L'arte di celebrare
7-3-2009
1) L'ultimo incontro abbiamo considerato il fatto che la partecipazione nella liturgia è attiva
2) La partecipazione attiva si differenzia anche a proposito dell'incarico che uno sta avendo
3) Partecipare a qualsiasi tipo di liturgia significa incontrarsi con il Signore
4) Lo spirito della liturgia è l'incontro con Dio e il rendimento di grazie a Dio
5) Dio per donare qualunque cosa si serve di tutto: parole, canto
6) Il canto sacro, il canto liturgico è la celebrazione di Dio in quanto tale
7) Il canto sacro solitamente usa dei testi presi dalla sacra Scrittura
8) Ci sono delle parti nella liturgia che possono essere fatte da tutti e ci sono delle parti che sono riservate a qualcuno
9) L'assemblea deve essere educata all'ascolto non solo all'attivismo
10) La liturgia non va improvvisata, va pensata, va preparata
11) Se tu sei lì, sai già che non riesci a inginocchiarti mettiti a lato in modo tale che quelli che sono dietro convergono verso il centro
12) Beh non possiamo mica star zitte durante la Messa, ripeto tutto quello che dice il sacerdote
13) Allora è molto importante il tatto con cui si dicono le cose per suggerire il modo corretto di fare determinate cose
14) E noi quando entriamo in una liturgia entriamo alla presenza di Dio con tutti gli angeli e i beati del cielo
15) Quindi nella liturgia è l'unico tempo in cui la comunicazione di tutto il corpo di Cristo che è la Chiesa è completa
16) La liturgia è non la partecipazione di Dio ai nostri misteri ma è la nostra partecipazione a ciò che Dio è
17) Lo spazio e il tempo vengono per così dire distorti e per un'azione della Grazia di Dio vengono dilatati
18) Partecipo alla presenza di Dio, vediamo come: distratto,in tempo…
19) Pensaci un po' bene, perché se per te quell'incontro è importante si vede anche da come ti prepari
20) Attenzione, c'è una differenza tra l'ostentazione e la cura di sé
21) Se durante la settimana non mi metto la cravatta, quando vado in chiesa mi metto la cravatta
22) Naturalmente il rispetto nei confronti del Signore non è staccato dal rispetto nei confronti del prossimo
23) Il rispetto verso Dio e verso il prossimo fa sì che tu debba essere una persona piacevole
24) Cominciate ad essere testimonianza, con gentilezza e con delicatezza
25) É il momento di stare in piedi: come stai in piedi?
26) Dunque tenete conto che i gesti che sono suggeriti nella celebrazione hanno un significato di adorazione
27) Quando il sacerdote mette le mani in questa posizione, si chiama gesto epicletico
28) Quando il sacerdote si inchina perché anche lui adora anche tu inchinerai il capo
29) L'attesa della venuta del Signore come la si fa? In piedi
L'ultimo incontro che abbiamo avuto insieme abbiamo considerato il fatto che la partecipazione nella liturgia è attiva, ma la partecipazione attiva non vuol dire che, dato che è attiva, io non ho partecipato all'azione liturgica se non ho fatto tutto quello che succede dentro la chiesa, perché la partecipazione attiva è un atteggiamento che dall' interno si manifesta anche all'esterno.
Questo vuol dire che ci sono momenti e situazioni in cui la nostra partecipazione attiva alla liturgia si manifesta in un modo diverso.
Non tutti possono fare tutto e neanche si deve fare tutto, tutte le possibilità e le opportunità che offre la liturgia per celebrare il mistero di Dio sono offerte perché si possa valorizzare al meglio il mistero che si celebra e l'adorazione, il senso di lode e di adorazione che è necessario vivere.
La partecipazione attiva si differenzia nell'assemblea liturgica anche a proposito dell'incarico che uno sta avendo.
La partecipazione attiva è tipica dell'assemblea dei fedeli anche quando ascolta perché ascoltare la Scrittura o quant'altro non è una situazione di passività anche se visibilmente sembrerebbe questo, ma voi mi direte: ma certe volte ci sono certe pizze che non se ne può più…beh insomma, noi non stiamo analizzando i semplici casi concreti ma quello che dovrebbe essere.
Poi posso capire che ci siano persone più o meno dotate nel valorizzare i vari momenti della liturgia, ma questo non deve essere un impedimento dalla parte del fedele che partecipa a una liturgia.
Quando dico questo dico una cosa importante: ho usato il verbo dovere, voi sapete che lo uso non molta parsimonia, l'avete notato?
Per questa ragione: partecipare a qualsiasi liturgia non è un piacere che noi facciamo al ministro che in quel momento sta celebrando quella liturgia, partecipare a qualsiasi tipo di liturgia significa incontrarsi con il Signore, e il Signore quando è venuto in mezzo a noi a volte faceva dei grandi insegnamenti alle folle, a volte parlava solo ai suoi discepoli, a volte incontrava nel cuore della notte Nicodemo e parlava solo con lui, a volte ascoltava cosa gli dicevano gli altri.
Non era sempre « sulla cresta dell'onda » anzi, di tanto in tanto faceva degli insegnamenti, operava dei prodigi e dei miracoli, ma per il resto del tempo lui stava in comunione con il Signore Suo Padre e nostro Padre.
Questo dovrebbe farci intuire qualche cosa di importante: che la liturgia non è un teatro in cui tutti sono attori, lo sono ma non perché è un teatro, perché l'agire della liturgia esige un incontro tra Dio che con la Sua Grazia offre se stesso e la creatura che con la sua buona volontà fa di tutto per aprire e tenere aperto il cuore per ricevere la Grazia del Signore, e il Signore, lo sappiamo, fa cose grandi servendosi di strumenti umili.
Allora non tutti possono andare in una chiesa che è come una cattedrale, non tutti si troveranno con un presbiterio addobbato con il fiori all'ultimo grido, ecc., non tutti avranno la possibilità di avere il riscaldamento del tipo migliore, le vetrate istoriate e un organista che dà i concerti ogni settimana; queste sono delle parti importanti, guardate che non ho detto che siano cose non importanti, la liturgia va curata però dal punto di vista del fedele deve rendersi conto, e noi tutti dobbiamo sottolineare questo aspetto, che la liturgia non è costituita semplicemente dalle sue manifestazioni, ma è uno spirito interiore, lo spirito della liturgia.
Lo spirito della liturgia è l'incontro con Dio e il rendimento di grazie a Dio.
Lo vuol già dire la parola: « rendiamo grazie a Dio » cosa vuol dire?
Che ciò che abbiamo ricevuto lo rivolgiamo in gratitudine verso di Lui.
É molto di più di dire grazie al Signore, molto di più, esige dentro di noi una consapevolezza, una gratitudine, una riconoscenza, un senso di voler esserci per dire: ecco, la mia presenza ti testimonia che io veramente sono lieto, ti sono grato ecc. ecc.
Il paragone sembrerà quasi blasfemo però ve lo dico lo stesso: come quelle persone che non mettono mai i piedi in chiesa, avete in mente?
Sanno manco come sia fatta una chiesa, però vanno a tutti i funerali.Perché?
Bisogna che ci vada, quella persona la conoscevo, mi ha fatto del bene, qui e là.
Vanno per la persona che è morta, mica per il Signore!
Però vanno e stanno attenti, tutto quello che vuoi, perché vogliono esprimere un senso di presenza, di partecipazione, di vicinanza ecc., facendo le debite proporzioni bisogna stare attenti che la nostra partecipazione alla liturgia non sia solo fisica, nel senso che il tuo corpo è dentro la chiesa ma sia una partecipazione che ti coinvolge completamente.
Per questo la partecipazione attiva impegna il credente, e la partecipazione attiva non significa che tu debba per forza fare qualche cosa, sennò ti porti anche la corda da saltare, nel momenti in cui non c'è niente da fare …
« Eh devo fare la partecipazione attiva quindi salto la corda. » per piacere, la partecipazione attiva è un atteggiamento interiore che dispone tutte le tue facoltà spirituali e intellettuali alla ricezione, ricezione vuol dire ricevere e custodire, alla ricezione di tutto ciò che Dio in quella liturgia intende donare.
Quindi Dio per donare qualunque cosa si serve di tutto: si serve delle parole che sono lette, e qualche settimana fa abbiamo parlato dei lettori, si serve del canto, il canto nella liturgia, la musica nella liturgia, occorre discernimento: non qualunque canto, anche bello è adatto alla liturgia, perché se nella liturgia si celebra il Signore dell'universo che ama tutti allora è evidente che il canto della liturgia deve seguire certi parametri sennò sarà un canto religioso ma non sarà un canto liturgico.
Il canto sacro, il canto liturgico è la celebrazione di Dio in quanto tale, immenso, infinito, provvidente, buono, misericordioso, santo, grande, insomma, le prerogative di Dio.
Le prerogative di Dio ti spingono ad amare i fratelli.
Quindi bisogna stare attenti a non fare quei canti o produrre quei canti, ammesso che tra di noi ci siano dei compositori, eh, Dio volesse!, che semplicemente fanno dei canti di tipo orizzontale.
Noi siamo tutti insieme e noi ci vogliamo bene, e qui e là e su e giù e il centro del canto siamo noi, e come noi?
Noi no, se noi dobbiamo fare un canto intorno a un falò mi sta bene, possiamo anche cantare « Maria Giovana » intorno a un falò, ma non in chiesa.
Possiamo fare un canto religioso, però attenzione, si celebra una qualità di Dio, non è così semplice, comporre canti sacri, puoi comporre canti religiosi.
Per questo il canto sacro solitamente usa dei testi che sono già suggeriti, sono i testi presi dalla sacra Scrittura, i salmi, le antifone, i mottetti, cosa sono i mottetti: una frase di un salmo o della Scrittura o della liturgia che viene armonizzato ed è un momento di riflessione, per esempio una frase che c'è al canto del Vangelo, sapete che prima c'è il canto del Vangelo poi c'è una frase biblica, ecco, quella frase biblica può benissimo essere musicata e diventa un mottetto, il versetto che viene cantato perché tutti lo ascoltino bene.
Questo vuole anche dire che ci sono delle parti nella liturgia che possono essere fatte da tutti e ci sono delle parti che sono riservate a qualcuno.
Nessuno si deve stupire di questo.
Nella celebrazione Eucaristica ci sono delle parti che tutti dicono, i sacerdoti insieme ai fedeli, ma ci sono delle parti che sono dette solo dal sacerdote per esempio il « Per Cristo.. » e ci sono delle parti che sono riservate all'assemblea, il sacerdote se vuole lo dice sottovoce ma sono riservate all'assemblea.
Così pure in quello che si chiama il canto sacro ci sono delle parti in cui è suggerito che siano per tutti ma ci sono le possibilità anche, che il ministero del canto, eh se ci fosse nelle nostre parrocchie, ci sono le cantorie che non sono necessariamente un ministero di canto, la differenza che c'è tra un ministero di canto e la cantoria vuol dire che la cantoria si trova insieme per mangiare la pizza e per bere il bottiglione poi ogni tanto magari fanno anche dei canti invece il ministero del canto si trova prima per adorare il Signore e poi per offrire i propri talenti al servizio di Dio per il bene dell'assemblea.
Vedete che c'è una notevole differenza: uno è « ci troviamo bene perché siamo tutti amici, fuma 'na cantà », l'altro è ci troviamo insieme per stare con il Signore, e la nostra gioia di stare con il Signore si può manifestare nel voler innalzare a Lui quanto di meglio fa parte delle nostre capacità ma anche della storia della nostra spiritualità.
Abbiamo almeno venti secoli di storia dell'intelligenza a servizio di Dio e quindi abbiamo un patrimonio anche artistico che non è un museo, lo puoi considerare come un museo, come una rievocazione storica oppure lo puoi prendere, come suggerisce Gesù del saggio scriba, che dallo scrigno dei suoi tesori prende cose vecchie e cose nuove e le mantiene vive.
Allora tutto questo ti fa capire che l'assemblea deve essere educata all'ascolto non solo all'attivismo, quindi possono esserci anche dei momenti in cui l'assemblea ascolta, ascolta un'omelia, ascolta le Scritture, ascolta le preghiere che vengono innalzate, interviene a suo tempo però può anche ascoltare un brano musicale.
Che non deve piovere sulla testa dell'assemblea senza motivo, può, suggerisco tra parentesi, soprattutto se è in lingua latina, deve essere presentato.
Magari non tutte le volte perché sennò si rischia di essere pedanti ma una volta ogni tanto è bene che ci sia, ad esempio dopo la Comunione il coro presenta un mottetto di riflessione, bene, certo che si può fare, però se è in lingua latina forse è bene che tu prima dica: quello che si canterà significa questo.
Perché tu devi favorire l'ascolto non la riesumazione museale di un repertorio antico, il repertorio antico se non viene spiegato non viene nemmeno capito, cosa succede, che la gente butta via il bambino insieme all'acqua sporca, perché è così; mentre se tu proponi la capacità di ascoltare, tutti sono in grado di percepire il dono che il Signore ha fatto alla Sua Chiesa nel corso dei secoli.
Per questo dico la liturgia non va improvvisata, va pensata, va preparata, siamo a servizio di Dio e a servizio dei fratelli.
Il semplice fedele che è lì,anche con il suo tipo di partecipazione aiuta o distrae, quindi i vari momenti della liturgia in cui è suggerito un atteggiamento del corpo o delle risposte non solo semplicemente un adeguarsi ma sono un appropriarsi di quello che è lo spirito della preghiera.
Possono esserci delle difficoltà fisiche eccetera, ma le difficoltà fisiche non impediscono il senso dell'adorazione.
Ci vuole anche tanto buon senso, siete d'accordo?
Se tu hai male alle ginocchia e non riesci ad inginocchiarti perché hai dei problemi e dopo distrai le persone quando di devi alzare perché magari rotoli per terra, allora stai in piedi con un atteggiamento adatto, però se tu stai in piedi, ti rendi conto che dietro di te ci sono delle persone in ginocchio?
E se ci sono delle persone in ginocchio, non pensi che quando viene innalzata l'ostia, il calice anche loro vorrebbero contemplare?
Se tu sei lì davanti come un armadio eh abbi pazienza, sai già che non riesci a inginocchiarti perché hai male, non metterti in centro, mettiti a lato, stai pure nel primo banco, nessuno ti dice di non stare nel primo banco, però mettiti a lato in modo tale che quelli che sono dietro convergono verso il centro dove c'è l'altare e tu non li distrai.
(Intervento) Posso fare una domanda? E quelle persone che ripetono tutto quello che dicono i sacerdoti e che non fanno capire niente?
É sbagliato, non sappiamo perché lo facciano, i più svariati motivi.
Nella migliore delle ipotesi sono messi vicino a voi perché vi santifichiate.
A volte anche il celebrante si santifica a forza di sentire l'eco.
Alcuni erano abituati come era un tempo che: « In nomine Patris et Filio et Spiritui Sancto » poi il sacerdote si celebrava la sua Messa e la gente si diceva la corona.
Ce ne sono ancora. Sono abituati alla moda vecchia, anzi succedeva ancora che in qualche posto il sacerdote diceva: « Come, ho iniziato la Messa come mai non state dicendo la corona? »
Succedeva anche quello.
Allora quando poi dopo la liturgia è passata nella lingua nazionale, senza peraltro buttar via la liturgia secondo la lingua ufficiale per tutto il mondo che è quella latina, che cosa è successo?
Che le persone hanno detto « Beh non possiamo mica star zitte durante la Messa, siamo state abituate da decenni, da quando ero una bambina così a dire la corona durante la Messa cosa faccio? Ripeto tutto quello che dice il sacerdote. »
on credo che sia per malizia, penso che sia un meccanismo che è scattato per cui hanno detto,« Eh, se non prego non vale questa Messa e quindi dato che adesso è in italiano io devo dire le stesse cose che dice il prete ».
Poi bisognerebbe creare quel clima di educazione alla liturgia per cui tante volte basta dirle le cose!
Certo dipende anche dal modo in cui le dici, perché se tu aggredisci come uno squalo tutte le persone che non fanno quello che è prescritto, sta sicuro, primo: che le persone cambieranno chiesa; secondo: non si smuoveranno neanche di un centimetro.
É vero o no?
Allora è molto importante il tatto con cui si dicono le cose per suggerire il modo corretto di fare determinate cose; ieri sera alla celebrazione del primo venerdì ho suggerito il modo corretto per ricevere l'Eucaristia: la quasi totalità delle persone, anche quelle che io non conosco e quindi non sono abituate a sentirsi dire queste cose, si sono adeguate con attenzione e con devozione.
Quindi questo vuol dire che basta proporre, perché le persone non è che siano avverse ai suggerimenti che vengono detti loro, però devono percepire che la liturgia in specie quella eucaristica non è un dovere, è un'opportunità che viene offerta, è un onore che Dio ci fa di poter stare alla Sua presenza per dirGli grazie, perché gli angeli hanno questo onore continuamente, e noi quando entriamo in una liturgia entriamo alla presenza di Dio con tutti gli angeli e i beati del cielo.
Non li vediamo, ma loro vedono noi perché la liturgia, potremmo dire, che è l'unico momento in cui cielo e terra sono in comunicazione diretta.
Diretta! Quando noi andiamo sul tram e tutte le altre cose possiamo parlare con il Signore giusto?
Il nostro dialogo è con Lui.
Ma con tutto il Paradiso la nostra partecipazione avviene durante le liturgie.
Non so se riesco a far intuire la differenza che c'è.
Quando tu sei in una liturgia, specie quella eucaristica, è evidente che tutto il corpo di Cristo che è la Chiesa è lì presente, quindi c'è Gesù Cristo? c'è il Padre?
C'è lo Spirito? C'è la madre del Signore? C'è il tuo angelo custode? Ci sono tutti quelli che sono in Paradiso?
Ci sono tutti quelli che sono in Purgatorio? Ci sono tutti quelli che sono nell' inferno? NO!
Ah meno male! Certo che è un trabocchetto, io li faccio sempre i trabocchetti così non dormite!
Ci sono tutti quelli per cui stiamo pregando? Anche se sono a Timbuctù? Certo!
Ci sono, che ne so… tutto il corpo di Cristo che è la Chiesa militante? Certo!
Ci sono tutti gli angeli custodi delle persone che sono presenti lì?
Ci sono tutti gli angeli dell'adorazione, della lode, del canto che sono nella gloria dei cieli?Sì!
Quindi nella liturgia è l'unico, chiamiamolo così, tempo, situazione in cui la comunicazione di tutto il corpo di Cristo che è la Chiesa è completa.
Per questo è Eucaristia, cioè il grande ringraziamento gratuito, perché Dio dona se stesso a tutti e tutti donano se stessi a Dio e quindi si entra in questo circolo trinitario che è una donazione continua, la carità.
Gli altri momenti di preghiera, Gesù dice: « Quando due si mettono nel Mio nome Io sono in mezzo a loro ».
Lui c'è. Poi che cosa voglia dire che Lui c'è si può discutere, si può parlare di tante cose, cioè Lui come persona, corpo, spirito, mente ecc, ecc oppure c'è Lui anche come Corpo mistico?
Quindi attenzione. Però voi capite che la preghiera è già una forma liturgica, ma nella preghiera quello che tu dici personalmente a Dio non viene conosciuto da tutto il resto del corpo di Cristo.
Mi sono spiegato? Invece nella liturgia ufficiale tutta la Chiesa prega per dare lode a Dio, quindi tutti partecipano della lode a Dio.
(Intervento) Per quando riguarda questo aspetto, è difficile dire che in chiesa ci sia tutto il cielo… come facciamo a dirlo?
Perché la liturgia è non la partecipazione di Dio ai nostri misteri ma è la nostra partecipazione a ciò che Dio è, quindi nell'azione liturgica tutta l'assemblea viene misteriosamente e misticamente trasportata in un altro stato che è lo stato di presenza del Signore.
Quindi noi siamo presenti al Signore e il Signore è presente a noi ma è la Grazia che ci ha portato a questo, tanto è vero che noi non abbiamo potuto inaugurare il nuovo ed eterno Testamento, è Gesù Cristo che lo ha inaugurato per noi, è Lui che ha istituito l'Ultima Cena non noi che ce la siamo inventata quindi vuol dire che per la Grazia di Dio l'assemblea viene innalzata alla presenza di Dio e la presenza di Dio comporta la presenza di tutta la Sua corte.
É evidente, con la ragione questo non lo si può comprendere, perché la ragione è limitata e non può contenere dentro di sé questo che è il mistero della adorazione.
D'altronde su questo stesso livello allora verrebbe da dire: come mai noi diciamo che nel tabernacolo c'è la presenza reale di Dio?
Come può Dio stare dentro questo tabernacolo? É Infinito! É un mistero.
La Sua presenza è molto più vasta dello spazio che occupa la Sua presenza misteriosa.
Non è l'universo che ospita Dio ma è Dio che ospita l'universo. Sotto questa stregua quello che il profeta riferisce al re Davide quando dice « Voglio costruire un tempio al Signore » ed inizialmente il profeta dice « Giusto! Fai una cosa buona, vai avanti! »
Poi Dio gli parla nella notte e dice: « Di' a Davide: come sarebbe a dire? Tu costruisci una casa a me?
Sono Io che costruisco una casa a te! I cieli dei cieli non possono contenere la mia Gloria e tu mi vuoi inscatolare dentro una cosa? »
Il tempio verrà poi costruito ma non si dirà che quello è la dimora di Dio ma è il luogo della presenza di Dio, allo stesso modo noi non diciamo che il tabernacolo è la dimora di Dio ma che è il luogo dove c'è la presenza reale di nostro Signore Gesù Cristo in corpo, sangue anima e divinità.
I nostri occhi e i nostri sensi non lo vedono: « Visus, tactus, gustus in te fallitur » cioè i sensi quando si mettono a ragionare falliscono, ma solo la fede può sostenere questa verità.
Sostenere non vuol dire contenere, vuol dire sostenere.
Se tu ti metti in cima alla montagna oppure vai a Superga e guardi tutto il panorama, i tuoi occhi sostengono tutto questo panorama ma non lo contengono, perché è troppo vasto.
Il panorama contiene te, tu non te ne accorgi perché pensi di essere il centro dell'osservazione ma tu sei solo un punto di osservazione, il centro dell'osservazione non è dove sei tu ma è in Colui che ti sta guardando.
Allora Colui che ti sta guardando ti dà la possibilità di guardare e di vedere anche te stesso allora scopri che non sei tu che contieni il panorama ma è il panorama che contiene te. Ho risposto?
Naturalmente, voi lo sapete, la liturgia non può essere semplicemente conclusa negli atti che si svolgono durante la liturgia stessa perché se è una visibilità di una relazione, ciò che si vede è più piccolo di ciò che significa.
Mi incontro con il Signore. Beh, io entro in chiesa, però vuol dire molte cose.
Adesso qualcuno potrà dire che sono delle banalità e per tante persone ipocrite questo è il loro cavallo di battaglia: « Ah io non vado in chiesa per farmi vedere come sono vestito! »
L'avete sentito dire? Queste sono ipocrisie, perché quando fanno il veglione di mezzanotte voglio vedere come si vestono! Allora attenzione.
Anche questo vuol dire molte cose perché se il senso della liturgia è: « partecipo alla presenza di Dio », vediamo come.
Vediamo come! Com'è il tuo tipo di partecipazione alla presenza di Dio!?
Perché se veramente per te è una cosa importante entrare alla presenza del Signore, allora si vede anche in che modo tu entri, in questa presenza: distratto, sovrapensiero?
Volendo salutare le persone? Oppure dici « Che roba, adesso ancora un'ora » ecc. :prima cosa.
Seconda cosa: come arrivi? In tempo, puntuale, al suonare della campanella dell'inizio della Messa? Qualche minuto prima?
Terza cosa: i gesti che compi quando entri testimoniano il fatto che tu vuoi veramente incontrarti con lui?
Quarta cosa: banalità: come ti vesti quanto ti vai nel giorno del Signore ad incontrare Lui?!
Sembrerà una banalità,vero, però è un modo per avere un criterio di ragionamento.
Io non ho detto che bisogna essere, come dire, scioccanti, lussuosi, ostentativi, però ho detto: pensaci un po' bene, perché se per te quell'incontro è importante si vede anche da come ti prepari.
Naturalmente ci possono essere delle cose improvvise che ti impediscono di fare ciò che vorresti, ma non la regola.
Improvvisamente ti sta bruciando il bollito e allora tu devi per forza fermarti un attimino in più, vuol dire che è lì che sta cuocendo da sei ore, è diventato un arrosto intanto, allora è un incidente che ti capita, ma normalmente uno dice « Vado dal Signore, oggi è il giorno dedicato al Signore vediamo un po' come mi presento a Lui? »
Se tu sei un invitato di qualche personalità che ti dice: « La Signoria Vostra è invitata al teatro Regio dove assisteremo a questa manifestazione canora ecc.ecc., invitato speciale da parte del Ministro Tal dei Tali. Dopo l'incontro il Ministro sarà lieto di salutare parenti e amici » ecc.ecc,; voglio vedere come tu ci vai.
Dimenticate gli anni '70 in cui ci si faceva un onore di essere discinti, più si era discinti più si era alla moda.
Ma questo non era l'atteggiamento di tutti.
Per secoli quando la gente era povera durante la settimana usava i vestiti di battaglia, diciamo così, ma per la domenica no.
Non è detto che fossero vestiti all'ultima moda ma erano puliti, stirati ordinati ecc.
Quindi per un motivo. Se tu sei invitato a una cerimonia è difficile che tu ci vada con gli abiti da lavoro.
E se tu durante la settimana sei tenuto, perché magari lavori in banca ad avere un certo tipo di abbigliamento, non di vede perché alla Domenica tu debba avere un abbigliamento più sciatto.
Ora io non sto dicendo che uno si debba vestire classico, si debba vestire da cerimonia, si deve vestire in un modo che faccia capire a se stesso ma anche agli altri che quello è un giorno importante perché io vado ad incontrare una persona importante.
Quindi quanti di voi sono catechisti cerchino di fare passare anche questa idea che non ha nulla a che vedere con l'ostentazione, con l'esibizionismo, invece dovrebbe essere un modo per dire "Signore tu sei importante per me, quindi la camicetta bella la metto la Domenica, quindi questo profumo lo uso la Domenica" ecc. ecc..
Se durante la settimana non mi metto la cravatta, quando vado in chiesa mi metto la cravatta, e lo faccio in onore del Signore.
Se volete sono delle banalità o delle delicatezze, però se una persona fa un cammino spirituale arriverà sempre a fare anche queste riflessioni perché dice : « Beh, effettivamente è il RE dei Re, è il Signore dei Signori, mi vuole bene, gli voglio bene, sono contento di andarlo a incontrare, voglio fargli vedere che sono contento per cui gli offro un atteggiamento visibilmente di onore e di rispetto. »
Se questo manca permettetemi di dire, mah, forse c'è una riflessione in più che bisogna compiere.
É importante per me l'incontro con il Signore o no?
Non ha nulla a che vedere sul farsi vedere dagli altri perché non è questo l'atteggiamento che è richiesto.
Poi sapete le persone ipocrite si attaccano solo all'esteriorità, possono anche giudicarti però tu solo sai nel tuo cuore se stai compiendo questi gesti per esteriorità o per rispetto nei confronti del Signore.
Naturalmente il rispetto nei confronti del Signore non è staccato dal rispetto nei confronti del prossimo.
Questo vuol dire che il rispetto nei confronti del prossimo consiste nell'uso della carità, cioè nel non mettere mai a disagio le persone che sono intorno a te.
Un lusso esagerato mette a disagio le persone che sono intorno a te? Che carità è allora?
Un lusso esagerato attira l'attenzione su di te? Quindi la distoglie dal Signore, non va bene.
Una persona discinta, sporca e maleodorante distrae dalla presenza del Signore?
É rispetto per il prossimo?
Allora dovresti capirlo da solo non hai bisogno che te lo dica la mamma « Hai preso il biberon? »
Eh no per piacere, lo dovresti capire da solo che il rispetto verso Dio e verso il prossimo fa sì che tu debba essere una persona piacevole.
Non che uno dice « Mamma mia ha un bel vestito ma se facesse anche una doccia di più non è che dispiacerebbe », è vero?
Oppure se mangia la bagna caôda…!- E almeno se mangia la bagna caôda almeno non confessare sennò stendi tutti i tuoi fedeli!
Ma il sacerdote dice « Ecco questa è già la penitenza, l'ha già fatta signora! »
Educate le persone che sono intorno a voi che non ci si veste in chiesa come ci si veste in spiaggia.
Scusatemi tanto, mi dispiace tanto.
Se il sacerdote ha il coraggio di mettersi i pantaloni lunghi, la camicia, magari anche la veste, il camice, la stola, la casula ecc., anche il 15 Agosto, allora le signore sono anche in grado di non entrare in chiesa con gli spallini e basta.
Però se lo dice il sacerdote sul pulpito forse capiranno qualcosa, ma finché lo diciamo noi non risolviamo niente …
« Io faccio quello che voglio! »
Ma voi siete educatori no? Non cominciate a guardare gli altri, cominciate ad essere testimonianza, con gentilezza e con delicatezza.
Anche gli uomini non entrino in chiesa con la canottiera e con i calzoni corti. Non va bene, non è rispetto.
Bene queste sono delle banalità però indicano se c'è o se non c'è un certo grado di relazione di attenzione alla presenza di Dio.
Non sei lì perché devi assolvere ad un compito, sei lì perché il Signore ti ha invitato alla Sua presenza.
E se ti ha invitato alla Sua presenza allora vuol dire che Lui ti invita e tu devi sentirti…onorato!
E si vede anche all'esterno.
Poi tutti gli atteggiamenti indicano se tu ti stai impegnando ad una partecipazione attiva o se stai subendo il ritualismo.
Cosa vuol dire subire il ritualismo? Adesso si fa questo, adesso si fa quest'altro …, sapete quando si capisce?
Quando ci sono le cantilene.
« Il Signore sia con voi » « E con il tuo spirito! »
uella persona sta pensando a quello che dice?
No, assolutamente, quindi lo capisci già, anche il tuo modo di rispondere indica se ci sei o se non ci sei.
I gesti che ti sono suggeriti indicano se stai ubbidendo a delle regole o se stai adorando il Signore.
É il momento di stare in piedi: come stai in piedi?
Con le mani dietro come se fossi nello stato di riposo?
Appoggiato di qua e di là? Come stai in piedi?
Ognuno deve riflettere su queste cose.
É il momento di sedersi: facendo un chiasso dell'altro mondo, se ci sono le ribaltine negli inginocchiatoi -TUTUM, TUTUM,TUTUM ! - capisci che proprio è un'estrema maleducazione oltretutto.
E dunque tenete conto che i gesti che sono suggeriti nella celebrazione hanno un significato di adorazione.
Lo stare in piedi indica presenza, attenzione quindi usate un certo tipo di compostezza.
Lo stare seduti vuol dire ricezione, partecipazione attiva, sto ascoltando ben bene.
Il momento dell'adorazione per tutti quelli che non hanno dei problemi è in ginocchio, e ci si mette in ginocchio nel momento in cui il celebrante impone le mani sopra il pane e sopra il calice.
Quello è il momento in cui inizia la Consacrazione, si invoca nel nome di Gesù a Dio Padre l'effusione dello Spirito su queste Sacre Specie perché diventino per noi il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Quando il sacerdote mette le mani in questa posizione, si chiama gesto epicletico, da epiclesi che vuol dire invocazione, quando c'è questo gesto epicletico vuol dire che in quel momento il sacerdote è Gesù Cristo, sta invocando sul pane e sul vino la discesa dello Spirito che trasformerà il pane e il vino nel corpo sangue anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo, e questo avviene nell'arco del tempo, cioè invocando lo Spirito e Gesù Cristo servendosi del sacerdote che agisce in persona Christi pronuncia queste parole: « Questo è il mio Corpo » « Questo è il mio Sangue », quindi in quel momento è Gesù Cristo che agisce nella persona del sacerdote e trasforma per la potenza dello Spirito Santo in pane e il vino nelle Sacre Specie.
Quello è il momento principe dell'adorazione quindi tutti quelli che ne hanno la possibilità si mettono in ginocchio.
Non è un tempo esageratamente lungo e poi per fortuna in molte chiese hanno dotato gli inginocchiatoi di quei cuscinetti che rendono più agevole il doversi mettere in quella posizione, giusto?
Ma se uno ha l'artrosi, se uno ha male ecc., come succede, anche al sottoscritto, allora cosa succede?
Allora tu fai un gesto di adorazione ma che si capisca che è un gesto di adorazione, non sei un corazziere del Presidente che deve stare lì fermo come una statua di sale.
Se è il momento dell'adorazione tutto in te testimoni che tu sei in preghiera.
E quando il sacerdote si inchina perché anche lui adora le Sacre Specie allora anche tu inchinerai il capo in segno di adorazione, e quando il sacerdote innalza il calice o l'ostia tu non devi chiudere gli occhi!
Tu li devi aprire e guardare bene Colui che ti viene offerto alla contemplazione.
Tutti devono guardare l'Ostia e devono guardare il calice e dopo si fa il gesto della riverenza.
Finito questo il sacerdote dice « Mistero della fede ».
Tutti si alzino in piedi. Prima di dire le parole.
Perché le parole che si dicono sono evidenti: annunciamo, proclamiamo, risurrezione, venuta.
Ora l'annuncio non si fa adorando, si fa attivamente, quindi qual è il gesto della partecipazione attiva, dell'essere pronti? In piedi.
La proclamazione è una manifestazione di coraggio di fronte al mondo, è testimonianza, come la si fa sdraiati? In piedi!.
L'attesa della venuta del Signore come la si fa?
In piedi perché attendo che tu ritorni, ti aspetto per essere subito pronto, appena bussi ti apro la porta.
Quindi lo so anch'io che una volta si stava in ginocchio fino al Pater Noster ma non è più così, perché adesso la proclamazione del mistero della fede vuol dire proclamo questo mistero nell'attesa della venuta del Signore quindi lo faccio da in piedi.