Lo stato matrimoniale e impegno nella Chiesa
22-5-2004
1) La vita incentrata su Cristo
2) Sacramento matrimoniale mistero di Cristo
3) Matrimonio cristiano e impegno nella Chiesa
4) Azioni diaboliche per impedire l'opera di Dio
5) Il nostro lavoro nella Chiesa
6) La virtù della temperanza
7) Il poco che possiamo dare è prezioso agli occhi di Dio
8) Parlare a cuore aperto con i nostri famigliari
9) Che amore hai per la Chiesa?
10) Il matrimonio e i figli. Paternità e maternità
Se io ho incontrato Gesù Cristo, autenticamente, vivo per Lui e quando dico questo non voglio pensare che voi pensiate: già tu sei sacerdote e allora è chiaro che la tua vita è tutta incentrata su quello.
Io ti potrei dire: tu sei battezzato e quindi la tua vita è già dal Battesimo dovrebbe essere già incentrata su Gesù Cristo.
Il tuo stato di vita ti farà applicare il tuo appartenere a Gesù Cristo nel tuo stato di vita!
Però il centro per me e per te non può che essere Gesù Cristo.
Lo stato di vita cambia.
Il sacramento che determina il nostro stato di vita è diverso, per cui ci sono ministeri diversi, ma il centro che dà senso a tutto quello che noi siamo è Gesù Cristo.
Allora si sbaglia quando si pensa che chi vive nel sacramento matrimoniale è esonerato dal ministero di Cristo; ossia se fa qualche cosa per la Chiesa, nella Chiesa, sta già facendo il di più, nooo!
Sta facendo il normale, il suo dovere, perché il matrimonio cristiano è parte della Chiesa.
Allora sicuramente nel matrimonio cristiano, lo stato di vita coniugale va vissuto cristianamente, ma lo stato di vita matrimoniale o coniugale non è esclusivo di tutto il resto del mondo, nel senso di escludere il resto del mondo.
Perché se lo stato matrimoniale è autentico è uno stato famigliare, cioè incentrato sulla famiglia e la famiglia è la comunione dell'amore.
L'amore non è egoismo, è donazione.
Se c'è una vera comunione coniugale, prima di prendere una decisione, anche di questo genere all'interno della famiglia i due coniugi devono parlarne: mi interesserebbe fare questo e quello, ma è una vostra scelta di poterlo fare.
Cioè nella comunione coniugale, la sottomissione è reciproca nel matrimonio cristiano; se il matrimonio non è cristiano allora uno spadroneggia sull'altro.
Nel matrimonio cristiano c'è l'amore, per cui io rispetto le tue scelte, ne parliamo insieme, quello che decidiamo è deciso.
Sappiamo già le conseguenze cui si andrà incontro.
Se tuo marito un giorno decide: io voglio andare in palestra, tu gli dici di no, perché non ti interessa?
Puoi usare dei criteri di discernimento: nella tua famiglia c'è serenità, c'è pace, come si vive l'unione famigliare?
Siete d'accordo, siete felici? Allora è volontà di Dio.
Se crea difficoltà, toglie la pace, allora bisogna parlare col direttore spirituale e decidere che cosa fare.
Perché certo il proprio stato di vita è quello fondamentale.
Però vi ricordo che nello stato di vita matrimoniale, la famiglia è il numero uno: anzi prima c'è Dio poi c'è la famiglia e poi c'è l'impegno della famiglia nel corpo di Cristo che è la Chiesa.
Allora l'impegno della famiglia potrà essere limitato in certi periodi di tempo: il bambino ammalato, il bambino cresce c'è necessità di essere presenti in casa ecc. ecc.
Ma quando il tempo lo consente c'è la possibilità di rendersi più attivi, perché per fortuna per lavorare nella Chiesa non è necessario avere i capelli neri, si può avere i capelli di tutti i colori, anche bianchi.
Di fatto sta succedendo questo da noi, però insomma voi capite che non ho chiesto a tutti di fare tutto.
Certamente bisogna stare attenti su questo punto.
Vorrei spendere qualche parola su quelle che sono le azioni diaboliche, per impedire l'opera di Dio.
Una di queste azioni è la tentazione dell'attivismo, fare, fare, sempre di più, perché c'è sempre più da fare.
Allora abbiate un sano discernimento e se avete il dubbio che il vostro discernimento non sia autentico, fatevi aiutare dal vostro direttore spirituale, perché in famiglia ci sono tantissime cose da fare.
Però, vi dico la verità, quelle cose da fare ci saranno anche quando noi non ci saremo più.
Anche nella Chiesa, nella parrocchia ci sono tantissime cose da fare e ci saranno anche quando noi non ci saremo più.
Tutti siamo utili, nessuno indispensabile, però bisogna capire la nostra indispensabilità a che cosa la affidiamo, perché una cosa è sposare la causa parrocchiale, tu che hai una vita matrimoniale, famigliare, il direttore spirituale ti dirà: no, anima mia, tu devi dare un po' di tempo alla tua parrocchia e un po' di tempo alla tua famiglia.
Non devi far mancare quello che è il tuo stato di vita, perché lì passa la tua santificazione, nello stesso tempo la tua possibilità di dare il tuo apporto, sarà tanto sarà poco.
State attenti, fate un discernimento; è giusto che il vostro lavoro nella Chiesa ci sia, che non sia del tutto assente.
La partecipazione alla vita della Chiesa non si riduca alla partecipazione domenicale oppure alla messa pasquale, come è per moltissimi cristiani, i quali sono cristiani di nome, di fatto lo sa solo Dio.
Il vostro apporto potrà essere in misura del tempo che avete a disposizione, senza stravolgere quelli che sono gli impegni del vostro stato di vita.
Naturalmente se prendete degli impegni a livello famigliare, bisogna che la famiglia ne sia informata e poi il discernimento deve essere continuo.
Cioè a dire, se io vedo che per questo impegno non sono mai a casa, i miei figli fanno sempre i compiti da soli, non c'è la mamma che gli fa compagnia e che fa sentire l'intimità, allora attenzione! io sto tradendo la mia vocazione principale che è quella matrimoniale.
Non può essere un servizio di Dio, se non faccio il mio dovere.
Però io non faccio il mio dovere se mi occupo solo della famiglia e non penso che la mia famiglia di origine è la Chiesa.
Io alla Chiesa che cosa sto dando? Sto solo prendendo!
Ricordatevi, comunque, la virtù della temperanza che significa non esagerare in niente.
Essere temperanti, significa usare il dono della prudenza, cioè valutare, discernere.
Ho conosciuto una volta una persona che era vissuta per tanti anni lontana dalla Chiesa, quando ha incontrato il Signore è caduto tutto.
Era sempre in Chiesa, col risultato poi che la sua famiglia si è sfasciata!
È chiaro che se torna a casa tuo marito, non trova niente da mangiare, una montagna di piatti da lavare ecc.
Non è che tu debba fare la schiava di famiglia come una donna di servizio, è giusto che tu abbia il tempo per realizzare te stessa; e se per te dare una cosa alla Chiesa, ti realizza cristianamente, tu hai il dovere di farlo, però devi valutare i tempi.
Quando sarai nonna e i tuoi nipoti avranno 15 anni e non dovrai fare la baby-sitter allora tu potrai benissimo fare molte più cose che fai adesso , e poi il Signore non ti chiede di essere un atleta di salute, ti chiede di dare quello che puoi fare, perché, vi ricordate la Maddalena?
Non ha rotto quel vasetto di alabastro che conteneva un olio prezioso? Il nardo.
Quanto ce n'era di olio dentro? Poco, ma era prezioso.
E chi ti dice che agli occhi di Dio quel poco che puoi fare non valga molto di più di una persona che è attivista, cioè fa tante cose, magari non per il Signore, ma solo per sentirsi bene?
Solo per sentirsi valorizzata, per sentirsi importante, per riscattare una vita di frustrazione?
Il Signore non sta cercando attiviste, sta cercando persone di buona volontà, che danno quello che hanno ricevuto.
Quel poco che danno è prezioso agli occhi di Dio.
L'incenso costa caro: 36,15 euro l'etto!
Però quando voi usate quell'incenso, tutta la chiesa si riempie di un aroma meraviglioso.
Puoi dare poco, che il tuo poco sia di qualità.
Non ti è chiesto di dare tanto, tu non sei Gesù Cristo, è Lui che ha salvato il mondo, però tu sei una ricamatrice che stai attaccando una pietra preziosa sull'abito di sposa della Chiesa.
La Chiesa è la sposa di Cristo, l'abito della Chiesa può essere stracciato a causa della cattiveria degli uomini, ma tu non devi considerare di essere il sarto.
Il sarto è lo Spirito Santo; tu sei la ricamatrice o il ricamatore, stai mettendo solo una cosa preziosa in quell'abito, che però se non la metti, mancherà.
Quindi tutto il resto valutatelo un po' sotto questo aspetto.
Il discernimento è importante per capire la vostra attività; allora non può esserci mancanza di attività, significa non sentirsi parte della Chiesa.
Non può ridurre l'attività ecclesiale alla semplice messa pasquale o domenicale, oppure alla vita del proprio stato di vita conclusa in se stessa.
Nessuno vive per se stesso, nessuno muore per se stesso, dice San Paolo nelle sue Scritture, illuminato dallo Spirito Santo: se viviamo, viviamo per il Signore, se moriamo, moriamo per il Signore, sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.
Allora a te è chiesto di dare il tuo apporto, sarà tanto, sarà poco, sarà quello che sarà, però ti è chiesto di darlo.
Quindi il senso di colpa o il senso di disagio se non vi è accordo all'interno della famiglia.
Non abbiate paura di parlare con il cuore aperto ai vostri famigliari.
Dite chiaramente che siete disposti a lasciar perdere tutti gli impegni presi: se la tua richiesta è autentica, se è solo egoismo!
Non ti pare che facendo così tu non mi stai amando, ma mi stai soffocando? Per carità!
Io posso anche lasciar perdere tutto quello che sento di voler fare per il Signore, perché lo sento dentro di me, per amore tuo posso anche farlo.
Però tu dopo sei tranquillo nella tua coscienza, sapendo che mi hai soffocato?
Questo lo potete dire anche ai vostri bambini o ragazzi, non in questi termini, adatto a loro, però è bene che si rifletta sul fatto che il dare qualche cosa a Dio, non è opzionale è sostanziale, ognuno nel proprio stato di vita.
E dare qualche cosa a Dio significa, nella vita matrimoniale, la comunione dell'amore reciproco di donazione perfetta a tutti i livelli, però questo non vuol dire che tu non fai più parte della comunità della Chiesa.
Se è amore nella famiglia, è amore anche fuori della famiglia e quindi nella famiglia di origine che è la Chiesa.
Tu che amore dai alla tua Chiesa? In che modo si vede che ami la tua Chiesa?
Quindi è un cammino di maturazione importante delicato, che necessita di grande discernimento, di grande prudenza, della temperanza, dell'equilibrio, della carità, della verità, della chiarezza reciproca, non c'è amore se c'è sotterfugio, non si può servire il Signore con il sotterfugio.
Se tu vuoi servire il Signore nella Chiesa, non puoi farlo di nascosto dal coniuge, ci dev'essere comunione.
Se non c'è comunione ne parli con il direttore spirituale il quale sicuramente ti dirà di limitarti il più possibile, non ti dirà non fare più niente.
Perché se ti dicesse quello, bisognerebbe dire: caro d.s. tu pensi così e Gesù Cristo cosa ne pensa?
Tuo marito non ti dice mica niente, se stai due ore al mercato, però se tu vai in parrocchia?
Allora si tratta di educare; nel sacramento del matrimonio tu hai detto al Signore: io prendo questa persona, che tu mi affidi Signore, che io ricevo con tutto l'amore, per aiutarla a diventare santa.
L'aiuto non significa solo il martirio, cioè subisco, ma aiuto l'altro/a a crescere.
Chi dice che il matrimonio è la situazione più facile della vita, non sa che cosa sia.
Nessuno prende seriamente il matrimonio, lo vive in maniera diversa, a partire dal modo di conoscersi.
Poi con il fidanzamento come si vive questo periodo? e poi il matrimonio.
Il matrimonio non significa avere figli, è tutto un'altra cosa!
Anche quello, è una ovvia naturale conseguenza, non è un diritto, è un dono.
Se cadiamo nel diritto di avere figli, allora diventiamo come i radicali che dicono: ogni mezzo è lecito per avere dei figli.
Quindi tenete presente che non abbiamo diritto alla vita, nel senso che io ho diritto ad avere un figlio, è un dono che ricevo, una possibilità che posso avere, non un fine secondo il quale io non sono nulla, se non ottengo quello che voglio.
Il figlio non è il mezzo della mia realizzazione, è un dono che Dio mi dà.
Potrebbe anche darsi che il Signore abbia pensato per quella coppia un cammino diverso, in cui i figli che tu ricevi non sono sangue del tuo sangue, ma sono figli che tu ricevi da un altro.
Quindi l'adozione e cose di questo genere, oppure un matrimonio dove non esistono figli.
Allora la coppia si domanda: che facciamo?
Il nostro matrimonio è sterile dal punto di vista fisico, dev'essere anche sterile nella Chiesa?
Oppure se il Signore non ci ha dato dei figli fisici, vorrà dire che ci dà dei figli spirituali?
La famiglia non ha ancora capito che la paternità e la maternità non sono solo fisici, sono soprattutto spirituali, anzi la maternità e la paternità spirituali sono più grandi di quelli fisici, perché tutti sono capaci di generare, ma non tutti sono capaci di essere padri e madri.
Come può esserci la persona che non è in grado di generare, ma è molto più paterna e materna di una persona che è in grado di generare.
E possono esserci persone che non generano, per i voti che hanno compiuto, e che in realtà sono padri e madri più di tanti altri padri e madri.
Quindi valutate che la paternità, la maternità, la famiglia, tutto in Cristo nella Chiesa; vedete come è molto più ampio il discorso.
Questo è il Cristianesimo, non so se ci sia una visione più ampia e più gloriosa di questa.