Con cuore aperto all'uomo
13-12-2003
1) L'antropologia cristiana e i tre livelli
2) Un livello può essere preponderante
3) Necessità esplicite e implicite delle persone
4) La spiritualità dell'incarnazione
5) I discepoli e il "Discorso della montagna"
6) La povertà e la ricchezza
7) Avere in mente qual'è la visione di Dio
8) Mentalità ricca della presenza di Dio
9) La simpatia per tutto ciò che è umano
10) Il sole invitto
11) Il dialogo
12) In comunione con i vostri pastori
13) La rivelazione biblica
14) Ci dà una spiegazione spirituale sulla guerra
15) Distruggi il tuo nemico
16) Dove si svolgerà il combattimento?
17) L'insegnamento di Dio attraverso un fatto
18) Lo Spirito Santo in azione
19) La spiritualità autentica
20) Mettere la presenza di Dio nei tuoi discorsi
21) Non tenere il discorso basso, ma fatelo decollare
Io dico che dobbiamo avere una grande spiritualità, concretamente legata alla situazione della persona umana.
Quindi è la carità in azione, è un'attenzione molto sensibile a tutte quelle che sono le necessità della persona umana; cioè le necessità di cui la persona umana si rende conto, ma ancor di più le necessità di cui la persona umana non si rende conto.
Voi sapete che spesso ci sono dei livelli della persona umana, che assumono preminenza sugli altri.
Ricorderete che avevamo visto abbastanza diffusamente l'antropologia cristiana.
L'uomo è un essere costituito, badate bene a questa parola "costituito", essenzialmente di questi tre elementi, che noi suddividiamo a livello mentale, per avere una visione più chiara, ma che non sono suddivisi tra di loro: spirito immortale, psiche, tutto ciò che è mentale ed emozionale, corpo.
Noi li suddividiamo, anche se sappiamo che l'essere umano è un'unica realtà, un tutto unico come Dio è uno solo diviso in tre persone.
È semplicemente una analogia: non è che l'uomo sia un piccolo Dio, però ci richiama questo tipo di visione.
Allora voi sapete che in certi casi, alcuni livelli della persona umana possono assumere una preminenza sugli altri, per cui a, seconda di come una persona ha impostato la propria vita, potrà essere una persona molto materiale, San Paolo direbbe carnale.
Noi nella nostra cultura, dicendo carnale, intendiamo subito lussurioso, ma lussurioso non significa solo questo.
Nel linguaggio biblico per carnale si intende tutto ciò che è attaccato alle cose del mondo, tutto ciò che è materiale, non esplicitamente sessuale.
Quindi fermarsi al livello delle cose corporee è certamente cosa molto diffusa, che nasconde delle altre necessità.
Altre persone potrebbero essere condizionate, guidate da tutto ciò che è psicologico, non solo dagli eventi burrascosi della vita, ma anche dalle emozioni.
E sicuramente anche voi conoscerete molte persone che nel loro approccio religioso prediligono un aspetto emotivo, romantico.
Quindi sono più attratte da ciò che vivono emozionalmente durante una funzione, oppure durante un'esperienza religiosa, piuttosto che lasciarsi toccare dallo Spirito Santo in modo tale che cambi la vita.
Invece altre persone sono più esplicitamente spirituali: vuol dire che il loro rapporto con Dio passa attraverso lo spirito immortale e che è naturalmente l'itinerario giusto: e questo dà forma alle strutture di pensiero, la famosa "forma mentis" da cui derivano poi le nostre azioni e le nostre decisioni.
Come catechisti bisogna essere molto attenti a quelle che sono le situazioni concrete delle persone, ma avere chiare quali sono le loro necessità, non lasciandosi fermare semplicemente da ciò che essi sono in grado di capire in quel momento quale sia la loro necessità, perché è chiaro che se una persona è abituata a ragionare in modo carnale, mondano, non sospetterà neanche lontanamente che in fondo che il suo vero bisogno è un altro.
Allora la spiritualità del catechista è un spiritualità che tiene conto di tutte le necessità esplicite ma anche implicite, esplicite quelle che la persona ti dice, implicite quelle ciò che la persona non ti dice, non perché non ne abbia bisogno, ma forse perché non se ne è accorta.
Solitamente faccio quest'esempio.
Tutte le persone cercano la felicità, ma qualcuno la confonde con altre cose, con il benessere, con la ricchezza, con la salute, ecc. ecc.
In fondo tutti cercano la stessa cosa, solo che alcuni sbagliano mira pensano che la felicità sia la carriera, il benessere, ecc. ecc.
Allora il catechista avveduto sa partire da quelle che sono le necessità esplicite per fare emergere quelle implicite, perché le necessità implicite cioè quelle nascoste che ci sono, ma cui uno non necessariamente diventa consapevole, molto spesso sono l'origine della ricerca spasmodica di una realizzazione di sé.
Sono all'origine di una affermazione di sé anche squilibrata, una persona che impone la propria volontà, il proprio modo di pensare e di ragionare anche violentemente in famiglia e fuori della famiglia, probabilmente manifesta in questo modo che la sua necessità è un'altra.
Facciamo un esempio: la necessità di sentirsi apprezzati viene manifestata con arroganza, l'imposizione di sé ecc. oppure, di contro, viene manifestata con un senso di timidezza estrema, per cui la persona non apre la bocca.
Ricordate che il catechista è un essere umano come tutti gli altri, dunque deve essere consapevole, deve diventare cosciente di quello che può essere nella propria umanità un limite, un pregio o un difetto.
Quindi la spiritualità la definirei quasi la spiritualità dell'incarnazione in cui noi abbiamo una giusta considerazione della divina umanità di Gesù Cristo, se volete dell'umanità di Gesù Cristo.
Egli era veramente uomo, con tutto ciò che comporta essere uomini, quindi con tutti i pregi, tutte le difficoltà ecc, e Lui ha parlato agli uomini in un linguaggio che gli uomini erano in grado di capire.
È partito dalle loro necessità per far mettere in luce quelle che erano le necessità profonde.
Quindi Gesù moltiplica i pani e i pesci perché la gente in quel momento aveva fame, ma nello stesso tempo fa miracoli, guarigioni, liberazioni, e dà insegnamenti.
Quindi le persone ricevono molto di più di quello che credevano di avere bisogno, ricevono veramente il vero cibo, che placa la loro fame.
Gesù li raduna, loro lo seguono, poi ai discepoli, non a tutti, fa un discorso molto difficile.
I discepoli cos'erano prima? Gente del popolo: "beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli; beati gli afflitti, perché saranno consolati; beati gli affamati e assetati di giustizia….".
È un discorso estremamente profondo e tutt'altro che facile.
Voi vi rendete conto che leggendo il discorso della montagna, che Gesù fa ai discepoli, non a tutti, ognuno può cogliere un aspetto diverso.
Perché il discorso delle beatitudini è emblematico, in quanto si presenta visibilmente come un rispondere, in modo antitetico ai bisogni delle persone.
In realtà Gesù sta facendo un discorso spirituale, non materiale.
Tutto questo che vi sto dicendo è semplicemente un esempio, per farvi capire che Gesù ha usato questo metodo.
Ha risposto: beati i poveri. È una risposta antitetica, una risposta che provoca delle ribellioni, se tu la osservi semplicemente dal punto di vista esteriore o superficiale.
Perché la povertà non ha mai prodotto la beatitudine di nessuno, è vero?
Se tu dici a un povero: "Beato te", lui ti dice: "Beato te!"
Allora voi capite che questo discorso provocatorio, esaltando delle situazioni che umanamente sono da fuggire, nasconde una rivelazione a livello spirituale.
La povertà di cui parla Gesù non è la miseria, quindi Lui non sta esaltando la miseria e non sta esaltando lo stato di fatto in cui i ricchi sfruttano i poveri, tutto il contrario.
La povertà di cui parla Gesù e il modo in cui Gesù parla il modo come potremmo dire, quasi provocatorio, è fatto apposta per costringere le persone a riflettere: "beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli".
La povertà che cosa è? È il distacco dalle cose materiali.
Allora uno può essere ricchissimo e povero, può essere povero e ricchissimo.
Un povero ricchissimo vuol dire che è attaccatissimo alle sue cose, e ricchissimo povero vuol dire il ricco distaccato dai propri beni, che non vuol dire scialacquatore.
Vuol dire che sa fare un uso giusto, alla luce di Dio, dei propri averi.
Se il Signore ci benedice con la ricchezza e Dio vuole che tutti siano nell'abbondanza, Dio non ha creato gli uomini per farli soffrire di fame, Dio vuole che tu prosperi.
Ma non vuole che tu prosperi, perché poi tu vai alle Bahamas, ma perché tu con i tuoi beni, con le tue possibilità puoi rendere felici gli altri.
Puoi fare in modo che il cuore degli altri si apra con un senso di gratitudine non a te, ma a Dio che concede tutte queste cose.
I filantropi che fanno del bene, hanno già da loro "Mercedes" a casa, quindi hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Attenzione bene. Voi sapete che gli insegnamenti spirituali sono molto mirati e molto seri quindi vi rendete conto che sono molto esigenti.
Allora il Catechista deve avere in mente qual è la visione di Dio, deve avere in mente qual è la situazione concreta dell'uomo.
Come Dio ha parlato a noi in un linguaggio anche provocatorio, per costringerci a riflettere, così il Catechista è chiamato a fare questo.
Perché, se il catechista ha la visione chiara di quelli che sono i bisogni della persona umana, non può assecondare la situazione di fatto.
Deve in qualche modo suscitare riflessione per la conversione.
Voi sapete che non sono i nostri discorsi che convertono i nostri Fratelli, è lo Spirito Santo che lo fa, ma lo Spirito Santo si servirà anche di te, della tua mente, del tuo cuore, della tua bocca.
Lo Spirito Santo si servirà del tuo spirito, delle tue capacità mentali e anche di altre capacità fisiche e quindi parlerà al cuore, i fratelli attraverso tutto quello che tu sei le tue esperienze ti daranno l'occasione per divulgare il messaggio di Dio.
Suor Germana scrive dei libri di cucina, come dire che si può cucinare con l'amor di Dio.
Che cos'è così importante, fare delle cose particolari, oppure far passare Dio in tutto quello che noi stiamo facendo?
Questo è quello che Dio si aspetta da noi, anche perché sappiamo molto bene ha dato a ciascuno dei talenti diversi e quindi ognuno trova nella propria esperienza nelle capacità qualcosa.
Guardate bene una cosa. Non è per caso che tutto quello che è successo nella nostra vita è successo a noi.
Noi dobbiamo acquisire una mentalità ricca della presenza di Dio, la Provvidenza di Dio.
Il Signore ti ha guidato nella tua vita, nella tua esperienza, attraverso tutte le tue esperienze.
E bada bene, anche le esperienze tristi o negative che hanno segnato la tua vita diventano un veicolo, una possibilità intanto per te di guarire, per te di crescere nella spiritualità, nel ringraziamento del Signore, per te di sperimentare la provvidenza e la misericordia di Dio.
Le esperienze positive invece sono ciò che il Signore ti ha concesso di vivere per un tuo arricchimento umano, non dimenticando mai che la tua umanità è il luogo in cui Dio si manifesterà anche a favore degli altri.
Quindi anche le tue esperienze lavorative, le tue capacità, le tue competenze fosse anche una laurea in matematica pura, tu dici: "ma questo che significato ha per l'evangelizzazione?"
Pensaci bene, perché tu sicuramente nelle tue competenze riuscirai a trovare lo splendore della gloria di Dio attraverso la matematica.
Io sarei estasiato se ci fossero degli insegnanti che insegnano matematica o fisica e che fossero in grado di fare rilevare la bellezza di Dio anche attraverso questo.
Io non credo che sia una cosa impossibile da fare, è vero?
Non solo ovviamente le materie umanistiche, tutto è una manifestazione dello splendore di Dio, bisogna solo essere in grado di riuscire a cogliere questo elemento.
La catechesi come dialogo e la simpatia per tutto ciò che è umano apre il cristiano, il catechista al dialogo.
Ora su questo punto dobbiamo avere un'altra idea piuttosto chiara.
Tutto ciò che è esperienza umana, qui parla di simpatia, la simpatia per tutto ciò che è umano apre il cristiano.
Cosa vuol dire simpatia? È una parola che ci viene dal greco che significa "patire", cioè sperimentare, vivere insieme.
Quindi è un trasporto della nostra esperienza e messa in comunione con quella dei nostri Fratelli.
Tanto per intenderci, quello che dice San Paolo quando dice: "piangete con chi piange e gioite con chi gioisce" questa è simpatia.
Mi è capitato una volta di suonare un organo in una chiesa e mettendo certi registri, perché l'organo ha molti registri che danno dei timbri diversi, violini trombe ecc. ecc., mettendo certi registri di tanto in tanto mi rendevo conto che una vetrata della chiesa si metteva a vibrare, che cosa succede?
Una cosa molto semplice a livello fisico: che il suono, specialmente quello dell'organo, produce delle vibrazioni.
Ora se c'è qualche oggetto della chiesa che vibrando produce lo stesso tipo di suono, se non è ben fermo entra in simpatia, cioè viene mosso da una parte e dall'altra.
Questa è una simpatia: far vibrare l'altra persona.
Tu vibri per la sua realtà e tu fai vibrare l'altra persona per ciò che comunichi.
Quindi entrare in simpatia in tutto ciò che è umano significa partecipare della vita dell'altro e qui ci vuole una specificazione.
Partecipare, ma non essere complici di ciò che non è giusto, essere comprensivi, ma non complici e neanche i giudici, essere accompagnatori.
Quindi cosa diceva Sant'Alfonso Maria di Liguori? Diceva questo, ma è spiritualità della Chiesa già prima di lui: "bisogna amare il peccatore, ma non il peccato".
Entrare in simpatia per tutto ciò che è umano vuol dire trovare ciò che nell'umanità, nel suo esprimersi normalmente, è buono; qualche cosa di buono, che può essere preso e valorizzato qualche cosa a cui si può dare un significato più profondo.
Il cristianesimo ha sempre vissuto questa realtà.
Tra pochi giorni noi celebreremo il Natale e sappiamo molto bene che il Natale celebrato in quest'epoca dell'anno è una trasposizione, una sovrapposizione di una festa pagana: la festa del sole invitto.
Santa Lucia, proprio oggi è il giorno più corto che ci sia, dopodiché le giornate cominciano ad allungarsi.
E già al tempo Romani, essi avevano capito che il sole non era stato vinto dalle tenebre quindi il sole non sconfitto, invitto e si celebrava intorno a questa data la festa del sole invitto.
Poi quando il cristianesimo si è diffuso così largamente all'interno dell'impero romano non ha eliminato quelle che erano le solennità che erano già presenti nel mondo pagano, le ha semplicemente prese e dato loro un nuovo significato.
Come si dice questo? Si dice connotazione, vuol dire prendi una parola e gli dai un nuovo significato, quindi la festa rimane nel giorno di prima, ma ha un nuovo significato.
È Gesù il vero sole invitto; voi vedete che c'è una sovrapposizione che tra l'altro si adattava proprio bene alla teologia.
Certo Gesù è il sole che viene dall'oriente, è il sole invitto, Lui è stato crocifisso è stato messo nel sepolcro, ma la morte non ha vinto su di Lui quindi il vero sole invitto non è quello che brilla nel cielo, ma quello che è venuto sulla terra.
Voi capite che questo ha preso ciò che vi era di umano e lo ha aperto al cristiano, la simpatia per tutto ciò che è umano apre al cristiano.
Quindi il catechista deve essere capace di mettersi in dialogo: dialogo vuol dire essere capaci di ascoltare molto, ma di non cedere neanche di una virgola su quella che è la dottrina cristiana.
Essere in grado di aspettare i tempi di crescita dei nostri fratelli non giudicandoli, spingendoli, incoraggiandoli, esortandoli ecc. ecc. in tutti i modi in cui sapete farlo, e potete farlo in tutti i modi che lo Spirito Santo vi mette in testa, per aiutare le persone ad aprirsi alla esperienza cristiana, ma non cedere neanche di un millimetro su quelle che è la Rivelazione che dovete custodire.
Come catechisti non semplicemente dovete divulgare, ma dovete custodire la dottrina così come ve la consegna la Chiesa, cioè i vescovi che sono i garanti di fronte a Dio della sana dottrina.
Quando ci sono delle manifestazioni che non sono così tranquille e così vere, i vescovi si esprimono e dicono chiaramente ciò che non deve esserci.
A volte ci sono delle persone che, anche in buona fede, sentono di aver ricevuto dei messaggi dal cielo e divulgano tutte queste cose qui.
No, voi non potete dare retta a queste cose qui, anche se fossero le cose più buone del mondo, le tenete per voi.
Voi non siete i divulgatori dei messaggi chiamiamoli particolari, le rivelazioni particolari non sono rifiutate dalla Chiesa, ma voi, come Catechisti, non siete chiamati a divulgare delle rivelazioni particolari, private, voi siete chiamati a custodire in perfetta comunione con i vostri pastori quella che è la sana dottrina cattolica.
Cosa vuol dire in comunione con i vostri pastori? Vuol dire che voi dovete essere in comunione con il vostro parroco e con il vostro vescovo.
Mettiamo il caso pazzesco che ha un certo momento a un parroco dia di volta il cervello e cominci a predicare delle eresie voi siete in comunione con chi?
Ricordatevi, diciamo così in maniera semplice: il parroco della diocesi è il vescovo, è il parroco di tutti i parroci, il parroco della Chiesa è il Papa.
Quindi teniamoci molto bene ancorati sulla sana dottrina, se poi le singole persone dicono delle cose, che non sono in comunione con il carisma petrino: "tu Pietro conferma i tuoi fratelli" allora voi state in comunione con Pietro.
Ma se anche succedesse che a un certo momento molti predicano delle eresie, ma voi dovete essere in comunione con Pietro, è a Pietro che Gesù ha dato le chiavi, è a Pietro che Gesù ha detto: "ciò che aprirai sarà aperto e ciò che chiuderai sarà chiuso".
Quindi vuol dire che la nostra dottrina è sana, se è in comunione con Pietro, cioè vuol dire con l'insegnamento della Chiesa, perché?
Perché voi sapete molto bene che la rivelazione biblica è talmente vasta che ci vuole una chiave di lettura, perché diversamente noi possiamo leggere la Bibbia e capire quasi niente.
Se non abbiamo il punto di riferimento che ci illumina sul significato di quello che leggiamo possiamo restare all'asciutto, non riusciamo a trovare un nesso logico.
Nell'Antico Testamento molte volte si legge di battaglie di guerra ecc. ecc. se uno non ha il punto di riferimento come fa ad interpretare, e che insegnamento trae da dei confronti di proposizioni di questo genere?
Vi è mai capitato di trovare questo tipo di difficoltà o di fare una riflessione?
Quando a volte si leggono questi fatti di violenza come siete riusciti a risolvere questo vostro pensiero?
Non necessariamente quello che avete detto agli altri, ma a voi stessi che cosa avete detto?
Avrei preferito faceste voi questa domanda, non che ci arrivaste quasi per caso.
Io direi questo: intanto se dobbiamo considerare questo si potrebbe dire che è la mentalità di una volta, ma allora facciamo un passo alla volta.
Dio ha concesso che ci fosse questo, perché l'ha concesso?
Nella Bibbia che cosa troviamo? La storia del popolo ebraico o qualcosa d'altro?
Dio l'ha scritta per l'uomo, perché? Adesso facciamo il gioco dei perché.
Se non riusciamo a fare il gioco dei perché, non riusciremo mai a cercare di arrivare alla domanda giusta.
Dio nella storia dell'uomo.
Siete tutti d'accordo che nella Bibbia ci sono degli insegnamenti, di chi?
Gli insegnamenti sono degli uomini o di Dio?
La Bibbia è ispirata o non è ispirata?
Cosa vuol dire ispirata?
Quelle guerre sono successe davvero o no?
Quella guerra è stata ispirata come un pensiero o è successa davvero?
Ma allora quante guerre si sono state dall'inizio degli uomini fino ad adesso?
Come mai ci sono solo quelle nella Bibbia e non ce ne sono altre?
Perché sulla Bibbia sono scritte queste cose di guerra?
Allora Dio vuole la guerra? Ci stiamo avvicinando.
Allora guardate bene una cosa: le guerre descritte generalmente sono accadute ma perché le troviamo nella Bibbia se diciamo che la Bibbia è la Rivelazione?
La Bibbia è parola di Dio o no?
Ma invece di parlarci di amore di gioia di fiorellini e di cose belle la Bibbia ci parla anche di guerre, perché?
Sono realtà accadute ma non potevano essere scritte su un altro libro per esempio di storia e non sulla Bibbia, perché sulla Bibbia?
Noi avremmo accettato di sapere queste cose con molta più facilità semplicemente in un libro di storia e non ci avrebbe messo in crisi.
Come mai trovare ad esempio del "Libro dei re" gli assedi vari dove una testa di asino viene venduta per un prezzo incredibile, dove le madri bollono i figli degli altri per mangiarseli a vicenda, sono cose che sono nel Libro dei re?
Come mai tutto questo è contenuto lì dentro?
La Bibbia è il libro di storia?
Queste guerre hanno da dire a noi semplicemente una riesumazione storica per dire che quella volta è successo così e cosà.
Oppure se io leggo un fatto di guerra ne ho un insegnamento?
Guardate che vi ho già dato un aiutone.
Allora state attenti bene, il problema è sempre quello dell'interpretazione, noi non possiamo accostarci al testo sacro alla lettera, se no diventiamo veramente dei fondamentalisti.
Allora che cosa si intende dire o crediamo veramente che è parola di Dio e tutto quello che ci è scritto li sopra è un insegnamento per noi, oppure non lo crediamo.
Quello che è scritto nella Bibbia è un insegnamento per noi, a che livello? Storico? No.
Geografico? No. Scientifico? No. A che livello? Spirituale.
Vuol dire che qualsiasi guerra di cui noi dovessimo leggere nella Scrittura ci darà un insegnamento di che tipo? Spirituale.
Specialmente poiché si tratta di guerra ci darà un insegnamento su quell'ambito.
Per esempio della preghiera che si chiama il combattimento spirituale.
Ciò che interessa noi non è sapere che cosa hanno fatto gli Amaleciti, i Filistei ecc. ecc., ci interessa capire che li sotto c'è un insegnamento spirituale per noi.
In realtà San Paolo dirà nelle sue scritture: "il nostro combattimento non è contro le creature fatte di carne e di sangue, ma contro gli spiriti dell'aria che abitano nelle regioni celesti" questa è una potente chiave di interpretazione che troviamo ovviamente nel Nuovo Testamento.
Nel Nuovo Testamento ci viene praticamente rivelato, guardate bene che i combattimenti di cui si parla non sono combattimenti contro gli uomini ma sono combattimenti spirituali.
Cosa vuol dire? La tua lotta spirituale per essere veramente libero.
Qual è il significato spirituale dell'epopea degli ebrei che escono dall'Egitto?
Qual è il significato spirituale di tutto questo, che Dio passa, Dio salva… tutto lì?
No, è il fatto che il popolo si rimbocca le maniche per fare ciò che Dio promette, Dio dice: "ti prometto la terra promessa la vuoi?
Bene rimboccati le maniche. Metti un piede davanti all'altro ed esci.
"Ecco il combattimento spirituale," e quando uscirai ricordati che avrai tante avversità, ma se ti fidi di me io dividerò perfino il Mar Rosso in due per te".
Cioè a dire:" io sono provvidenza, io penso a te, io non ti lascio bollire nel tuo brodo, se tu ti affidi a me io per te posso anche sospendere le leggi della natura, il tuo nemico, il diavolo che come leone ruggente va in giro cercando chi divorare.
Ma io distruggerò il tuo nemico " . Allora il significato spirituale è questo.
Il significato spirituale è avulso cioè staccato dal giudizio morale di ciò che è avvenuto 1000, 2000, 3000 anni fa in quelle guerre.
È evidente che noi ricusiamo la violenza, la violenza non viene da Dio, ma non è il giudizio storico su quel fatto guerresco che è avvenuto.
Nella scrittura noi abbiamo insegnamenti spirituali cioè quale è il significato di questa guerra?
Il significato di questa guerra è aiutarti a capire come devi combattere il tuo nemico, quando gli Amaleciti vanno nell'accampamento di Davide e rubano tutti i beni di Davide e rubano le donne e quelle persone che potevano essere utili, che cosa dice la Scrittura?
Che Davide insieme ai guerrieri vanno nella Tenda del Convegno, non c'era ancora il Tempio e li Dio dice loro: "Ecco vai, insegui il tuo nemico e non ti fermare fino a quando non lo hai distrutto".
Qual è l'insegnamento spirituale?
Quando tu hai un combattimento spirituale nella tua anima, per combattere un peccato, un difetto, ecc. non ti accontentare di una vittoria parziale.
Devi andare fino in fondo per distruggere il tuo nemico, se vuoi veramente essere libero, se vuoi avere il possesso di ciò che è tuo perché l'insegnamento spirituale è: il tuo nemico ti vuole rubare ciò che è tuo, difendi ciò che è tuo.
Tu dici: "bene io sono arrivato a un grado di preghiera buono, a un grado di dottrina buono".
Non crederai mica che il tuo nemico non lotterà con le unghie e con i denti per strapparti via quello che tu hai conseguito con fatica.
Tutti i sabati tu sei qui, ti alzi presto, attraversi le città, fai dei chilometri per arrivare qui.
Ne siamo consapevoli tutti, tu fai una fatica tremenda per farti un bagaglio culturalmente e dottrinalmente solido; non crederai mica che il nemico non voglia in qualche modo portarti via tutto quello che hai.
È chiaro che, se ti distrugge, lui ha una vittoria moltiplicata per cento, perché quante persone nelle tua vita hai incontrato? 1000, 2000, 10000 persone?
quante di queste persone tu potrai fare del bene con la parola di Dio, che è dentro di te, con la dottrina di Dio che è dentro di te?
Se il nemico di Dio viene nel tuo accampamento e ti ruba tutto i tuoi beni, lui ha fatto una vittoria contro 10.000 persone, non contro di te.
Per questo l'insegnamento spirituale è: vai, insegui il tuo nemico, cioè non rassegnarti subito, tu devi essere attaccato e volere veramente le cose tue.
Il tuo combattimento si svolgerà come? Nella Tenda del Convegno ti attacchi alla sorgente della verità, alla sorgente della vita, alla sorgente della consolazione e poi dopo combatti, cosa vuol dire vado avanti anche se mi sembra di aver perso tutto.
Lo faccio in fede, mi fido di Dio, quello che Lui ha fatto per me una volta vale per tutti i secoli.
Ho fatto semplicemente qualche piccolo, piccolissimo esempio.
Lo so anch'io che non è così estremamente immediato e così facile giungere a leggere queste parole del Signore, che lasciano certe volte veramente un po' perplessi per quanto viene presentato, ma è ciò che era accaduto.
Ora noi possiamo accostarci al testo sacro dicendo: "ma sì è accaduto, altri tempi" ma non ci esprimiamo oppure possiamo dire: "ma Signore ma che cosa mi vuoi insegnare tu, attraverso questo evento così guerresco, così violento ecc.
C'è sicuramente qualche cosa, se si parla di un combattimento, allora vuol dire che Tu mi stai parlando adesso del mio combattimento spirituale per esserti fedele".
Per essere fedeli in una cultura come la nostra bisogna altro che essere combattenti, bisogna essere aggressivi, perché noi siamo assediati continuamente da una cultura e da delle strutture di peccato, che vogliono farci capitolare.
Siete convinti di tutto questo? È chiaro che è un discorso probabilmente nuovo per molti di tra di voi, è così?
Però questo semplicemente per tranquillizzarvi e dirvi: "guardate che tutta la Bibbia è parola di Dio quindi tutto quello che trovate lì sopra è parola di Dio.
Ma bisogna saperla ascoltare la parola di Dio, bisogna cogliere ciò che Dio ti vuole insegnare attraverso questo fatto". Per esempio: non c'è nessuno tra di noi che non ha dovuto passare nella propria vita, e forse ne passeremo ancora, dei momenti tremendamente difficili, mi confermate?
In quei momenti può darsi che qualcuno abbia detto: "ma Signore dove sei, ti sei chiuso dentro un tabernacolo?
Vieni fuori, non vedi in che situazione sono?"
Magari sono passati degli anni da quel momento li.
Ora, ripensando a tutti quegli esempi, hai imparato qualche cosa?
Puoi dire adesso al Signore: "grazie che ho passato anche questi momenti, perché mi hai insegnato questo, questo e quest'altro".
Questo significa cogliere il significato profondo, spirituale, che è diverso da quello che vi è capitato, perché se tu hai avuto un cancro, sei stato operato, hai sofferto, hai avuto paura, ma è chiaro che se tu devi fare la cronaca di quello che ti è successo in quegli anni tu descriverai tutto questo.
Ma se tu devi scrivere l'interpretazione di questi fatti, a riguardo di quelli stessi anni, di quegli stessi eventi, scrivi cose completamente diverse.
Questo per dire che l'attenzione alle realtà umane esige da noi una profondità di pensiero allora voglio dire questo.
Nessuno si spaventi, perché sono sicuro che alla fine di tutto quello che vi ho detto in questo momento qualcuno penserà: "ma io non sarò mai il grado di fare una cosa di questo genere.
" È possibile? Io vi dico: "avete ragione.
Noi non siamo in grado di fare una cosa di questo genere, ma non dimenticate che la Scrittura è stata ispirata da chi? Da Dio cioè dallo Spirito Santo.
A chi? A delle persone, che erano persone diverse da noi, avevano tre gambe, quattro teste o erano come noi?
Sono state ispirate loro? Perché noi no, non per scrivere un'altra Bibbia, ma per intuire il significato per noi.
Sei diventata sensibile nell'accorgerti degli insegnamenti che ricevi durante la difficoltà, ti accorgi di questo?
Questo vuol dire un grande cammino spirituale.
Solo chi sta facendo un cammino spirituale a un certo momento, vivendo le difficoltà, è capace di giungere a dire: "ti ringrazio Signore."
Quindi vedete che veramente lo Spirito Santo è in azione.
Voi dovete fare una lezione di catechismo, dovete parlare all'improvviso a una persona che vi pone un problema difficile allora cosa fate?
Panico, no, fermi Signore tu hai ispirato i profeti e gli scrittori sacri per insegnare qualche cosa al tuo popolo, questi scrittori sacri e profeti non avevano lo Spirito Santo dentro di sé, perché la Pentecoste non c'era ancora stata, ma io sì, io sono tuo figlio, sono battezzato e tutto Dio padre, tutto Dio figlio, tutto Dio Spirito Santo abitano dentro di me stabilmente; bene, mettimi le parole giuste.
Sapete quando vi accorgete che siete ispirati?
Quando voi condividete con gli altri un insegnamento spirituale, e mentre ne parlate state imparando voi.
Voi dite delle cose e dite: "ma guarda questo pensiero non viene da me" lo Spirito Santo parla agli altri, passando attraverso di te, ma anche tu stai imparando in quel momento.
Però ti dico anche un'altra, cosa attenzione bene: mi va bene che ti succeda questo, ma non ti adagiare sugli allori quando tu hai dato un insegnamento di questo genere e senti di avere imparato qualche cosa.
Poi fermati e domandati: quello che ho imparato è secondo la dottrina cattolica o no?
Perché delle volte potrebbero essere solo delle nostre elucubrazioni strane, allora, questo te lo dico per favore, fallo davvero.
Quando ti succede questo controlla e se hai dei dubbi di non avere insegnato le cose veramente giuste vai dal tuo direttore spirituale e digli: " senti io ho fatto questo insegnamento ho detto questo concetto ecc. ecc. è giusto o è sbagliato?
Io non voglio mica insegnare delle cose sbagliate che poi di fronte a Dio mi rendo responsabile di una dottrina errata, nei confronti degli altri ".
Quindi se quello che voi dite vedete che corrisponde a quello che c'è scritto nel catechismo della Chiesa Cattolica state tranquilli, se invece avete qualche dubbio allora andate dal vostro direttore spirituale e sottoponetegli il caso e fatevi tranquillizzare.
E poi, con molta umiltà e se per caso avete sbagliato la prossima volta direte: "senti a proposito di questo, c'è da sottolineare questo aspetto, che va visto così, non in quest'altro modo".
Facendo così voi veramente vi mettete al servizio dei vostri fratelli nella loro umanità, perché voi date a loro ciò di cui hanno veramente bisogno.
Non c'è forse un proverbio indiano che dice questo: "se tu dai un pesce a una persona la sfami per un giorno, se le insegni a pescare la sfami per tutta la vita".
Se tu dai un panino alla persona te la togli dai piedi, ma se tu a quella persona insegni a lavorare vuol dire che sei attenta alle sue necessità umane e, attraverso quello che tu insegni, parlerai anche di Dio.
La Casa di Carità, dove siamo qui, nasce proprio su questo aspetto: portare alla spiritualità attraverso la capacità e la professionalità.
Quindi consideriamo un pochino tutti questi aspetti la spiritualità autentica non è una spiritualità svolazzante disincarnata che potremmo quasi definire disincantata, è una spiritualità molto attenta a ciò che sono le persone umane.
Non abbiate paura di ledere dei campi diversi.
Vi ricordo che l'uomo non è settoriale, è la mentalità illuministica che ha spinto noi a catalogare e misurare tutto, perché la verità scientifica che viene portata avanti dall'Illuminismo ha così tanto inciso nel nostro modo di interpretare la realtà, che tutto viene interpretato in questo senso.
Ma le persone che voi trovate sul tram, oppure all'ufficio postale o nel vostro posto di lavoro sono delle persone complete, non sono delle macchinette per fare i calcoli, oppure quello che deve stringere i bulloni, come si vede nel film di Chaplin in "Tempi moderni" tutte queste persone non sono forza lavoro, sono persone.
Questo vuol dire che a 360° sono presenti dentro di loro tutte le realtà personali, anche quelle spirituali e tu puoi vivere il lavoro anche comunicando i valori spirituali.
E quando questo avviene tu vedrai che con il suo collega protrai lavorare molto meglio, perché la spiritualità autentica è basata sulla giustizia, la verità, l'onestà, l'equilibrio ecc. quindi tutti i rapporti personali, amicali, professionali… cambiano, si mettono in equilibrio.
La spiritualità non è una cosa disincarnata da ciò che l'uomo fa, la spiritualità è l'uomo che mette in pratica il proprio rapporto con Dio.
Più semplice di così io non lo so come dirlo, spero di essermi spiegato.
Però attenzione, non fermiamoci soltanto a livello emotivo, entrare nel cuore delle persone a livello emotivo con un bel sorriso, ma poi non deve mancare mai un piccolo accenno, se tu devi presentare l'icona della tenerezza: "Queste icone fatte così e cosà ecc. infatti queste icone ci parlano dell'amore di Dio che si esprime anche in questo abbraccio tenero perché Lui ama ciascuno di noi ecc. ecc.".
Tu hai fatto in una frase che non dura neanche venti secondi già un insegnamento.
Questo è un esempio, ma non dovete perdere neanche una occasione ricordatevi che Gesù ha detto: "su ogni parola inutile saremo giudicati" cosa vuol dire parola inutile?
Vuol dire parola priva di energia.
Io non sto parlando di chiacchiere, sto dicendo quello che dice il Signore, cioè quando tu hai l'occasione di mettere la presenza di Dio nei tuoi discorsi e non lo fai tu rischi di parlare inutilmente.
Vi do un piccolo suggerimento: quando vi accorgete che il vostro interlocutore, chiunque esso sia, sfrutta il discorso o la chiacchierata che state facendo, per divulgare chiacchiere che di per sé non sono niente di particolare, ma che voi sentite che sono un po' mordaci, un po' pepatelle diciamo così, allora voi ricordate che al mattino quando vi alzate chiedete allo Spirito Santo che vi dia il discernimento, per sentire subito il profumo dell'incenso o la puzza dello zolfo.
Quando vedi che questo qui parla in questo modo e ti vuole trascinare dalla sua parte per convincerti: "hai visto questo, quell'altro … ", tu ascolta con molta carità, ma ricordati di non tenere il discorso basso, mandalo in alto sempre.
Ma quando vedete che queste persone continuano a insistere, voi chiamate in causa Gesù, che dalla vostra bocca esca l'espressione: "il Signore Gesù ci dice questo e quest'altro".
Non tenete il discorso a livello rasoterra, fatelo decollare, fate sentire che voi vedete le cose anche sotto un altro aspetto.
Non con tutti puoi fare una preghiera, ma con altri tu puoi gettare questo: "il Signore vede e conosce la tua difficoltà, conosce il nostro dispiacere e glielo diciamo a Lui ecc. " voi vedrete di colpo che quel discorso costruito ad arte dal nemico non era altro che un castello di carte.
Voi avete soffiato lo Spirito e il castello di carte è crollato, ciò che rimane su sono solo le fondamenta solide dell'amore di Dio.
Provate e vedrete, voi siete chiamati a guardare in alto, siete chiamati a far guardare gli altri in alto.
Non dimenticatevi mai chi siete: voi siete i figli di Dio, voi siete gli araldi del Vangelo, voi siete i custodi dell'amore di Dio, voi siete i custodi della sapienza di Dio.
Non dimenticate mai ciò che Dio ha fatto di voi e quindi, in ogni occasione, con estremo tatto, con grande gentilezza, con tutta la carità che lo Spirito vi dà, non perdete mai l'occasione di gettare in alto i problemi del mondo e vedrete che i problemi del mondo verranno risolti da Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.