Maria ha agito in fede, sorretta dalla grazia di Dio
6-12-2003
1) È arricchita da doni degni della sua carica
2) Redenta fin dal concepimento
3) La grazia di Dio sorregga tutti i redenti
4) Maria ha agito in fede
5) Ha accettato qualcosa che non capiva
6) L'atto di fede e i miracoli
7) La fiducia
8) I miracoli
9) Perché non tutti guariscono?
10) La preghiera usata per salvarci
11) Gli angeli e lucifero nei confronti di Dio
12) L'essere umano dimostra la redenzione di fiducia che ha con Dio
13) Dio ci dà la possibilità di aderire o di ribellarsi a Lui
14) La tentazione distoglie gli occhi da Dio
15) Pregare per gli antenati
16) Nella nostra vita interagiscono la grazia e la libertà umana
"Per essere la madre del Salvatore Maria da Dio è stata arricchita da doni degni di una così grande carica".
Come citazione questa ci viene dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nel documento Lumen Gentium, l'angelo Gabriele, al momento dell'annunciazione, la saluta come piena di grazia.
In realtà, per poter dare il libero assenso della sua fede all'annuncio della sua vocazione, era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio.
Quindi dire che era necessario che fosse sorretta dalla grazia di Dio equivale a dire che la sua natura umana è la nostra natura umana.
N. 491: "Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria colmata di grazia da Dio, ( Lc 1,28 ) era stata redenta fin dal suo concepimento.
Capite come è grande la nostra fede?
È stata redenta fin dal suo concepimento cioè nell'istante del concepimento e dalla fusione delle due cellule germinali Lei è già stata redenta in quell'istante.
Quindi redenta non preservata, non una realtà diversa, redenta.
È quanto afferma il dogma dell'Immacolata Concezione proclamata dal Papa Pio IX nel 1854: "La beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale".
Al 491 dice: "è stata redenta fin dal concepimento".
Redenta vuol dire la stessa situazione di noi, siamo redenti noi?
Non dimenticare il 490 che dice: "Per poter dare il libero assenso della sua fede all'annuncio della sua vocazione era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio".
Questa la dice molto lunga, perché una persona che non fa parte della natura umana non ha bisogno che la grazia di Dio la sorregga in maniera totale.
Se non fosse stata sorretta dalla grazia non avrebbe potuto dare il libero assenso, sarebbe stata costretta.
Voi lo sapete il Catechismo della Chiesa Cattolica è un condensato della Teologia della Chiesa, è chiaro che ogni parola che c'è ha un significato profondo.
Quindi per dire: per poter dare il libero assenso, cioè affinché lei sia in grado di dare un assenso libero, che vuol dire non condizionato, non costretto, non guidato da Dio era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio.
Ora sorretta non vuol dire sostituita, vuol dire che la grazia di Dio dall'interno la anima, affinché la natura umana dica sì totalmente a Dio.
Ed è in perfetta comunione con quanto c'è scritto nel n. 491: "Era stata redenta fin dal suo concepimento".
Sappiamo anche molto bene e che la grazia di Dio sorregge tutti i redenti nella misura in cui essi devono rispondere a un certo tipo di vocazione.
La grazia di Dio che mi sorregge in questo momento può essere diversa e sicuramente è diversa da una grazia di Dio che mi sorregge se io debbo essere martirizzato.
La grazia di Dio non mi sostituisce come uomo e come mia decisione, però mi sorregge.
Se io in quel momento, per tener fede alla vocazione, ho bisogno di più grazia di Dio, allora la grazia di Dio mi sostiene.
Può darsi che accada la stessa cosa, sia tutto sostenuto dalla grazia di Dio, come il Verbo che parla dell'annunciazione ( Lc 1,28 ) dice: "caire Maria checaritomene che significa: tu che sei stata riempita della grazia di Dio e rimani tale.
Ecco questo dire "piena di grazia" vale per Maria, ma è esattamente ciò che Dio vuole che accada per tutti noi.
Diversamente non si capisce la Pentecoste, diversamente la grazia santificante che significato ha dentro di noi.
Semplicemente di consiglio o di verità a cui fare riferimento o è effettivamente la forza di Dio che abita dentro di noi e sorregge la nostra natura umana, senza sostituirla?
Maria il sì che ha detto a Dio è un sì carico di significato e anche di incognite.
Tenete conto che qui dice: "In realtà per poter dare il libero assenso della sua fede, non di ciò che lei sapeva senza la fede.
Vuol dire che Maria ha agito in fede, non ha agito nella chiarezza della comprensione del mistero.
Voi capite che quando si parla dei nostri progenitori nel giardino dell'Eden si dice anche che essi parlavano direttamente con Dio.
È un modo parabolico, eufemistico, quello che volete, per dire che non vi era un qualche cosa che si interponeva tra la natura umana e quella divina.
C'era una diretta comunicazione tra Dio e gli uomini come per gli angeli che vedono Dio così come egli è.
Allora in quel caso non si può parlare di fede, perché gli uomini vedono Dio non hanno bisogno di credere a Lui se si trovano prima del peccato originale.
Oppure senza il peccato originale.
Però Maria qui dice al 490 che per poter dare il libero assenso alle sua fede, allora questo vuole dire che Maria agisce in fede, non nella visione diretta del mistero, Maria ascoltava gli insegnamenti del capo della Sinagoga e li imparava, Maria ascoltava gli insegnamenti di suo figlio Gesù e li meditava nel suo cuore.
Ora se lei non fosse stata della nostra natura umana, non aveva bisogno ascoltare gli insegnamenti di Gesù, perché il mistero di Dio le sarebbe stato chiaro davanti agli occhi, senza la mediazione della sinagoga, dei sommi sacerdoti.
Maria non sarebbe andata al tempio di Gerusalemme a fare cosa?
Visto che la comunione con Dio sarebbe stata così autentica e diretta mentre qui al 490 ci parla di una vera umanità senza la quale l'incarnazione non sarebbe vera.
L'assenso della sua fede, ci spinge all'assenso, non alla visione chiara di ciò che è, cioè l'accettare una verità superiore.
Quindi se Maria non avesse dovuto accettare un qualcosa che non conosceva e non poteva capire fino in fondo, avrebbe avuto bisogno della grazia? No.
Qui dice che per poter fare l'atto di fede aveva un bisogno che tutta la grazia la sostenesse nella sua natura umana.
Quindi vedete, lo so anch'io che un dogma non è un qualche cosa che si può spiegare, il dogma è un qualche cosa che si può contemplare, quindi è giusto che ci sia dentro di noi quel salatino delle cose che risultano difficili da accettare, ma tuttavia l'atto di fede è così.
Io avrei un po' di paura di una persona che ha una fede in cui non si fa delle domande.
La fede per sua stessa natura produce delle domande e forse anche delle inquietudini, perché la fede è qualcosa davanti a cui devi assolutamente fermarti ed interrogarti, e la risposta non è la risposta illuministica, scientifica dell'evidenza misurabile e sperimentabile.
La risposta è l'assenso ossia: "Mi fido, lo accetto".
Quindi qui tutto ciò che appare dalla Scrittura, ci viene in questo particolare dogma dell'annunciazione, di ciò che l'angelo le dice nel brano dell'annunciazione.
Voi leggendo Luca 1,28 e seguenti vi renderete conto di molte cose, che vi ho appena accennato.
Per esempio del fatto che Maria ha accettato qualche cosa che non capiva.
"Come è possibile questo, io non conosco uomo".
Certo i biblisti ci dicono anche che in questa espressione riportata da Luca, è sottintesa e contenuta la volontà di Maria e di Giuseppe di vivere tra di loro una vita di piena continenza.
Su questo punto si fonda per esempio l'interpretazione che dice della perpetua verginità di Maria prima, durante e dopo il parto.
E che quindi, in qualche modo, elimina l'interpretazione di alcuni testimoni di Geova e altri che dicono che Maria ebbe altri figli dopo la nascita di Gesù, perché c'è un passo della Bibbia: "Giuseppe e Maria non ebbero altri figli finché nacque Gesù" .
Ma questo "finché" nel modo di esprimersi biblico vuol dire "per sempre".
Ci sono anche altre figure bibliche che dicono: questa persona non ebbe altri figli finché morì.
É evidente che dopo che è morto non avrà altri figli.
Noi sappiamo molto bene che il vocabolario ebraico aramaico era un vocabolario di un popolo di pastori, non di filosofi come i Greci, non di legalisti come i Romani, per cui molti termini avevano molti significati.
Per esempio, non si distinguevano in una maniera così legalistica, come invece era necessario nell'Impero Romano, i fratelli e i cugini.
Coloro che facevano parte dello stesso ceppo familiare erano considerati tutti Fratelli, anche se ovviamente si sapeva bene che alcuni erano fratelli dello stesso ceppo, altri erano fratelli di un ceppo comune, ma il modo di esprimersi ingenera delle confusioni.
Quindi l'atto di fede è proprio questo.
Una fede che non produce domande è fideismo.
Mi fa un po' paura il fideismo, perché toglie la capacità critica e diminuisce la possibilità di fare un autentico atto di fede.
L'atto di fede significa dire: "Certo che questo che mi viene proposto dinanzi da credere, secondo la mia capacità di intendere e di volere, è un qualche cosa di per lo meno strano", però fa riferimento alle Scritture e cioè a dire: Dio si sta rivelando attraverso la Sacra Scrittura, allora la domande che mi devo fare non è: sarà vero o non sarà vero, ma mi fido di Dio oppure no?
Perché l'atto di fede si basa su questo.
Anche i miracoli, che possono accadere nella vita di ciascuno di noi, non hanno nessun altro significato se non questo di mostrare che di Dio ti puoi fidare.
Se noi analizziamo il miracolo sotto un altro aspetto medico, scientifico, biologico ecc. resteranno sempre dei dubbi.
I medici lo sanno molto bene.
in caso di guarigioni prodigiose, che non definisco già miracolose, ma solo prodigiose, i medici si limitano a dire: noi non siamo in grado di spiegare di cosa si tratta, ma è ancora molto lontano dal dire: questo è un miracolo.
Quindi il miracolo é accettare, nella visione di fede, l'irruzione di Dio nella storia degli uomini.
Per quale fine esiste il miracolo?
Perché ci sono i miracoli?
Se qualcuno vi dicesse, ma i miracoli ci sono?
Voi che cosa direste per difendere la tesi del fatto che i miracoli ci sono?
Dio si manifesta anche in un sole che sorge.
Faccio l'avvocato del diavolo, uno potrebbe anche dire: Dio è ingiusto, perché fa il miracolo per lei e non lo fa per lui?
Allora Dio è cattivo?
Se uno dovesse spiegare perché ci sono i miracoli, mettendo per scontato che accettiamo che i miracoli ci sono, abbiamo la prova che quel fatto è prodigioso?
Ma la nostra fede non è nel miracolo.
Che segnale è il miracolo?
Sul fatto specifico che i miracoli esistono o non esistono e se esistono perché, occorre la fiducia.
Ecco la cosa che m'interessa, quello che mi interessa è che emerga questo atteggiamento: la fiducia che non è una cosa facile ed è come qui al 490 "essere sorretti dalla grazia, per poter avere la fede in quel momento".
Vorrei dire qualche piccola cosa: è vero che la fede è la condizione essenziale sine qua non si manifesta il miracolo.
Però stiamo attenti a non ingenerare nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle dei sensi di colpa, perché può capitare che una persona, animata da buone intenzioni di grande preghiera, ecc. ecc. non ottenga ciò che ha chiesto; e qualche cristiano benpensante gli dica: "Ma ci vuole fede per ottenere queste cose".
Il risultato è che questa persona potrebbe anche suicidarsi, perché dice: "Ecco io non ho avuto fede per salvare mio figlio, mia figlia, Dio non mi ama, quindi se Dio non mi ha salvato loro, perché io non ho fede, allora vuol dire che io sono nella disperazione".
La fede è un senso di fiducia, non la condizio sine qua non: se tu non hai fede, non si realizza il miracolo, anche perché ci sono molte volte in cui i miracoli accadono proprio a persone che non avevano fede.
Allora vuol dire che il miracolo ha un significato che trascende la fede.
Giustamente si sottolineava che è un tipo di relazione che si ha, che si coltiva con Dio.
Ossia ascolto Dio, credo a Dio gli do fiducia, mi fido di lui.
La fede si muove in questo ambito.
Anche la parabola di ieri, dei due ciechi, ai quali Gesù dice: "Avvenga di voi secondo la vostra fede" va vista sotto questa luce, cioè la vostra fede vi ha salvato, il vostro fidarvi di me significa: qualunque cosa tu faccia, mi fiderò di te, che tu mi conceda che tu non mi conceda.
Qualcuno verrà da voi piangendo, perché si troverà in una situazione disperata e scambierà la fede con la tesserina magnetica che ti apre le porte per ottenere tutto quello che vuoi.
Voi potreste ricordare la risurrezione di Lazzaro.
Maria dice ai Gesù: "Se tu fossi stato qui non sarebbe accaduto questo, ma anche adesso so che tutto ciò che chiederai al Padre Lui ti ascolta".
"Credi tu che io sono la resurrezione e la vita?"
Voi vi immaginate questa povera Maria che cosa ha capito di ciò che le diceva Gesù?
Poiché la rivelazione non si era ancora verificata.
Pensate bene, in quel momento neanche Lazzaro era ancora resuscitato, che non ho detto risorto ho detto resuscitato.
Il miracolo non ti dà la fede ma sostiene la tua fede, non te la dà, la sostiene.
Quando uno riceve un miracolo rimane talmente stupefatto che non sa spiegare che cosa sia successo, può descrivere che cosa ha provato in quel momento ma non sa che cosa sia successo.
Insomma quei ragazzi che erano sulla sedia a rotelle e che dopo una preghiera di guarigione si alzano, li ho visti io a distanza di due o tre metri, e con tutto il tripudio della folla ecc.
Quando l'anno dopo ti portano le cartelle cliniche, in cui si vede chiaramente che il midollo spinale continua ad essere interrotto, però essi fanno ginnastica, vanno in moto, e fanno tutto come se fosse sano, allora questo è un miracolo permanente.
Allora che significato ha il miracolo?
Ha significato di dimostrare che Dio fa parte della storia degli uomini, Dio è nella storia degli uomini, Dio c'è, ma è molto povero dire questo.
Non solo Dio c'è, ma Dio è interessato a te, alla tua storia.
Perché non tutti guariscono?
Non tutti sono sanati, non tutti i matrimoni vengono guariti, non tutti i figli si convertono, perché succede questo?
Perché ad alcune preghiere sembra che il Signore sia sordo?
Ma intanto io direi questa norma spirituale, che dico in tanti casi, sembra una cosa buffa, però se ci pensate è abbastanza vera: nell'ufficio di Dio non esiste il cestino della carta straccia.
Tutti i bigliettini che noi gli mandiamo, le nostre preghiere non sono archiviate e buttate via.
Lui risponde a tutto, tutto, ma probabilmente non risponde quello che vogliamo noi, perché solo ad alcune preghiere il Signore risponde subito sì?
Lui sa il perché.
San Paolo nelle sue lettere dice: "Nella pienezza dei tempi Dio mandò suo figlio……. "
Nella pienezza dei tempi, cioè quando Dio sapeva che era il tempo giusto.
Se vogliamo la civiltà egizia, molti secoli prima era molto più splendida della civiltà ebraica.
Gesù poteva nascere nell'impero romano, oppure essere un greco con una filosofia raffinatissima.
Quindi ci sono dei piani che conosce solo Dio e non c'è da stupirsi di tutto questo.
Ricordatevi in questi giorni passati, a riguardo del ritorno glorioso di Gesù, Gesù stesso dice: "Riguardo a queste cose non c'è nessuno che le sa, neppure gli angeli di Dio ma solo il Padre nei cieli".
Questo vuol dire che Dio ha dei piani precisi sul come e sul quando alcune cose, secondo la sua volontà si realizzeranno.
Questo fa anche riferimento alla nostra vita concreta personale.
Noi possiamo avere una giusta visione di noi stessi, cioè a dire: "Signore io ti chiedo una cosa giusta per me stesso".
Ma solo che non è ancora la pienezza del tempo allora in quel caso il Signore risponderà: non ancora.
Nel primo caso sì subito oppure non ancora.
"Ma come Signore quella persona sta morendo di cancro e noi stiamo pregando perché sia guarita" il Signore potrebbe dirti: "no" perché l'intervento del Signore non si riferisce alla guarigione fisica, ma alla guarigione spirituale.
Tu credi di chiedere la cosa buona e la cosa giusta, ma Dio sa, accetta la tua preghiera, ma la applica nel posto giusto.
Tu preghi per la guarigione fisica di quella persona, in realtà quella persona aveva più bisogno di guarigione spirituale e negli ultimi minuti delle sua vita tutte le tue preghiere diventano efficaci.
Ricordatevi che Dio è l'eterno e quello che tu preghi qua può diventare efficace qui e Dio prende la tua preghiera e la porta lì all'ultimo istante della vita di quella persona per cui stai pregando.
Quindi non è sprecata la tua preghiera di vent'anni fa.
Vale fra vent'anni e Dio applica la tua intercessione, il tuo amore, la tua carità, la tua speranza, la tua fede, la prende di qua e la mette lì, perché Dio, che sa la verità, sa che è molto meglio salvare l'anima piuttosto il corpo di quella persona.
Una volta che l'anima e salva tu godrai di quella persona per tutta l'eternità e quindi Dio ascolterà la tua preghiera, perché tu sia felice.
Tu dici: "Salvami questa persona" e quella persona muore, ma il Signore ti dice: "Ma io ti ho ascoltato, te l'ho salvata, sarà in Paradiso per sempre.
Se tu non avessi pregato per quella persona io non ti avrei detto di sì e tu tra 10, 20, 50,70 anni tu morirai e resterai senza quella persona, perché non sarà salva, invece io te l'ho salvata prima.
Ho ascoltato la tua preghiera in un modo che tu non vedi, ma in un modo molto più grande.
Perché se tu mi chiedi la salvezza del corpo, godrai della presenza fisica di quella persona per alcuni decenni, ma se io ti salvo l'anima tu godrai della presenza intera, di quella persona per tutta l'eternità" perché ci sarà la resurrezione della carne.
Ora voi capite perché si dice che nell'ufficio di Dio non c'è il cestino della carta straccia, perché a tutte le preghiere Dio risponde.
Ma noi siamo in grado di accettare quello che lui dice, oppure coltiviamo una fede miope?
Umanamente è anche spiegabile.
Però noi dobbiamo anche superare la visione umana ed entrare in una visione di fede e avere un respiro più ampio di quello che è la vita.
La vita non è la vita sulla terra, la vita è la vita tutta intera quindi vuol dire ciò che trascorre sulla terra più tutta eternità.
Gesù l'ha detto chiaro: "A che serve guadagnare il mondo intero se poi perdi la tua anima."
Quindi la fede è quella che sposta le montagne e probabilmente è questo atteggiamento di fiducia nei confronti di Dio: bene omnia fecit "fa bene ogni cosa" fa udire i sordi e fa vedere i ciechi.
Sordo e cieco è anche spiritualmente una persona che ci vede benissimo ed è nel pieno della propria salute.
Tutte queste considerazioni … vedete quante cose emergono quando noi ci soffermiamo a vedere l'azione della grazia nella vita della persona, cioè Dio irrompe nella storia degli d'uomini in un modo che pone sicuramente delle domande.
Se non ponesse delle domande noi non riusciremmo a fare l'atto di fede.
Perché gli angeli nei confronti di Dio, in questo momento, non hanno la fede, perché loro lo vedono Dio, non devono porsi delle domande di fede.
L'hanno fatto una volta e quella volta lì dura per tutta l'eternità, perché era una domanda di fede che si riferiva direttamente a Dio, e Dio è l'eterno, è come dire: "Voi vi fidate di me o no?".
Lucifero a detto: "Il tuo progetto è assurdo, ti vuoi fare uomo? Non è possibile".
Povero Lucifero lui ha sbagliato, solo che le decisioni prese nell'eternità durano un'eternità.
L'eternità è il tempo: non c'è un prima, né un dopo dell'eternità c'è il continuo adesso; in questo continuo adesso è presente anche il tempo come noi lo conosciamo.
Ma il continuo adesso di Dio è il continuo sì che gli angeli fedeli a Dio hanno detto, oppure è il continuo no che gli angeli ribelli a Dio hanno detto.
È una scelta patetica: vorrebbero sfuggire all'eternità inserendosi nella storia degli d'uomini.
Non potendo avere un'incarnazione, in quanto essi sono puri spiriti, si gettano nella possessione.
La possessione è lo scimmiottamento dell'incarnazione, disperato tentativo di distogliere se stessi dal disastro in cui si sono messi.
Basterebbe che si rivolgessero a Dio, riconoscendo che Dio ha ragione e che loro hanno torto, perché Dio li reintegrasse all'istante nella loro situazione di splendore.
Il problema non sta in Dio, il problema sta in loro che non lo vogliono fare.
Non mi chiedete perché non lo vogliono fare, ma non lo vogliono fare.
Dunque l'essere umano in quanto essere umano, è un essere che è chiamato a dimostrare che con Dio ha una relazione di fiducia.
Ora ovviamente tutti sappiamo che il racconto della creazione e del giardino dell'Eden è una parabola, ma è una parabola molto profonda, perché ci aiuta a intuire l'importanza che Dio dà alle scelte libere degli d'uomini.
Addirittura se gli uomini non sono in grado di fare delle scelte libere non sono in grado di avere una relazione con Dio, perché Dio non vuole avere dei servi che abbiano terrore di lui, ma vuole delle persone che lo scelgano liberamente, allora in un'altra occasione aveva richiamato per esempio questo fatto: che se Dio, nella parabola della creazione non avesse posto al centro del giardino l'albero della conoscenza del bene e del male con la clausola che diceva: "Di questo non ve ne servirete" gli uomini avrebbero potuto essere veramente uomini o sarebbero stati animali come tutti gli altri? perché non avrebbero avuto la possibilità di dimostrare una azione libera.
Se a un certo momento io dico: "non prendete i cioccolatini che sono presenti nella cesta" voi mi ubbidite perché tanto in quella cesta non ci sono cioccolatini ci sono solo caramelle.
Ma se io metto un cioccolatino a testa insieme alle caramelle e dico: "Potete prendere tutte le caramelle che volete, ma non i cioccolatini" allora voi potete esercitare la libertà
Perché io vi ho dato la possibilità di aderire a me o ribellarvi a me.
Quando passa la cesta di fronte a te, i tuoi occhi vedono i cioccolatini, sono desiderabili e poi qualcuno potrebbe dirti: "Ma come questi cioccolatini li vuole solo Don Mauro, perché don Mauro sa che se tu mangiassi il cioccolatino diventeresti come lui".
In quel momento lì entra la possibilità di dimostrare, nella libertà, la comunione con Dio, quindi la vera struttura della persona umana, oppure il peccato, cioè a dire mi dissocio da Dio.
Il peccato è veramente volgere lo sguardo non più su Dio, ma sulle creature.
E l'azione del tentatore raffigurato dal serpente è stata quanto mai evidente, su questa spiegazione teologica, in quanto, se voi immaginate il serpente attorno all'albero della conoscenza del bene e del male, che sta illustrando la bellezza e l'appetibilità, e l'interesse che questi frutti producono, che non sono le mele, allora voi vi rendete conto se guardate bene la scena, che il serpente non ha arrotolato la sua coda intorno al frutto né lo ha staccato e l'ha messo nelle mani di Eva.
Gliel'ha solo fatto vedere, niente di più e le ha detto qualche falsità.
Ma è l'uomo liberamente che decide se guardare a Dio, quindi non dare retta alla tentazione, o se guardare all'oggetto e quindi non guardare più Dio.
La tentazione del peccato è distogliere gli occhi da Dio, per rivolgerle alle creature.
Poi questo peccato si nasconde anche su cose che sembrano innocenti, tante volte alle mie donne in parrocchia glielo dico. Sì certamente dobbiamo fare di tutto, perché siano bene accolti, dobbiamo preparare un ottimo pranzo ecc. ecc. quindi non vado a Messa perché non ho il tempo di farlo: "Io ho tante cose da fare in famiglia per cui il Signore viene dopo".
Lo so anch'io che i doveri di una madre, di una moglie ecc. possono essere gravosi, ma tu, facendo così, distogli gli occhi da Dio e li rivolgi alle creature.
Tutti vogliamo avere una casa meravigliosa, pulita, ordinata ecc. ma se questo ti distoglie da Dio, quel fare una cosa buona diventa un peccato.
Vedete che non è molto facile farlo capire alle persone, perché loro vedono le creature ma non vedono Dio.
Invece la fede si rivolge proprio nel guardare l'invisibile, per fissare lo sguardo sulle cose invisibili, perché le cose visibili abbiano un significato.
È una realtà talmente difficile da capire che se il Signore non ci avesse comunicato attraverso la rivelazione in questo modo il significato, noi non avremmo avuto la capacità di capire quanta importanza Dio dia alla libertà e alla libera scelta.
Perché la fede è una libera scelta, cioè è un sì che dico liberamente, non perché sono costretto.
Un tuo antenato sai che è stato cattivo, che ne ha fatte di tutti i colori ed è già morto da 50 anni.
Tu dici: " È inutile che io preghi per lui, tanto è già morto, quando lui è morto io non c'ero neanche, ma ne ha fatte di tutti i colori ".
Sei davvero nel giusto?
Se tu sai che la tua preghiera è rivolta a Dio, non all'antenato, vi è molta difficoltà?
Muore una persona e prego per quella persona, ma no anima mia devi pregare il Signore.
Ma se questo tuo antenato era così cattivo, che ne ha combinate di tutti i colori, allora non è mica vietato che tu preghi per lui, anche se lui è morto prima ancora che tu nascessi, perché il Signore sapeva già che, 50 anni dopo la sua morte, ci sarebbe stata una persona che avrebbe pregato per questo e ha preso i benefici della tua preghiera, della tua intercessione, delle messe che hai fatto celebrare e le ha rese efficaci nell'istante stesso della morte di quella persona.
Questa è l'eternità, è un qualche cosa di spaventosamente grande e meraviglioso.
Vedete cosa vuol dire avere come alleato Dio?
Perché vero ciò che dice l'angelo a Maria "nulla è impossibile a Dio".
Dio è onnisciente, sa tutto, però Lui rispetta la libertà.
Il fatto è che tu liberamente hai voluto far dire delle messe per questa persona, quindi la realtà è questa: tu l'hai fatto e Dio applica questa realtà, in quel momento in cui ce n'era bisogno.
Dio ha già visto cosa succederà e certo non cambierà la sequenza degli eventi, ma nella realtà non succede, perché se cambiasse vorrebbe dire che l'essere umano non è più nella sua libertà.
Cioè nella vita della persona interagiscono la grazia e la libertà umana.
Quindi quello che ho annunciato prima, applicare le grazie ricevute per i nostri antenati, per le loro necessità in quel momento, non significa che cambieranno gli eventi, significa solo che la grazia, come abbiamo visto qui sorregge in quel momento specifico.
Però voglio dire anche un'altra cosa: non è che se noi non preghiamo per quel nostro antenato di allora, il Signore non gli dia la grazia necessaria per affrontare il momento di allora, cioè non è che Dio dica: "Io ti do la grazia per salvarti solo perché fra 100 anni ci sarà una persona che prega per te"
No, Dio dà lo stesso la grazia necessaria, ma ascolta anche la tua preghiera.
Ricordatevi che Dio non fa mai nulla senza anche il nostro intervento, però ciò che riguarda la grazia è un dato di fatto, nessuno di noi è tentato al di sopra delle nostre forze.
Ciascuno di noi ha la grazia necessaria e sufficiente per affrontare il momento che deve vivere.
Buona festa dell'Immacolata.