Con animo missionario
17-1-2004
1) Il catechista ha il compito missionario
2) La missione, impegno fondamentale della Chiesa
3) Volontà esplicita di Gesù Cristo che ci sia la gerarchia
4) Ogni cristiano deve collaborare alla costruzione del corpo di Cristo
5) Dare la propria testimonianza
6) Prendere sul serio il nostro essere cristiani
7) Essere missionari del messaggio di Gesù
8) Costruire il regno di Dio o il regno dell'uomo?
9) La parola di Dio ci è data perché la moltiplichiamo
10) Evangelizzare nel nostro tempo
11) Curare il nostro cammino interiore
12) Gesù e le parabole - il buon samaritano
13) Gesù fa vedere le cose come le vede Dio
14) Le cose passive stufano, le attive edificano
15) Trasformare l'insegnamento passivo in attivo
16) Attirare le persone a ragionare come Gesù
17) A servizio della Chiesa, perché?
18) Come servire gli altri
19) Il lettore - tu sai leggere bene?
Il compito del catechista è un compito missionario, significa anzitutto che è mandato per compiere un dovere.
Bisogna sentire quindi fortemente dentro di sé l'essere mandati e quindi assumere dentro di sè la responsabilità.
Il catechista non è un ambasciatore che non si prende responsabilità del messaggio che viene portato, giusto? Il catechista è un testimone, testimone in greco si dice martire.
Testimone significa colui che paga di tasca propria, ci mette del proprio, quindi il missionario-catechista è mandato a nome della Chiesa, ma non per fare il diplomatico ambasciatore che dice: ah guardate, la dottrina è questa poi voi fatene un po' quello che volete. No, non è affatto così.
Voi siete coloro che hanno acquisito dentro di sé il messaggio che devono trasmettere.
Possedere la dottrina non significa possederla semplicemente dal punto di vista culturale, questo è già scontato che bisogna saperle le cose, ma bisogna anche che siano divenute parte di noi stessi, mi spiego?
La missione è il compito fondamentale della Chiesa, ora tu ti senti Chiesa?
Perché voi capite che questo discorso risulta molto difficoltoso se tu non ti senti parte del corpo mistico della Chiesa.
Non possiamo dimenticare che viviamo in un'epoca successiva a quella della contestazione culturale, dobbiamo sapere che tutto il substrato, il subconscio culturale è quello che ci spinge a non sentirci mai parte della grande struttura, in particolare nella Chiesa della gerarchia.
Invece la novità è questa che anche voi fate parte della gerarchia, volente o nolente; nolente non deve esistere, volente!!
Nolente vuol dire che uno subisce e uno subisce una cosa che non è bella.
Mentre vi dico la grande novità: è bella la gerarchia, perché l'ha voluta Gesù Cristo; è una volontà esplicita, biblicamente espressa, esplicitamente chiarificata.
"A te Pietro do le chiavi dei cieli" e in un'altra occasione "Tu conferma i tuoi fratelli".
Quindi la volontà esplicita di Gesù Cristo perché ci sia una struttura e che questa struttura sarà animata dalla potenza dello Spirito Santo.
Voi non uscirete da questa città, se non quando sarete rivestiti di potenza dall'alto, aspettate in città" Gesù ascende al cielo, una settimana dopo viene la Pentecoste.
Dopo nasce la Chiesa, di lì parte la Chiesa.
Con la Pentecoste gli apostoli e i discepoli esplodono di colpo e vanno da tutte le parti ad evangelizzare, gli apostoli coadiuvati dai discepoli, quindi la gerarchia, di cui noi facciamo parte anche perché se il vostro parroco vi ha scelti per la catechesi, vuol dire che voi siete collaboratori della gerarchia, siete entrati non nella gerarchia istituzionalizzata, ma nella gerarchia collaborante, partecipate del carisma gerarchico.
Quindi ogni cristiano in realtà dovrebbe sentirsi parte di ciò che è Chiesa, Corpo di Cristo dove ognuno collabora per il buon funzionamento dell'altro.
Come mai tutte le nostre cellule del corpo quando il corpo sta bene funzionano tutte bene?
Perché ogni cellula si occupa di funzionare bene lei stessa e di far funzionare bene le sue vicine, perché le arteriole che portano il sangue ossigenato e tutti i nutrienti alle cellule passano da una cellula all'altra, quando una cellula si ammala fa ammalare anche le vicine, mi sono spiegato?
Ora se tu sei il Corpo di Cristo il tuo primo dovere è quello di funzionare bene tu affinché quelli che stanno vicino a te funzionino bene, allora quando funzioni bene tu potrai dire ai tuoi vicini: ehi! Anima mia, svegliati, non vedi che ti stai ammalando di egoismo?
Non vedi che ti stai ammalando di gelosia, di lussuria, di tutto quello che vuoi, lo vedi o non lo vedi?
Allora questo è il tuo compito, in questo modo tu stai collaborando alla costruzione del Corpo di Cristo, questa è la tua missione.
Essere missionari nel nostro tempo con quali modalità, dice qui, lasciandoci guidare da una espressione illuminante della 1 lettera di Pietro: "siate pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi, tuttavia questo sia fatto con rispetto, dolcezza e con una retta coscienza.
Essere capaci di dare la propria testimonianza". Perché sei cristiano? Perché lo sei?
Perché sono nato in una famiglia cristiana, questo vuol dire che se tu fossi nato in una famiglia musulmana saresti stato musulmano? Che risposta banale.
Ci sarà qualche cosa di più. Sei cristiano solamente per tradizione, ti ci hanno trascinato dentro, ma quand'è che tu fai la tua decisione personale per Cristo?
Ti devi sempre lasciar trascinare come un vagone trascinato dalla locomotiva?
Quand'è che tu diventi una locomotiva, visto che questo è il tuo compito?
Devi sempre fare la pecora che bela oppure comincerai a pensare di diventare un pastore, visto che questo è ciò che si aspetta il Signore dai suoi figli?
La missionarietà è proprio questo, prendere coscienza di ciò che Dio ha fatto di noi stessi e farlo, ed esserlo, con tutto il cuore con tutta la mente con tutte le forze.
Voi vi rendete conto che questa verità che è plateale e visibile da tutte le parti risulta essere una realtà atomica, se la vivessimo davvero!
Perché se ogni cristiano, anche solo quelli che vanno a Messa la domenica, che sono il 15-20% nelle migliori delle ipotesi, prendessero sul serio il loro essere cristiani, vi garantisco che la società sarebbe completamente diversa da come è adesso!
Non ci sarebbe per es. la crisi delle vocazioni; crisi delle vocazioni perché è in crisi il matrimonio è in crisi la famiglia e di conseguenza sono in crisi le altre vocazioni.
Perché se nella famiglia non si respira Dio, come vuoi che crescano le altre vocazioni, ammalate?
Se tu mangi i funghi avvelenati tutti i giorni credi di essere sano?
Il re Mitridate che tutti giorni si beveva una goccia di veleno, perché aveva paura di essere avvelenato, credete che stesse tanto bene?
Infatti è bastato cambiare veleno che è morto!
Dunque attenzione, non possiamo fare la politica dell'accontentiamoci, dobbiamo fare la politica del puntare in alto.
Essere missionari! Missionari di che cosa?
Di un messaggio accomodante, ma si che va tutto bene o del messaggio autentico di Gesù Cristo?
Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli.
Questa è la domanda che ognuno deve porre a se stesso; a prescindere dai risultati bisogna che ci sia una meta da raggiungere.
Ognuno deve volere qualche cosa di grande, se manca quel qualche cosa di grande, allora anche tutto l'atteggiamento sarà adeguato alla direzione di marcia, che io ho preso.
Questo è un principio da tenere fortemente in attenzione.
Secondo la logica di Dio, qui ci parla della parabola del seminatore, del granello di senape e quello del lievito, cioè ci viene detto ricordatevi tutte le cose che vengono da Dio nascono piccole e diventano grandi; se tu prima di partire vuoi avere la migliore delle preparazioni, la più grande delle competenze, il più grande numero di attestati, che dimostrano che tu sei in grado di fare questo, quello e quell'altro, allora ricordati tu hai cercato le sicurezze umane.
Quindi quello che tu stai costruendo è una cosa umana, non divina; se tu vuoi costruire il regno di Dio, non il regno dell'uomo, dovrai ragionare come Dio? Sì.
Allora comincia ad accogliere dentro di te la parola di Dio, questa cresce da sola.
Vi ricordo che S. Teresa di Lisieux ha costruito tutta questa visione meravigliosa dell'infanzia spirituale, proprio partendo da una sola frase biblica: chi è piccolissima venga a me.
Su questo ha costruito la santità cristiana alla portata di tutti, che non significa accontentiamoci di quello che siamo, ma gettiamoci nell'immensità, nell'oceano infinito dell'amore e della potenza di Dio.
Perché io ne farò parte; io non mi disperdo nell'oceano di Dio è l'oceano di Dio che si disperde dentro di me!
Capite come è molto diverso? La goccina dell'acqua che viene messa nel calice, dove si dice….l'unità tra l'acqua e il vino faccia diventare noi come Dio.
Secondo la logica di Dio quindi il seminatore getta tanto seme; il seminatore non è il padrone del campo, dunque non è il padrone del seme.
Al tempo di Gesù i seminatori erano dei braccianti agricoli; chi aveva tanti campi aveva tanti seminatori, ma i seminatori ricevevano il seme che doveva essere gettato, ma non poteva essere rubato e mangiato, perché se in una zona del campo si producevano meno spighe, il padrone sapeva benissimo chi era stato che aveva seminato in quella zona del campo e questo veniva castigato, sicuramente.
Quindi il seme che tu ricevi non è che tu possa prenderlo per mangiarlo.
La parola di Dio che tu stai ricevendo, non ti viene data semplicemente perché possa ingrassare spiritualmente; la parola di Dio ti è data perché tu possa moltiplicarla.
Anzi solo se tu semini diventi ricco, su tu ti tieni per te tutto, diventi povero.
La parola di Dio è quel seme che deve essere gettato nel campo di Dio, il campo che Dio mette di fronte ai tuoi occhi e che ti farà ricco nella misura in cui tu lo elargisci.
La ricchezza evangelica è l'unica ricchezza che cresce nella misura in cui tu la doni; se tu hai conosciuto Dio come farai a impossessarti di Dio? Lo darai agli altri.
Più darai Dio agli altri, più lo possederai tu, più darai amore agli altri più crescerai nell'Amore, più darai misericordia agli altri più tu riceverai misericordia, ecc. ecc.. quindi la logica divina supera grandemente la logica umana.
L'esempio del seminatore è proprio questo; il seminatore va a seminare, ma dove cade un seme produce dove 30 dove 60 dove 100 per uno.
Un chicco di grano produce delle spighe che ne hanno trenta di chicchi o doppie spighe o triple spighe.
Voi sapete che nei tempi passati nell'inverno molti contadini erano contenti che le greggi andassero a brucare il grano appena germogliato durante l'inverno, perché avevano osservato che nella natura succede così che se durante l'inverno le pecore vanno a brucare i germogli di grano a primavera il grano germoglia con due o tre steli invece che uno solo, quindi le radici non sono state mangiate; così se le pecore non vanno a mangiare i germogli, nasce un solo stelo con una spiga, ma se viene brucato all'inizio allora gli steli che crescono sono due o tre quindi tu hai il doppio o il triplo del raccolto.
Ecco questo era osservazione della natura che ci viene dai nostri antenati, ora è tutto automatico, le greggi si vedono raramente brucare un campo di germogli di grano.
Evangelizzare come nel nostro tempo, con il linguaggio, la comunicatività, i mezzi che abbiamo a nostra disposizione, le conoscenze pedagogiche, le conoscenze psicologiche, le nostre competenze, le nostre esperienze, l'importante è che il nostro compito di seminare nel cuore dei nostri fratelli sia sempre una "martoria" una testimonianza, un qualche cosa che ci coinvolge.
Se voi leggete la lezione di catechismo, quasi sempre c'è nessuno che vi ascolta, è vero o non è vero?
Non siete chiamati a leggere, voi siete chiamati a testimoniare, cioè a raccontare a condividere quello che voi avete con un grande animo, con un grande entusiasmo con una grande partecipazione.
Se non siete convinti voi di quello che state trasmettendo, nessuno ne sarà convinto; se non siete entusiasti voi nessuno sarà entusiasta; se quella cosa non la dite con il pieno della gioia, con una grande aspettativa, con una grande speranza, nessuno avrà questa grande speranza.
Se voi non sentite che il messaggio cristiano è prima di tutto per voi una grande chance, una grande gioia, una grande novità.
Ma come pensate che gli altri se ne convincano? Se non siete contenti di dire agli altri che Dio c'è, che Dio vi ama ecc., ma perché gli altri dovrebbero essere contenti?
Quindi la cosa importante è curare tutto quello che è il nostro cammino interiore, quando dico interiore non dico semplicemente mistico, quindi di rapporto personale io e Dio, ma vuol dire anche tutto ciò che fa parte del mio bagaglio culturale, tutto ciò che è mentale, razionale, intellettuale emotivo; tutto questo deve essere curato e mi devo domandare, io sono entusiasta del messaggio di Gesù?
Oggi parlerò di Gesù ai miei ragazzi! Oppure, mamma mia, oggi c'è la lezione, non ne posso più, gli tirerei una scarpa ogni volta che li vedo!
Certo io mi devo domandare, perché Gesù andava dai Pubblicani e dai Farisei!
E certamente non erano delle suore di clausura da corona in mano da mattina a sera.
Se lo invitavano a cena, Gesù andava a cena Dio da loro, e che cosa faceva?
Era furbo come Dio, gli raccontava delle storie, perché era interessante sentire delle storie, delle storie verosimili.
Un uomo andava da Gerusalemme a Gerico, quanti sono andati da Gerusalemme a Gerico?
Non interessa sapere come si chiamava, interessa sapere che loro vedano la strada di Gerusalemme, quante volte saranno andati a Gerico partendo da Gerusalemme?
Erano pubblicani quindi dovevano riscuotere le tasse e se i romani dicevano: tu adesso vai nella provincia di Gerico vai a raccogliere le tasse perché è ora, quello doveva andare!
Poi arriverà la legione a ritirare i proventi e la tua parte te la tieni tu; bene!
Loro hanno fatto l'esperienza di andare da Gerusalemme a Gerico e da Gerico a Gerusalemme con la paura di essere aggrediti, perché avevano con sé il gruzzolo, quindi se lo ricordano bene.
E Gesù non ha detto Pomponio Agrippono stava andando di qua a là, Lui ha detto "uno" quindi una storia verosimile, simile al vero, possibile che sia accaduto, non sta facendo una radiocronaca, si chiama parabola; alla fine del racconto chiede….chi è che ha agito bene?
Gesù era sicuro che essi così lontani e così superficiali, così menefreghisti della legge di Mosè ecc. ecc. avrebbero risposto la cosa giusta, perché?
Perché Gesù aveva piazzato una trappola e c'erano caduti tutti dentro.
Li aveva attirati e loro avevano cominciato a vedere le cose come le vede Dio, Gesù gli ha guarito la mente, gli ha cambiato il modo di ragionare, il modo di vedere le cose, come ha fatto?
Con le sue capacità, raccontandogli la storia, descrivendo bene tutto l'ambiente, facendoli entrare in quello che Lui stava raccontando.
Il catechista deve fare la medesima cosa.
Se tu devi raccontare Gesù dice una cosa ecc. tu non puoi dire eh il Signore vuole che ci vogliamo tanto bene qui e là, su e giù, facciamo un grande girotondo e diciamo: oh quanto ci amiamo!
Una grande cretinata! Solo emotiva.
Ricorderanno sempre che al catechismo facevano i girotondi, ma certamente non si ricordano voi che cosa stavate insegnando, ricorderanno sempre che al catechismo hanno fatto tremila cartelloni, ma non chiedete che cosa c'era scritto sui cartelloni, perché non lo ricordano.
Allora servono tutte queste cose? O serve che invece, loro imparino a conoscere personalmente, devono entrare dentro il mistero che viene raccontato?
Quindi il missionario, il catechista è colui che inserito nel nostro tempo sa molto bene che le immagini sono fondamentali; siamo nell'epoca delle immagini, va bene, usa le immagini, falli immaginare, non fategli vedere, perché vedere è passivo, immaginare invece è attivo, tutte le cose passive stufano, tutte le cose attive edificano.
Fatemi un es. di una cosa passiva. La televisione, sì quella non solo stufa, quella imbambola!
La cioccolata. A chi piace la cioccolata?
Mangiate un cioccolatino, ne mangiate due, ne mangiate dieci, mangiane anche un chilo, riesci a mangiare un secondo chilo di cioccolatini? No.
Perché? Hai visto, sei stufo! Il gusto è qualche cosa di passivo.
Fate questa esperienza, andate a comprarvi un gelato; la prima volta che assaggiate un gusto del gelato com'è?
Buonissimo, poi date la seconda leccata, buonissimo; la terza leccata, buono; la quarta, uh, uh; la quinta, uh. Che cosa è successo?
Che le papille gustative non possono continuare a produrre la medesima quantità di impulsi elettrici che causano nel nostro cervello la distinzione dei gusti, perché ormai la funzione della papilla gustativa che era quella di dirti, sì questa è una cosa che ti fa bene, che non ti avvelena, non ti uccide, l'ha fatto!
Allora se tu continui a mangiare il gelato, all'inizio c'è grande stupore per il buon gusto, alla fine, sì insomma era buono.
Ma se tu bevi un bicchiere d'acqua, ti sciacqui bene la bocca e ricominci a mangiare il gelato, comincia tutto daccapo.
Questo vuol dire che devi tenere fresca l'attenzione, soprattutto quando in quella parte di incontro le persone che ti ascoltano subiscono, quindi hanno un'attenzione passiva.
Devi attirare la loro attenzione, devi trasformare l'insegnamento passivo in un'esperienza attiva, come faceva Gesù, che li faceva entrare nel racconto che Lui stava facendo.
Loro non sentivano Gesù che parlava di quello che andava da Gerusalemme a Gerico, loro vedevano le rocce della strada, vedevano il tizio che passava, i briganti ecc. ecc.
Loro vedevano tutto nella loro mente per quello non riuscivano a distogliere l'attenzione, perché la comunicazione che Gesù aveva con queste persone era tale da trasformare un'esperienza passiva in un'esperienza attiva.
Come faceva Gesù? Faceva usare la loro immaginazione e quindi li trascinava nel suo campo d'azione, li faceva immaginare la realtà dei fatti e li faceva ragionare come stava ragionando Gesù.
Alla fine Gesù dice chi ha agito meglio? Chi è stato il prossimo?
E questi rispondono giusto, questi che non andavano mai in sinagoga, che erano emarginati, che erano collaborazionisti, che erano briganti, che erano ladri, che erano tutto quello che potete immaginare, che davano festini di dubbia moralità, ecc. ecc., questi hanno risposto la cosa giusta.
Il pubblicano Zaccheo, non solo ha dato la risposta giusta, ma si è convertito completamente, ecco se io ho frodato ecc. ecc. è cambiato, da quel momento lì Zaccheo è un'altra persona.
Quindi il catechista è colui che deve attirare le persone, non a dare un insegnamento morale, ma a ragionare come Gesù Cristo.
Come farete? Prima di tutto dovete pregare, prima dei vostri incontri dovete chiedere allo Spirito Santo che vi dia le parole giuste e poi quando vi preparate nei giorni precedenti, dovete domandarvi.
Oggi devo parlare di questo aspetto, come glielo presenterò? Come glielo racconterò?
Come farò in modo che loro vedano tutto quello che io sto raccontando?
Loro lo devono vedere, questa è una tecnica adatta al nostro tempo, tempo fatto di immagini fatto anche di superficialità.
Concludendo, come vi ho detto la volta scorsa; gli ultimi 5 minuti devono essere sempre impiegati per fare una piccola scenetta, dove ciò che essi hanno visto diventa visibile per tutti.
Questo è molto ma molto più efficace di tutte le altre cose, cartelloni compresi.
I cartelloni sono un flash tanto per ricordarci tante cose, ma quello che è importante che loro ce l'abbiano dentro, non che ce l'abbiano negli occhi le cose, mi sono spiegato?
Il catechista è stato mandato non per farsi servire, ma per servire.
Anche qui il grande discorso del servizio, è di fondamentale importanza, domandarsi: per quale motivo io mi metto al servizio della Chiesa nella catechesi?
Come per il pentimento anche il servizio è almeno di due qualità.
C'è il pentimento perfetto che si chiama "contrizione" e il pentimento imperfetto che si chiama "attrizione".
Mi pento perché ho paura dell'inferno, mi pento perché ho paura del castigo, è un pentimento imperfetto.
Oppure pentimento perfetto: mi pento, voglio veramente cambiare vita, perché ho capito quanto mi ama il Signore, quanto mi vuole bene ed io gli voglio bene: faccio le cose per Lui non perché ho paura del castigo. Mi sono spiegato?
Allora mi metto a servire il prossimo perché io vedo Gesù nel prossimo, lo vedo.
Io vedo quella persona che ha bisogno di conoscere la verità e mi sembra di vedere Gesù piccolo che vuole sapere tante cose su Dio e io non posso resistere, voglio assolutamente riempirlo con tanta gioia, perché sappia tutte le cose meravigliose che Dio sta facendo per noi ecc.
Oppure, ti metti a servire il prossimo, perché così mi vogliono bene, perché così mi applaudono, perché così mi sento importante.
Vado a fare volontariato, perché così mi sento amato, ah mi aspettano sempre, io vado a far volontariato perché torno a casa che ho ricevuto io, non è che abbia dato tanto!
Brava anima mia! Tu fai questo per quella ragione?
Vedo che hai capito tutto quello che significa volontariato, bravo!
Vai a prendere il mongolino d'oro.
Cosa dobbiamo dire che questo tipo di servizio è deleterio, è da buttare via? No.
È già una cosa buona! L'attrizione è sufficiente per fare una buona confessione, anche se si chiama dolore imperfetto.
Certo la contrizione è l'ideale, però per fare una buona confessione è sufficiente anche l'attrizione.
Il servizio perfetto è quello fatto per amore del prossimo, perché nel prossimo io vedo Gesù; allora se non è servizio perfetto non lo faccio?
No, vale lo stesso, però ti impegna, esige da te che il tuo servizio sia purificato nelle intenzioni: perché faccio questo? Lo faccio per me stesso o lo faccio per il Signore?
Quindi servizio perfetto è il servizio che io faccio mettendomi nei panni degli altri.
Li amo, voglio il loro bene, non vedo l'ora che loro siano ripieni della gioia, perché hanno conosciuto Gesù.
Non, mi amo, mi voglio mettere in luce che così tutti mi applaudono!
Questa è la grande differenza. Per servire e non per essere serviti vuol dire anche questo.
Mi metto al servizio degli altri per gli altri, per amore di Dio, perché vedo Dio negli altri, non per amore di me stesso che io sto ricercando una mia approvazione, una mia consolidazione in quello che io sono.
Come si fa a servire gli altri? Mettendosi in dialogo, dialogo significa la capacità di ascoltare, significa la capacità di mettersi nei panni di… Vi è capitato mai di andare ad una conferenza in cui il conferenziere parlava per se stesso?
A me è capitato in qualche occasione che un grande personaggio parlava di temi spirituali e dicevo ah come è stato bello, uh davvero, ma di che cosa ha parlato?
Ha parlato dell'amore di Dio. Non era vero, aveva parlato della Trinità.
Quindi non avevano capito quasi niente queste persone.
Allora se tu sei al servizio del prossimo non stai al servizio di te stesso.
Tu puoi conoscere i termini tecnici alla perfezione, ma se tu parli in termini tecnici con una persona che non li conosce per niente, sei al servizio di quella persona o stai gettando incenso a te stesso?
Se tu vai da un medico, magari a pagamento e questo ti dice: ah sì certo il suo metabolismo qui e là su e giù, gli enzimi questo e quell'altro.
Tu esci fuori e non sai che cosa hai.
Allora il medico è al tuo servizio se oltre ad avere tutta la competenza tecnica biologica, chimica del funzionamento delle medicine sugli organi è capace di spezzettare queste verità per dire: guarda che questa sostanza produrrà questo effetto e questa servirà per questo e quest'altro, allora tu esci fuori tranquillo, perché ti è stata data la verità!
Verità alla tua capacità di contenerla; probabilmente quel medico, se dovesse fare una crostata, non saprebbe farla e se tu devi spiegare al medico come si fa una crostata, dovrai spiegarla in termini tali che lui sia in grado di capire, diversamente che cosa succede?
Che tu se sei al servizio del tuo prossimo è fuori di dubbio che tu debba possedere la competenza, quindi la dottrina tu la devi sapere, tu devi conoscere il catechismo, lo devi, moralmente devi, imperativo categorico devi, assolutamente devi; e con la stessa intensità traduci competenza in parole capaci di essere comprese dagli ultimi.
Nell'altra classe ho fatto l'esempio del lettore. Tu saprai leggere bene?
Questo vuol dire che devi andare veloce quando leggi? Sbagliato!
Perché sei in una chiesa grande, dove fa freddo, dove c'è il riscaldamento acceso ad aria che fa rumore, dove si accendono poche luci, dove la voce rimbomba ecc. tu devi leggere in un modo da metterti nei panni degli ultimi.
Non perché tu hai 30-40-50 anni ci senti bene, ci vedi bene allora puoi dire:……noi siamo i giovani, giovani, giovani…eh no! Ti devi mettere nei panni degli ultimi.
Questo vale per tutti, perché sai che c'è la vecchietta all'ultimo banco, con la corona del rosario, che sta biascicando non si sa che cosa con la vicina, tu devi leggere per quella, perché lei ci senta bene; questo significa mettersi nei panni degli ultimi, non perché tu hai le competenze allora schiacci gli altri.
Il catechista si mette al servizio dell'altro proprio in questa ottica, per questa ragione.
Quindi tenete presente tutte queste considerazioni.
Sia lodato Gesù Cristo