I non battezzati non sono figli di Dio?
27-3-2004
1) Vocazione
2) Il miglior modo per imparare una cosa è insegnarla
3) Atto di fede - Gesù ti ha affascinato
4) Cos'è il punto di non ritorno?
5) Il fascino di Gesù, come una calamita che ti attira a Lui
6) Fede e ragione
7) La nostra chiamata a essere autenticamente ciò che Dio ci ha fatti
8) Essere umano secondo il progetto di Dio
9) I non battezzati non sono figli di Dio
10) Ci si serve del nome di Cristo per nascondere altre velleità
11) Non giudichiamo il passato con la mentalità di adesso
12) Il Battesimo di Gesù e la nostra affiliazione
13) Confini invisibili della Chiesa ove opera la grazia
14) Dio parla nella coscienza di tutti
Il tema degli Istituti secolari esige la presa di coscienza, da parte di ogni singolo cristiano del valore della vocazione.
In verità è qualche settimana che ci soffermiamo su questo tema, perché effettivamente è un tema che è stato relegato per molti anni a una ristretta fascia di cristiani e di credenti, dimenticando invece che la vocazione è la realtà, che permea la vita di ogni singolo cristiano.
Quindi vale la pena di sottolineare la specificità della vita cristiana che non è, come veniva peraltro detto questa mattina, durante l'intervento di don Tuninetti, non semplicemente un adeguarsi a una ideologia, ma più che altro una presa di consapevolezza di ciò che è il cristiano in quanto totale.
Non vi faceva l'esempio prima: sei vivo, allora ricordati di respirare.
Se sei vivo, respiri come una cosa naturale e allora la verità, l'assioma è questo se sei cristiano, in teoria non puoi fare a meno di manifestare ciò che sei.
Ora, uno diventa, sotto il punto di vista esistenziale, consapevole di ciò che è, quando si impegna ad uscire da se stesso e a comunicare ciò che ha ricevuto.
Un'altra affermazione credo che la conosciate: il miglior modo per imparare una cosa è insegnarla ad un altro.
Soprattutto per il fatto che se tu vuoi veramente comunicare qualcosa a un'altra persona, esci da te stesso e ti metti nell'altra persona.
È praticamente un qualche cosa che avviene dentro di te, per farti rendere comprensibile: ti metti a livello dell'altra persona e allora provi ad immaginare che cosa l'altra persona è in grado di capire; semplifichi, non elimini, ma semplifichi all'essenziale il nucleo della verità che vuoi comunicare per poi costruire su quel nucleo.
Quando tu costruisci una casa fai le fondamenta e non sono belle, ma sono essenziali.
Se ci sono queste fondamenta, allora sopra potrai anche costruire la cattedrale di Chartre, però prima dev'esserci questo.
Allora il miglior modo per imparare una cosa è insegnarla agli altri.
Come si diceva questa mattina, quando tu devi insegnare qualcosa, in qualche modo annunci una verità tutta intera, non la tua verità, ma la verità tutta intera; non è che tu annunci quello che stai vivendo, ma annunci quello che è, soprattutto perché il messaggio che tu annunci non è il tuo, ti è stato affidato.
Non sei solo ambasciatore che non porta pena, tu sei martire, cioè testimone.
Vuol dire di tutto quello che tu annunci è capitato anche a te.
Qualche cosa, non tutto evidentemente, però la tua testimonianza si riferisce al messaggio tutto intero, non solo ciò che tu hai capito; ma quello che tu hai ricevuto è dunque con larghezza e con generosità che stai comunicando.
Come mai comunichi il messaggio tutto intero anche se non tutto quello che tu stai annunciando l'hai vissuto?
Perché stai facendo un atto di fede.
Quello che tu annunci è un atto di fede, che non si basa sulla dottrina, ma sulla persona che ti ha comunicato questa dottrina.
Quando parli dell'insegnamento di Gesù, sarai affascinato dell'insegnamento di Gesù, ma tu non stai costruendo una dottrina o una Chiesa, tu stai parlando di Gesù.
E tu racconti tutto ciò che Gesù ha insegnato, non perché quello che ha insegnato è interessante, è concepibile, strutturato ecc., ma tu parli di quello che Gesù ha insegnato perché Gesù ti ha affascinato.
Ora di questo te ne puoi accorgere oppure no, ma sta di fatto che quello che ti muove è un particolare stato di fascino che ti attrae, del quale non sempre sei capace di dare ragione.
Però sai solo che sei inserito in questo fascino, che ti riempie e che ti modella e che ti plasma.
Più vai avanti nella riflessione di ciò che Gesù ti ha comunicato e più ti senti coinvolto nella sua vita, prima in modo inconsapevole, magari del tutto inconsapevole, potremmo dire, curioso anche a te stesso.
Ma più passa il tempo e più questa esperienza diventa formativa dentro di te.
Si giunge al momento in cui ci si trova al punto di non ritorno.
Cos'è il punto di non ritorno? È il punto che supera la metà del viaggio, che non vuol dire "nel mezzo del cammin di nostra vita", ma vuol dire se tu in un itinerario sei arrivato a metà strada, ti è indifferente tornare indietro o andare avanti, giusto?
Ma se tu hai già fatto un metro in più, non ti conviene tornare indietro, perché per andare avanti hai meno strada.
Se tu sei in un aereo che hai poco carburante, quando sei arrivato al punto di non ritorno, cioè sei oltre la metà del viaggio, di certo non torni indietro per fare rifornimento, perché rischi di non arrivare e quindi continui sperando di raggiungere la meta.
Allora il punto di non ritorno nel cammino spirituale è proprio il punto in cui tutti i dubbi e tutte le proposte, non è che siano solo più equivalenti, ma le proposte diventano più interessanti dei dubbi.
Allora ciò che ti attrae è più preponderante, più pesante di quello che ti incuriosisce o che ti lascia con un punto interrogativo.
Quello è il punto di non ritorno.
E questo fascino che esercita la persona di Gesù, in tutto ciò che fa e in tutto ciò che dice, è quella calamita, quella forza che ti attrae a Lui.
Come facciamo a conoscere Gesù in questo momento?
Beh!, come minimo attraverso la Rivelazione, a meno che ci sia qualcuno tra di voi che tutte le notti parli con il Sacro Cuore!
Il Signore ha detto: beati quelli che crederanno pur non avendo visto.
Quindi parla di tutti noi.
Allora il cammino nella fede è il cammino che, guidato da questa nostalgia di Dio, da questa calamita che ti attrae a Lui, che ti fa desiderare Lui, anche in un modo atematico cioè senza capire bene il perché.
E tu devi dire: perché mi piace stare con il Signore? Forse non lo sai, sai solo che ti piace.
C'è qualcosa che ti attrae e che supera la capacità di capire.
Ora tutto questo fa parte dell'esperienza cristiana, l'esperienza cristiana di tutti i cristiani non è in "visione", ma è in "fede".
E fede significa decidere di dar credito a una realtà piuttosto che a un'altra.
La fede si serve anche della ragione, si serve dell'intelligenza ecc. ecc. ma non è determinata solo da essa, è corroborata da essa, ma non sostituita.
Quindi nella fede entra di buon diritto il ragionamento e il ragionamento lo facciamo sulla Rivelazione e cioè su quanto troviamo scritto nel Vangelo e nella Bibbia.
Allora questo fascino, che attrae una persona, non è un fascino che spinge all'intimismo, cioè a vivere una relazione con Dio intima, esclusiva di tutto il resto.
Ma poiché sviluppa tutte quelle che sono le qualità della persona a livello spirituale, a livello psicologico e anche a livello fisico, allora è tutta la persona che viene trasfigurata dall'interno, è tutta la persona che riceve, per così dire, una chiamata a uscire da se stessa.
E quindi tutto quello che manifesta è la manifestazione di questa relazione speciale con Dio.
Questa è la vocazione generale cristiana; questa vocazione generale si può individuare, come ho già accennato in altre occasioni, nell'autenticità di essere ciò che Dio ci ha fatti essere.
Cosa vuol, dire? Se Dio ci ha pensati in un certo modo e ha detto facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza.
È chiaro: beni omnia fecit, tutto quello che ha fatto Dio lo ha fatto bene.
Siamo noi che abbiamo rovinato la sua torta, noi con la nostro ribellione; ma nella fede, accettando la presenza di Dio nella nostra vita, ecco che tutta l'immagine di Dio in noi viene restaurata.
Quindi la vocazione è la chiamata a essere secondo il progetto originario di Dio.
Il progetto originale di Dio, si è realizzato nella perfezione, nella pienezza in Gesù Cristo che è il vero uomo, senza smettere di essere Dio.
Però Gesù vero uomo, cosa significa? Essere umano secondo il progetto di Dio.
Come dev'essere l'essere umano? Se tu dici a Dio: caro Dio come dev'essere l'uomo?
Lui dice: ecco guardate Gesù, così dev'essere!
Quando ho pensato all'uomo ho pensato uno così.
Allora l'azione dello Spirito Santo dentro di noi ci fa essere degli esseri umani secondo il cuore di Dio, secondo il progetto di Dio, secondo il disegno di Dio, secondo l'aspirazione di Dio.
In effetti leggete nella lettera ai Romani cap. 8: coloro che hanno ricevuto lo Spirito di Dio costoro sono figli di Dio.
Ma essere secondo il disegno di Dio è molto di più che essere semplicemente delle creature umane.
Tutte le creature umane sono state volute da Dio, ma non significa che quel progetto sia giunto alla perfezione, perché il progetto di Dio prevede che gli uomini non solo siano delle creature, ma che siano figli di Dio.
È la stessa cosa creatura e figlio di Dio? Dio vuole che tutti gli uomini siano suoi figli.
Ah! ma allora i non battezzati non sono figli di Dio? Sono creature di Dio, amate da Dio ecc..
Il battesimo fa di te figlio per adozione, il battesimo lo chiedi, non ti viene tirato sulla schiena!
Lo chiedi perché tu vuoi diventare figlio di Dio.
Ma allora tutti quelli che non sono cristiani? Non saranno mai partecipi della famiglia di Dio?
Un Bantù che non sa neanche che esiste Gesù, come fa a desiderarlo?
Attenzione, voi state considerando l'azione degli uomini nei confronti di Dio, ma Dio potrà dire la sua?
Dio ha fatto qualcosa perché tutti gli uomini non fossero lontani da sé? Cosa ha fatto?
C'è un momento speciale in cui si vede che Dio sta facendo qualcosa per l'intera umanità?
Al Giordano. È il mistero dell'Incarnazione.
Ricordatevi che san Giovanni Crisostomo, uno dei padri della Chiesa, dice: che Dio si è fatto uomo affinché gli uomini diventassero Dio, che vuol dire che partecipano della Trinità.
Allora Dio si immerge nell'umanità rappresentata dal Giordano dove ci sono tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi e se li addossa, se li prende su di sé.
Gesù ha preso tutti i peccati degli Ittiti? Degli Incas?
Di quelli che vivranno su Marte tra 5000 anni? Anche degli Spagnoli? SI
Qualcuno dice che gli Spagnoli sono andati a colonizzare in nome di Cristo e don Mauro risponde: no, non sono andati a colonizzare in nome di Cristo, ma nel nome dell'oro, e questo sia ben chiaro.
Che ci fossero insieme i francescani a evangelizzare mi sta tanto bene, ma che siano stati i francescani ad andare a colonizzare no!
È stata la volontà imperialistica del regno di Spagna che nulla ha a che vedere con il Cristianesimo, anche se si fregiavano del titolo di sovrani cattolicissimi.
Come sempre è accaduto, quando ci si serve del nome di Cristo è per nascondere le altre velleità.
Quindi siamo ben chiari noi, che dobbiamo sapere bene le cose.
Non siamo dei sempliciotti, che ci facciamo prendere per il naso da quelli che vogliono ideologizzare il Cristianesimo.
Una cosa è l'azione evangelizzatrice della Chiesa, altra cosa è la conquista dei cristiani che si servono del nome di Cristo per poter comandare, sono due cose diverse; gli uni saranno valorizzati da Dio, gli altri saranno giudicati da Dio, perché nessuno può strumentalizzare il nome di Dio ed essere indenne dalle conseguenze.
Se una certa propaganda di tipo politico laicista vuole addossare alla Chiesa gli errori dei governanti del passato, se la vedrà con Dio, ma noi non possiamo permetterci di fare questi errori di carattere storico, dobbiamo distinguere assolutamente chi ha strumentalizzato da chi ha agito
E seconda cosa ricordiamoci bene, che cinque secoli fa, la mentalità era molto diversa da quella che abbiamo adesso.
Non possiamo giudicare il passato di 5 secoli fa con la mentalità di adesso.
Se voi provate a giudicare la mentalità dei vostri nonni con la mentalità di adesso non capireste niente di quello che hanno vissuto in quell'epoca Eppure sono 80 o 90 anni fa.
Giusto? Sapete bene che cosa è successo nella storia della Chiesa.
Quando è caduto l'impero romano, chi prendeva il governo di un vasto territorio, prima che arrivassero tutti i barbari? La Chiesa.
Le famiglie nobili romane, che ormai non avevano più un impero, cosa facevano? La Chiesa ha preso il posto e il potere dell'impero.
Allora ai nostri figli li facciamo fare la carriera ecclesiastica, così potremo continuare ad avere il potere sui territori!
E gli imperatori dei sacri imperi romani germanici con il sistema feudale sono molto contenti, che a capo dei loro territori non ci fossero della famiglie con figli, ma ci fossero i vescovi che non avevano discendenza.
Quindi principi e vescovi avevano grandi territori: ma quei vescovi avevano veramente la vocazione cristiana o avevano la vocazione all'amministrazione?
Come mai il Concilio di Trento impone la residenza ai vescovi?
Adesso per noi è normale che un vescovo stia nel vescovado della sua diocesi e di tanto in tanto vada a Roma.
Allora non era affatto normale che ci fosse un vescovo; tanto è vero che c'erano i capitoli dei canonici.
Chi governava la diocesi erano i canonici.
Il vescovo se ne stava a corte del re, con i principi, perché lui doveva governare.
Per questo i vescovi stavano a corte, stavano a Versailles, stavano a Vienna, a Parigi dovunque c'era il potere, perché loro erano dei governanti.
Non ci fa onore, ma di fatto è accaduto così.
Quando c'è l'interesse di mezzo l'uomo non guarda l'itinerario.
Quella era la norma, ma, in realtà, il resto della popolazione viveva un cristianesimo tutto sommato abbastanza tendente verso la giustizia e la verità.
Ma Gesù sul Giordano si è preso i peccati di tutti gli uomini, di tutti i tempi; e che cosa accade dopo che Lui riceve il Battesimo?
Si aprono i cieli, scende lo Spirito Santo in forma di colomba e si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio diletto, in te mi sono compiaciuto".
Cosa vuol dire "tu"? Tu è Gesù si o no? ma Gesù chi si è preso insieme?
Quindi questo tu si riferisce a Gesù, ma anche a tutti noi. tu sei che cosa? Il Figlio.
Tu sei il Figlio diletto, cosa vuol dire? Vuol dire amato.
Mi compiaccio di vederti come Figlio.
Quindi Dio ha già operato l'affiliazione di tutti gli uomini di tutti i tempi? Si. È sufficiente?
L'uomo deve rispondere, se no dove va a finire la sua libertà?
Come fa l'uomo a rispondere.
Come fa un Bantù a rispondere a Dio, se non lo conosce neanche?
E se muore prima che qualcuno glielo porti?
I confini visibili della Chiesa sono meno ampi dei confini invisibili.
È un'opera della grazia e lo sappiamo che Gesù, morto, discese agli Inferi ad annunciare la salvezza, a tutte le anime che erano in attesa.
Allora attenzione bene. Non ci fa questo intuire che la medesima cosa può accadere a tutti coloro che, senza loro colpa non hanno potuto conoscere il messaggio di Gesù Cristo, unico salvatore del mondo?
Ma qui siamo nel campo delle ipotesi, d'altronde è un lavoro della Grazia o un nostro lavoro?
Della Grazia. E allora ci pensi lo Spirito Santo.
Talvolta ci sono delle domande nel cuore delle persone che vi vengono incontro.
Allora voi sappiate che Gesù scese agli Inferi ad annunciare la salvezza.
Se l'ha fatto una volta per coloro che non l'avevano potuto conoscere, tutti gli Egizi l'hanno conosciuto Gesù? No.
tutti gli abitanti della Mesopotamia o quelli dell'America che fino al 1492 non hanno conosciuto niente di Gesù, come facevano? L'Oceania fino al 1700.
È sbagliato affermare che un buddista che vive secondo i canoni della propria religione, in modo giusto, corretto, osservando i dieci comandamenti alla fine può andare in Paradiso? Don Mauro risponde che non è sbagliato.
È un'affermazione del Concilio: coloro che cercano Dio con cuore sincero saranno salvati, ma saranno salvati da chi? Da Buddha? No, da Gesù Cristo.
Perché Gesù Cristo, come dice la lettera agli Ebrei, l'unico Salvatore!
Se uno dice non ho niente a che spartire con te riferendosi a Gesù Cristo, vuol dire che l'ha già conosciuto e ha già preso una decisione.
Ma io non sto parlando di quelli che l'hanno conosciuto e che possono fare una scelta e decidere.
Sto parlando di quelli che non l'hanno conosciuto, non hanno preso una decisione contraria.
Gesù ha detto: chi non disperde è dalla mia parte, capite?
Quindi Dio parla nella coscienza di tutti, anche del buon buddista; al momento del giudizio il buon buddista si renderà conto che tutto quello che lui ha fatto, dipendeva dalla volontà di Gesù Cristo, ma lui non era contro Gesù Cristo, per questo sarà salvato da Gesù Cristo.
Chi non sarà salvato? Chi si oppone al vero, al buono, al bello e all'unità: caratteristiche che individuano Dio.
Quindi che sia un buddista, che sia un cristiano, che sia un protestante, che sia quello che vuoi, se tu sei contro l'amore, gioia, pace, pazienza benevolenza, bontà, mitezza, dominio di sé, che sono le caratteristiche che fanno capire che lì c'è lo Spirito Santo.
Chi si oppone a questo, è chiaramente contro tutto ciò che è buono, quindi tutto ciò che è Dio.