I testimoni di Geova, il Padre nostro
20-3-2004
1) I testimoni di Geova e la vita eterna
2) Loro visione letteraria degli insegnamenti biblici
3) La teologia si serve di ogni cultura
4) Holding internazionale a scopo di lucro
5) Non si può dialogare, desiderano solo indottrinare
6) La porta stretta
7) Il "Padre nostro", relazione nuova tra creatura e creatore
8) S. Teresa di Lisieux e l'ascensione
9) La santità e l'accidia
10) La ruota di san Vincenzo
11) Dio ascolta tutte le nostre preghiere
12) Sia fatta la tua volontà sulla terra
Enzo fa una domanda: mi è capitato che i testimoni di Geova mi contestavano sull'immortalità dell'anima; qual é la differenza tra la nostra visione cristiana e quella loro?
Ma dire esattamente in che cosa consiste per loro l'immortalità dopo la morte è una impresa un po' complessa, perché tutto sommato loro parlano e si basano sulla scrittura presa alla lettera.
Si dice che solo 144.000 saranno gli eletti che faranno parte del regno di Dio, però non si capisce bene in che forma.
Quando loro parlano di una vita eterna, parlano di una vita terrena eterna.
Cieli nuovi e terra nuova sono per tutti gli eletti, che vivranno eternamente, mille anni con Lui; però dopo tutto risulta sfumato.
Loro stessi non credo che abbiano le idee molto chiare su quello che intendono.
È chiaro che loro non hanno un'idea specifica di quella che è l'esistenza ultraterrena; l'esistenza è quella terrena.
Poi suddividere la persona con lo Spirito l'anima e il corpo, per loro questa suddivisione non sussiste.
Secondo loro noi abbiamo dubitato su quelli che sono gli insegnamenti biblici e abbiamo seguito la cultura di allora greca o latina.
Ma loro possono dire tante cose, sta di fatto che Gesù dice: non sia turbato il vostro cuore, nella casa del Padre mio vi sono molti posti, se no ve l'avrei detto, Io quando sarò andato tornerò, vi prenderò con me, perché siate con me.
Quindi un'idea di vita dopo la morte c'è
Sicuramente. I testimoni di Geova devono difendere le loro dottrine, i loro atteggiamenti secondo cui la vita della persona è nel sangue, quindi è qualche cosa di estremamente legata alla materia.
Non accettano le trasfusioni per questo motivo, in quanto loro hanno questa visione letteraria.
Però gli insegnamenti biblici non si riferiscono solo a questo.
Poi insomma anche tutti gli insegnamenti del Nuovo Testamento, di S. Paolo e degli altri scrittori sacri del Nuovo Testamento ci parlano, per es. nella lettera di Pietro, di come Gesù andò a parlare alle anime dei giusti, che erano in attesa agli inferi.
Ma anche nell'Antico Testamento si parla del sacrificio espiatorio che venne offerto, nel libro dei Maccabei, per quei guerrieri che avevano conservato degli amuleti e per questa ragione erano morti in battaglia.
Fu fatta una colletta di duemila dramme d'argento, per offrire dei sacrifici espiatori.
E già nel libro dei Maccabei di allora si dice non avrebbe avuto senso fare una cosa di questo genere, se non si fosse fatto riferimento alla misericordia di Dio e quindi alla salvezza di coloro che erano morti.
Quindi non è del tutto giusto quello che dicono loro che la cultura greca è confluita anche nella teologia.
La teologia si serve di ogni cultura.
L'inculturazione cristiana è possibile proprio perché il messaggio di Cristo non è condizionato da una visione filosofica, ma è arricchita dalla visione filosofica.
Quindi tenuti fermi certi elementi, che devono essere così, per tutto il resto c'è la possibilità di far confluire i valori di ogni cultura ad arricchire quello che è il messaggio cristiano.
Sapete molto bene che il Natale è una festa teologica, che è stata identificata nel 25 dicembre per ricordare il sole invitto.
Gesù Cristo è l'unico sole che non viene distrutto.
In certi paesi viene festeggiata S. Lucia, che guarda caso riprende di nuovo il tema della luce.
La vera luce che illumina il mondo è quella di Dio.
Vedete, il cristianesimo ha questa possibilità di adattarsi alle culture, però senza perdere quella che è la sua specificità.
I testimoni di Geova, portano avanti le loro teorie che sono anglosassone, del mondo americano della fine dell'800, con certi modi di atteggiarsi nei confronti della Scrittura, un certo tipo di fondamentalismo.
E ricordiamoci che i Testimoni di Geova fanno parte di una holding multinazionale con scopo di lucro, che si chiama Società editoriale Torre di Guardia.
Quindi è una Chiesa che nasce impropriamente come Chiesa, proprio per la sua finalità con scopo di lucro.
Se avete la possibilità, io adesso non ricordo quale mercoledì del mese su Radio Maria, dalle 17 o 17,30 in poi c'è una trasmissione, potete registrare una cassetta e sentirete le varie domande e risposte che vengono date ai Testimoni di Geova su argomenti e questioni che loro stessi non sanno.
Poiché ci sono degli studiosi che paragonano le loro pubblicazioni e vedono come cambiano nel corso degli anni, nel senso che prima dicono una cosa poi la smentiscono, ecc. quindi è un servizio alla verità che è giusto fare.
Domanda di Anita: so di una coppia che ha parecchi problemi perché lei è T. di G. e lui no.
È possibile, il marito deve mangiare da un'altra parte, non si può rivolgere alla moglie, non le può parlare, non viene salutata, deve solo portare lo stipendio a casa.
Non vale la pena di perdere il tempo a parlare, perché non c'è desiderio di parlare da parte loro, c'è il desiderio di indottrinare; quindi non è che tu possa fare un dialogo sereno, sapendo che quello che tu dirai sarà da loro ascoltato ecc. , tutto viene considerato come qualcosa che devono combattere in ogni caso.
A volte non si presentano come Testimoni di Geova, dicendo che vogliono parlare di gioia e di pace.
Per loro significa aver imparato a memoria la Bibbia, a cui hanno dato loro stessi un certo tipo di interpretazione, e poi vanno a indottrinare le persone deboli con una fede molto superficiale; salvo poi dire a destra e a manca: io una volta ero cristiano cattolico.
È bene rispondere che non era affatto un bravo cattolico, se poi è diventato un Testimone di Geova!
Ma, le persone svitate ci sono da tutte le parti! Non vi dovete mica stupire!
Bisogna usare la misericordia in ogni caso; però, se non avete né il tempo né la voglia di fare un discorso ai mulini a vento, non fatelo.
A queste persone, T. di G., che conoscete potete semplicemente dire, parliamo di altre cose ma non di questioni di fede, tanto io non convinco te e tu non convinci me.
Poi se tu vuoi pregare per loro lo puoi fare e lo devi fare; ma mettersi a questionare è una tentazione.
Domanda di Fabiana: il Vangelo dice che la porta per entrare in Paradiso è quella più stretta e trovo difficile entrarvi, almeno per quello che è la mia esperienza di vita anche se Lui guarda la mia volontà.
In sostanza ritengo che non riuscirò a guadagnarmi il Paradiso.
Bene, questo ti fa onore quanto a sensibilità di discernimento sulla tua vita spirituale, ed è probabilmente proprio per questa sensibilità, che le porte del Paradiso sono più aperte.
Voi ricorderete sicuramente o avrete letto la storia di qualche santo, che nessuno di quelli che sono santi autentici si sentono degni del Paradiso.
Anzi per molto tempo, molti di loro hanno subito la tentazione della disperazione, ossia una forma di certezza interiore secondo la quale essi sarebbero stati degni dell'inferno.
Ora questa è sicuramente una tentazione.
Non dimenticate che quando i discepoli fecero questa domanda al Signore, molti di essi restarono perplessi fino al punto che dissero: ma allora chi si salverà?
E Gesù dice: non preoccupatevi, ciò che è impossibile agli uomini non lo è presso Dio.
Inoltre quel passo evangelico che dice: sforzatevi di passare per la porta stretta, vuol dire che passare per quella porta è faticoso ed è uno sforzo.
Quando Gesù dice sforzatevi è come se dicesse: superate voi stessi.
Giustamente i discepoli dicono: è impossibile e Gesù dice: per gli uomini si, per Dio no.
Cosa significa? Che da parte dell'uomo ci dev'essere il desiderio che questa volontà di Dio sia fatta, poi interviene la grazia di Dio, affinché questo desiderio si possa realizzare.
Non dimentichiamo che quando Gesù ci ha insegnato il Padre nostro, non ci ha insegnato solo una preghiera, ma ci ha insegnato uno stile di relazione tra Dio e l'uomo.
Il "Padre nostro" non è solo una preghiera, è una relazione nuova che si viene a instaurare tra il creatore e la creatura o meglio tra la creatura e il Creatore.
Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra, vuol dire la tua volontà sia fatta qui sulla terra, nello stesso modo in cui in questo istante viene fatta nei cieli.
Allora tu stai chiedendo a Dio una cosa che è impossibile per l'essere umano, per questo lo chiedi a Dio.
Tu desideri per te stesso, che quello che Lui vuole si realizzi in te e intorno a te.
Nello stesso modo in cui ciò che Dio vuole si sta realizzando in questo medesimo istante in Paradiso, dove, secondo una felice intuizione, persino Dante dice: là tutti vogliono ciò che Dio vuole, la volontà di Dio è la volontà di tutti, ciò che vuole Dio coincide esattamente con ciò che vogliono tutte le anime dei santi, dei beati, degli angeli ecc.
Quindi è vero che noi, se abbiamo una retta coscienza ci spaventiamo dell'enormità del cammino che dobbiamo compiere, però non dimentichiamo che questo cammino, che si chiama il cammino della santità, è un cammino che Dio ci fa compiere nella misura in cui noi ci lasciamo trasformare da Lui.
Per questo vi suggerirei magari di riprendere qualche cosa di S. Teresa di Lisieux, quando lei ci parla del cammino spirituale, l'ho già detto in altre occasioni: lei proveniva da un monastero di Lisieux, che era ancora molto influenzato dalla spiritualità sette/ottocentesca del giansenismo, ossia una visione di Dio giudice, molto severo, castigatore, che lei stessa faticava ad accettare.
Passò gran parte della sua vita in monastero, faticando grandemente, avendo quasi paura di un Dio giudice.
Solo verso la fine della sua vita, gli ultimi due anni, ebbe questa luce interiore, che le fece scoprire la piccola via; e ha delle parole molto interessanti per descrivere questo.
All'epoca in cui le prime volte si cominciava a parlare di ascensore nelle case, lei è rimasta molto colpita.
E usa quest'immagine dell'ascensore, applicandola ad una visione spirituale e paragona, dunque l'ascensore, come le mani di Dio, la grazia di Dio che ti portano alla sua altezza.
L'unica cosa che tu devi fare è entrare in questa grazia di Dio.
La "piccola via" è la via della santità aperta a tutti, la via dell'abbandono nella misericordia di Dio.
In realtà non è una cosa nuova nella storia della spiritualità della Chiesa, perché ogni cammino cristiano esige la consapevolezza della nostra piccolezza.
Allora, quando noi vediamo l'enormità della distanza dello splendore di Dio, se subiamo una forma di tentazione di disperazione, restiamo spaventati e temiamo di non essere in grado, credendo che la nostra santità coincida con l'impeccabilità, non è così.
Di impeccabile c'è solo Dio, invece la nostra santità coincide con l'abbandono, con la fiducia nella misericordia di Dio.
Voi sapete che il peccato contro lo Spirito Santo, tutto sommato è la disperazione.
Non credere alla misericordia di Dio, alla sua salvezza.
Quindi che cos'è che ti tiene lontano dal Paradiso?
La convinzione che neppure Dio ti potrà perdonare, perché tu hai fatto qualcosa di più grande di Dio.
Tu vai all'inferno, se non credi al perdono di Dio, anche se tu puoi combinare le cose peggiori del mondo…
Qualcuno dice, accidia. No, l'accidia è una forma di pigrizia spirituale, secondo la quale uno non fa tutto quello che deve fare, per crescere spiritualmente, ma non fa neanche niente.
Uno è malato di accidia quando fa pochissimo per la sua crescita, ossia si basa sul catechismo, che ha fatto a otto anni e poi non approfondisce più niente, non va mai a messa ecc. questo è accidia.
Certamente è un vizio capitale perché può costare la salvezza eterna.
L'accidia però non è la stessa cosa della disperazione e della depressione.
Qui non è solo una situazione psicologica, entrano molte cause tra le quali anche cause fisiche e patologiche.
Quindi di fronte alla malattia la persona non è libera di agire.
Se tu sei nata senza una gamba, non è che puoi correre i 100 metri in 10 secondi!
Quindi a causa di una malattia non puoi e la tua libertà è limitata.
Se a causa di un cancro al cervello tu non ragioni più e ti butti dal 5° piano e muori, il tuo suicidio è peccato o è squilibrio? Squilibrio.
Dio lo sa? Si. Sei perdonato? Si.
Ma se tu, nel pieno possesso delle facoltà, decidi di toglierti la vita, questo è peccato mortale? Si.
Domanda: Uno che decide di togliersi la vita è nel pieno possesso delle facoltà mentali?
Anche se ha cinque lauree? Quando uno arriva all'idea di togliersi la vita, poiché l'istinto della vita è un istinto primario, può dirsi in grado di discernere e di volere?
Condizionato dalla paura, dalla depressione, dall'angoscia e altro, ma un condizionamento tale che ti toglie la possibilità di discernere.
Poi lì solo Dio è in grado di giudicare, proprio per questo si fanno i funerali anche dei suicidi, una volta no.
Adesso la conoscenza della persona umana è progredita e continuerà a progredire, per cui vi sono ovviamente degli atteggiamenti pastorali diversi; quindi più conosci l'uomo più ti rendi conto della profondità della verità delle cose.
Nel 1600 dicevano che i negri non avevano l'anima, quindi voi vi immaginate?
Nel 1500 dicevano che una creatura non aveva l'anima, finché non era venuta alla luce, per cui giustificavano l'aborto in quel modo.
La Senna di Parigi era piena di figli illegittimi di nobildonne, che li gettavano lì.
E per questo motivo S: Vincenzo de' Paoli con le sue suore ha aperto gli orfanotrofi, con la famosa ruota, dove venivano messi i figli illegittimi, in modo tale che non venissero uccisi.
Quindi nella spiritualità della Chiesa c'era una sensibilità diversa, che però non essendo sostenuta da conoscenze biologiche che abbiamo adesso, avevano una comprensione del mistero di Dio più limitata da quella nostra.
Ora noi sappiamo molte più cose e siamo molto più responsabili.
Oggi noi sappiamo che una creatura "riceve" l'anima al concepimento.
Ma quante persone voi credete che sappiano che cosa insegna la Chiesa?
Voi lo sapete, avete il compito di farlo sapere ad altri.
Dunque ricordiamoci sempre, qualunque preghiera noi presentiamo al Signore è da Lui ascoltata? Si.
Come mai non si realizza tutto quello che chiediamo?
Ricordiamoci che Dio risponde a tutte le preghiere, però risponde in 3 modi diversi: prima risposta, SI; seconda risposta, NO; terza risposta, NON ancora.
Cosa vuol dire non ancora? Potrebbe voler dire non su questa terra.
Se tu dici Signore voglio stare con te, Lui ti dice si, ma non ancora.
Signore mi ammazzo per stare con te! Oppure, Signore mi salverai?
Ti salverà, ti ha già salvato, ma quanto a stare in Paradiso Lui ti dice non ancora!
Hai ancora da camminare qui sulla terra, mi servi, ho bisogno di una persona che parli di me a tante altre persone, ho bisogno di una persona che mi faccia amare dagli altri.
Tu cosa gli risponderai?
Si, gli risponderai si, perché non puoi dire: sia fatta la tua volontà sulla terra, così come è fatta nei cieli, perché se sai che cosa Dio vuole, come puoi dirgli: sia fatta la tua volontà sulla terra, se poi dopo tu non vuoi quello che Lui vuole?
Non hai mai pensato che quando dici: sia fatto la tua volontà sulla terra come è fatta nei cieli, tu stai anticipando il Paradiso qui sulla terra per te stesso?
Questo sarà faticoso, però tu stai sforzandoti di creare il Paradiso qui sulla terra, perché il Paradiso è Dio tutto in tutti; quando tu chiedi, sia fatta la tua volontà sulla terra vuol dire Signore la tua volontà io voglio che sia una cosa sola con la mia volontà.
Quando la mia volontà sarà una cosa sola con la volontà di Dio?
Quando saremo in Paradiso.
Quando dici: sia fatta la tua volontà, dici: voglio portare il Paradiso nella mia vita.
Sarà faticoso, però questo è il disegno della volontà di Dio.