Il cristiano e lo Spirito Santo
8-4-2006
1) La Chiesa cattolica esige e vuole la crescita integrale della persona umana
2) La ricerca del profitto
3) La voce della chiesa: l'unica fuori dal coro
4) L'azione di Dio nella vita della persona
5) Il peccato produce la paura
6) Stiamo vivendo un' epoca culturale post cristiana
7) Distacco tra la cultura cristiana e la cultura in genere
8) Sono credente ma non praticante: una contraddizione in termini
9) È giusto rispondere a chi dice di non andare d'accordo col parroco
10) Fra 20 anni quanti saranno i sacerdoti in servizio?
11) Sei responsabile davanti a Dio, l'ignoranza non scusa
12) La rivelazione diventa potente quando lo Spirito di Dio entra dentro e la rende viva
13) Lo Spirito Santo ti fa fare esperienza di chi è Dio Padre nel Dio Figlio
14) L'esperienza del cristiano che lascia che lo Spirito di Dio entri dentro di sé
15) La carità ci da il gusto della vita cristiana
16) Il nostro Dio è Trinità
17) Esperienza dell'azione dello Spirito Santo invocato, invitato, atteso
18) Il peccato contro il Padre e il Figlio sarà perdonato, contro lo Spirito no
Per educare ci vorrebbe che ci fosse una mentalità aperta e volitiva alla formazione integrale della persona umana.
Ora qual è l'istituto che veramente si occupa della integrale formazione della persona umana? La Chiesa cattolica.
Ora se la chiesa cattolica esige e vuole la crescita integrale della persona umana, significa che la persona umana è soggetto ed è oggetto di grande stima, è un soggetto intangibile non è un mezzo, ma è sempre un fine.
Ora se la persona umana è un fine è portatrice di diritti che le devono essere riconosciuti.
Ma riconoscere certi diritti impegna moralmente, economicamente e certamente non un mezzo di profitto.
Ora dato che le volontà materialiste prevedono sempre la ricerca del profitto, è chiaro che ciò che dice l'istituto Chiesa cattolica, cristianesimo, è qualche cosa che mina dall'interno la possibilità di sfruttare materialisticamente le persone umane.
Se nessuno dice che certi atteggiamenti sono immorali, ognuno fa dell'altro quello che vuole.
Allora lo sappiamo molto bene, si sta facendo di tutto nel parlamento europeo, con progetti di legge per la manipolazione genetica, a quale scopo?
Diciamocela in maniera esplicita, per avere dei pezzi di ricambio. È cruda finché volete, ma la realtà è questa.
Allora è evidente che se l'unica voce fuori dal coro è quella della Chiesa, che cosa bisognava fare?
Devo screditarla, devo isolarla, devo accusarla di oscurantismo.
In questo modo che cosa si ottiene? Un consenso comune, che non è la verità, ma è il consenso comune.
Stiamo molto attenti, impariamo a leggere cosa c'è dietro la realtà.
In tutto questo tema, noi ci rendiamo conto come sia veramente fondamentale per l'uomo avere una guida che lo aiuti a capire che cosa sta succedendo.
Ora parlando del cammino cristiano, ma evidentemente voi capite che il cammino cristiano non è un compartimento stagno nella vita di una persona, è ciò che la permea, ciò che dà senso a quello che la persona esprime dentro se stessa e fuori di se stessa.
Una parte essenziale di questo cammino cristiano è la presenza e l'azione di Dio nella vita della persona.
Senza questa presenza di Dio nella vita della persona l'uomo, lasciato in balia di se stesso non esprime i lati migliori di se stesso, ma solo le proprie paure.
In effetti l'egoismo può essere anche considerato come una risposta alle paure inconsce dell'uomo di sentirsi solo.
Vi ricordate dopo il peccato originale Adamo ed Eva si nascondono e Dio dice: dove siete?
Ci siamo nascosti, perché avevamo paura.
Dunque vedete il peccato produce la paura e la paura conduce all'egoismo, cioè io mi devo difendere, io mi devo fare delle scorte, io devo avere la sicurezza di vita, io devo possedere, devo sfruttare, devo prevalere, devo affrontare, devo soverchiare, perché?
Perché c'è la paura di non farcela, di essere schiacciato dagli eventi, dagli altri; allora la paura produce schiavitù, la schiavitù produce l'egoismo.
Dato che io non voglio vivere continuamente nella schiavitù, allora cercherò di potenziare le mie possibilità per affrontare la paura della vita.
Vedete come questa realtà è autentica ancora oggi? accumulare beni, accumulare ricchezze, accumulare tante cose, per la paura della povertà, della solitudine, ecc. ecc..
Non dobbiamo idealizzare la situazione delle prime comunità pensando che fosse tutto rose e fiori.
Anche là ci furono molte difficoltà, basta leggere le lettere di san Paolo, vi rendete conto di quali situazioni venivano affrontate.
Tuttavia è evidente che noi stiamo vivendo un'epoca culturale che qualcuno non ha esitato definire post cristiana, che si traduce praticamente in questo: facciamo l'esperienza di essere una minoranza.
Allora per tante ragioni, perché fino a una decina d'anni fa, bene o male la cultura preponderante era quella cristiana, almeno nella nostra Europa, con tutti i suoi limiti, con tutti i suoi difetti che non stiamo ad analizzare, perché nonostante ci fosse una cultura di questo genere abbiamo assistito nel XX secolo a una ecatombe sanguinolenta proprio in Europa che è qualcosa di spaventoso.
Tutto questo ci fa capire che probabilmente la cultura aveva una struttura cristiana, ma i cuori non erano poi così capaci di fare discernimento, mi spiego? oggi noi assistiamo a un distacco sempre più veloce, sempre più netto tra questa esperienza spirituale e quella che è la vita sociale.
Per cui noi avvertiamo in maniera più forte, più lacerante, questo distacco tra la cultura cristiana e la cultura in genere.
Non possiamo dire che tutta questa storia sia totalmente negativa, a patto che i veri credenti diventino sempre più convinti e sempre più coerenti.
Forse qui non ne siamo ancora abbastanza abituati, ma io ricordo diversi anni fa, quando mi recai in Inghilterra, notai che vi erano le comunità cristiane cattoliche e vi devo dire che erano molto più vivi delle comunità che abbiamo qui nelle nostre chiese.
Era interessante vedere come la messa domenicale era frequentatissima da tutta la famiglia e frequentata con intensità, con attività ecc., interessante vedere come le famiglie prendevano la macchina e facevano chilometri per andare a messa, cosa che qui non accade, perché tu hai il campanile sotto casa.
Però capita spesso di vedere persone che continuano a fare quello che vogliono la domenica, dimenticandosi che è il giorno del Signore.
Dunque vedete, l'esperienza della minoranza può produrre anche un aumento della intensità personale.
Siamo ancora in questo passaggio, questo travaglio culturale, nel senso di modo di pensare della gente, per cui la pratica religiosa è lasciata alla libera iniziativa; questo ci fa capire che la convinzione spirituale è ancora abbastanza superficiale.
Quando una persona dice: io sono credente non praticante, sta dicendo una contraddizione in termini, però lo vive senza lacerazioni, è questo il problema.
Come è possibile che tu dica una cosa e il contrario di essa senza domandarti il significato di quello che stai dicendo?
Se sei credente non puoi non essere praticante, perché se sei credente, tu credi che quello è il corpo di Cristo e che Lui ti vuole incontrare; se non pratichi a che cosa credi? Alla tua pancia e basta.
C'è chi con la scusa di non avere in simpatia o non andare d'accordo con il prete non va in Chiesa.
Attenzione bene è solo una scusa: si io faccio quello che voglio e non venite a seccarmi.
Se poi considerate che in caso di antipatia col prete, c'è mica solo quella parrocchia con quel prete? Ci sono altre chiese, vai da un'altra parte, ma l'importante è che tu vada ad incontrare il tuo Dio.
Invece no! Non vado d'accordo con questo, non vado da nessuna parte.
È una scusa e il Signore che cosa ne pensa di tutto questo? Te lo sei chiesto?
Gabriella chiede se è giusto rispondere a chi dice di non andare d'accordo col parroco, di considerare che quando è sull'altare o in confessionale è una cosa e quando è fuori dalle sue funzioni è un uomo come gli altri soggetto a sbagliare.
Puoi dirgli questo oppure dirgli cercati un altro posto, dove tu possa andare più d'accordo, perché le persone non sono fatte solo di Spirito, sono fatte anche di mente, quindi è evidente che una persona può avere delle idee diverse, dei gusti diversi, delle sensibilità diverse e allora la persona dice: beh! se io non riesco proprio andare d'accordo con questa situazione, che faccio?
Resto senza preghiera, senza messa, no! Non è una cosa logica; vado a trovare una fontana dove possa bere.
C'è una immaturità spirituale e morale evidente, e non possiamo risolverli questi problemi, li vediamo e diciamo: insomma un minimo di discernimento; non possiamo decidere in base all'emozione, mi è simpatico, non mi è simpatico.
Come dice Enzo fra 20 anni quanti saranno i sacerdoti in servizio?
E quelli che ci saranno che età avranno, che mentalità avranno, che tipo di approccio potranno avere alle situazioni che dovranno affrontare fra 20 anni?
Questo vuol dire che ad un certo momento tu ti accosterai al sacerdote come uomo di Dio, come ministro di Dio ecc. e ti rimbocchi le maniche per il resto, perché è necessario farlo.
Allora il sacerdote finalmente potrà fare solamente il sacerdote e non il "tuttologo" come succede adesso, per cui ad un certo momento le persone si rivolgeranno al sacerdote per avere guida spirituale e poi dopo la coscienza c'è per tutti.
Se gli insegnamenti della Chiesa sono questi, gli insegnamenti del Vangelo sono questi, il sacerdote che è fedele al Magistero della Chiesa insegna questo, poi tu hai la tua coscienza.
Non fai quello che ti è stato insegnato ciò che c'è scritto nel Vangelo, ciò che c'è scritto nel catechismo ecc. ecc.?
Ma tu sei responsabile davanti a Dio.
L'ignoranza non scusa, soprattutto perché è un'ignoranza vincibile, ossia posso superarla questa ignoranza, posso sapere non quello che dice il mondo, quello che dice la Chiesa, poi tu decidi: non vuoi seguire quello che dice la Chiesa?
La Chiesa parla su questioni di morale, di costume e di dogmi è infallibile.
Sei tu che decidi di prenderti i barbiturici e se ne prendi troppi vai anche all'altro mondo.
Se tu decidi di anestetizzare la tua coscienza per fare quello che vuoi, può anche succedere che tu vada all'altro mondo, ossia quando il Signore ti chiamerà a casa, può succedere che tu non possa andare a casa sua, andrai a casa tua, ma se è casa tua non è casa sua.
Se non è casa sua, vuol dire che non è bella, mi sono spiegato?
Allora tanto per ritornare al tema di oggi, è necessario capire che la vita cristiana non può alimentarsi da sola, solo in base a quello che noi conosciamo o abbiamo imparato dal catechismo o da quello che abbiamo letto.
Gli insegnamenti e la crescita culturale cristiana sono un sostegno della vita di fede.
Ma la vita di fede lo sappiamo tutti è una vita di legame con Dio.
Allora vuol dire che la vita di fede è un'esperienza di comunione con Dio, non è il sapere tante cose su Dio.
Questa esperienza di comunione con Dio è qualche cosa che Dio dona a tutti coloro che lo chiedono.
È l'esperienza di entrare in comunione stretta e profonda con Dio stesso; questa esperienza di comunione stretta e profonda è favorita dal dono che Gesù Cristo ha fatto a tutti i credenti, il dono dello Spirito Santo.
Il tema del dono dello Spirito Santo è, come possiamo dire, il fulcro che permette alla leva di esercitare tutta la sua potenza.
Il fulcro della vita cristiana è proprio lo Spirito, perché la potenza ci è data dalla comunicazione che Dio ha fatto agli uomini: la rivelazione.
Ma la rivelazione in se stessa diventa potente nel momento in cui lo Spirito di Dio entra dentro e la rende viva, perché lo Spirito Santo è Signore che dà la vita; allora lo Spirito Santo dà vita a tutto quello che noi sappiamo di Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo.
Dio Padre è colui che ha dentro di sé tutta l'armonia, come un grande autore che ha dentro di sé tutta l'armonia.
Che cosa fa l'autore? Traduce la sua armonia in note sul pentagramma; quello che c'è sul pentagramma corrisponde a quello che c'è nella sua mente?
Sì, ma non è la stessa cosa, perché quello che c'è nella sua mente è un'esperienza mentale, ricca, bella finché si vuole, quello che c'è sulla carta è un codice che si chiama codice musicale.
Le due cose corrispondono? No, sono la stessa cosa, ma sono nello stesso tempo tutta un'altra cosa.
Il Verbo di Dio è la manifestazione visibile di ciò che Dio è in se stesso.
Ora noi possiamo prendere questo spartito, lo possiamo leggere e dire che è proprio bello, tuttavia ciò che l'autore ha nel suo cuore e ciò che è scritto qui sullo spartito musicale sono la medesima cosa e sono nello stesso tempo due cose diverse.
Come Dio Padre e Dio Figlio sono entrambi Dio, ma sono nello stesso tempo due persone diverse;sono uguali nella gloria, nell'eternità, nella potenza ecc. ecc. e noi abbiamo la rivelazione di ciò che Dio è in se stesso in Dio Figlio, che è sempre Dio, ma è Dio Figlio.
Ora tutto ciò che Dio Figlio è venuto a spiegare con la vita con le parole e con le opere è stato compreso dagli apostoli e dai discepoli?
No, fino a quando non venne lo Spirito Santo che fece loro fare esperienza di ciò che era Dio Padre nel Dio Figlio.
Lo Spirito Santo ti fa fare esperienza di chi è Dio Padre nel Dio Figlio, cioè tu diventi figlio e come figlio puoi fare l'esperienza di avere un Padre, allora lo Spirito Santo ti rende questo.
Allo stesso modo in cui l'aria che dal mantice viene soffiata nel somiere che è la cassa dove vengono appoggiate tutte le canne dell'organo, può entrare nelle canne e fare uscire tutta la melodia.
Solo quando questo soffio vitale entra nelle canne, ciò che c'era nel cuore di Dio, può diventare per te esperienza.
Non solo intelligenza, ma proprio esperienza, un'esperienza straordinaria, perché tu puoi andare a sentirti il concerto d'organo con lo spartito dove tu vedi quello che è segnato, quindi nutri la tua intelligenza, ma fai anche l'esperienza; quindi hai nello stesso momento ciò che era nel cuore dell'autore, ciò che l'intelligenza ti rivela, ciò che l'esperienza ti fa vivere.
Allo stesso modo in cui leggendo la parola di Dio nella potenza dello Spirito Santo tu fai l'esperienza di Dio Padre; senza di tutto questo la vita cristiana è solo formale, non sostanziale; senza la presenza dello Spirito Santo che vivifica, il soffio di Dio, tu non potrai fare l'esperienza della musica di Dio, finché non ci sarà questo soffio che te la rende concreta, efficace davanti a te, perché leggi l'intelligenza delle scritture e ne fai nello stesso momento l'esperienza.
Allora questo esempio non ci spiega la Trinità, ma ce ne fa intuire un lato, se volete un po' poetico, un po' curioso.
e cosa dell'esperienza del cristiano che lascia che lo Spirito di Dio entri dentro di sé e gli fa fare l'esperienza di Dio, non solo la conoscenza su Dio.
La conoscenza su Dio è importante, il catechismo, lo stuDio come stiamo facendo noi, ma se non giungiamo al desiderio, alla richiesta personale, individuale che questo Spirito di Dio venga, quindi lo chiamo, lo invoco, lo invito ecc. venga a darmi l'esperienza di Dio, sapete che cosa risulta?
Che noi siamo come dice san Paolo nella lettera ai Corinzi cap. 12, "senza la carità, come un bronzo tintinnante".
È la carità che ci dà il gusto della vita cristiana e la carità è lo Spirito Santo in azione, lo Spirito Santo che ti porta l'immersione nell'amore di Dio; che poi ti porta la spiegazione su Dio, la conoscenza di Dio, l'esperienza di Dio, ma lo Spirito Santo ti immerge nell'amore di Dio e dopo che tu hai fatto l'esperienza dell'amore di Dio allora tu riesci a sentirti uno con Gesù Cristo, in Gesù Cristo, per Gesù Cristo e quindi per la potenza dello Spirito Santo tu guardi Iddio e dici: Abbà, lo puoi dire solo, perché sei stato immerso dalla potenza dello Spirito Santo nell'amore e allora conosci Dio come Padre.
Fuori di questo itinerario è impossibile, perché il nostro Dio è Trinità, non è dualità; non possiamo conoscere il Padre se non attraverso il Figlio e la potenza dello Spirito.
Possiamo conoscere tante cose sul Padre e sul Figlio, ma farne l'esperienza mai.
Invece Gesù Cristo vuole che tutti i suoi fedeli e sottolineo tutti i suoi fedeli facciano l'esperienza del Padre per la potenza dello Spirito.
Quando questo avviene inconsapevolmente è sempre un'azione della grazia. In tempi in cui dello Spirito Santo si parlava poco, forse Lui non agiva? Ma certo che agiva lo stesso!
Si doveva fare strada un pochino con più forza, adesso che se ne parla con più libertà uno si aspetterebbe, ( tante volte viene disilluso su questo ), che ci fosse più desiderio e dunque più esperienza di quest'azione dello Spirito Santo invocato come persona divina, invitato, atteso, a cui mi rivolgo parlandogli, perché non è una cosa è una persona infinita, come il Padre, come il Figlio, io credo che lo Spirito Santo si aspetti che qualcuno dica: ciao, come stai?
Io credo che Dio a un certo momento desidera essere considerato, che Lui sia l'umiltà di Dio, siamo d'accordo, ma l'umiltà non vuol dire la sparizione.
Lo Spirito Santo c'è ed il fatto che sia così importante vi ricordo le parole terrificanti che Gesù ha detto: "il peccato contro il Padre e contro il Figlio sarà perdonato, ma ricordatevi quello contro lo Spirito no.
Guai a chi osa trattare male il mio Spirito, perché il più indifeso, anche essendo la potenza di Dio.
Questo vuol dire che sarà difeso dal Padre e dal Figlio.
E se voi come padri vedete qualcuno dei vostri figli, nipoti che viene trattato male, diventate delle belve, guai a chi osa fare qualche cosa; vi immaginate che cosa può fare Dio Padre e Dio Figlio se qualcuno osa toccargli lo Spirito Santo?
Dunque riflettiamo grandemente, il cammino cristiano non può essere fatto se non trinitario e forse che tanta pratica cristiana scialba è dovuta al fatto che troppi cristiani sanno tante cose sul Padre e sul Figlio, ma non ne hanno mai fatto l'esperienza, dunque pensano che la vita cristiana sia una vita formale.