Il Catechista, cuore aperto all'uomo
10-1-2004
1) Particolare attenzione alla persona umana
2) Il messaggio coinvolge i tre livelli della persona
3) Si coinvolge una comunicazione spirituale
4) La musica liturgica
5) Il Catechista consideri la persona intera
6) Il Signore è presente, lo devi vedere e farlo vedere
7) Gesù è venuto con la sua corte celeste
8) Li portiamo nella fede alla presenza di Gesù
9) Ora attiviamo la mente: livello psicologico
10) Intervento a livello fisico
11) Dio ci ha creati: spirito, mente e corpo
12) Is 5,23: Tutto quello che è vostro: spirito, anima e corpo
13) Spirito immortale nell'uomo, non negli animali
14) Il nostro corpo nella risurrezione della carne
15) Ci riconosceremo per l'identità spirituale
16) Il corpo che il Signore ci dà è il corpo della perfezione
17) La donazione degli organi
18) La cremazione
19) Il Signore non eliminerà la nostra memoria
20) Ricordo da guarire e ricordo guarito
21) Tu lo ricordi benissimo, ma non soffri più dopo la guarigione
22) Il futuro - presente del paradiso
23) Il purgatorio
24) Il purgatorio è citato nella Bibbia
La spiritualità del catechista è una spiritualità che pone una particolare attenzione alla persona umana.
La persona umana è la persona concretamente dinanzi a noi, che però ha una struttura visibile e una invisibile.
La struttura visibile è la persona, quindi la persona fisica è la capacità di intendere e di volere.
La struttura che non si vede, ma che tuttavia è quella portante, è la struttura della persona umana, spirito, anima e corpo, fa parte dell'antropologia cristiana.
Con voi l'abbiamo già affrontato questo tema l'anno scorso, quindi adesso non approfondiamo lungamente ma solo per ricordarci che il Catechista, avendo a che fare con delle concrete e autentiche persone, non può fare altro che accostare queste persone nel modo giusto, cioè coinvolgendo tutti quelli che sono gli elementi che costituiscono la persona umana.
Facciamo un esempio: qualche anno fa c'è stato un documento dei liturgisti della Chiesa specialmente qui nelle nostro terre in cui hanno consigliato caldamente, direi quasi proibito, che alcuni brani musicali venissero eseguiti durante la celebrazione dei matrimoni, con grave disappunto di compositori e musicisti ( l'Avemaria di Schubert è stata accantonata ecc. ecc. ) e tante persone restavano un po' perplesse, perché?
Forse la Chiesa è contraria a queste manifestazioni?
No, c'è un discorso di antropologia di sotto.
Ossia il messaggio che noi vogliamo portare è un messaggio che non può essere limitato a certi settori della persona umana cioè al settore fisico o psicologico, ma è un messaggio che deve coinvolgere tutti i livelli della persona umana, quindi a partire dallo spirito, alla mente, al corpo.
Ora vi sono alcuni modi di comunicare, che coinvolgono solo determinati aspetti della persona umana, metti caso quello emotivo.
Una forte emozione non si trasforma necessariamente in una forte esperienza spirituale, anche se molte volte una forte esperienza spirituale, come è giusto che sia, coinvolge anche un'emozione.
C'è grande gioia, ti lascia una grande emozione, perché?
È normale che sia così, perché se l'esperienza è spirituale è evidente che l'esperienza spirituale coinvolge anche la mente quindi la psiche.
Nella psiche c'è anche l'esperienza emotiva e coinvolge anche il corpo, con una bella risata oppure con un pianto per esempio.
Ma quando il linguaggio che viene usato è esclusivamente psicologico o emotivo o romantico e non coinvolge una comunicazione di carattere spirituale, che spinga la persona, la convinca, l'attragga a un forte incontro con il Signore; allora è evidente che quel linguaggio non è il linguaggio della liturgia, non è il linguaggio adatto.
Da molti anni ci sono queste discussioni sulla musica liturgica; che cosa caratterizza una musica liturgica da una musica non liturgica?
Il linguaggio musicale deve essere per forza un linguaggio che sia aderente ai tempi che stiamo vivendo o c'è qualche cosa di diverso?
Qual' è la musica che può essere ritenuta liturgica: solo il gregoriano, solo la polifonia, solo la musica liscia moderna, che cosa è liturgico?
Allora il discorso di fondo è considerare sempre la persona umana come il fine mai come il mezzo.
Se il fine da raggiungere perché la persona umana faccia un incontro con Dio, è chiaro che il linguaggio che deve essere usato è un linguaggio che coinvolga tutti gli elementi della persona umana: lo spirito la mente il corpo.
Dunque, certe espressioni artistiche riconosciute di un certo tipo di valore artistico, non necessariamente fanno parte della musica liturgica.
L'Avemaria di Schubert che nasce con una finalità ben diversa da quella della preghiera liturgica, chiaramente non credo che sia la cosa più adatta da proclamare durante una funzione liturgica, visto che l'autore scrisse quel brano musicale per spingere quella persona a non sposare il suo promesso sposo, ma a lasciarlo per stare con lui!
E questi qui sarebbero i canti che dobbiamo fare durante un matrimonio?
Canti che parlano solo di emozioni e di passioni, non stanno parlando di forte spiritualità o di attrazione verso il Signore.
Così pure certi adattamenti dovrebbero essere evitati: il Merry Christmas di Lennon e di Yoko Ono certo è tutto, meno che un canto che si deve fare in chiesa, perché parla tutto semplicemente di un sentimento del Natale, di usanze che non hanno il minimo riferimento alla persona fisica di Gesù Cristo, il verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi!
Quindi voi capite che questi qui sono semplicemente degli esempi plateali, visibili, che nessuno può smentire se appena si mette a riflettere sul significato delle cose che fanno in chiesa.
La stessa cosa deve essere vissuta per quello che riguarda il catechista al come coinvolgere e come portare il messaggio di Cristo.
Si deve considerare la persona intera, non posso fare catechismo e rivolgermi semplicemente all'intelligenza delle persone, se no il mio catechismo sarà una lezione di teologia.
Io non posso fare catechismo e rivolgermi solo al sentimento delle persone, se no il mio catechismo è semplicemente una fiaba.
Io non posso fare catechismo e fare semplicemente un'esperienza spirituale, se no il mio catechismo è un'ora di adorazione.
Ci dev'essere tutto questo nello stesso tempo.
Non è una cosa impossibile da imparare.
È un qualche cosa che però prima di tutto deve nascere dentro di noi, è una cosa che si può imparare.
Dev'essere nello stesso tempo un incontro con il Signore nel quale tu provi una grande gioia e nel quale tu impari tante cosa su di Lui: vedi esperienza spirituale, esperienza psicologica, esperienza intellettuale.
Allora in pratica come è possibile realizzare tutto questo?
Intanto da parte del catechista è necessario ricordare che tu stai facendo catechismo, che il Signore è lì presente davanti a te, di fianco a te, vicino ai bambini, Lui è lì presente, tu lo devi vedere!
Tu devi acquisire quella semplicità che può avere un bambino.
Quando tu a un bambino dici in quell'angolo c'è Gesù, il bambino lo vede, è vero o non è vero?
Allora tu devi acquisire quel tipo di semplicità voluta che ti spinge prima di tutto a sapere che…"ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli" e poi Lui ha detto: dove due si riuniscono nel mio nome, Io sono in mezzo a loro".
Quindi tu catechista che ti ricordi almeno queste due cose, sai benissimo che nella verità biblica, Gesù è lì in quella classe dove tu ci sei e su questo non ci piove, è veramente lì, i tuoi occhi di carne non lo vedono, ma i tuoi occhi dello spirito lo vedono; allora se Lui è lì presente, non ti resta nient'altro di fare in modo che quello che tu sai e vedi che Lui è lì presente, passi anche in coloro che sono di fronte a te.
Il Signore è qui, Lui ci ha detto questo e quest'altro; lo sapete che cosa ci dice il Signore?
Creare la curiosità, comunicare l'insegnamento, ma anche la simpatia, l'amore che il Signore ha nei nostri confronti per suscitare la nostra simpatia nei suoi confronti; da questo poi scaturisce l'azione, perché voi dovete coinvolgere tutti e tre gli elementi della persona umana, lo spirito la psiche e il corpo.
Quindi con lo spirito dovete fare in modo che la persona senta la presenza di Gesù; voi la sentite?
Se non la sentite voi non la sentono neanche loro.
Non è importante che tu la senta, l'importante è che tu, sapendolo spiritualmente e psicologicamente, sapendo nella fede che sul Vangelo c'è scritto quello, tu sai che Lui è lì perché due sono riuniti nel suo nome, anzi ci siete più di due, Lui è qui presente in questo momento, giusto?
È venuto da solo? Con chi è venuto? Sarà venuto con sua Madre?
Quando c'è Gesù e la Madonna ci sono gli angeli? Ci sono i nostri angeli?
Bene, questo soffitto è chiuso o è aperto, si vede la gloria di Dio?
Dovete capire che la realtà è più grande di quella che i nostri occhi vedono.
La realtà dei fatti è veramente che qui c'è un angolo di paradiso, perché se Gesù dice io sono in mezzo a voi, Io verrò con il Padre e con lo Spirito quindi c'è la Trinità, siamo tutti battezzati, dentro di noi abita la Trinità, i nostri angeli ci sono, è venuto Gesù con la sua corte celeste, ci sarà anche sua Madre con tutti i suoi angeli, ci saranno i santi i beati ci saranno i nostri santi protettori e allora qui quanti siamo in questa stanza?……
Migliaia, soprattutto la persona più importante è Gesù, allora se noi riusciamo a rendere presente questa realtà, non questa fantasia, è una realtà che supera la possibilità di verificare di misurare secondo le leggi scientifiche, perché abbiamo a che fare con la sopra natura non con la natura, ma la nostra fede.
Il Signore stesso ha detto, "Io sono in mezzo a loro".
Quindi è fuori di dubbio che Lui ci sia, Lui non mente; se Lui lo ha detto e noi siamo riuniti nel nome di Gesù allora qui dentro è pieno di angeli pieno di santi e questo soffitto non è un soffitto, ma sono delle nuvole che di tanto in tanto mi fanno vedere la gloria dei cieli!
Quando c'è tutto questo ambiente allora diventa facile parlare di Gesù, perché io già lo vedo, io sono alla sua presenza, parlo di Lui, di quello che mi ha insegnato: sapete che una volta il Signore mi ha detto questo, questo e quest'altro?
Stava camminando in Palestina e descrivo l'ambiente, devo far lavorare la mente di quelli che sono davanti a me; prima li ho preparati spiritualmente, gli ho detto Gesù è qui ecc. ecc. quindi spiritualmente…… loro sentono la presenza di Gesù.
Se non la sentite voi non la sentiranno neppure loro e non è che dobbiate sentirla prima voi vi preparate a sentirla con la fede, vi sforzate di sentirla, vi sforzate di vivere nella fede, non nel sentire, non siete dei sensitivi, non fate le cose perché le sentite, fate le cose perché nella fede sono così, quindi li avete portati alla presenza del Signore bene, adesso raccontate cosa il Signore ha insegnato, ma come? Così?
No, dovete creare l'ambiente, perché prima avete attivato lo Spirito di quelli che sono davanti a voi.
Adesso dovete attivare la mente, come fate?
Descrivete l'ambiente; allora Lui è andato a Gerico che è una piccola città che si trova sotto il livello del mare, perché le montagne sono più alte, lì c'è il Mediterraneo e la città è sotto, fa un caldo tremendo, immaginate tutte le rocce color marroncino, chissà che caldo che c'era.
E intanto descrivete: c'era tanta polvere, poi un sole tremendo, sentite il rumore delle cicale, voi dovete descrivere perché dovete far lavorare la mente e così avete coinvolto lo spirito e la mente: loro hanno visto Gesù qui, adesso vedono Gesù a Gerico; non è più un'esperienza spirituale è un'esperienza spirituale e psicologica, perché cominciano a usare la memoria, la fantasia la creatività, dopo di che voi date l'insegnamento: ….e c'era un cieco alla porta di Gerico.
Sapete i ciechi avevano il permesso di stare alla porta della città, perché così tutti gli davano i soldi per vivere e i ciechi di allora potevano indossare un mantello bianco così venivano riconosciuti come ciechi e tutti li aiutavano.
E questo cieco grida e loro vedono il cieco vestito con il mantello bianco, il bastone, lì alla porta della città.
Fate un disegno di una porta antica di una città, li aiutate e poi dopo dite: lui grida getta a terra il mantello, perché si fida di Gesù, ha capito che Gesù veramente ecc. ecc. e loro vedono quello che state spiegando.
Dopo che loro hanno visto tutta la scena gli darete l'insegnamento; ecco, come quel cieco ha abbandonato tutte le sue sicurezze anche noi dobbiamo imparare a fidarci solo di Gesù, perché chi si fida di Gesù sarà sempre aiutato.
E voi facendo una cosa di questo genere, avete inciso profondamente perché non avete fatto un discorso intellettuale.
Bene bambini adesso prendiamo il catechismo e leggiamo questa frase e leggete la stessa cosa, il cieco di Gerico.
Però in un caso appena finito la lezione chi s'è visto s'è visto, nell'altro caso lo ricorderanno.
Poi dopo il livello psicologico voi dovete intervenire a livello fisico; cosa fate?
Bene, abbiamo ancora 7 minuti, in questi sette minuti bambini faremo la recita sul cieco di Gerico, allora chi fa Gesù, chi fa gli apostoli, chi fa il cieco?
In cinque minuti di orologio voi dovete mettere su una piccola recita che deve durare cinque minuti, e per i costumi non ha importanza di come sono vestiti, i bambini hanno la fantasia.
Bene, in quella lezione di catechismo voi avete ottenuto dei risultati straordinari, perché?
Siete partiti dallo spirito, avete fatto sentire la presenza di Gesù, avete coinvolto la mente e l'intelligenza attraverso la composizione di luogo, cioè descrivendo il luogo, facendoglielo vedere anche se non l'hanno mai visto.
Avete dato il vostro insegnamento dottrinale, dopo che hanno letto e raccontato la parabola o il fatto del cieco di Gerico.
E come ultima attività, non fate cartelloni che non servono a niente, fate fare una piccola drammatizzazione, che non deve richiedere dei mesi di preparazione, due minuti.
Avete sentito che cosa è successo e adesso fatene una scenetta.
Bene, alla fine della vostra lezione voi avete fatto tutto, concludete con una preghiera nella quale voi direte: ecco Signore aiutaci a fidarci come il cieco di Gerico si è fidato di te fino al punto che ha abbandonato tutte le sue sicurezze per venire verso di te e ha ottenuto, perché tu aiuti sempre coloro che si gettano nelle tue mani.
Bene, in un minuto voi avete detto una preghiera, che naturalmente deve essere adeguata all'uditorio che avete di fronte, può essere fatto di bambini, può essere fatto anche di adulti.
In quel caso lì non è necessario fare la recita, ma a volte può anche essere necessario, insomma bisogna adattarsi alla situazione, basta che ci sia sempre l'attivazione perché la persona umana è fatta di spirito, di mente e di corpo, quindi questi tre elementi devono essere coinvolti.
Non vuoi fare la recita, allora fai un canto, dove si muovono le mani si facciano dei gesti, perché il corpo deve essere svegliato, dev'essere attivato, mi sono spiegato?
Non possiamo pensare che l'uomo sia una realtà che non c'è e cioè assolutamente spirituale.
L'uomo non è puro spirito. L'uomo è puro spirito incarnato, l'uomo è spirito e corpo insieme, non si può distinguere l'una dall'altra cosa, se no non si chiamerebbe uomo ma si chiamerebbe spirito angelico.
Invece Dio ci ha creati così, noi siamo fatti così, spirito mente e corpo.
Il corpo non è la prigione dell'anima, lo spirito non si sente imprigionato dal corpo, il corpo è la manifestazione della tua anima.
Ora se la tua anima è ripiena di Dio, le tue azioni saranno una manifestazione di Dio; se la tua anima è ripiena di te stesso, le tue manifestazioni fisiche saranno manifestazione di egoismo, è sufficientemente chiaro no?
Non siamo nella contrapposizione tra spirito e materia, noi siamo incarnazionisti, l'incarnazione ha redento, ha salvato, ha santificato, ha glorificato la materia, quindi il corpo di Cristo che è la Chiesa.
Noi siamo il corpo di Cristo che è la Chiesa.
La chiesa vive nella gioia, nello splendore della presenza di Gesù Cristo all'interno della nostra vita.
Nel catechismo della Chiesa Cattolica si sottolinea il dualismo, cioè a dire, la persona umana è composta di spirito, realtà spirituale e corpo.
Nella realtà spirituale noi abbiamo ulteriormente specificato, non trovato una cosa in più, semplicemente specificato ciò che è anche scritto nella Bibbia, 1 Ts 5,23 "tutto quello che è vostro spirito anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta di nostro Signore Gesù Cristo".
Una volta si diceva anima e corpo, dicendo anima e corpo si considerava anche la realtà spirituale.
Spirituale significa creata direttamente da Dio dove Dio abita, è come dire la coscienza.
Dio ti parla nella coscienza, fa sempre parte della tua realtà spirituale; la tua psiche tu la vedi? No, è una realtà spirituale? Certo.
Realtà spirituale umana.
Lo spirito immortale è una realtà spirituale umana che proviene direttamente da Dio.
Gli animali hanno una loro psicologia? Hanno uno spirito immortale? No.
Gli uomini hanno una loro psicologia? Hanno uno spirito immortale? Sì.
Quindi fa sempre parte dello stesso raggruppamento, spirito materia, nello spirito abbiamo la realtà psicologica la mente è la realtà direttamente creata da Dio immortale che è lo spirito, ma non si possono scindere le due realtà sono praticamente la stessa cosa viste da due aspetti diversi: è più chiaro adesso?
Se ricordate nello schema che avevamo visto, nei due centri dove c'è scritto io e Dio e psiche dove ci sono memoria, razionalità ecc. ecc. fanno tutti parte della sezione spirituale, psiche e spirito fanno parte della stessa sezione.
Quando noi moriremo, che cosa succederà?
Che il nostro corpo rimane qui e l'anima, che cosa c'è nell'anima?
Lo spirito immortale, la nostra memoria, la nostra psiche, le nostre caratteristiche psicologiche.
Quando saremo nella risurrezione della carne allora la nostra anima avrà il suo corpo, non vuol dire il suo corpo come è adesso, avrà il suo corpo nella perfezione del paradiso, perché in paradiso tutto è perfezione, quindi il tuo corpo sarà perfetto, senza pressione alta, senza gli occhiali, senza la stanchezza ecc. la perfezione!
Per di più il corpo non sta più sotto le leggi della natura ma che sta sotto le leggi di Dio, le leggi dello Spirito.
Adesso il nostro corpo è determinato dalle leggi della natura, è sottomesso alle leggi della natura, con la risurrezione della carne il corpo sarà sottomesso alle leggi dello Spirito.
Il corpo di Gesù che passa attraverso i muri!
Però è sempre un corpo, qualche cosa di cui non abbiamo l'esperienza si chiama corpo glorificato.
Con la risurrezione della carne riprendiamo il nostro corpo, ma non è quello di adesso.
Potremmo dire qualche cosa di simile, infatti Gesù risuscitato aveva le sembianze ma non era esattamente identico.
Non lo riconoscono subito, i due discepoli di Emmaus lo riconoscono allo spezzare del pane.
Quindi vuol dire che ciò che individua il corpo di una persona non è più la fattezza somatica, ma è l'identità spirituale.
Noi non è che ci riconosceremo per le nostre fattezze fisiche, ma per l'identità spirituale e psicologica, perché quello è il nostro io.
Il corpo è una nostra manifestazione tanto è vero che il nostro corpo cambia durante la nostra vita, nasciamo piccoli e moriamo in un'altra situazione; possiamo nascere magri e morire grassi e viceversa allora cosa vuol dire: le fattezze somatiche sono indicative ma non determinanti.
Gesù si fa riconoscere, sono proprio io, non abbiate timore, datemi del pesce, vedrete che io mangio, è il mio corpo, tocca, metti il tuo dito nelle piaghe.
Perché le piaghe rimangono? Sono il segno dell'identità spirituale.
Per le sue piaghe siamo guariti, dice Isaia al cap. 53, sono il segno della identità, egli è il Salvatore.
Che poi abbia la faccia di un colore o di un altro, i capelli in un modo o in un altro, però sta di fatto che dopo la risurrezione ciò che determina l'identità non sono più le fattezze somatiche, ma è la realtà spirituale, Egli è il Verbo che si è fatto carne, è carne redenta ma è il Verbo.
Lo si riconosce come carne solo perché lo si è riconosciuto come Verbo.
Noi ci riconosceremo tra di noi, non tanto per le nostre fattezze fisiche, dopo la risurrezione, ma per l'identità spirituale.
Più di così non vi so dire anche perché non ci sono mai stato nell'aldilà!
Come risorge in caso di mutilazione in seguito a incidenti?
Ci sono tanti incidenti in cui le persone non sono più riconoscibili, per esempio una persona che muore in un incendio ed è carbonizzata completamente al punto che non si trovano neppure più le ossa, allora questa persona non risorge?
Se noi siamo fisicisti, cioè ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, allora cosa dovremmo concludere?
Così una persona che ha avuto la mano maciullata sotto un macchinario, risorge senza una mano?
Allora dov'è la perfezione del Paradiso?
Dovremmo ammettere che in Paradiso sussiste la "non perfezione", ma è possibile pensare a una cosa di questo genere?
Allora un bambino che vive solo per qualche settimana nel grembo della madre, morendo non risorge?
Non era ancora formato bene oppure risorge in formato ridotto? No!
Il corpo che il Signore ci da è il corpo della perfezione.
Tutti coloro che sono nel Paradiso nella risurrezione avranno la situazione di perfezione della loro situazione; quindi uno muore ottantenne, non ci sente più, non vede più è pieno di acciacchi ecc. ecc. risorge di nuovo così?
Ma ci pensate, un'eternità di acciacchi? No.
Risorgi nella gloria! Gloria vuol dire splendore, vuol dire magnificenza, vuol dire perfezione, vuol dire bellezza, gloria vuol dire tantissime cose; la risurrezione nella gloria significa che nella piena efficienza fisica del corpo, ma non secondo semplicemente la piena efficienza sulla terra, la piena efficienza fisica secondo le leggi dello Spirito, quindi molto, ma molto migliore.
In fondo Gesù passava attraverso i muri, si spostava con la velocità del pensiero: prima era a Emmaus con i due discepoli e poco dopo era lì nel Cenacolo, pace a voi; quindi è chiaro che un corpo non poteva spostarsi a quella velocità, ma il corpo sottomesso alla gloria sta sotto le leggi della gloria, non sotto le leggi fisiche della natura.
Riguardo alla donazione degli organi cosa ne pensi? Tutto il bene, niente di male!
Naturalmente è una forma di grande carità, io non trovo niente che vi si opponga.
In fondo Gesù Cristo ha detto: "nessuno ha un amore più grande di chi da la vita per il proprio fratello".
Se tu dai un rene, vuol dire che il tuo fratello vive, tu gli hai dato la vita. Giusto?
Noi non siamo fisicisti come i Testimoni di Geova che sono fondamentalisti e che dicono: il sangue è la vita, quindi non puoi dare il sangue, perché dai la vita.
La vita appartiene a Dio, tu cosa sei Dio che dai la vita agli altri?
Sappiamo che è una cosa diversa.
La Scrittura utilizza delle categorie mentali adatte a quel tempo, poi con delle crescite maggiori si hanno delle conoscenze maggiori.
E quindi anche dopo la morte? Sicuramente.
Noi sappiamo che il corpo serve a noi come luogo di incontro tra l'uomo e Dio.
Una volta che noi siamo già con Dio, il nostro corpo ha fatto le sue funzioni, giusto? Basta!
Siamo attaccati al passato?
Vale anche per la cremazione? Certamente, c'è semplicemente questo aspetto da sottolineare: fare la cremazione in disprezzo del corpo è negativo; ma se non si fa per disprezzo, non c'è niente di male, assolutamente.
Perché la Chiesa si opponeva? Perché tanta gente usava la cremazione per dire: io non credo alla resurrezione della carne, allora mi faccio cremare.
Quindi in passato era vissuto in questo modo, cioè una forma di opposizione quasi violenta agli insegnamenti evangelici.
Ma quando questa opposizione non c'è e uno crede alla risurrezione della carne, allora quelli che muoiono bruciati non risorgono?
Quindi la cremazione vissuto in questo stile non è peccato.
I cammini di guarigione interiore che sono presenti nella Chiesa avari livelli.
Il Signore non ha mai detto che avrebbe eliminato la nostra memoria, però ha sempre detto che ci avrebbe redenti.
Allora la redenzione non significa dimenticare tutto ciò che è stato brutto, ma guarirlo sì.
Se uno deve eliminare tutto ciò che è stato brutto, allora la persona che ti ha fatto soffrire Dio la dovrebbe eliminare!
Lo stesso diavolo dovrebbe essere eliminato.
Perché una persona che va in Paradiso si ricorda e scopre tutte le volte che è stato violentemente tentata dal diavolo e che questa persona ha ceduto alle lusinghe del diavolo.
Quindi si ricorda che è passato in Purgatorio per diversi anni a causa anche del diavolo.
Allora che cosa succede che in Paradiso sussiste la sofferenza per il ricordo? No.
Il ricordo dei momenti tristi della vita è purificato ed è guarito, diventa un'occasione per glorificare Dio.
Quando tu perdoni una persona di cuore, dopo il rapporto con quella persona è più sereno di prima, anche se tu continui a ricordare tutto ciò che è successo prima.
Quando uno fa un cammino di guarigione interiore, non cade nell'amnesia di tutto ciò che è successo prima, cade nella guarigione.
Ossia come si fa riconoscere un ricordo da guarire da un ricordo guarito? Semplice!
Un ricordo che deve essere ancora guarito, quindi una ferita che tu hai ricevuto, non appena ti viene in mente ti produce sofferenza; è come se tu provassi le medesime cose che hai provato quella volta in cui quel fatto è accaduto; questo ricordo è passato ma non è guarito.
Allora fai le preghiere di guarigione, chiedi che il Signore si renda presente in quel momento, che venga a portare la sua pace, il suo amore, a togliere tutto ciò che c'è stato di troppo e a mettere tutto ciò che è mancato; invochi lo Spirito Santo ecc. ecc. poi dopo ringrazi il Signore.
Quindici giorni dopo ti ritorna in mente quello stesso fatto e ti accorgi che non soffri più.
Capisci che il Signore ha guarito il ricordo, non te lo ha tolto dalla mente, tu lo ricordi benissimo, ma non soffri più, sei completamente sereno e tranquillo.
Ecco in Paradiso è possibile ipotizzare che ci sia una cosa di questo genere; le sofferenze della vita qui sulla terra le avremo ancora come ricordo, ma poiché quello che vivremo in Paradiso sarà enormemente inimmaginabile, per quanto sia bello, avremo il ricordo della vita sulla terra, ma questo ricordo non ci toccherà più; sì, una cosa accaduta, che però, come dire, non ci fa né caldo né freddo.
Questa è la guarigione del ricordo del passato.
Inoltre in Paradiso si vive un eterno presente non si vive proiettati nel passato come facciamo noi, perché del passato ricordiamo solo ciò che ci gratifica.
Nel Paradiso non abbiamo bisogno di andare a cercare nel passato ciò che ci gratifica, perché il presente ci gratifica molto molto di più.
Il presente che è anche una forma particolare di futuro, perché l'eternità è un "futuro presente" in cui continuamente si cresce nella gioia, nello splendore, nella bellezza.
Il presente di adesso è diverso dal presente di "dopo", perché sei già cresciuto nella gloria.
Quelli che sono in Paradiso da 2000 anni, sono cresciuti nella gloria in una maniera incredibile.
Quando saremo lì da 50.000 anni non avremo la stessa gloria di quando siamo arrivati, saremo cresciuti, perché Dio sarà tutto in noi e noi saremo completamente in Dio.
Ma Dio non finisce mai, quindi vuol dire che continueremo a crescere nella gloria, nello splendore, nella bellezza, nella felicità, nella gioia, nella pace, nella luce, nell'amore, tutto quello che c'è di bello, ma infinitamente senza che questo finisca mai.
E senza che mai ci stufiamo, sempre con un desiderio che cresca questa gioia, questo splendore.
Questo è, in parole molto povere e sicuramente non adeguate, ciò che è la vita in Paradiso, per questo abbiamo da vivere poco tempo sulla terra, viviamolo bene perché poi quello che ci aspetta è di inimmaginabile lo splendore.
Quindi è qualche cosa di pazzesco lasciarselo perdere, per stare dietro alle nostre piccole storie.
Nel Purgatorio esiste la medesima cosa.
Noi non sappiamo come sia effettivamente il Purgatorio, sappiamo che il Purgatorio è il tempo in cui Dio ti prepara a vivere con Lui un'eternità beata.
Poiché nella tua vita tu hai sofferto egoismi, sotto forme diverse, anche quello che gli altri hanno fatto contro di te, allora hai bisogno di questo tempo, diciamo così, che potremmo fare assomigliare a un tempo di convalescenza.
Quando uno subisce una grande operazione dopo deve vivere necessariamente un tempo di convalescenza, se no non può vivere la sua vita normale, non la sua vita speciale.
Allora in Paradiso la vita normale è pazzescamente bella, ma se tu non hai fatto la tua convalescenza per guarire da tutte le tue ferite che ti trascini dal passato, se tu non riesci a vivere la tua vita normale occorre un tempo di Purgatorio.
Quindi potremmo dire che il Purgatorio assomiglia un po', in linea di principio, poi come sia in concreto non ve lo posso dire, ma se noi dovessimo avere una intuizione, chiamiamola così, sul significato del Purgatorio, è la misericordia di Dio che scende su di te e ti rende abile a vivere la vita di gloria: attraverso il suo perdono, attraverso la ricostruzione e il riempimento di tutti i vuoti che fanno parte della tua vita.
Perché un peccato è un vuoto d'amore, che doveva essere riempito; allora bisogna mettere questo amore che non c'era, se non sei un colabrodo!
Allora metti questo amore che non c'è in modo tale che tu nel Paradiso possa vivere la pienezza dell'amore.
Perché se tu sei una fetta di groviera piena di buchi, cosa fai in Paradiso?
Devi essere una pienezza, non si entra in Paradiso se non si è nella pienezza.
Tutto quello che doveva essere pieno di amore e non lo è, sarà riempito dall'amore di Dio, il quale non farà tutto questo da solo, lo farà con te.
La misericordia di Dio riempie e guarisce te, ma non senza di te, sempre in comunione con te.
Di più non posso dire insomma non ci è rivelato, queste sono tutte intuizioni, mi sono spiegato?
il Purgatorio viene citato nella Bibbia.
È rivelato nella Bibbia per esempio nel libro dei Maccabei, quando viene detto che viene fatta una colletta di 2000 dramme d'argento, per offrire dei sacrifici di espiazione per tutti quei guerrieri che erano morti, perché avevano addosso degli amuleti di divinità e quindi di superstizione.
Questo è un testo dell'Antico Testamento che viene considerato come affermazione sulla possibilità di una redenzione dopo la morte.
Poi viene detto nella lettera di Pietro dove dice non so se in questo secolo o in quello futuro che ci sarà un annuncio, quindi si annuncia in maniera naturalmente molto involuta, perché non è volontà di Dio avere una chiara coscienza di che cosa sia il Purgatorio.
E poi c'è anche nelle lettere di Paolo che Gesù scese agli inferi e lì rivelò la sua natura.
Gli inferi è il luogo dove stavano in attesa le anime prima della redenzione e queste anime ricevettero l'annuncio di Dio, Gesù il verbo fatto carne unico Salvatore e quindi queste anime hanno sentito l'annuncio e hanno potuto scegliere se accoglierlo o non accoglierlo, ma la Bibbia non ci dice in che modo.
Come non ci dice in che modo gli angeli dovettero scegliere se stare con Dio o starsene lontani da Dio.
La Bibbia ci dice soltanto che avvenne una grande battaglia, il libro di Daniele per es. o il libro dell'apocalisse, dove questi angeli si divisero, però non ci dice che cosa effettivamente accadde, così per quello che riguarda il Purgatorio ci viene velatamente annunciata questa possibilità, questa realtà, ma senza una spiegazione esplicita.