo il celebrante, riguarda anche l'atteggiamento che i fedeli hanno durante la celebrazione

Allora l'arte del celebrare non riguarda solo il celebrante o il gruppo dei ministranti, riguarda anche l'atteggiamento che i fedeli hanno durante la celebrazione.

Dicevamo la volta scorsa che, per il fatto che noi come esseri umani creati da Dio siamo spirito, mente e corpo vuol dire che tutte le nostre espressioni, quelle comuni ma anche quelle più elevate, che possono essere il culto, l'adorazione, per essere autentici cioè per essere umani devono coinvolgere tutte le dimensioni della persona umana non solo una dimensione, cioè a dire non possiamo pensare che la preghiera sia la preghiera mentale, la preghiera mentale è una parte della preghiera, non è tutta la preghiera.

5) L'ambito della preghiera è molto vasto

L'ambito della preghiera è molto vasto però noi non possiamo come dire relegarlo in una piccola sua espressione perché noi abbiamo la mente?

Siamo mente? Siamo anche? … siamo spirito e anche corpo allora bisognerebbe domandarsi come mai tante persone hanno pensato che la preghiera fosse solo da relegarsi nell'ambito della mente, preghiera mentale in varie forme, e la preghiera corporea non esiste?

In che modo esiste? La preghiera spirituale esiste? chi la conosce?

6) Uno deve entrare nella disposizione d'animo di capire che tutte le dimensioni della persona umana devono entrare in dialogo con Dio

Non sono mica poi molti … quindi nell'arte del celebrare quindi anche nella Liturgia uno deve entrare nella disposizione d'animo di capire che tutte le dimensioni della persona umana non possono ma devono entrare in dialogo con Dio: se la preghiera è il dialogo con Dio la Liturgia è il dialogo principe con Dio è come possiamo dire … l'udienza solenne poi tutti gli altri momenti della giornata e della tua vita possono essere i momenti particolari e personali ma quando c'è una celebrazione liturgica vuol dire che c'è un incontro ufficiale! Mi sono spiegato?

Allora tutto questo esige che ci sia un tipo di partecipazione che non è imposta dall'esterno, perché se è imposta dall'esterno è solamente formale cioè uno può dire ai bambini del catechismo "Mi raccomando fate bene la genuflessione … qui e là su e giù mi spiego? e loro la fanno, però per quale motivo la fanno?

Perché stanno adorando il Signore o perché tu glielo hai detto? perché gliel' hai detto; allora non dovrebbero farlo … o sì?

Si ,no … è un atto formale È un atto formale davvero? Dipende … Brava! dipende da cosa?

Dall'educazione ricevuta e anche data, questo vuol dire mettiamo caso tu sei una mamma o sei una catechista o sei un papà e dici "Mi raccomando fai bene il segno della Croce" quello è il modo di educare? No

7) L'educazione esige che ci sia la spiegazione del perché si dice una cosa

Com'è che si educa? Coll'esempio e …? La spiegazione.

Perché devi fare bene il segno della Croce? E devi dare una motivazione!

Guardate che un'educazione senza motivazioni è monca!

È come una facciata, sapete al teatro, no? fanno quei palazzi … sono solo delle facciate senza il supporto dietro, sta in bilico!

Cade giù subito! Allora l'educazione esige per il fatto di essere educazione che ci sia la spiegazione del perché si dice una cosa, del perché si dice di sì e del perché si dice di no.

È faticoso? Sì, ma è l'unico modo per non sprecare tempo ed energie lo sapevate?

Certo che esige più tempo ed esige più pazienza però non lo sprechi quel tempo!

8) L'educatore è quello ex-ducere che tira fuori

Educare viene dal latino ex-ducere

Cioè "portare fuori dall'ignoranza" lo sapevate? No.

Prima di questa parola si parla degli antichi filosofi, mi pare che Platone parlasse del metodo maieutico, dite:"Maieutico" bello!

Vi piace maieutico? chi era la maieutica?

Era la levatrice, l'ostetrica di quei tempi, allora lui aveva usato questa similitudine: come la levatrice fa uscire alla luce, fa venire fuori alla luce,alla pienezza di vita il nuovo bimbo così l'arte di insegnare fa venire alla luce dal chiuso, dal ristretto, all'ampio orizzonte.

Mi sono spiegato? Allora l'educatore è quello ex-ducere che tira fuori, conduce fuori; ducere vuol dire condurre, cosa vuol dire condurre? Brava!

Dì forte Carmela! prendere per mano e accompagnare, con-durre, allora è quello che cammina con te, non quello che ti dice "Vai a Messa!" …

"Come! Io ho educato! Ho insegnato ai miei figli!!" …Davvero? Tu hai imposto, non hai educato!

Tu hai comandato, non hai educato, non sei stato un conduttore ma solo un adduttore .

Vai!" … e quello non è educare, quello è diseducare sapete perché?

Ne facciamo tutti l'esperienza, siamo tutti insofferenti alle imposizioni, è vero?

Per questo motivo non è molto fruttuoso specie nelle omelie usare il verbo dovere "dobbiamo" "bisogna" "dovremmo" perché è un'imposizione, non è importante dare le regole ma spiegare perché è bene comportarsi in un certo modo, perché se è una conseguenza di un insegnamento allora non c'è bisogno che qualcuno ti dica "devi fare così" perché lo capisci da solo no?

Poi certamente l'assemblea che avete dinnanzi anche i bambini che avete davanti quando fate catechismo a volte esigono che ci sia una chiarezza più forte, però siate sempre prudenti perché tutti siamo insofferenti agli obblighi, alle imposizioni, questo credo che lo possiate confermare.

9) Ogni volta che noi diciamo "Signore" noi stiamo dicendo …"dominatore!"

Chi desidera essere comandato e dominato?

Eppure dovrebbe essere la nostra situazione normale!

Perché ogni volta che noi diciamo "Signore" noi stiamo dicendo …"dominatore!" vi ricordate la formula latina del saluto "Dominus vobiscum" ve la ricordate vero?

Tanto quando guardate la Messa del Papa in televisione lo sentite dire mille volte no? cosa vuol dire?

Il Signore è con voi; ma "Dominus" non è forse la radice di "dominatore"?

"Signore" non è forse la parola che indica "colui che ha in sé tutta l'autorità"?

Quando noi diciamo la parola "Signore" lo sappiamo che stiamo dicendo "Tu sei il mio capo"?

"Tu sei il mio dominatore"?

10) "Tu sei il Signore " vuol dire che si dice "Tu sei il dominatore" di quella situazione che io pongo ai tuoi piedi, della mia vita

Se tu dici questo vuol dire che dentro di te dovresti almeno avere chiara l'idea che dire a Gesù "Signore" significa dire "Tu sei il mio capo e io mi sottometto a te"; infatti Gesù dice "Non chi mi dice "Signore, Signore" ma chi fa la volontà del Padre mio …" allora noi, ve ne rendete conto, usiamo delle parole a cui non pensiamo, le usiamo per abitudine e quindi facciamo delle cose che non coinvolgono tutta la nostra persona, perché emotivamente una persona dice "Signore" ma razionalmente non sta dicendo "Signore": sta dicendo "Ho paura!".

Avrete notato certe volte, in certe preghiere spontanee che alcune persone non fanno altro che ripetere la parola"Signore", Signore Signore, Signore di qua, Signore di là eccetera, ma o è un riempitivo del discorso oppure non si sa bene che cosa vuol dire Signore, se si dice "Tu sei il Signore " vuol dire che si dice "Tu sei il dominatore" di che cosa?

Di quella situazione che io pongo ai tuoi piedi, della mia vita, delle mie decisioni , della mia anima, del mio passato, del mio presente, del mio futuro, della mia famiglia, del mio lavoro eccetera eccetera.

Punto di domanda: è vero che Lui è il "Dominus"? il capo? il dominatore?

È vero che lui ha lo scettro del comando in tutte queste cose, oppure io glielo dico solamente ma lo scettro continuo a tenermelo io?

Chi è che ha la corona sulla testa?

Guardate, fra poche settimane voi sapete finirà l'anno liturgico e avremo la solennità di "Cristo Re dell'universo": ho sentito delle omelie ridicole su questo fatto, omelie addirittura che parlavano che è una visione superata di pensare a Cristo Re, una visione legata al tempo in cui c'erano le monarchie; non c'entra niente questo discorso, perché se Gesù Cristo è il Pantocrator, se è l'Unico, se è l'Altissimo o è il Re, o è l' Alfa e l'Omega, o è il principio e la fine, o è il primo e l'ultimo o ditemi che cos'è; se nel libro di Isaia c'è detto l'Emmanuele, il Dio con noi, il Principe della pace, il Re dei Re, il Signore dei Signori tutti descrivono il Messia, Gesù Cristo.

Allora non si tratta di una visione legata ad un passato monarchico, non monarchico perché le visioni politiche a noi interessano ben poco; ci interessano nel senso che siamo chiamati con la nostra fede a trasfigurare tutta la società secondo il pensiero di Gesù Cristo, siamo chiamati nella fede a portare la Verità di Gesù Cristo; il discorso politico non può mai essere un discorso partitico nelle assemblee liturgiche, è un discorso di verità, di giustizia, di onestà la "Polis" greca è la città, il luogo dove gli uomini vivono, la politica è il bene comune, non è la partitica che è tutta un'altra cosa!

11) Nel discorso liturgico entra tutta la dimensione umana che è spirito, mente, corpo nella pienezza

Quindi voi capite molto bene: nel discorso liturgico entra tutta la dimensione umana che è spirito, che è mente e che è corpo; nella partecipazione alla Liturgia tutte queste dimensioni umane sono chiamate a esprimere se stesse nella pienezza, è un itinerario di crescita, l'arte del celebrare coinvolge non solo il celebrante che deve svolgere determinati riti, diciamo così in maniera molto semplice, e deve svolgerli in modo il più possibile comprensibile a tutti, persino i gesti che si compiono hanno un significato che deve esprimere una realtà divina che ha voluto fare l'esperienza, per la salvezza nostra, della nostra realtà umana e quindi tutto: dai gesti, agli indumenti, agli abiti, alle suppellettili, all'aula liturgica ai canti che si scelgono, ai canti che si fanno, al commento musicale, al tipo di servizio liturgico, al modo in cui le persone stanno nella chiesa tutto fa parte dell'arte del celebrare; anche il singolo fedele che partecipa a qualunque liturgia non è il momento in cui va a comperare il pesce al mercato!

12) Nell'arte del celebrare c'è un modo di stare in quell'ambiente

E quindi nell'arte del celebrare c'è un modo di stare in quell'ambiente.

Non sto dicendo delle cose stravaganti o strane per il semplice fatto che io non credo che quando andiamo al mare noi indossiamo la pelliccia, quando andiamo a fare una gita non mettiamo l'abito da cerimonia dico bene?

Nessuno va in montagna con i tacchi a spillo!

Perché se lo fa vuol dire che è una persona fuori di testa, mi sono spiegato?

Nessuno cammina nel marciapiede con le scarpette da calciatore, la prima cosa che fa è che vola per terra!

13) Se noi sappiamo adattarci alla situazione in cui stiamo vivendo la stessa cosa deve confluire nella celebrazione liturgica

Allora, se - ma vi sto dicendo delle cose ovvie - se noi sappiamo adattarci alla situazione e al luogo e al momento in cui stiamo vivendo la stessa cosa deve confluire nella celebrazione liturgica, dove sappiamo che è un incontro con Dio che si offre per noi nella Parola, quindi che vuol dire ascolto, e nel pane, quindi vuol dire cibo, è un incontro solenne, un incontro con tutto il resto dei redenti, è un momento ufficiale, questo vorrà dire qualche cosa?

Se ti invitano a un grande ricevimento pieno di personalità e tu accetti l'invito, come ci vai?

Con trepidazione, con ansietà, con desiderio, con interesse, tutte queste cose ci sono?

Ti vuoi ricordare bene quell'incontro perché è importante per te? Sì o no? Certo!

Allora tutte queste realtà le capiamo molto bene quando si tratta di realtà mondane.

Ti regalano un biglietto per l'opera al Regio, ti può piacere o non ti può piacere però dici: "Però voglio farla questa esperienza, non sono mai stato all'opera, voglio andare a vedere l'opera", naturalmente ci vai con la vestaglia del mattino, no? quando ti alzi vai con la vestaglia, e quando entri "Ehi, tu come va?"

Oppure ti comporti in un determinato modo? Perché? Perché? Risposte: …perchè …l'ambiente richiede… questo.

L'ambiente richiede questo, quindi tu subisci, eh cosa volete, l'ambiente richiede questo … in quell'ambiente bisogna comportarsi in quel modo Sì e perché? per entrare in sintonia, per rispetto, per non renderti ridicolo … ma è molto più semplice!

Perché io voglio far parte di quel mondo, di quella situazione: mi sembra evidente, togliamoci dal labirinto dell'ipocrisia.

Ma tanto siamo tutti uguali su questo siamo d'accordo però non facciamo tutti le stesse cose nello stesso modo, allo stesso momento, sennò saremmo dei robot, giusto?

Allora se io voglio entrare in un certo ambiente, devo imparare a vivere come si vive in quell'ambiente.

L'avete visto, un film musicale degli anni sessanta, si chiamava "My fair lady"?

Se lo fanno sotto Natale guardatelo perché narra la storia di una persona, di una ragazza venditrice di fiori nel mercato di Londra che desidera innalzare la propria condizione, quindi impara a comportarsi in società.

Prima fa una gaffe dopo l'altra, quindi è anche ridicolo sotto certi aspetti poi piano piano entra nel mondo in un modo tale che la scambiano per una principessa, eppure è semplicemente una venditrice di fiori.

Allora attenzione: si impara ad entrare in un ambiente, non perché si recita, ma perché si decide di che cosa si vuol far parte.

14) Si impara ad entrare in un ambiente perché si decide di che cosa si vuol far parte

Voglio far parte dei buzzurri? E allora mi comporterò da buzzurro!

Voglio invece far parte di una cerchia di amicizie più elevata?

Bene: il mio stesso modo di essere farà si che io attiri delle persone che la pensano come me o sono attratto da persone che la pensano come me: "similes cum similes facillime congregatur" i simili si alleano tra di loro.

Allora, non sto parlando della condizione economica, sto parlando di quello che uno è dentro, perché, voi lo sapete sicuramente per esperienza, non è quanto uno ha nel portafoglio che lo rende più o meno signore giusto?

Avrete conosciuto diverse persone che non hanno delle grandi possibilità economiche ma sono dei signori, hanno una nobiltà interiore per cui queste persone pur non essendo particolarmente abbienti si troverebbero benissimo in un ambiente di persone con una certa levatura, una certa educazione, è la nobiltà interiore, non il censo, è quello che c'è dentro.

Naturalmente avrete anche conosciuto persone abbienti che sono maleducate, sono approfittatrici e cose di questo genere perché, ribadisco, non è il censo ma è la nobiltà interiore, potete confermare questo?

15) L'ambito della liturgia è anche questo, imparare a diventare cittadini del cielo

Uno impara ad entrare nell'ambiente cui ambisce, l'ambito della liturgia è anche questo, carissimi: imparare a diventare cittadini del cielo.

Se tu ci tieni a diventare cittadino del cielo, se tu ci tieni, diciamo in parole ancora più semplici, ad andare in Paradiso, allora ci tieni talmente tanto che aspiri, desideri, immagini far parte di quell'assemblea, e quando tu vivi una liturgia tu non stai seguendo una funzione, tu stai entrando nel mistero di Dio che si apre all'umanità e permette all'umanità di entrare alla Sua presenza.

Tutto questo si manifesta con gesti concreti che potrebbero sembrare delle banalità ma non sono nient'altro che la manifestazione esteriore di quello che c'è dentro di te.

Lo so anch'io che il Signore si accontenta di tutto, ci vuole bene tutti quanti, basta che veda la buona volontà eccetera e qui e là e su e giù, ma non è il problema da parte di Dio accettarci così come siamo, il problema è nostro di sapere quello che vogliamo.

Ieri sera nella riflessione stavo introducendo questo di questo argomento, se avete fatto caso.

Sapere quello che si vuole, se io voglio andare in cielo devo imparare a comportarmi, creare dentro di me costruire dentro di me la mentalità di cielo.

E lo stile liturgico è quello che educa tutta la persona a entrare di fronte allo splendore, alla maestà, alla felicità, alla potenza, alla gloria, alla verità di Dio.

16) Specie nella Messa domenicale siamo chiamati a entrare alla presenza di Dio

Ecco perché specie nella Messa domenicale siamo chiamati a entrare alla presenza di Dio, non solo a far comunità perché possiamo far comunità anche al circolo delle bocce eh?

Una squadra di calcio è chiamata ad essere molto unita perché se ci sono rivalità uno non passa mai la palla e l'altro non può mai tirare in rete, sì o no?

Allora non si tratta di fare semplicemente la compagnia delle persone che stanno insieme, "Volemose bbene", facciamo un grande girotondo, non è questo la Chiesa, non è questo: la Chiesa è il corpo di Cristo.

17) Sono tre le dimensioni della persona, il livello spirituale è quello che da il là

Se vai a incontrare Cristo come ci vuoi andare?

Allora: a livello spirituale, perché sono tre le dimensioni della persona allora no?

A livello spirituale, a livello psicologico, mentale come vi piace di più e livello corporeo.

Allora a livello spirituale ovviamente è quello che "dà il la".

Sapete cosa vuol dire "dare il la"? Avete sentito dire questa espressione no?

Perché si dice "dare il la", e non "dare il sol"? "Diamo il la!"

La ragione è molto semplice, poi ne parleremo anche quando vi farò la lezione di ascolto della musica sacra.

Il primo violino dava il la, tutti gli altri si sintonizzavano sul violino e l'orchestra suonava sulla stessa tonalità, non la stessa cosa!

Immaginatevi se tutti suonassero le stesse cose, non sarebbe monotono?

Così la Chiesa: non devono tutti suonare la stessa cosa ma devono essere tutti della stessa … tonalità, noi dobbiamo essere come dire tutti insieme non per fare la medesima cosa, ma ognuno nella stessa armonia, nello stesso clima deve fare risuonare al meglio tutto quello che Dio gli ha dato di essere.

18) Spiritualmente, la partecipazione alla liturgia, significa prima di tutto incontrarsi con Dio, simboleggiato dal Salmo

Allora spiritualmente, la partecipazione alla liturgia, significa prima di tutto incontrarsi con Dio, simboleggiato dal Salmo che dice "L'anima mia ha sete del Dio vivente" oppure "come la cerva anela ai corsi delle acque" vi ricordate?

Quindi spiritualmente l'anima, lo spirito della persona desidera stare con Dio, e rispettate voi stessi anime di Dio!

Il vostro spirito desidera riposarsi sul cuore di Dio, lasciateglielo fare!

Siete catechiste, siete educatori eccetera, non dimenticate di dire alle persone.

"Ma vogliati un po' di bene! Il tuo spirito non vedi che desidera stare un po' con Dio? Ma fagli questo contentino!

Fallo stare con Dio.

19) Dio desidera prendere spazio nel tuo spirito, però a livello psicologico ci sono altre facoltà ed è in questo cerchio che arrivano le tentazioni

Allora, lo spirito desidera stare con Dio, Dio desidera prendere spazio nel tuo spirito, però a livello psicologico ci sono altre facoltà, la razionalità, l'intelligenza, la memoria, la volontà , ed è in questo cerchio della mente che arrivano le tentazioni, la tentazione della stanchezza, la tentazione della noia, le distrazioni, la voglia di fare altre cose, il ricordo che devi fare tante altre cose…, la partecipazione alla liturgia significa che sei tu che devi decidere chi vuoi che comandi dentro di te, nel tuo spirito non entra nessun altro se non Dio e tu solo, ma nella tua mente … è come una casa con le finestre aperte, se qualcuno fuori suona il clacson tu lo senti anche da dentro è vero o no?

Allora la psiche è come questo: se il nemico di Dio da fuori urla e dice "Ricordati che devi ancora fare quella telefonata, e poi bisogna fare in fretta, insomma questo prete non la finisce mai! e tu ricordati che devi cuocere le melanzane alla parmigiana e cosa aspetti" eccetera, tutte queste sono le distrazioni allora sono o non sono tentazioni?

20) Possono anche esserci cose che non sono tentazioni: hai un dispiacere, una preoccupazione

Però possono anche esserci cose che non sono tentazioni: hai un dispiacere, un pensiero, una preoccupazione che in quel momento ti trascina: cosa devi fare, devi darti una botta sulla testa?

No, semplicemente appena ti accorgi che c'è un pensiero che ti opprime non devi sentirti in colpa perché c'è un pensiero che ti opprime, perché hai un dispiacere o una preoccupazione, devi semplicemente consegnare a Dio quel pensiero, quindi da una cosa psicologica la fai diventare una cosa … spirituale, devi tu portarla nell'ambito dello spirito la fai diventare preghiera, la metti nel cuore di Dio e quindi da una tua preoccupazione diventa un atto di … fede diventa un atto di fede.

21) C'è ancora il terzo ambito, il fatto che tu ci sei come corpo

C'è ancora il terzo ambito, la terza dimensione della persona umana: il fatto che tu ci sei come corpo.

Allora con quale disposizione tu partecipi a una celebrazione liturgica?

Con noia, con fatica, con interesse, con gioia, tutto si vede all'esterno, anche da come tu ti prepari e anche dagli atteggiamenti che tu tieni durante la celebrazione.

Certo nella liturgia sono indicati gli atteggiamenti da avere, ma se io fossi partito, nell'analisi della liturgia, da quello che bisogna fare esteriormente, noi avremmo scambiato i gesti della liturgia come dei riti, un ritualismo: bisogna fare così, bisogna fare quest'altro, no, non si parte da quello che si deve fare, si parte dal "perché", perché tu sei incontro con Dio

22) Spiritualmente questo incontro con Dio si manifesta in questo modo: sto attento alle letture, rispondo le parole, senza correre

Spiritualmente questo incontro con Dio si manifesta in questo modo: "Sto con Lui, mi riposo su di Lui"; spiritualmente si manifesta in un altro modo : "Sto attento alle letture, rispondo le parole, senza correre perché tanto non è che se io dico il Credo più veloce degli altri mi danno un premio alla fine no?

È vero o no? Non è che se io dico il Padre Nostro più veloce allora vale di più perché io sono arrivato prima, no, è tutto il contrario!

Perché quando tu dici il Padre Nostro senza pensare a quello che dici che cosa viene fuori?

Una filastrocca : Paadre Nostro, che sei nei cieli, sià santificato il tuo n … esiste in italiano la parola sià? ( no, sia ) sia, non è un verbo?

E in italiano quel verbo si dice sià o si dice sia? (sia)

Ci sono gli accenti, hanno un significato?

Esprimono una cosa, se tu togli l'accento e lo metti dove vuoi tu, quello che tu stai dicendo è ZERO!

Perché sià non esiste.

23) Quelle persone continuano a fare i pappagalli? Siamo misericordiosi ed esercitiamo tanta pazienza

Domanda:" E quelle persone che ripetono quello che dice il Sacerdote e continuano a fare i pappagalli?"

Mah, noi siamo misericordiosi ed esercitiamo tanta pazienza, forse sono persone un po' sorde e allora vogliono dire le cose, non si accorgono che gli altri sentono tutto!

È triste, forse il Signore in quel momento ti permette di esercitare la pazienza: come Santa Teresina di Lisieux che essendo la più piccola era anche la più coccolata, quando è entrata in convento lei si sera abituata ad essere trattata bene, e c'erano tante cose che le davano fastidio, tra l'altro quella suora anziana, biascicante che quando diceva la corona faceva battere la corona contro il banco tatac,tatac,tatac: quella era sorda, non lo sentiva!

E poi, scccpsc sccpsc scccpcs, psscccs, e questa, sotto il velo, le venivano i capelli dritti!

Poi ha capito: "No, voglio combattere questa mia distrazione! E c'è riuscita!

24) Il Signore l'ha aiutata a non accorgersi più che questa faceva tatac tatac

Perché non solo il Signore l'ha aiutata a non accorgersi più che questa faceva tatac tatac, a non sentire più il biascichio, ma addirittura lei si è imposta di andare ad aiutare quella suora lì, che era brontolona, che non le andava mai niente, la spingevano sulla carrozzella: "Eh, ma vai piano, vai troppo forte, vai contro il muro, eccetera, l'hai fatto apposta, c'è quella pietra!", non solo lei pazientemente l'ha seguita, ma lo ha fatto con così tanta carità che quella suora si è addolcita, ahimè, povera Teresina, non voleva che nessun altro andasse vicino a lei, solo Teresina!

25) Quando una cosa viene fatta con la giusta motivazione non è più pesante

Ma, quando una cosa viene fatta con la giusta motivazione non è più pesante, tanto è vero che lei, mica subito, non è mica una magia eh, è un plasmare te stesso sotto la luce dello Spirito, sotto la guida dello Spirito, lei stessa ha vissuto questa situazione un po' noiosa, diciamo così, non è niente di pazzesco, però noioso può essere no?

L'ha vissuta in un modo tale che il Signore le ha dato la grazia di non sentire più il disagio.

La stessa cosa capiterà per gli altri.

Questo non vuol dire che però nella carità e nella dolcezza non si debba anche essere in grado di dire alla persona: "Scusi, forse non se ne accorge, però… si sente!" No?

Capita certe volte che le persone un po' sorde vadano a confessarsi: "…E allora, e qui e là'"

"Signora, mi raccomando, guardi che gli altri non devono mica sapere tutte le sue cose!" Dico bene?

26) Il modo di partecipare alla liturgia non è un formalismo

Quindi, il modo di partecipare alla liturgia non è un formalismo: oh certa gente pensa che sia un formalismo perché dice "Ah ma tanto siamo tutti uguali, il Signore ci vuole bene, si accontenta di tutto", già una cosa è accontentarsi, una cosa è gradire!

Eh, anche tu sei capace di accontentarti di qualunque cosa, però sei più contento se chi ti accoglie in casa sua lo fa, come dire, con un cuore aperto, libero.

Una cosa improvvisata è un'altra cosa, allora tu puoi anche trovare, che ne so il divano con i cuscini ancora tutti schiacciati, un'altra cosa è quando sai che c'è questo incontro e tu sei invitato e trovi tutta la casa in ordine, profumata, pulita, la tavola pronta eccetera, eccetera, perché capisci che c'è qualcuno che ti vuole bene e tu non vai con le borse della spesa eh?

O col foulard sulla testa perché hai appena tolto le ragnatele, mi sono spiegato?

27) Ecco, mi rendo per te una compagnia simpatica, una compagnia piacevole, ti faccio vedere che ci tengo a te

Tu per rispetto a quella persona ti presenti in modo tale da dire: "Ecco, mi rendo per te una compagnia simpatica, una compagnia piacevole, ti faccio vedere che ci tengo a te perché mi presento pulito, profumato, ordinato ecc. ecc, mi metto i vestiti più eleganti che ho per farti vedere che ti voglio bene" non per fare ostentazione, come le lingue maligne dicono bugiardamente .

"Ah, io non vado in chiesa per farmi vedere come fanno tutte le altre persone che si mettono i vestiti per farsi vedere!"

Ma allora vai in costume adamitico se non vuoi farti vedere scusami eh?

Non si tratta di farsi vedere dagli altri, si tratta di vedere come tu desideri dimostrare a Dio che ci tieni, sei felice di andare da Lui e quindi ti presenti da Lui come in una grande occasione, un momento solenne e importante.

Qualcuno dirà "Banalità" Sì, forse, però la psicologia umana è anche fatta così, che manifesta all'esterno quello che ha dentro, e se quello è un momento importante, allora non ti dico di fare lusso, ma di fare, come possiamo dire, dignità sì!

Vi ricordo che quando tutti i nostri antenati e anche i vostri mangiavano pane e cipolla perché non c'era altro da mangiare, però avevano il vestito della … domenica che non lo mettevano al lunedì, a meno che il lunedì fosse festa, era il vestito della festa!

28) È proprio bene che nel giorno del Signore noi andiamo per esempio in chiesa vestiti come tutti gli altri giorni?

È proprio bene che nel giorno del Signore noi andiamo per esempio in chiesa vestiti come tutti gli altri giorni?

Certo che il Signore guarda l'anima, però ti sei dimenticato che la tua testimonianza aiuta gli altri a capire determinate cose?

Certo che il Signore vuole bene a tutti!

Però tu come educatore puoi anche dire ai tuoi bambini: "Oggi è il giorno di Gesù, quindi oggi ci si veste in un modo diverso per fare festa a Gesù"

Che cosa succede nella mente del bambino che si sente dire dall'adulto quello, e che vede che l'adulto quel giorno, non per andare in ufficio ma per andare a incontrare il Signore si cura particolarmente, la mamma si mette la spilla col brillantino, il papà si mette la cravatta bella, perché!

Per fare ostentazione? No, perché quello è un giorno particolare, educativamente si educa la psicologia di chi è intorno a noi.

29) Nello stesso tempo educhiamo noi stessi a capire che ci stiamo accostando al trono della gloria

Nello stesso tempo educhiamo noi stessi a capire che non stiamo facendo ostentazione ma che ci stiamo accostando al trono della gloria, i nostri occhi di carne non lo vedono, ma i nostri occhi spirituali sanno che lì c'è Gesù Cristo, il Padre, lo Spirito Santo, c'è la Madonna, c'è la corte celeste, ci sono tutti i santi e ci sono persino i nostri antenati che sono già in Paradiso e che dunque sono santi!

Tu entri nella chiesa, dalla cattedrale più sontuosa alla cappellina più povera e tu sai che lì c'è la corte celeste che ti aspetta.

Ti aspetta come lo straccione o ti aspetta come quello che dice "Ooh! Vado a casa mia!"

Oh, ma l'abbiamo cosciente che noi siamo figli di re oppure continuiamo a pensare che siamo figli del mondo?

30) L'abbiamo cosciente che noi siamo figli di re?

Se siamo figli di re, allora, anima mia prenditi la tua dignità, comincia a vivere la tua dignità, certo che comporta degli impegni perché come figlio di re tu non sei solo quello che ha, come dire, la dignità regale, eh?

Siamo un popolo di re, sacerdoti e profeti: siamo re? bene siamo anche sacerdoti, vuol dire, celebriamo il Dio altissimo!

Siamo anche profeti, in quello che diciamo, in quello che facciamo, facciamo vedere che stiamo celebrando Dio e lo facciamo in una maniera maestosa perché siamo figli di re; essere figlio di re però ti impegna a portare avanti la dinastia, cioè ad essere dignitoso perché quello che fai è veramente importante, anzi, non c'è niente di più importante, perché è questo da il senso a tutto il tuo esistere.

Quello che tu farai il lunedì o gli altri giorni prende potenza, coerenza, fermezza, giustizia, verità proprio dal fatto che tu come figlio di re hai celebrato, quindi potere sacerdotale, la gloria di Dio e lo proclami tutti i giorni nelle azioni concrete di giustizia di verità di pace e di carità.

31) Avete capito come la liturgia diventa vita? Ma deve essere coinvolta tutta la persona

Avete capito come la liturgia diventa vita?

Ma deve essere coinvolta tutta la persona, allora certo, adesso, dopo tutto questo discorso si può anche dire: si entra in chiesa, si fa questo gesto perché ha questo significato, alla consacrazione se una non ha dei problemi di salute si inginocchia ecc. ecc., non perché è un formalismo ma perché è la normale conseguenza di tutto quello che è l'arte del celebrare che riguarda certo il ministro celebrante ma riguarda anche tutta l'assemblea dei fedeli che stanno celebrando Dio in un altro modo, il ministro in un modo, l'assemblea nell'altro modo.

Bene se avrete delle domande la prossima volta fatemi sapere così affronteremo anche questo discorso.

Sia lodato Gesù Cristo. ( Sempre sia lodato )