Che cosa veramente ti aspetti?
2-4-2006
1) Lo Spirito Santo ci ha abituati al punto che non ci aspettiamo più alcun cambiamento?
2) Che cosa ti aspetti che cambi nella tua vita ogni volta che preghi nello Spirito?
3) Lo Spirito di Dio chiama tutti i credenti a un continuo rinnovarsi
4) Per tutti vale la domanda di Gesù: "chi sono io per te?" e "voi chi dite che io sia?"
5) È importante verificare la nostra unione con Gesù
6) Rapporto intenso della creatura con Dio Padre
7) La crocifissione di cui parla san Paolo e' un abbracciare la condizione di Gesù
8) I redenti non sono stati esonerati dalla sofferenza
9) La vocazione di ogni cristiano e' quello di essere gloria di Dio Padre
10) Il cammino vero del cristiano
11) I padri della chiesa lo chiamavano giubilo e noi lo chiamiamo canto in lingue o preghiera in lingue
12) Lo Spirito di Dio geme dentro di te e chiede al padre ciò che e' giusto chiedere
13) Azione ordinaria e straordinaria dello Spirito Santo: le mozioni, i soffi dello Spirito
14) Gesù è il signore, è la potenza dello spirito santo che te lo fa dire
15) Cosa sogni tu per te stesso? qual è la tua ambizione spirituale?
16) Lasciate che dio si espanda con tutta la sua potenza
17) Diventare capaci di affrontare le sofferenze, le privazioni, i disagi, perché hai un ideale
18) Dio ha preso su di sé tutta la situazione disastrosa della nostra vita
19) Questo può essere il tuo ideale: vivere a gloria di Dio Padre
20) La metanoia
21) Cammino di fede significa imparare ad accettare
22) Nel tempo del deserto approfittate per considerare il nostro ideale
23) Vivere secondo la legge di dio e non essere ancorato al passato
24) Viviamo questo tempo di riflessione nella considerazione dell'ideale
25) È possibile solo nella potenza dello spirito santo, che ti apre il cuore
Coloro che conoscono già l'esperienza carismatica non si stupiscono dopo l'invocazione dello Spirito Santo generalmente ci sia questa nenia, dolce, polifonica di cui però non si capisce alcuna parola.
Ci sono poi le persone che l'hanno già avvertita in altre occasioni, ma più che partecipata l'hanno un po' subita, può succedere?
Adesso arriva la domanda delle domande, alla quale non chiedo una risposta, chiedo una riflessione.
Carissimi, ci siamo abituati alle manifestazioni dello Spirito Santo al punto che non ci aspettiamo più nessun cambiamento?
E allora la domanda potrebbe essere questa: avendo invocato lo Spirito Santo, avendo pregato come dice la lettera ai Romani, con gemiti inesprimibili, perché lo Spirito di Dio sa che cosa è giusto chiedere al Padre; che cosa ti stai aspettando tu?
Quello che volevo riflettere, all'inizio di questo nostro incontro, è: abbiamo invocato lo Spirito Santo, tante volte lo facciamo, partecipiamo a tanti sacramenti, ogni volta che partecipiamo a un sacramento abbiamo sicuramente l'effusione dello Spirito Santo e le domande si stratificano in vari punti.
Coloro che conoscono l'esperienza carismatica, la domanda potrebbe essere questa: che cosa ti aspetti che cambi nella tua vita ogni volta che tu preghi nello Spirito?
Coloro che non conoscono ancora abbastanza oppure sono non contrari, ma diciamo, quasi indifferenti alle manifestazioni straordinarie dello Spirito Santo, che tipo di domande ti poni, quando assisti alle manifestazioni, chiamiamole, ordinarie straordinarie della presenza dello Spirito Santo?
La mia preoccupazione alcune volte assomiglia un po' a questa, che con tanta facilità ci siamo abituati alle forme con cui ci rivolgiamo allo Spirito Santo, ci siamo abituati talmente bene che non ci aspettiamo più alcun tipo di cambiamento nella nostra vita, mentre sappiamo bene che quando invochiamo lo Spirito Santo nella nostra vita, non è semplicemente per assolvere a un compito, per ubbidire a una chiamata, ma è perché qualche cosa cambi nella nostra vita.
Ora la domanda fondamentale è questa: che cosa mi sono reso conto che sta cambiando?
E uno deve essere veramente onesto di fronte al Signore, ma anche di fronte a se stesso, perché può accadere che una persona da anni cammini nel Signore, dunque non si aspetti alcun tipo di cambiamento, si sia per così dire, rassegnato al proprio stato.
In realtà lo Spirito di Dio chiama tutti i credenti a un continuo rinnovarsi e naturalmente un continuo rinnovarsi non significa fare delle cose diverse, significa anche fare delle cose diverse.
Significa probabilmente avere il coraggio di dare uno strappo alle cose vecchie, di una mentalità vecchia, che non significa una forma vecchia, ma significa una mentalità vecchia, che è molto più deleteria di una forma vecchia.
Perché se io voglio posso anche celebrare la messa in latino, ma state tranquilli che quella non è una cosa vecchia.
La cosa vecchia è una mentalità di chiusura a tutti i soffi e a tutte le ispirazioni che lo Spirito Santo mette nel cuore dei credenti.
Un essersi adagiati sulle nostre forme, sulle nostre abitudini senza giungere alla sostanza, alla motivazione e anche all'origine, alla sorgente di tutto questo.
Voi capite che questo tema di riflessione si inserisce molto bene, molto profondamente, certamente sia come scuola di catechismo per adulti, sia come scuola di formazione per i catechisti e questa riflessione vale per tutti.
Per quelli che camminano nella fede da quando sono nati, per quelli che vi sono giunti per varie ragioni in altri momenti della loro vita, per quelli che hanno appena cominciato a camminare nella luce della fede.
Ma per tutti vale quotidianamente questa domanda del Signore Gesù: "chi sono io per te".
Quando il Signore Gesù parlò con gli apostoli, comincio a parlarne alla lontana: "La gente chi dice che io sia" e allora gli apostoli rassicurati, anche i discepoli, cominciarono a dire cosa dicevano gli altri, ma poi arrivò anche la domanda fondamentale.
Egli guardandoli negli occhi disse: "E voi chi dite che io sia?"
Ora in tutti gli incontri noi ci raduniamo, c'è sempre il momento dell'adorazione della Croce, non può essere un rito, non può essere una formalità, è qualche cosa che interpella, è qualche cosa che chiede essenzialità e che chiede verità.
Certo le parole scritte sono quelle, la formula è quella, come è sempre quella la formula del Padre Nostro o dell'Ave Maria, ma questo non significa che noi una volta nella vita preghiamo il Padre Nostro e poi non lo preghiamo più, questo non significa che recitiamo la corona dove ci sono per 50 volte le Ave Maria, che l'esperienza non è quella di una ripetizione di parole, ma è l'esperienza di un'intimità che può esserci e può anche non esserci.
Allora le formule sono un po' come i binari per un treno, su quei binari il treno può viaggiare, può anche stare fermo, può anche viaggiare molto velocemente.
Le formule come i binari, non sono il treno, i binari stanno sempre fermi, è il treno che si muove sopra, è la locomotiva che viaggia su questo supporto che deve essere solido e più è solido e più il treno viaggia veloce, sicuro e tranquillo e non esce nelle curve.
Quindi è importante che noi verifichiamo lo stato della nostra unione con il Signore; in questo stato di unione col Signore, si costruisce tutto il resto della spiritualità del credente che è fatta di molte esperienze, che è fatta di molte devozioni, di una sola adorazione. Chiaro?
Molte esperienze, molte devozioni, una sola adorazione, a Dio Padre per il figlio Gesù nello Spirito Santo.
Ora questa dinamica che tocca e che è indirizzata a tutte e tre le persone della divina Trinità, è presente dovunque ci sia una persona che sia autenticamente alla presenza di Dio.
È sempre un'esperienza della Trinità, non della dualità e la Trinità è composta dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo, questa è la Trinità dei veri adoratori in Spirito e verità.
Tutte le altre forme sono devozioni, devozioni profonde, devozioni importanti, ma non sono mai adorazione.
L'adorazione è questo rapporto intenso della creatura che vive nei confronti di Dio Padre, la sua esperienza di essere figlio.
Ora noi non possiamo fare l'esperienza di essere figli se non lo siamo con Gesù Cristo, perché con Gesù Cristo, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo noi siamo veramente figli di Dio Padre ed è per questo che per es. san Paolo nelle sue lettere in tante occasioni, ci dice: dobbiamo essere crocifissi con Lui.
Dove essere crocifissi con Gesù Cristo non significa solamente abbracciare le sofferenze del mondo, perché c'è una visione molto riduttiva che considera la crocifissione semplicemente nel suo fatto cruento: come patì, quanto sofferse, le frustate, il pianto, gli insulti , su questo non si discute è evidente persino agli atei quello che successe.
Ma la crocifissione di cui parla san Paolo, la morte in Gesù Cristo e la risurrezione in Lui è molto di più della semplice crocifissione storica come accadde 1970 anni fa circa.
Allora la crocifissione ci cui parliamo significa un abbracciare la condizione di Gesù, la situazione di Gesù, l'intesa di Gesù, i pensieri di Gesù, la mentalità di Gesù, il ragionamento di Gesù, la volontà di Gesù. Essere inchiodati con Lui significa diventare con Lui una cosa sola.
Quando io prendo due pezzi di legno e li inchiodo, certo che sono due pezzi di legno diversi, ma sono diventati un unico oggetto; poi esaminandolo vedo che è composto di vari tipi di legno.
Allora l'essere crocifissi con Gesù Cristo non significa in una mentalità che ha ancora un po' di strascico giansenistico, cioè che si riferisce solo a considerare il patimento e la sofferenza, abbracciare solo le sofferenze di questo mondo, queste fanno già parte della vita di tutti.
I redenti, pur essendo redenti, pur essendo santificati, non sono stati esonerati dalla sofferenza.
C'è qualche esonerato qui? Siamo tutti sulla stessa umanità, siamo tutti consapevoli che l'esperienza di Gesù Cristo comprende sì la sofferenza, ma allarga, apre, giganteggia sulla salvezza e la salvezza non è solo poter cavalcare il baratro del peccato, la salvezza è molto di più, è diventare partecipi di ciò che è Lui nella sua divina umanità.
Ebbene l'umanità di Gesù Cristo comprende anche la sua divinità, una persona due nature, umana e divina.
Essere crocifissi con Gesù Cristo significa: nella nostra umanità accogliere anche la sua divinità.
Per Cristo con Cristo in Cristo a te Dio Padre onnipotente, come è possibile questo?
Solo nell'unità che solo lo Spirito Santo può creare nella vita dei credenti.
Ora questo aspetto lo voglio dichiarare pubblicamente, perché fa parte della teologia della Chiesa, della storia della Chiesa, fa parte dell'insegnamento dei padri della Chiesa, è Chiesa.
Questa esperienza della potenza dell'azione dello Spirito Santo è di tutta la Chiesa e non può esserci un credente che sotto qualche aspetto non considera l'azione ordinaria e straordinaria dello Spirito di Dio.
Perché la vocazione di ogni cristiano è quello di essere gloria di Dio Padre e per essere gloria di Dio Padre non c'è che una strada: "Io sono la via, la verità, la vita", questa è la gloria di Dio Padre!
E tu sei chiamato da Dio Padre a essere sua gloria.
Ora mi spieghi come riesci a diventare sua gloria se tu non diventi con Cristo, per Cristo, in Cristo la medesima cosa?
Una tale unità per cui vedendo te vedono Lui e vedendo Lui vedono te.
Questo è quello che è il mistero della vita cristiana, san Paolo direbbe: "un tesoro affidato in vasi di creta"; un tesoro che è stato messo dentro di noi e noi abbiamo ricevuto come dono, come sorpresa, giusto, come sorpresa, perché non ce l'aspettavamo, come sorpresa perché non possiamo preventivarlo, come sorpresa, perché non possiamo dire: ce lo meritiamo; chi può dire: me lo merito?
Nessuno può dirlo, neppure la Madonna l'ha detto ed era la Madonna; non l'ha detto neanche Lei.
Lei riceve la grazia e rimane lì piena di questa grazia e su questo esempio noi abbiamo il cammino vero del cristiano, che è un cammino a gloria di Dio Padre, perché diventi con Cristo, in Cristo, per Cristo una cosa sola, ma questo non riesci a farlo con la tua buona volontà, è opera dello Spirito Santo.
Per questo motivo il cammino cristiano non può prescindere da una adorazione che è trinitaria, diversamente è un cammino monco, diversamente è un cammino zoppo, l'adorazione è sempre trinitaria: adoro il Padre come Figlio, nel Figlio e lo amo solo perché l'amore del Padre e del Figlio è stato effuso nel mio cuore e si chiama Spirito Santo.
Tutto questo per ricordarci di essere autentici, tutto questo per ricordarci la necessità di essere veri nel cammino cristiano.
Il cammino cristiano può essere vario quanto ad alcune sfumature, infatti nella Chiesa di Dio esistono i Francescani, ma esistono anche i Domenicani e poi ci sono anche i Gesuiti per non parlare dei Salesiani ecc.; questo significa che ci sono sfumature diverse, ma uno solo è il Signore, uno solo è Dio Padre di tutti, siamo tutti battezzati in un solo Spirito.
Ora perché questa realtà si concretizzi e il cammino spirituale di ciascuno diventi autentico, senza perdere le sfumature di ciascuna esperienza, è necessario che lo Spirito di Dio possa essere libero dentro di noi di agire.
Quindi per esempio quando ci troviamo nel momento della preghiera dell'invocazione dello Spirito Santo e dopo parte più o meno spontaneamente quello che i Padri della Chiesa chiamavano "il giubilo" e che noi per comodità di linguaggio chiamiamo preghiera in lingue o canto in lingue, mentre io sono in questo tempo cosa faccio?
Dico: che barba, che noia, quando finisce, non capisco quello che sta succedendo?
Oppure mi unisco al coro, canto anch'io, non so che cosa sto facendo, mi piace esteticamente, lo faccio anzi cerco di modulare meglio che posso una melodia, perché è divertente?
Oppure io mi trovo ai piedi del trono di Dio e sento, più che sento, voglio essere con Gesù Cristo, per Gesù Cristo, in Gesù Cristo una cosa sola?
E dunque dico: Spirito Santo tu intercedi insistentemente presso il Padre con questi gemiti che io non riesco a esprimere, ma tu sai che cosa significhino e tu stai dicendo a Dio Padre per me, quello che è giusto per me; dunque se questa è parola di Dio vuol dire che non è parola di un movimento, chiaro?
Appartiene a Dio? e se appartiene a Dio appartiene alla Chiesa e se tu sei Chiesa appartiene a te e se appartiene a te, sei poco furbo se non ne approfitti!
Perché lo Spirito di Dio con insistenza geme dentro di te, chiedendo al Padre ciò che è giusto chiedere.
Certo poi qualcuno dice: ma io non sono capace, non so se faccio bene, non ci ho mai provato prima, eh!
Ma queste sono cose per persone che sono già dentro a questo cammino. No questo è un altro discorso.
Prima è importante che tu te ne faccia una ragione spirituale della necessità, dell'opportunità e della convenienza che questo accada dentro di te; diversamente la tua vocazione cristiana è basata e si appoggia solo sulle tue forze.
Allora o tu hai delle forze sovrumane e divine e allora fai tutto il cammino e basti a te stesso, però io credo e anche voi confermerete, non sia mai esistita una persona che abbia potuto percorrere le vie dei cieli con le sue forze.
Noi tutti dobbiamo ammettere e i santi di cui conosciamo le storie, quelli che scrissero qualche cosa, sono i primi a testimoniare, nei loro scritti, che tutto quanto è avvenuto dentro di loro è stata opera di Dio.
Forse non erano abituati a pensare all'azione ordinaria e straordinaria dello Spirito Santo, ma la teologia della Chiesa da sempre sapeva e studiava questi che sono i movimenti dello Spirito Santo; si chiamano "le mozioni dello Spirito Santo".
Che non sono le emozioni, le mozioni sono i movimenti, le spinte, i soffi dello Spirito Santo; allora tutto questo ci spinge veramente a domandarci: nella nostra unione con lo Spirito Santo che cosa veramente mi aspetto?
È famosa quella frase di Sant'Agostino: "Colui che ha fatto i cieli e i cieli dei cieli senza di te, non salverà te senza di te".
Questo significa che Dio ha tutta la potenza per creare cento universi diversi, ma per quello che riguarda la tua anima, Lui non sfonderà mai la porta del tuo cuore, aspetterà che sia tu ad aprirla; allora questo significa che se tu sai dalla parola di Dio che insistentemente Gesù ha pregato, perché i suoi ricevessero la potenza dall'alto e si lasciassero guidare dal Consolatore, se tu non ha ancora sviluppato nella tua spiritualità che può essere diocesana, religiosa, domenicana, francescana, dell'Unione Catechisti, di qualunque cosa, se tu non hai ancora realizzato dentro di te che niente può avvenire se non sotto l'influsso dello Spirito Santo.
Perché sotto la potenza dello Spirito Santo nessuno può dire: Gesù sia anatema e se uno dice: Gesù è il Signore, lo dice solo per la potenza dello Spirito Santo, che tu lo sappia o che tu non lo sappia.
Non puoi rendere Gesù Signore della tua vita, della tua famiglia, della tua situazione, della tua casa, della tua classe di catechismo, della tua parrocchia, non può Gesù essere Signore se tu non invochi nella fede questa dichiarazione e non la invochi nella potenza dello Spirito Santo.
Allora, che cosa veramente ti aspetti? È tempo che tutte le manifestazioni spirituali, comprese quelle carismatiche, siano autentiche, che non significa che le manifestazioni che si fanno non sono autentiche, ma non sono autentiche se diventano sterili; le manifestazioni carismatiche che non producono cambiamenti nella vita di chiunque, non sono autentiche manifestazioni carismatiche, sono giochini estetici, che appagano le nostre emozioni, i nostri sentimenti, ma finché il cuore e la mente non vengono trasformati nel pensiero di Gesù Cristo, allora significa che noi non ci aspettiamo assolutamente nessun cambiamento e sapete qual è il problema?
Non aspettarsi un cambiamento significa non desiderarlo, significa non avere un progetto, significa non avere un sogno, significa non avere un ideale, mentre nel cammino cristiano una delle prime cose che lo Spirito Santo fa e lo troviamo nel libro del profeta Gioele al cap. 4, ci fa sognare!
Cosa ci fa sognare? Prima che come gruppo, individualmente.
Cosa sogni tu per te stesso? Qual è il sogno della tua anima, che cosa desideri, qual è la tua ambizione spirituale?
Sì l'ambizione spirituale, che non è una cosa negativa, è l'ideale che vuoi raggiungere.
Naturalmente dall'ideale che tu rendi presente alla tua coscienza ti rendi conto come sta la tua anima.
Facciamo un es. molto banale: se uno desidera essere importante per essere ammirato dagli altri ha fatto un cammino spirituale?
E quella è una mozione spirituale? È solamente un'emozione, è una proiezione interiore, è una proiezione di frustrazioni che devono essere colmate.
Ecco, questa è la negazione di un cammino spirituale; cammino spirituale non è un cammino di carriera; se proprio vuoi parlare di carriera guarda la Madonna, questa è la carriera, è la carriera di "magnificare il Signore" , magnifica anima mea dominum.
Il Signore si ingrandisce nella mia anima, si dilata, si espande e la mia anima si espande per la sua presenza.
Se proprio vuoi fare una "carriera", questa è la carriera del credente, lasciare che Dio si espanda, con tutta la sua gloria, con tutta la sua potenza, con tutta la sua pazienza, con tutta la sua umiltà, con tutta la sua presenza, con tutta la sua misericordia, con tutta la sua santità, con tutto ciò che Dio è in se stesso; tutto questo significa essere crocifissi con Gesù Cristo.
Allora capisci che è molto di più che non semplicemente portare su di noi tutte le sofferenze del mondo, l'ha già fatto Lui!
"Prendete il mio carico su di voi", ma è il suo carico e su quel suo carico ci siamo anche noi e se ci siamo noi significa che noi portiamo noi stessi: "Portate gli uni i pesi degli altri, sopportatevi a vicenda", che non vuol dire subitevi a vicenda, ma vuol dire portatevi da sotto, sub portare.
Vuol dire come quando la mamma prende in braccio il bambino, lo prende da sotto e lo porta su.
Sopportare vuol dire prendersi in braccio gli uni gli altri; prendere di peso quella situazione; allora la sopportazione, certo fa parte di questa esperienza.
Ma non è l'unica esperienza, anzi tu diventi capace di affrontare le sofferenze, le privazioni, i disagi ecc., tutto quello che nella vita su questa terra non è piacevole, diventi capace di farlo, perché hai un ideale.
Un ideale, come potremo dire, minimalista della sopportazione per la sopportazione; non è l'ideale cristiano.
L'ideale giansenistico del soffrire perché bisogna placare l'ira di Dio, è un ideale non vetero testamentario, ma pagano, erano i pagani che avevano la statua del dio nel loro tempio e di fronte a quella statua dovevano compiere dei sacrifici per placare l'ira degli dei e per imbonirseli, per ingraziarseli, per avere dalla loro parte qualche tipo di benevolenza.
Noi non abbiamo bisogno di imbonirci Dio, perché Dio è già nei nostri confronti come un Padre che tira verso la sua guancia il suo figlio.
Noi abbiamo già un Dio che ha preso su di sé tutta la situazione disastrosa dell'umanità per trasformarla in qualche cosa di positivo.
Dio ha già preso tutte le sconfitte della nostra vita per trasformarle in santità e perché tutto questo possa avvenire è necessario che tu ti decida, come dicevo all'inizio, di dare uno strappo.
Certo l'azione dello Spirito Santo non è solo la piacevolezza: provo tanta pace, provo tanta gioia, vedo questo, vedo quell'altro, sì, possono esserci anche momenti di questo genere, ma questo non è l'esperienza dello Spirito è una piccolissimissima parte dell'esperienza nello Spirito.
L'esperienza nello Spirito è quella potenza trasformante, quella fornace di amore divino, questo fuoco di carità che ti scioglie, ti fonde, scioglie il tuo cuore e lo fa diventare una cosa sola con il cuore di Dio e il cuore di Gesù Cristo è l'unico cuore che Dio ha.
Il tuo cuore nel suo cuore, in modo tale che tu diventi una cosa sola con Lui.
Allora questo può essere il tuo ideale: il vivere a gloria di Dio Padre, che vuol dire vivere essendo il sorriso di Dio Padre.
Dio Padre ti guarda, sorride e dice: oh! mio figlio.
Il Padre può essere soddisfatto di te, perché? Perché tu assomigli a Gesù.
Ora questo assomigliare a Gesù deve partire da un tuo ideale, che diventa un tuo desiderio e che si trasforma in una tua aspettativa.
L'ideale, Dio te lo soffia nel cuore, ti dice: ma non pensi che potresti essere così?
Non mi direte mica che la Madre Teresa di Calcutta di colpo ha capito che un giorno sarebbe stata beata?
L'avrà capito prima? No.
Lo Spirito Santo è l'unico che può creare dentro di te un cambiamento radicale di tutto quello che tu pensi, di tutto quello che tu fai, ma non lo farà mai senza di te, tu devi desiderarlo.
Quello che san Paolo chiama la metànoia, cioè il cambiamento radicale del modo di pensare, di ragionare e dunque anche di agire.
Ma non è una magia, non è che tu invochi lo Spirito Santo, anche col veni creator o con la sequenza, con qualsiasi forma con cui la Chiesa invochi lo Spirito Santo, non è che tu possa invocare lo Spirito Santo, cantare 10 giorni in lingue e di colpo sei un'altra persona, no!
Puoi cantare in lingue per una settimana e dentro di te non succede niente se non desideri che Lui ti trasformi.
Da questo deriva qualunque cosa si faccia nel corpo di Cristo che è la Chiesa.
Il corpo di Cristo che è la Chiesa è composta da tutti i figli di Dio, il corpo è la Chiesa, il capo è Gesù Cristo, i battezzati sono le membra.
Lo trovate bene nella 1 lettera ai Corinzi, la similitudine del corpo.
Dunque, se noi non abbiamo questo ideale: che cosa voglio diventare, posso dire che lo Spirito Santo è libero di agire dentro di me?
Mi ha ispirato veramente il senso del mio esistere?
Io posso anche non avere capito tutti i misteri di Dio, anzi non è necessario capirli, ricordandovi che Maria quando ricevette la visita dell'angelo, non capì mica tutto quello che le veniva detto, sapete.
Ma sotto la spinta, la luce, la forza della verità della parola di Dio, ha accettato: "avvenga di me secondo la tua parola", non disse: avvenga di me esattamente quello che ho capito. Disse: avvenga di me quello che Dio pensa, Lui sa bene quello che deve avvenire.
Dunque il cammino di fede, animato dalla luce dello Spirito Santo, non significa capire, significa imparare ad accettare, perché non è un'esperienza intellettuale: capire le cose, impararle, saperle; è un'esperienza personale.
Quante persone mi hanno già detto: ecco vivo insieme a mia moglie da 30 anni e ancora non l'ho capita!
Questo vuol dire che se capita tra persone, che non sono Dio, voi vi immaginate che cosa significhi l'illusione di poter capire Dio?
Dio non si capisce, Dio lo si accetta così com'è, come tu accetti tuo marito o tua moglie così come sono.
Magari ti arrabbi, magari fai fatica a sopportare certi aspetti, tuttavia accetti.
A volte devi anche accettare i tuoi figli quando non sono come tu vorresti!
E li devi accettare, fai un atto di fede, fai un atto di fede nel loro cuore, in quello che tu hai insegnato, nella presenza di Dio nella loro vita e poi dici: io non sono Dio, tutto quello che sapevo fare l'ho fatto, adesso non mi resta che tagliare il cordone ombelicale.
E non pensare che tutto deve dipendere da me perché con Sant'Ignazio di Lodola ripeto: "faccio tutto come se dipendesse da me, ma so benissimo che nulla dipende da me e tutto proviene dall'infinita potenza di Dio".
Allora questo è un cammino che è fatto in modo equilibrato.
Nel tempo di deserto che seguirà, io suggerirei di approfittare per considerare il nostro ideale, c'è questo ideale?
L'abbiamo dimenticato, è rimasto sepolto nella lontananza di una adolescenza entusiastica del Signore, ma poi le esperienze difficili della vita hanno raffreddato i facili entusiasmi di allora?
Le amarezze, le delusioni hanno fermato quello che poteva essere uno slancio spirituale di allora?
E che cosi ti impedisce di ripartire? Non sei sempre tu, non hai sempre la stessa anima, lo stesso cuore?
Le cose che hai fatto non puoi assolutamente ricordare che le nascondi nel cuore di Dio con una buona confessione?
Perché devi essere prigioniero del passato?
Il Signore ci ha resi liberi perché restassimo liberi; il Signore non ci aspetta nel nostro passato, il Signore ci aspetta davanti, nel nostro futuro, il nostro futuro è Lui.
Qualunque cosa ti renda conto adesso che hai sbagliato allora e quegli sbagli di allora hanno prodotto un insieme di disastri nella tua vita, ma perché devi continuare a restare prigioniero dei disastri?
Da adesso in poi, vivi secondo la legge di Dio e non stare ancorato al passato.
Ricordate quando volevano lapidare l'adultera Gesù disse: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
E a partire dai più anziani tutti, questo lo aggiungo io, lasciando cadere pesantemente la loro pietra, silenziosamente se ne andarono via".
Poi rivolto alla donna: "Donna nessuno ti ha condannata?
Neppure io ti condanno, ora riprendi a vivere, ma non fare più le stesse cose di prima, ora conosci la verità, ora cammina secondo verità, conosci la legge fai secondo la legge, sbagliasti una volta non perseverare nell'errore.
Peccare è umano, perseverare è diabolico.
Hai conosciuto la luce, vivi nella luce, non camminare nelle tenebre dopo che hai conosciuto la luce.
Allora in questo tempo di deserto il suggerimento potrebbe essere proprio questo.
Viviamo questo tempo di riflessione personale nella considerazione dell'ideale, rispolverate l'ideale; non avete un ideale?
Bene, studiatevelo. Cosa voglio diventare, cosa voglio essere? Mi accontento di quello che sono o voglio puntare in alto.
Ricordatevi, grandi ideali per grandi vite.
Non mi interessa se un domani faranno un documentario su di te o faranno un dipinto su di te o se faranno una tua statua e la mettono in una chiesa, ti importa tanto questo?
A me proprio niente, mi importa invece che la vita abbia un significato e per il credente il significato della vita è Gesù Cristo.
Vivere per Te, ma non è possibile vivere per Te se non vivendo con Te e vivere con Te significa che Tu sei dentro di me.
Quindi vuol dire vivere in Te. Come è possibile?
È possibile solo nella potenza dello Spirito Santo, che ti apre il cuore, che dentro di te grida "maranthà, vieni Signore Gesù" e quando il Signore Gesù è dentro di te per la potenza dello Spirito Santo, allora tu ti rivolgi a Dio Padre non dicendo più Dio, ma dicendo solo: Padre.
E questo è il segreto di ogni vita cristiana veramente riuscita e la parola giusta è: ogni vita cristiana santa.
Il santo non è quello impeccabile, che non pecca; il santo è quello che tutti i giorni riparte dall'inizio e dice: per Te, con Te e in Te a gloria di Dio Padre, solo per l'amore e la potenza dello Spirito Santo che vive dentro di me.