Il cammino della libertà per la nostra crescita comune
7-2-2004
1) Libertà arbitraria
2) Avere una meta chiara
3) Libertà o predestinazione
4) Dio parla nella coscienza
5) Alleanze tra Dio e gli uomini
6) Testimoniare il nostro cristianesimo
7) La scelta: a cosa assoggettarci?
8) L'opzione fondamentale
9) Le nostre azioni testimoniano la nostra scelta fondamentale per Dio
10) Crescere come persone nei tre livelli
11) Umanità allo stato perfetto
12) La libertà promuove la realizzazione di se stessi
13) Principi assoluti per capire ciò che sono
14) Maria santissima
15) La ragione, la teologia, la filosofia
16) La libertà umana non va mai strumentalizzata
17) Dio lascia accadere le cose
18) Il fallimento della persona umana
19) La realizzazione di sé
20) Dio sarà tutto in tutti
L'ultima volta abbiamo parlato della libertà di Dio, del fatto che la libertà in Dio non è necessitata da nulla e della relazione che questa libertà può avere e ha, in senso di analogia, nella nostra vita, ossia che noi siamo dotati di libertà.
La libertà di cui facciamo parte non è certamente la libertà assoluta, tipica di Dio, ma è una libertà che è protetta, che è sostenuta, che è illuminata, in una parola si dice: la libertà dell'uomo è guidata dal libero arbitrio.
Se volete il trucchetto per ricordarlo meglio: è una libertà arbitrata.
Ora, già gli antichi romani parlavano del diritto romano dicendo: "Siamo servi della Legge, affinché possiamo essere tutti liberi".
Quindi la libertà di cui noi possiamo godere in questa nostra vita terrena, per forza di cose, deve essere una libertà arbitrata che significa "protetta".
Perché una libertà assoluta sarebbe auspicabile o sarebbe concretizzabile per assurdo, se tu vivessi da solo in mezzo al deserto.
In ogni caso neanche lì potresti vivere la libertà assoluta, perché saresti condizionato dall'ambiente.
La nostra situazione di creature umane inserite nella natura, sicuramente produce in noi dei limiti, delle valorizzazioni e delle crescite.
I limiti con cui veniamo in contatto ci costringono a una maturazione e a una crescita, però fanno sì che la nostra libertà sia in qualche modo condizionata, limitata, ossia arbitrata.
La libertà non è un concetto semplicemente individualistico e demandato alla nostra possibilità di realizzare.
Libero non è chiunque può fare qualunque cosa, perché se la libertà è la concretizzazione di una mia scelta.
Io so che le scelte che compio nel presente sono in vista di un futuro, in vista di una meta da raggiungere.
Fino ad adesso abbiamo sempre cercato di riflettere sul senso della vita.
Credo, spero che questo concetto vi sia abbastanza chiaro nella mente e nel cuore: ossia, qualunque cosa noi facciamo la facciamo in linea di massima in vista di un fine da raggiungere.
Se ci manca il fine da raggiungere vuol dire che c'è qualche problema a livello intellettuale e razionale.
Vivere nel presente significa avere chiara la meta che vogliamo raggiungere perché solo se abbiamo una meta chiara da raggiungere siamo in grado di concretizzare una direzione di vita.
Diversamente siamo dispersi, diversamente l'immagine è quella di una macchia d'olio che s'allarga sempre, senza arrivare da nessuna parte.
Invece la vita della persona umana ha come immagine una linea che prosegue nel tempo e che ha una chiara direzione di marcia.
Ora, quale sarà la direzione che abbiamo scelto e deciso di percorrere nella nostra esistenza?
La direzione che abbiamo scelto è quella che darà il senso a tutte le nostre azioni e tutte le nostre azioni troveranno come comune denominatore proprio la meta, che vogliamo raggiungere.
Il non aver scelto una meta che ci edifica è già una scelta: l'essere dispersi in una miriade di azioni punteggiate, che non producono nessun risultato è già una scelta: una scelta di non senso, ma è pur sempre una scelta.
Nessuno può dire: "Ah, io faccio quello che voglio, ah io faccio quello che mi sento", perché nell'arco della nostra vita i nostri gusti e le nostre emozioni cambiano.
Quindi tutto quello che facciamo risulta essere indirizzato a uno scopo, a un fine da raggiungere.
La domanda è: qual è lo scopo che io ho deciso di seguire nella mia vita?
A seconda dello scopo che ho deciso di raggiungere, anche la mia vita si concretizzerà in scelte libere.
Altra domanda: siamo veramente liberi nelle nostre scelte, oppure siamo condizionati da Dio, che sa tutto e che vede tutto prima di noi?
Oppure, se Dio è così buono, così infinito e per di più è anche onnisciente, ossia sa tutto: tutto quello che ci accade è voluto da Dio?
È voluto da noi? È predestinato?
Ossia la nostra vita è una vita libera o condizionata dalla volontà di Dio, nel senso che è già predeterminata?
Queste sono domande che sicuramente sono nell'inconscio di ciascuno di noi.
Se Dio sa già che uno di noi andrà all'inferno, perché l'ha fatto esistere?
Allora Dio non lo ama.
D'altronde se Dio sapendo che uno di noi avrebbe potuto andare all'inferno e non l'avesse fatto esistere, allora noi potremmo dire veramente di essere persone libere?
Oppure tutto è predeterminato?
E se tutto è predeterminato che senso hanno le mie scelte particolari?
Che valore hanno le mie scelte morali se tutto in quel caso fosse già predeciso da Dio?
Se tutto fosse predeciso da Dio, qualunque cosa io possa fare non sarebbe per niente al di fuori di ciò che Dio ha già deciso o almeno a ciò che Dio sa già che accadrà.
Io potrei fare qualunque cosa, ma se il mio destino è il paradiso o l'inferno, quella situazione lì non cambierà mai.
A questo punto non ha più neanche senso parlare di morale, non ha senso parlare di carità: rispondere a che cosa? A che cosa sto tendendo?
Il mio condizionamento è così totale per cui io vivo la carità perché sono stato "plagiato" da Dio?
Oppure la libertà umana ha un senso ed ha una realtà?
Sono discorsi che per secoli e anche adesso assillano il pensiero umano.
Noi sappiamo che la nostra libertà è una libertà proporzionata alla capacità che abbiamo di scegliere.
Poi è una libertà anche protetta da Dio, nel senso che Dio, con la sua infinita grazia, concede a ciascuno di noi la sua forza o la grazia necessaria per affrontare i momenti difficili o le decisioni difficili.
Ossia la nostra libertà, il nostro libero arbitrio, la nostra capacità di intendere e di volere per decidere non è lasciata a se stessa: è tutta sostenuta dalla luce dello Spirito Santo, che tutti gli uomini ricevono, non solo i battezzati.
Infatti tutti gli uomini sono dotati di coscienza, e la coscienza è "il luogo in cui Dio fa sentire la sua voce all'interno di ciascun uomo".
Qualcuno sa e conosce la rivelazione di Dio, sa che Dio è quello che si è fatto carne, è venuto tra di noi, è morto in croce, è risorto, ci ha donato lo Spirito, è nata la Chiesa ecc. ecc.
Altri non lo sanno, ma questo non significa che Dio non parli nel cuore di ciascuno di loro.
Ci sono molte alleanze tra Dio e l'uomo nella storia della salvezza.
Tutti gli uomini, per esempio, tutti, non solo i cattolici, ma tutti gli uomini partecipano della prima alleanza: quella della creazione.
Quindi per tutti gli uomini c'è un'alleanza, un legame, un collegamento con Dio.
Poi c'è una seconda alleanza che biblicamente ci è narrata all'indomani della fine del diluvio universale.
Il segno di questa alleanza viene simboleggiato nel racconto biblico dall'arcobaleno che splende sulla Terra.
Dunque l'uomo si era pervertito, l'uomo era stato castigato, era stata purificata la ferita dell'umanità togliendo tutto ciò che era putrescente e ciò che è rimasto è praticamente l'umanità purificata.
Da questa seconda alleanza dipendono tutte le nazioni.
Almeno di queste due alleanze tutti gli uomini fanno parte.
Questo significa che la presenza di Dio è in ciascun uomo che è sulla Terra; che la libertà di ogni uomo viene dunque assicurata per il fatto che partecipano di queste due alleanze: la creazione e il diluvio.
La libertà di ciascun uomo è dunque illuminata e sorretta dalla voce di Dio che parla nella coscienza.
Poi ci sono anche altre alleanze, tutte le alleanze di cui noi facciamo parte.
Come cattolici sappiamo che non ci manca nessun tipo di alleanza, tutto quello che Dio ha fatto nella storia della salvezza è presente nella fede cattolica: non manca assolutamente niente.
Siamo privilegiati, ci è stato dato molto di più, a noi sarà chiesto molto di più: a chi molto è stato dato, molto di più sarà richiesto.
Quindi di qui scaturisce l'esigenza, come dire, di una testimonianza concreta e autentica del nostro cristianesimo, perché sulla nostra libertà si appoggia la libertà di tante altre persone che sono state meno formate di noi.
Certo come cattolici, tutti i cattolici dovrebbero essere a conoscenza di tutto quello che è il patrimonio che abbiamo.
Però sappiamo anche che molti cattolici sono molto ignoranti su tutte queste cose; ma voi no!
Voi state facendo un cammino di approfondimento serio, faticoso, anche difficoltoso sotto certi aspetti, quindi diventate ogni volta più consapevoli del tesoro che fa parte della nostra tradizione.
Siete contenti di tutto questo? Sì, ma anche responsabili.
Chissà quante centinaia di persone potranno approfondire la loro conoscenza di Dio attraverso di voi.
La vostra libera risposta alla chiamata di Dio è tutta sostenuta dalla grazia di Dio, perché vi state assumendo una responsabilità e un onere che con le vostre semplici forze non sareste mai in grado di portare.
Giusto? Sì. Ma voi sperimentate un'angoscia nell'affrontare tutto questo cammino? No.
Questo non è il segno della grazia?
Se voi pensate quante centinaia di persone dipendono nella loro salvezza dalla vostra presenza, potreste essere spaventati.
Quando alla fine della vita vi presenterete al portone di San Pietro, voltandovi indietro vedrete una fila di centinaia o di migliaia di persone che vi avranno seguiti e forse su questa Terra non ve ne siete accorti.
Ma solo essendo fedeli e rispondendo con la vostra libertà a tutti gli impulsi, che avete ricevuto dallo Spirito di Dio, quelle centinaia o migliaia di persone che vedrete dietro di voi potranno salvarsi. È la vostra risposta.
Ora, questa libertà è una libertà in cui è possibile la realizzazione del progetto di Dio o smentire il progetto di Dio.
È proprio nel momento della scelta che si decide a che cosa assoggettarsi.
La libertà ribelle, sbagliando crede di affermare la propria autonomia: "Io faccio quello che voglio"; in realtà ciò che ottieni è la dissipazione di te stesso, perché non sei più in grado di dare un senso o un'immagine realistica di te stesso: "Chi sono io?".
I teologi moralisti parlano di opzione fondamentale: è un po' quello che ho cercato di illuminare e di illustrare in queste settimane, quando parlavamo del senso della vita e della direzione da dare e da imporre a tutta la nostra vita.
Quando abbiamo capito e colto e accettato il fine che vogliamo raggiungere, questo fine esige da noi delle scelte particolari, quotidiane che si inseriscono sulla linea di questo raggiungimento di scopo.
Sono scelte particolari che però sono in linea con la scelta fondamentale.
Ora, è necessario di tanto in tanto fermarsi e considerare quale sia autenticamente la scelta generale o universale che noi abbiamo compiuto, oppure se volete la parola difficile: opzione fondamentale.
E per capire qual è la nostra opzione fondamentale, cioè la scelta fondamentale, quella che dà la direzione di marcia di tutta la nostra vita, noi esaminiamo le scelte particolari, perché da quello che io concretizzo ogni giorno, capisco che cosa ho scelto.
Allora delle scelte particolari che continuamente fanno crescere l'egoismo, il disinteresse, l'arroganza, la violenza, che scelta generale mi illuminano secondo voi?
La scelta del male e dell'egoismo.
Una scelta generale invece che mi porta verso Dio, in che modo si concretizzerà secondo voi, nelle scelte quotidiane?
Avete voglia di prendere Galati capitolo cinque, versetto ventidue e seguenti? "…amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé: la legge di certo non condanna quelli che si comportano così". ( Gal 5,22-23 )
Le scelte concrete avranno questo sapore, il frutto dello Spirito ha quel sapore lì.
Allora, questa traduzione cos'è in lingua corrente?
Sì, la traduzione della CEI è più emblematica, perché dice singolarmente: il frutto dello Spirito e non i frutti dello Spirito; ed è particolare perché il frutto dello Spirito è profondo, ha una varietà di aromi diversi che sono: amore, pace, pazienza, benevolenza, bontà, gioia, mitezza, dominio di sé, fedeltà.
Allora, tutti questi aromi particolari emergono nelle scelte particolari; provate a pensare al mattino quando vi alzate, c'è forse qualche azione che compite che può essere estranea al profumo dello Spirito?
Dalla più banale alla più solenne, ci può essere qualche cosa che sia estraneo a tutto questo?
No, neanche lavare i piatti o preparare la caffettiera ecc. ecc., perché tutto, le azioni concrete testimoniano della presenza di una scelta fondamentale per Dio oppure no.
Guardate che chi sceglie Dio fa tutte le cose che fanno tutti gli altri, ma le fa in modo diverso, è vero o no?
Si, è vero, e se ne accorgono gli altri, dalle cose più banali, c'è una cura particolare che testimonia che in quello che tu fai è presente Dio.
Non si può dire razionalmente da che cosa: è una presenza di Spirito Santo che si avverte, è amore che dilaga attraverso i servizi quotidiani che fanno parte del tuo stato di vita.
In questo si concretizza la possibilità di una libertà che ci edifica come persone umane.
La libertà umana è una libertà che ci permette di compiere il cammino che ci fa diventare più umani, perché essere persone umane non significa semplicemente crescere in sapienza e in età, ma significa crescere in sapienza, età e grazia.
I vangeli dell'infanzia di Gesù, prima che si parli del Battesimo al Giordano, quando Gesù aveva già più di trent'anni lasciano tutto questo tempo di ombra.
Ma di luce con questa frase: "Intanto Gesù cresceva in sapienza, età e grazia.
Questo vuol dire che umanamente Gesù cresceva nella perfezione della natura umana.
E la natura umana è costituita di sapienza, di età e grazia: indica i tre livelli che sono presenti nella persona umana.
La persona umana è corpo, mente e spirito e quindi viene simboleggiato dalla crescita di Gesù in età, sapienza e grazia: quando dice: "Cresce in età", significa dire cresce fisicamente; quando dice: "Cresce in sapienza", vuol dire che cresce mentalmente, quindi emotivamente, razionalmente, culturalmente ecc.; quando dice: "In grazia", cresce nel proprio spirito.
Ora, di Gesù noi diciamo che è l'uomo perfetto, nulla manca alla sua umanità, ma non semplicemente perché aveva la pelle, la carne, tutto quello che è tipico della persona umana: perché la sua umanità era allo stato perfetto ed è allo stato perfetto.
Che cosa significa umanità allo stato perfetto?
Vuol dire che tutte le caratteristiche dell'uomo che sono la corporeità, sono tutta la parte mentale ed emotiva e la parte spirituale, si sono pienamente realizzate, pienamente costruite.
Questo significa che ognuno di noi per essere autenticamente una persona umana vera, deve crescere, deve tendere alla pienezza di tutti gli elementi che costituiscono la persona umana.
Questo permette alla persona umana di essere sempre più libera.
La libertà secondo Dio non è la possibilità di fare qualunque cosa, ma è la possibilità di diventare quello che tu sei, sempre più pienamente.
La libertà, infatti come concetto basilare dovrebbe promuovere la realizzazione di sé; anche quando tu fai un peccato e stai esercitando la tua libertà, tu in quel momento credi o vuoi realizzare te stesso, poi hai sbagliato.
Hai sbagliato colpevolmente, oppure per ignoranza, però hai commesso un peccato, identificando quel bene particolare come qualche cosa che ti edificasse, invece non ti ha edificato, ti ha solo distrutto.
Forse l'esperienza del peccato ti aiuterà a non sbagliare più la seconda volta.
Però non è necessario fare ogni tipo di esperienza prima di sapere ciò che è buono o ciò che non lo è.
Noi non abbiamo la possibilità di fare tutte le esperienze del mondo: ci manca il tempo, e poi in tanti casi ci manca la situazione oggettiva, concreta per fare tutte le esperienze.
Se sono uomo, non posso fare l'esperienza di essere donna. Giusto?
Questo significa che non è l'esperienza ciò che determina la mia capacità di capire la verità e quindi il mio modo di esprimere la libertà.
Vuol dire che c'è e ci sono dei principi assoluti che mi aiutano a capire il senso di ciò che io sono.
La mia libertà mi permette di crescere in quello che io sono.
Biblicamente Dio ci dice che siamo degli esseri umani, ma cosa significa essere degli esseri umani e non essere Dio?
Significa dire che la mia libertà non è assoluta, è relativa: la mia libertà dipende dalla sua libertà, e la sua libertà nei miei confronti dice: "Voi siete il mio corpo, il corpo di Cristo che è la Chiesa".
Questo vuol dire che siete chiamati ad entrare in relazione tra di voi, ma non una relazione che vi distrugge, ma una relazione che vi costruisce e vi edifica.
Ora, l'unica relazione che vi costruisce e vi edifica è l'amore, cioè la carità: quindi, "Cari figli ( dice Dio ), volete essere sempre più autenticamente delle persone umane?
Volete essere sempre più autenticamente libere? Bene, fate come vi dico Io".
Questa è la vostra libertà che vi dà la possibilità di essere sempre più voi stessi.
Allora, accogliendo i principi assoluti che Dio ci insegna nella Scrittura, ogni persona umana impara ad essere sempre più profondamente umana: corporalmente, mentalmente, emotivamente, culturalmente e spiritualmente.
La vita di fede non è una vita che privilegia lo spirito a discapito della mente o del corpo, e vi ricordo, vi dico solo un nome.
Lo volete sapere? Maria Santissima.
Di Lei la Scrittura dice: "È la piena di grazia", per questo corporalmente è la persona perfetta, la più libera di tutte.
Talmente libera che Lei non si appartiene, al punto da poter generare fisicamente il Verbo di Dio che si è fatto carne.
Non esiste una umanità che abbia raggiunto dei livelli così grandi come quelli di Maria, che si lascia totalmente guidare dalla libertà assoluta di Dio.
E la libertà assoluta di Dio entra, irrompe nella vita di Maria, con un senso di sottomissione alla creatura :"Posso?".
E Maria: "Avvenga di me secondo la Tua parola".
Quindi persino fisicamente, corporalmente non è vero che la fede cristiana castiga il corpo.
Non esiste una fede che tenga in più alta considerazione il corpo di quella cristiana.
Biblicamente è evidente, non è vero che la fede cristiana, come dire, schiacci o mortifichi l'intelligenza e la razionalità umana, perché non c'è niente come la fede cristiana che stia costringendo da millenni le persone ad usare l'intelligenza, per intuire il significato profondo di ciò che Dio dice di se stesso.
Tutta la cultura occidentale si basa sulla teologia.
Tutto ciò che è venuto nella cultura occidentale, a partire persino dai filosofi greci, ha permeato la vita di miliardi di persone, proprio per questo continuo studio di capire chi siamo.
Dio ci rivela quello che siamo non semplicemente, direttamente, ma attraverso l'utilizzo dei doni che Lui stesso ci ha dato, primo tra tutti la razionalità.
Possiamo conoscere, intuire e approfondire gli insegnamenti di Dio attraverso la ragione.
Si chiama teologia, si chiama filosofia: se le due cose non sono in contrapposizione, con la rivelazione, noi possiamo conoscere qualcosa di Dio.
E in più la persona umana è veramente umana quando il livello del proprio spirito entra in comunione profonda con Dio.
Allora lì c'è una crescita continua, che non trasforma la persona umana da persona umana a persona angelica, la fa essere sempre più umana.
Intendo dire la persona umana, nel progetto di Dio dovrebbe essere una persona mistica: cioè che fa esperienza di Dio, che vive nella concretezza della propria cultura, riempiendo la propria mente e la propria cultura della presenza di Dio, e poi nella propria corporeità vive questo rapporto privilegiato con Dio che è aperto alla vita, al servizio, alla carità del prossimo.
Ora, la libertà come ci viene proposta nel cristianesimo è veramente la piena considerazione e la piena valorizzazione di tutto quello che è la persona umana.
E la libertà, la libertà cristiana, la libertà della persona umana è un ambito così sacro che non può e non dovrebbe mai essere strumentalizzato da nessuno.
La strumentalizzazione della persona umana invece fa molto comodo a chiunque abbia degli altri scopi da raggiungere.
Per cui se il mio scopo da raggiungere è il profitto, la persona umana sicuramente diventerà uno strumento di cui mi servirò per avere più profitto, e così di seguito.
Se noi enfatizziamo un aspetto della persona umana e schiacciamo gli altri, noi compiamo una prigionia, uno schiacciamento di quella che è la dignità della persona.
È solo nella libertà umana che noi abbiamo la possibilità di esprimere realmente ciò che siamo.
Cosa possiamo dire a proposito del libero arbitrio e della onniscienza di Dio?
Sono in contrapposizione? Dio è crudele se pur sapendo che possiamo farci del male non fa niente?
Dio non è crudele, ma rispetta la nostra libertà essendo provvidente, il Signore dice: "Io ci sono, chiamami e Io verrò: Io sto alla porta e busso, non ti impongo la mia presenza, perché tu devi essere libero".
Io credo che ci voglia tutta l'onnipotenza di Dio, perché Dio possa in qualche modo "impedire" a se stesso di intervenire nella storia degli uomini, lasciandoli liberi di agire.
L'incarnazione è stata un'espressione della libertà dell'uomo e della Provvidenza di Dio, perché Gesù Cristo da Dio si è fatto uomo e la Redenzione è stata operata dall'uomo Gesù Cristo, che liberamente aderisce a Dio Padre.
Quindi, tenete presente l'immagine che si può avere e qualche pensatore spirituale ha avuto questa immagine: Dio sa tutto, l'onniscienza di Dio è totale, concreta, reale e assomiglia a una persona che sta a guardare, lascia accadere le cose, sia quelle che Lui approva, sia quelle che non approva.
Così come un genitore, che dice esattamente che cosa pensa al Figlio, a riguardo di certe cose, ma non lo costringe a fare ciò che vuole lui.
L'esempio classico è l'esempio doloroso, di cui molte persone purtroppo hanno fatto l'esperienza, di avere un figlio dedito alla tossicodipendenza.
I genitori sono molto espliciti nel dire: "Non lo devi fare, non lo devi fare!", però non possono impedirgli di farlo, perché o lo chiudono nella stanza, e quindi è costrizione, e quindi fisicamente non va a prendere la droga, ma appena apri la stanza ci va.
Quindi è una costrizione e non è un cambiamento.
E la libertà consiste nel fatto che tu stai a vedere quello che l'altro fa, non glielo permetti, ma glielo lasci fare, così come Dio non ci permette di fare il peccato, però ce lo lascia fare.
Dio non ha permesso a Lucifero le cattiverie, però gliele lascia fare, perché amare non significa costringere, significa partecipare, significa forse anche soffrire, significa educare, ma far camminare con le proprie gambe l'altro, e non è facile , è doloroso.
Possiamo dire che in Dio c'è presente questo tipo di passione, prima che la passione sulla croce c'è la passione di Dio per l'uomo perché Lui lo vede rotolarsi nel fango dell'autonomia e della ribellione e sotto un certo aspetto prova struggimento perché quella è l'autodistruzione della persona umana.
Il fallimento della persona umana consiste nel non indirizzare la persona umana alla pienezza di sé.
La pienezza di sé è la felicità, e la felicità piena e totale per l'essere umano è il Paradiso, dove tutte le qualità umane, le fisiche, le mentali e le spirituali, non solo saranno alla perfezione, ma saranno in una continua crescita per tutta l'eternità.
Ossia tu vai in Paradiso, e si diceva una volta, puoi avere tanta felicità quanta ce ne starebbe di acqua dentro un ditale.
Vi ricordate che vi facevano questi esempi? Un altro invece è stato un santo, quindi è come se potesse contenere una piscina d'acqua piena di felicità.
Però in quel ditale non ci sta più felicità di così, quindi tu sei già nella pienezza anche se è un piccolo ditale, così in quella piscina non ci sta più acqua di così, è nella pienezza.
Ecco, è sicuramente così, ma è anche molto più di così, perché nella realizzazione di sé, che è frutto della libertà che si gode in Paradiso, se la libertà conduce ciascuno di noi alla pienezza di sé, noi non possiamo mai dire di essere nella pienezza se non in Paradiso, perché Gesù ha detto: "Dio sarà tutto in tutti", vi ricordate che l'ha detto?
A proposito di quello che i farisei dicevano: "Di chi sarà moglie questa donna che ha avuto sette mariti?", e Gesù ha detto: "Ma non ragionate come le cose del mondo, nell'aldilà non si parla più di matrimonio, perché Dio sarà tutto in tutti". ( Lc 20,33-36 )
Ora, se Dio sarà tutto in tutti, Dio finisce?
È infinito, questo vuol dire che noi continueremo a crescere nella gioia, nella luce, nello splendore, nella bellezza, nella conoscenza, nella contemplazione di Dio e nella crescita della nostra corporeità, mentalità e spiritualità, cioè in una sempre più perfetta comunione con Dio in sapienza, età e grazia.
Quindi, consideriamo questo evento, il cammino della libertà è il cammino fatto apposta alla nostra crescita totale come persone umane.
La libertà è la possibilità di diventare realmente sempre più ciò che siamo, cioè ciò che Dio ha fatto di noi.