Il servizio
17-1-2004
1) Il pentimento e il servizio possono essere perfetti e imperfetti
2) Il servizio per amore di se stessi
3) La critica costruttiva
4) Molta cura per servire il prossimo
5) Elevare l'obiettivo
6) Ricerca del punto di vista spirituale
7) Sii attento per conoscere te stesso
8) Lasciati guarire da me …
9) Contano l'impegno e le vere motivazioni
10) Fare solo ciò che pensi ti competa
11) S. Teresina di Lisieux lotta contro il suo carattere
12) Caratteristiche del servizio catechistico
13) Fate tutte le esperienze spirituali e rubate …
14) Ricostruire le nostre caratteristiche piemontesi
15) La parabola del buon samaritano
16) Catalizzare l'attenzione
17) Dialogo - monologo. I testimoni di Geola
18) Efficacia della preghiera
19) Rispondere alle domande dei bimbi
20) Mettersi nei panni del prossimo
21) Chi sono gli ultimi?
22) Appartenenza: analogia col matrimonio
23) La grazia santificante
24) Adesso non sono più io che parlo, ma Gesù che vive in me
Il Catechista, come qualsiasi cristiano, però il catechista di più, è evidente no, fa servizio nella Chiesa non per farsi ammirare, ma proprio per servire.
Che cosa significa servire? Qual è l'ottica del servizio?
Come per il pentimento c'è il pentimento perfetto e il pentimento imperfetto, ossia il pentimento perfetto: contrizione, pentimento imperfetto: attrizione.
Attrizione = pentimento imperfetto, mi pento perché ho paura dell'inferno, però è pentimento.
Contrizione = pentimento perfetto, mi pento perché amo Dio, mi dispiace che Dio in qualche modo sia dispiaciuto mi dispiace per Lui e poi anche per me.
Come per il pentimento anche il servizio può essere di tipo perfetto o di tipo imperfetto.
Questo però è pur sempre un servizio, non è da rifiutare in blocco, ma è sicuramente da perfezionare.
Ossia vi è un servizio fatto per amore del Signore quindi nella carità e vi è un servizio fatto per amore di se stessi.
Il servizio fatto per amore di se stessi è un servizio che viene ricercato e viene svolto per la necessità e il desiderio inconscio della persona di sentirsi approvare, magari non in modo esplicito.
Però, tutto sommato, il motore che muove il servizio di quella persona non è la carità, ma è il desiderio degli applausi.
È una cosa negativa? No è sempre servizio, però nasconde delle ferite a livello psicologico, che possono anche ferire il cammino spirituale.
Vi ricordate spirito, psiche e corpo? Allora il corpo viene attivato nel fare quel servizio, perché?
Perché nella psiche ci sono delle ferite, e dei vuoti che devono essere colmati e quindi quella persona si dà molto da fare per colmare questi vuoti.
Se questa situazione non viene curata, perché la persona non ha una direzione spirituale, perché non ci ha mai pensato prima, perché non si è accorta di questo problema.
Cosa succede? Succede che anche a livello spirituale si causano dei problemi, perché una persona non fa il servizio anche per il Signore, per Lui, lo fa per se stesso.
E allora risulta essere come una manifestazione d'orgoglio, può trasformarsi in orgoglio, può trasformarsi in autosufficienza, specialmente se la persona è intelligente, intraprendente, attiva, si dà da fare e ha successo.
Allora si può trasformare in autonomia: io so fare tutto, io sono capace di fare tutto e questo può provocare delle divisioni all'interno della comunità.
La persona intelligente, intraprendente, che fa tutte le cose per dimostrare a se stessa e agli altri che vale, si trova in contrapposizione con gli altri.
Ha sempre da dimostrare che è un gradino più sopra agli altri.
Quindi in una comunità, per esempio parrocchiale, provocherà facilmente, nella migliore delle ipotesi, competitività.
Nella competitività è di fondamentale importanza il paragone con gli altri.
Ma il paragone è il primo mattone che suscita la critica, e non intendo dire la critica costruttiva ma la critica distruttiva.
La critica costruttiva è quella critica equilibrata che dice: ecco qui abbiamo sbagliato, controlliamo bene come abbiamo fatto questa volta, per non sbagliare più un'altra volta.
La critica distruttiva è: tu hai sbagliato.
La critica inutile è: cerchiamo di dire solo sempre le cose che vanno bene, questa è una critica inutile ed è una manifestazione di una paura, la paura di non essere adeguati.
Vedete quante piccolissime cose possono in qualche modo condizionare il cammino di ciascuno di noi.
Allora quando c'è la critica, il paragone, nascono le gelosie e le invidie, le contrapposizioni e quindi le divisioni.
Vedete come è importante e di fondamentale importanza che tutti i cristiani, ma specialmente coloro che si pongono al servizio della Chiesa in una maniera un po' più ufficiale, diventa fondamentale la cura personale della propria anima, della propria psiche, delle motivazioni per cui si fanno le cose.
Con questo non si vuol dire che chi sta facendo servizio ed è, come potremmo dire, sfregiato da queste ferite non deve più fare il servizio; no al contrario deve continuare a fare il servizio coltivando la virtù dell'umiltà.
La virtù dell'umiltà è quella virtù che ti permette di avere una giusta visione di te stesso, né troppo alta e neanche troppo bassa.
La falsa umiltà si manifesta anche nel disprezzo di sé.
L'umiltà vera non è il disprezzo di sé è il distacco da sé, mi sono spiegato?
Quindi è necessario avere tutta questa cura per servire il prossimo, mettersi al servizio, essere nella Chiesa con qualche compito ufficiale?
Non significa che questa persona si fa servire, non significa neanche che questa persona fa tutto.
Significa che questa persona, che ha ricevuto un determinato compito, qualunque esso sia, dal Papa al sacrestano, deve domandarsi se sta facendo questo compito per dare incenso a se stesso, o se lo sta facendo veramente per servire il proprio prossimo.
Come si fa a servire il proprio prossimo nel modo giusto?
Vi dico un espediente molto semplice, però molto efficace: se la persona ha un minimo di spiritualità, certo se la persona ha solo attivismo voi capite che è difficile, è in questo corso e state imparando che la parte preponderante della vita del catechismo è la spiritualità, subito dopo viene la dottrina.
Allora il piccolo espediente potrebbe essere questo che poi è un espediente del Vangelo: "ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi piccoli l'avete fatto a me."
Allora la cosa necessaria è che nella nostra psiche la memoria si ricordi costantemente a chi sta facendo questo servizio.
Tu non stai facendo questo servizio ai genitori, ai bambini, al parroco, al vescovo, al Papa: sì anche a tutti questi, ma tu stai facendo tutte queste cose a Gesù.
Bisogna assolutamente elevare l'obiettivo, per tante ragioni.
Intanto questa è la nostra santificazione: ricordate che noi stiamo facendo tutte queste cose a Gesù, quindi questo aiuta, come potremmo dire, la nostra intimità con il Signore, che poi fa crescere la carità, perché noi non possiamo amare il Signore nascosto in quelle persone, se non con la forza di Dio.
Non appena qualcuno ha avuto a che fare con il pubblico ci rendiamo conto come sia difficile avere a che fare con il prossimo.
Se non abbiamo l'amore di Dio dentro, noi il prossimo lo prendiamo a calci. Dico bene?
Quindi ricordiamoci bene: non per farsi servire, ma per servire, è una delle caratteristiche importanti del Catechista.
Per questo dicevo occorre la cura personale delle motivazioni per cui si fa servizio.
Ora una persona, ipoteticamente, scopre di fare servizio perché le piace essere ammirata, ringraziata, sentirsi parte di una ristretta cerchia, che ha una certa autorità ecc. ecc. cosa deve fare, deve disperarsi?
Tutt'altro il Signore ci fa scoprire anche attraverso le cose che tu fai quali sono i tuoi pregi e quali sono i tuoi limiti, non perché tu ti adagi nel dire: "ecco io sono limitato ecc. ecc. ".
No perché il Signore è colui che colma le distanze.
La Lettera agli Ebrei ci dice che noi non abbiamo bisogno di un altro sommo sacerdote, abbiamo già Gesù Cristo che è il sommo pontefice.
Il sommo pontefice è colui che colma le distanze tra Dio e l'uomo.
Allora nella misura in cui la nostra intimità, personale con il Signore Gesù diventa autentica, allora anche il nostro servizio cambierà.
La nostra costante ricerca è dal punto di vista spirituale: ricordarsi che stiamo facendo queste cose a Lui, dal punto di vista morale nel nostro cammino di crescita spirituale e se volete nel nostro cammino di santità umana.
Perché la santità non esce mai dalla umanità.
Una persona è autenticamente santa solo se è profondamente umana.
Non troverete mai nessun santo che sia squilibrato.
Se uno ha una isteria, anche se avesse le visione della Madonna dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, non diventerà santa perché una prerogativa è che la persona sia equilibrata.
Non parlo di malattia, parlo proprio di capacità di giudizio.
Allora la persona equilibrata deve e sa che il proprio cammino spirituale non è un cammino che si riferisce semplicemente ai grandi temi spirituali, ma che coinvolge trasversalmente tutta la persona umana.
Per cui anche la psiche può essere guarita, può essere colmata, può essere perdonata, può essere elevata.
E anche il corpo, tutto ciò che una volta veniva ridotto nel termine: mortificazione dei sensi che significa tutto sommato prendere le distanze da sé stessi.
Allora tu che insegni agli altri le norme del catechismo ecc. ecc. devi stare attento per conoscere te stesso, una persona scopre che fa tutte queste cose per sentirsi ammirata.
Allora fermati, va davanti al Santissimo e domandagli: "ma Signore perché io sto facendo tutte queste cose per la gioia di sentire che qualcuno mi applaude e mi vuole bene è una cosa negativa?"
Il Signore ti dirà: "No, non è una cosa del tutto negativa.
Però attenzione che, forse non ti ricordi, che tu stai facendo questo, per dimostrare a te stesso che sei una persona che vale.
Perché ti hanno preso in giro, ti hanno emarginato, non andarvi bene a scuola e i tuoi genitori ti hanno sgridato e ti hanno fatto sentire una persona incapace.
Quindi tu cerchi in tutti i modi, inconsciamente, di emergere per riscattare te stesso, a causa delle cose che ti sono capitate nel passato".
"Ho Signore è proprio vero potrebbe essere proprio così perché infatti nella mia vita sono successe tutte queste cose che cosa devo fare?".
"Lasciati amare da me, lasciati guarire da me, dammi tutti i tuoi ricordi del passato, perché io metta tutto quello che mancava: l'affetto, l'incoraggiamento, la stima, una parola dolce ecc. ecc. che tolga tutto quello che invece ci è stato di troppo: la paura, la solitudine, la disistima di sé, il disprezzo di sé, una bassa considerazione sbagliata di sé stessi ecc. ecc.".
Poi invocherai lo Spirito Santo, starai in silenzio davanti al tabernacolo un pochino di tempo sapendo che lì c'è il Signore e dopo ti alzerai, ringraziando il Signore, sapendo già che lui ha fatto qualche cosa, anche se tu non vedi niente e non senti niente.
Continua a fare così tutti i giorni, tutto il tempo che devi farlo e ti accorgerai che tu stai cambiando primo gradino, secondo gradino.
Non puoi fare tutto questo esclusivamente da solo, una grande grazia è la guida spirituale che deve essere una persona scelta tra le persone come dire equilibrate umanamente, dotte nella dottrina come dice Santa Teresa d'Avila, oppure sante.
Quindi il compito potrebbe essere proprio questo: pregare fortemente per riuscire a trovare una guida spirituale.
Dopodiché tu non devi aspettare di essere perfetto per fare il tuo servizio; chi sta ridendo sotto, sotto mentre tu stai pensando queste cose?
Il nemico di Dio che dice: "sono riuscito a fermare una persona onesta", perché solo una persona onesta è in grado di farsi questo discorso, di dire: "voglio le vere motivazioni, voglio far le cose per il motivo vero e giusto".
Allora il nemico di Dio che cosa farà? cercherà di bloccarti in tutti i modi, con il senso di colpa, con il senso di inadeguatezza e il tuo servizio, che deve essere umile e quindi deve essere consapevole dei propri limiti diventa un servizio orgoglioso: "non faccio le cose perché non sono perfetto." E allora dove è finita l'umiltà?
Tu devi continuare a fare le cose continuando a sforzarti di cambiare te stesso.
Ricordati che il Signore tiene conto dell'impegno che ci metti, non tanto dei risultati.
Perché l'impegno potrebbe essere tanto e i risultati potrebbero essere scarsi, però il Signore legge il cuore, "non era ancora intessuto nel grembo di tua madre e io già conoscevo tutto" dicono i salmi.
"La tua parola ancora non era sulle labbra e io già la conosco tutta".
Quindi il Signore conosce le vere intenzioni e le vere motivazioni, tu le conosci?
Tu conosci le vere motivazioni, le vere intenzioni di te stesso?
Questo è di fondamentale importanza.
Non per farsi servire, ma per servire.
Così Gesù non è venuto per farsi servire ma per servire.
Questo non vuol dire che Gesù andasse a cucinare, a lavare i panni … sapeva farlo perché l'aveva fatto, ma ci sono compiti diversi, in tempi diversi in modi diversi.
Se il Papa ha le cuoche che gli fanno da mangiare ecc. è perché lui non è capace a farlo?
È perché ha altri tipi di compiti.
Se tuo marito o tua moglie fa una cosa piuttosto che un'altra è perché il resto non è capace di farlo?
Ma è anche vero che, finché noi non abbiamo la moltiplicazione di noi stessi, o facciamo una cosa ho ne facciamo un'altra.
Se tu fai il catechismo, forse è perché non sei capace di pulire la chiesa?
La verità è proprio questa.
Questo non significa che uno nella necessità non possa fare anche qualche cosa che nella sua psiche bacata e malata crede che non gli competa, perché secondo lui è a un livello più basso, mi sono spiegato?
Ci sono delle persone che vanno a Messa solo perché vanno a leggere: "io sono un lettore, io spostare fogli dei banchi per mettere in ordine?
Non è il mio compito, quello è il compito del sacrestano.
Se poi c'è bisogno di pulire la Chiesa, non è il mio compito, perché io sono già il lettore".
Forse fa un po' ridere, ma non credete che sia veramente autentico un atteggiamento di questo genere?
Non è esagerato. Sapeste quante persone sono così.
Voi sapete chi si fanno queste cose qui e quando succede questo voi capite che ci sono dei vuoti, che devono essere colmati.
Ma tu non puoi andare lì a dire: "anima mia ma tu hai dei vuoti che debbono essere colmati".
È molto difficile forse non c'è una regola fissa, però si può dire: "mi aiuti? devo fare questo.
Oggi devo andare a pulire la chiesa mi vieni ad aiutare, da sola non ce la faccio".
Si può cominciare a coinvolgere le persone in questo modo, però voi capite o la persona ha il desiderio di fare un cammino spirituale autentico, ma quando la persona si sente arrivata, siamo alla fine, siamo veramente al dolce.
È un po' un problema sapete.
Nelle opere di misericordia spirituale c'è anche: "sopportare pazientemente le persone moleste" ci sono domande su queste cose?
Io mi ricordo di Santa Teresina di Lisieux, che è sempre cresciuta come un bon bon dentro a una bomboniera, sempre coccolata da tutti, e va nel convento di clausura dove c'era già sua sorella, che era la priora del convento.
E lei lotta aspramente contro il suo stesso carattere, lei così ben abituata, così delicatina sulle cose giunge perfino a andare vicino a quella suora più anziana, più bavosa, che biascica tutte le preghiere, che quando dice la corona la sbatte contro i banco e a lei da un fastidio dell'altro mondo.
Fino al punto di scegliere quella suora antipatica e noiosa come sua compagna e lei si mette al suo servizio, perché è masochistica?
No, perché lei aveva capito che il suo punto debole era l'essere così attenta alle piccole cose e così decise di combattere questo suo lato del carattere.
Perché questo, pur non avendo niente di negativo, l'allontanava dalla preghiera, perché stava troppo attenta ai particolari e invece che all'insieme ecc. ecc.
Siamo alla fine se uno è attento alla liturgia, ma non riesce a pregare perché vede la tovaglia storta.
Sono cose che possono succedere.
Ci sono delle caratteristiche del servizio catechistico come la fedeltà nella concreta esigenza.
Il servizio non può che essere un qualche cosa di assolutamente fedele, non è determinato dall'umore del momento: la perseveranza è un fattore importante.
Non è importante la fiammata, è importante la brace, la fiammata non cuoce una buona graticola di pesce la brucia solamente, ciò che lo cuoce bene è quella bella carbonella rossa che non fa le fiamme, ma che è costante.
Perché la carbonella resti rossa è necessario alimentarla con l'ossigeno dello Spirito Santo e con la materia della nostra buona volontà.
Se tu hai il tuo fuocone con il carbone ardente, se tu chiudi la finestrella di sotto, dopo un po' il carbone si spegne, perché ha bisogno di ossigeno.
Quindi nella tua vita spirituale tu devi fare entrare di sotto, di nascosto che significa nella tua vita intima di preghiera devi fare entrare lo Spirito Santo, l'ossigeno dello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita.
Allora permette che questo fuoco sia vivo, ma questo fuoco si consuma, perché tu ti consumi nella tua materialità e il tuo servizio è consumazione di te stesso, allora deve essere alimentato da altre cose.
Di qui l'attenzione al tuo cammino spirituale e che comporta la conoscenza della dottrina, quindi l'approfondimento della parola di Dio e del magistero delle Chiesa.
In più il rinnovamento di quelle che sono le tue energie umane, quindi con la necessità del riposo e una necessità di fare altre esperienze spirituali per arricchirti.
Qualche tempo fa vi dissi: "andate e fatte tutte le esperienze spirituali che potete e dovunque andate rubate".
Questo non è contro il settimo comandamento.
Diceva San Paolo: "provate tutto, quel che ritenete buono prendetelo".
Io sto parlando delle esperienze cristiane, quindi, è evidente, ho escluso, in una maniera assolutamente determinata, tutto ciò che non fa parte dell'esperienza cristiana, quindi meditazione trascendentale, yoga, religioni orientali, filosofie, teosofie, esperienze spiritiche ecc. ecc.
Quindi tutto provate, ma di cristiano, tutte le cose cristiane.
Quindi nella Chiesa ci sono molte esperienze: c'è l'Azione Cattolica, ci sono i Focolarini, c'è il Rinnovamento, va bene.
Andate, fate gli incontri, ci sono gli incontri diocesani, una meditazione di un certo tipo, ci sono i grandi personaggi come don Domenico Machetta e qualche altro predicatore.
Andate, ascoltate, non dovete seguire pedissequamente, ma dovete cogliere il messaggio.
Per esempio, guardare come hanno fatto bene questo altare e ci sembra che aiuti le preghiera; guarda come i chierichetti si sono preparati bene, che bel canto, lo voglio imparare per insegnarlo nella mia classe ecc. ecc.
Il Signore ha detto che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce, allora vogliamo bagnargli il naso e dirgli: "no siamo scaltri anche noi e quindi usiamo la tua stessa moneta.
Tu ci dici di rubare, ma noi rubiamo le cose sante e le moltiplichiamo".
E quindi molta furbizia, molta sagacia, molto entusiasmo.
Io lo so che siamo in Piemonte e dove sembra che l'entusiasmo sia una cosa che non ci appartenga, però vi ricordo anche che nel XIX secolo non esiste una regione in tutto il mondo che abbia prodotto così tanti santi.
Come mai? Non erano piemontesi quelli di quella epoca?
Allora questo significa che dobbiamo riscoprire quelle che sono le nostre caratteristiche: la tenacia e la perseveranza ci appartengono, ma dobbiamo anche essere intelligenti, intraprendenti, fantasiosi, anche un pochino più entusiasti, non sempre rassegnati.
"Ma noi non siamo come gli altri, perché gli altri sono più furbi?
Noi dobbiamo essere intelligenti, noi non ci stiamo paragonando con la psicologia delle altre persone: dei lombardi, dei toscani, degli umbri, dei francesi o dei tedeschi ecc. noi non ci stiamo paragonando alle loro caratteristiche psicologiche.
Noi ci stiamo paragonando a Gesù Cristo, il quale aveva molta fantasia per coinvolgere le persone.
Se doveva andare a pranzo dai pubblicani andava a pranzo dai pubblicani e per farsi ascoltare inventava delle storie che noi chiamiamo parabole, sono il racconto verosimile di quello che può essere accaduto e sarà accaduto, ma può anche non essere accaduto.
"Un uomo andava da Gerusalemme a Gerico, nel tragitto fu assalito dai briganti".
Mica Lui ha detto: "Pomponio se ne andava da Gerusalemme a Gerico ed era vestito così e cosà " non sta facendo una radiocronaca o leggendo un articolo di giornale, sta raccontando un evento verosimile.
Sarà accaduto decine di volte, ma quello che Lui racconta ha un altro significato: attirava l'attenzione.
E queste persone, abituate alla superficialità e alla mondanità ascoltavano queste storie, che era la televisione del tempo, e ascoltando questi racconti venivano trascinati da colui che li raccontava nel modo giusto di ragionare e di pensare.
Secondo voi chi ha agito meglio? Perché Gesù ha potuto fare questa domanda?
Perché gli ha già creato una struttura mentale capace di fare un discernimento ed essi rispondono, perché Dio gli ha guarito le strutture mentali.
In quel momento loro sono capaci di dire la cosa giusta e pensano veramente la cosa giusta, perché c'è stato un intervento di Dio che gli ha rimesso le idee a posto.
Se voi siete al servizio di Dio avete il medesimo compito catalizzare l'attenzione con entusiasmo, se non siete entusiasti voi non lo sarà nessuno e se voi non siete contenti di dire le cose che state dicendo quelli che vi ascoltano dormiranno, disegneranno si tireranno le palline di carta, ma non vi ascolteranno.
Siete voi che dovete con la vostra sagacia ecc. trasformare la dottrina che dovete dire in un qualche cosa di interessante, catalizzare l'attenzione, coinvolgerli in modo che la verità esca fuori da loro stessi.
Si chiama metodo maieutico, che usavano già i filosofi dei primi secoli, i filosofi greci: metodo maieutico cioè tirar fuori da loro la verità.
Cioè tu gliela prepari, gliela fai entrare dentro, poi loro la dicono e hanno l'impressione di averla saputa loro, intanto gliel'avete detta voi.
Questo metodo maieutico è un metodo molto utilizzato dai ciarlatani, quando devono fare le carte alle persone "allora signora lei ha 48 anni, vero?"
L'altra risponde, ma non si accorge di avere risposto, e poi dopo le fa dire tutto e poi le dice:" Sì effettivamente dall'ombra della luce della candela si vede questo e quest'altro".
Avete mai visto l'ombra della luce della candela?
Non si vede l'ombra della luce, perché la luce non fa ombra.
Avete mai visto l'ombra di una lampadina accesa?
Vedete l'ombra di una lampadina spenta non di una accesa…
È di fondamentale importanza un dialogo contraddistinto dalla verità e dall'amore; si dialoga sempre quando c'è la possibilità di dialogare, se il dialogo è precluso subentra la preghiera, è inutile dialogare, va bene?
Dove nelle famiglie entrano i testimoni di Geova e il marito diventa testimone di Geova o la moglie, il dialogo è precluso addirittura da loro: "non parlerai non mangerai insieme alle persone che non fanno parte della tua stessa mensa" le testimonianze sono decine, la moglie e i figli dei testimoni di Geova mangiano nella sala da pranzo e il marito in cucina, da solo, perché lui è rimasto volgarmente cattolico.
Che cosa può fare il marito in quella occasione?
Non può più parlare con la moglie, perché la moglie non lo considera, non esiste, deve solo darle i soldi e basta e tutti i parenti, che sono rimasti nell'antica fede cattolica, non esistono più, parlano solo con gli amici e i parenti che si sono convertiti e allora dov'è il dialogo?
Non esiste più.
Quando i testimoni di Geova vengono per convincerti delle loro verità, quello è dialogo?
No, quello è monologo, loro non ti stanno ascoltando, loro ti danno solo la possibilità di dire qualche cosa, ma in quel momento non ti stanno ascoltando; tant'è vero che ci sono molti testimoni di Geova che ascoltano le trasmissioni di Radio Maria una volta al mese, in cui vengono spiegate tutte le incongruenze della loro dottrina, perché intanto non è un dialogo e poi non c'è nessuno che sa che loro stanno ascoltando, neppure tra di loro.
E intanto loro vengono a scoprire tante incongruenze, tante falsità, tanti inganni a cui sono andati soggetti per molti, molti anni.
Però anche li non è un dialogo, lì ho fatto un caso emblematico, ma ce ne sono altri gelosie, invidie, persone che non si parlano più.
Che cosa fare? Non c'è il dialogo, c'è la preghiera, c'è la testimonianza cristiana della carità, della pazienza ecc.
In quel momento il tuo dialogo è dato da una forma di testimonianza, anche se questa forma di testimonianza non è visibile, non è accettabile.
Sicuramente il Signore tiene conto della preghiera che tu innalzi, perché queste persone possano ascoltare e quando ascolteranno?
È molto importante per te sapere quando ascolteranno?
Noi non sappiamo in quale istante della loro vita le nostre preghiere diventeranno efficaci e se fosse nell'ultimo istante della loro vita sulla terra?
Il Signore ha raccolto tutte le nostre preghiere per degli anni, le renderà efficaci l'ultimo secondo, in cui questa persona sta per andare sbattere contro un camion, un secondo.
In quel secondo la persona si converte e si salva, però tu non lo sai perché non si vede e tu non eri lì presente, perché se no non saresti qui a raccontarlo, che sicuramente non puoi leggere nel cuore e nell'animo di una persona.
Nell'aldilà troveremo molte sorprese.
Questo ci sta a significare che se a noi è stato chiesto di seminare, non è stato chiesto di raccogliere, ogni tanto sì, ma solo ogni tanto.
Questo dialogo deve essere espresso con chiarezza, mitezza, fiducia e prudenza, dialogo chiaro.
Dire le cose come stanno senza mezzi termini e senza paura di perdere credibilità, perché magari il nostro messaggio sembra essere troppo severo.
Chiari, con mitezza ma con la giusta energia, con dolcezza quando è ora di essere dolci, con misericordia quando è ora di essere misericordiosi, con fermezza quando è ora di essere severi, c'è anche necessità di questo.
Fiducia incoraggiando l'altro, fiducia nella parola di Dio per cui io credo che annunciando questa verità produrrà delle conversioni dentro di te: "te lo dico con chiarezza questa è la verità di Dio, mi aspetto da te dei cambiamenti perché so che tu lo puoi fare, mi fido di te ecc. ecc.".
Prudenza. Non tutti possono sapere tutto, non tutti sono in grado di portare il peso di tutto.
Quindi è inutile che tu vada ad appesantire le spalle di una persona che non è in grado di portare più che quel peso.
A un bambino piccolo non vi sognate neanche di spiegare la Trinità, non perché non la si debba spiegare, solo perché non la si deve spiegare adesso.
Però quando i bambini fanno una domanda una risposta la devi dare, quindi bisogna trovare delle risposte molto semplici, non è così fondamentale che siano teologicamente esatte, è importante che loro sappiano qualche cosa; una risposta anche non piena, quasi sbagliata, però qualche cosa bisogna sempre dirla, perché se no rimane un circuito nella psiche umana con un precipizio, manca un ponte, magari è solo una fune, però quella fune ci deve essere.
Allora mi raccomando anche sulle cose difficili voi cercate sempre di dare una risposta.
La più semplice possibile, che sia capace di dare in qualche modo una piccola risposta ai loro grandi perché.
Per quanto vi è possibile cercate di non lasciare dei perché insoluti.
Lo Spirito Santo è quello che è venuto dentro Maria per far nascere Gesù.
Hai detto una cosa perfettamente giusta e certo non gli hai detto che è la terza persona della Santissima Trinità, se no devi spiegare che cosa vuol dire persona, che cosa vuol dire Trinità.
Cioè parlate delle cose più semplici di questo mondo che siano immediate.
I bambini non hanno bisogno di risposte che siano molto articolate come invece facciamo noi, il bambino ha bisogno di una risposta immediata.
Che cosa è questo? È quello.
Questo è già sufficiente, loro sono tranquilli e intanto sanno che tutte le volte che hanno un dubbio voi avete una risposta e quindi create fiducia.
Per questo è bello lavorare con i bambini però questo anche fa capire quanta delicatezza e quanta responsabilità si abbia non solo i catechisti ma anche i genitori.
Voi create fiducia nelle cose buone e nelle cose giuste se una cosa non la sapete finché il bambino è bambino non dovete dirglielo dategli una risposta semplice la più semplice che sapete.
Quando il bambino sta già diventando ragazzo e, vuol dire nell'età delle medie, non potete già più farlo.
Fino alla quarta elementare, anche la quinta, potete ancora dare una risposta di questo genere, ma da quella età li dalla pre-adolescenza all'adolescenza è molto meglio che voi diate una risposta parziale, però dite: mi informo meglio che la prossima volta completo la risposta."
Il ragazzo vedrà l'onestà culturale, l'onestà umana.
Educando, lasciandosi educare significa che il compito di mettersi al servizio è un compito in cui una persona non è arrivata, d'altronde tutti voi potreste sicuramente testimoniarlo che mettendovi al servizio del vostro prossimo tante sono le cose che avete acquisito tante sono le cose che sono cambiate in voi stessi.
Una particolare attenzione agli ultimi è una necessità pastorale, è una necessità importante e vuol dire mettersi nei panni del proprio prossimo.
Vi sarà capitato di andare a qualche conferenza dove il conferenziere parlava per sé stesso, tutto ciò che diceva lo esprimeva in un linguaggio tecnico, perfetto ineccepibile, ma che comprendeva solo lui stesso.
Se voi andate da un medico e magari andate anche a pagamento e questo vi dice: "sì lei ha questo problema…" e usa tutti termini tecnici voi uscite dalla visita e se vi chiedono che cosa ha detto rispondete: "non lo so".
Allora queste persone piene di sé hanno qualche cosa da dimostrare, vogliono far sentire gli altri inferiori a se stessi.
L'attenzione agli ultimi è un qualche cosa di importante per chi si mette al servizio soprattutto della parola.
Il catechista non può fare il catechista se non possiede la dottrina, possedere la dottrina non significa che tu dopo parlerai dando per scontati tutti i termini che usi.
Mi pare di aver fatto con voi quella prova del catechismo di San Pio X, di prendere un articolo del catechismo e poi dire che cosa significa.
Se semplicemente leggiamo uno degli articoli, che cosa comprende un bambino di sette anni, che cosa comprende? e che cosa capisce una persona che sta andando al mercato qui sotto?
Una persona qualsiasi sebbene queste siano verità, che cosa capisce?
Tu non puoi dire: tanto noi sappiamo, quindi seguiamo la nostra classe privata e noi siamo tutti quelli che sanno.
Noi siamo i lettori della Messa quindi "noi sappiamo".
Tu ti devi mettere nei panni degli ultimi. Chi sono gli ultimi?
Una chiesa grande, al martedì pomeriggio quando c'è il buio, c'è il riscaldamento acceso che fa rumore, la chiesa grande che rimbomba, non c'è tanta luce, perché il parroco non vuol accendere per non spendere troppi soldi etc. etc. che cosa fai?
Tu sei il lettore, non mettiamo i microfoni perché dopo li rubano e li mettiamo solo alla domenica ecc. ecc.
Ma chi sono gli ultimi? Gli ultimi sono gli habitué della Messa che sono li tutti i giorni che biascicano delle preghiere e tu devi leggere per gli ultimi: "tanto capiscono niente, tanto stanno dicendo il rosario" quelli sono gli ultimi, cioè chi sono questi? Sono Gesù.
Se Gesù fosse anziano, ammalato sarebbe così.
Allora tu devi leggere, come leggi? Facendo vedere che sai leggere a tutta velocità etc. etc.?
Tu devi tenere conto che sei in una chiesa grande dove la gente si siede in tutti i banchi senza venire avanti, non ti vede, magari proprio non ci vede, sono anziani non ci sentono bene i microfoni non ci sono che fare?
Dici al parroco: "li metto io tutte le volte, poi li tolgo".
Allora quando leggi leggerai adagio, ad alta voce, scandendo bene le parole, stando bene attento a pronunciare le finali delle parole chiare, ci sono tante persone che leggono forte la prima parte della parola e la seconda parte della parola no.
Che cosa succede? Che uno sente solo metà del discorso, sente solo la prima parte di ogni parola e tutto il resto se lo deve inventare.
Legge salmo responsabile invece di salmo responsoriale!
Viene da ridere però succede, ci sono belle raccolte di tutte queste gaffe.
Gli ultimi sono quelli, gli ultimi sono chiunque, "tu ti devi mettere nei panni di", l'ultimo può essere anche il tuo parroco che è solo, anziano, ammalato, antipatico, tutto quello che vuoi, però è il tuo parroco, può anche essere santo.
Tu sei chiamato al servizio degli ultimi, l'ultimo è il tuo prossimo, come lo servirai?
Mettendoti nei panni di … Gesù come mai serviva il suo prossimo?
Si metteva nei panni del prossimo e l'ha fatto veramente.
Gesù si è messo nei nostri panni non figuratamente ma autenticamente, assumendo tutti peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi.
Prima di iniziare il suo servizio agli altri ha preso su di sé la condizione umana.
Se tu possiedi il marito o tu possiedi la moglie non significa che tu sei il tiranno, vuol dire che tu hai tutta la responsabilità della vita di tua moglie o di tuo marito nelle tue mani.
Nel matrimonio di fronte a Dio avete detto: "ecco io rinuncio a me stesso, per donarmi totalmente a te".
Viceversa questo significa che tu non appartiene a te stesso, ma che tu appartieni all'altra persona, l'altra persona non appartiene a se stessa …
E poiché il matrimonio è un sacramento, che non può essere sciolto, anche se il tuo partner se n'è andato da un'altra parte e si è fatto un'altra famiglia …
Anzi forse quella persona si potrà salvare, perché nel sacramento del matrimonio tu hai nelle tue mani la sua sorte, non si chiamano i consorti?
Non credo che ci sia qualcosa di più forte della preghiera.
Quindi nel caso specifico che cosa accade?
La persona abbandonata e che ha una certa preparazione spirituale si ricorda oltre alle sofferenze etc., si ricorda che "nella buona e nella cattiva sorte, voi siete una carne sola fino alla morte".
Nello stato di vita si trova ad affrontare un momento difficile, voi sapete che la grazia santificante è una grazia efficace che viene data nel momento in cui vi è una necessità.
Tu hai la grazia del coraggio sufficiente a quello che devi affrontare.
Allora come il Signore ti dà la grazia sufficiente per superare le tentazioni, la grazia sufficiente per una piccola tentazione, ma senza importelo, sei tu che decidi: o usufruisco della grazia o me ne frego e faccio quello che voglio io.
È già pronto per te ciò che è necessario e abbondante per superare la difficoltà.
Così, quando un matrimonio è sfasciato, la persona che vive da sola secondo le leggi del Signore ha a sua disposizione la grazia del Signore sufficiente ed abbondante per vivere in modo buono, corretto, direi santo, la propria condizione che si è venuta a verificare.
La persona rimane vedovo o vedova e allora che cosa fa?
Il suo stato di vita era quello matrimoniale, ora lo stato di vita matrimoniale lo vive da vedovo, quindi una condizione diversa.
La condizione di vita celibataria dei sacerdoti, religiose e religiose non è vero che non la si possa vivere.
Tu vivi la vita per la quale sei nato, tu hai abbondantemente la grazia per vivere in quello stato di vita.
Ho seguito per esempio il caso di una persona che aveva ricevuto una vocazione sacerdotale, poi per varie vicissitudini è andato in pensione.
Quando è venuto per una direzione spirituale, a un certo momento abbiamo scoperto che la sua vocazione originaria era tuttora valida.
Erano passati dei decenni e quindi questa persona, che ha più di cinquant'anni, ha ricominciato ad andare a scuola, ha dato tutti i suoi esami adesso è parroco e non vi dico dove.
Quindi, vedete, la vocazione rimane, bisogna che ci sia la nostra collaborazione.
Quindi in tutte le situazioni il Signore dà la grazia necessaria e sufficiente per vivere quella condizione.
Non significa che ti ha dato questo e con questo tu devi sopravvivere, ma tu sopravvivi oggi.
E domani ti darò quello che è necessario per sopravvivere domani.
Se tu domani, per esempio, devi andare dal dentista ti dà il coraggio necessario per andare dal dentista.
Faccio degli esempi banali, tanto per capirci, mi sono spiegato?
Tutto sommato la cosa che tu puoi avere nel cuore potrebbe essere questa: "adesso non sono più io che parlo ma è Gesù Cristo che vive in me e che parla lui.
Quindi io ti do le mia intelligenza, la mia lingua e la mia voce affinché tu, attraverso di me, dica a loro ciò che è giusto dire.
E tu ti accorgi che quando questo accade….
Perché quando fate così, voi fate una lezione, una testimonianza e mentre parlate state imparando.
Voi quello che state dicendo lo state imparando anche voi questo è fondamentale si serve di voi ma è Lui che prende in mano una situazione.
Voi fate tutto quello che dovete fare, conoscete bene tutta la dottrina e conoscete anche la lezione che dovete svolgere quella settimana, però prima di cominciare la lezione invocate lo Spirito Santo, che sia Lui a parlare che vi faccia dire le cose che vi siete preparati, ma che vi faccia dire anche altre cose.