Lo Spirito santo ci rende capaci di far incontrare Gesù agli altri
1-3-2003
1) Cosa significa per noi l'amore di Dio?
2) Non occorrono maestri, ma testimoni ( Paolo VI )
3) L'incontro personale con Gesù
4) Ascoltare Gesù - usare le sue frasi
5) Pietro obbedisce a Gesù, perché?
6) La mia spiritualità è convinzione o tradizione?
7) Poter udire le parole di Dio
8) "Sei prezioso ai miei occhi" - Predilezione
9) Sensi spirituali ed esperienza mistica
10) Fantasia ed immaginazione a servizio della spiritualità
11) La contemplazione nel cammino biblico
12) Lo Spirito Santo ci renderà capaci di far incontrare Gesù agli altri
13) Lo strumento è la parola di Dio, Gesù in me
Vorrei mettere in chiaro una cosa.
Questi temi, che adesso affronteremo, non sono semplicemente l'illustrazione teologica o biblica o quello che volete di un tema.
È un itinerario che vi viene proposto, perché non potete andare a parlare di Dio se non avete fatto esperienza di Dio.
Allora, ci sono alcuni punti importanti sui quali vale la pena di soffermarsi, per rendere noi stessi capaci di fare questo tipo di esperienza.
Il primo punto è la considerazione dell'amore di Dio: quanto Dio mi ama, quanto ti ama, quanto ci ama.
E quindi non si trattava semplicemente che mi faceste un compitino o foste preparati dialetticamente nell'esporre i pro e i contro di un tema; ma che voi, in prima persona, rifletteste, in uno stato direi quasi di preghiera, su quello che significa per voi l'amore di Dio.
Allora, se non l'avete fatto a suo tempo, io direi, siamo ancora abbastanza in tempo per riprendere questo tema e considerare l'amore di Dio.
Quanto Dio ami te, da che cosa te ne sei accorto e che cosa cambia nella tua vita se tu consideri quanto tu sia prezioso per Lui.
Ci sono in questi fogli delle citazioni, è vero?
Per esempio " Ti ho amato di amore eterno, Dio è amore", ( Is 54 ), e poi vi avevo sottolineato Is 43.
Quanti di voi l'hanno letto Isaia 43?
È molto importante che si faccia seriamente questo tipo di cammino, perché si tratta di mettervi nella situazione migliore per poter raccontare agli altri, non una lezione che trovate sul catechismo, ma quello che voi stessi avete vissuto.
Se tu non hai sentito l'amore di Dio dentro di te, ma come farai a convincere i tuoi ragazzi che Dio li ama? Non ce la farai.
Il Santo Padre Paolo VI aveva detto che gli uomini del XX secolo, pensate siamo già nel XXI, non hanno più bisogno di maestri, ma hanno bisogno di testimoni, cioè delle persone che abbiano fatto, in prima persona, l'esperienza di quello di cui stanno trattando.
Perché una cosa è dire, ma sì Pietro ha visto Gesù e qui e là e su e giù, e un'altra cosa è dire: io ho visto Gesù.
Il Signore ama tutti quelli belli e quelli brutti è una cosa, invece dire il Signore ama me, sapendo consapevolmente che cosa significa il fatto che lui ami me, magari di nascosto non lo diciamo tanto forte ma lo diciamo, il Signore ama me nonostante me. È vero?
Quindi voi capite che qui non si tratta di fare una tecnica, si tratta proprio di fare esperienza.
Per questo questi incontri che avete con me, si sono chiamate lezioni, ma più che lezioni sono esperienza di spiritualità.
Perché poi le altre lezioni di teologia, sì ogni tanto vi dico anch'io qualche cosa, però il catechismo, la liturgia eccetera si possono strutturare in altri modi in altri momenti.
Quello che a me come sacerdote preme più di ogni altra cosa, è che voi possiate dire: io ho visto Gesù, non io ho sentito parlare di Lui, io l'ho proprio incontrato.
L'ho incontrato nella preghiera, l'ho incontrato nel silenzio nell'ascolto, l'ho incontrato nel mio prossimo, ma io l'ho incontrato.
Non posso più tacere quello che ho sperimentato veramente nella mia vita.
Ecco si tratta di fare questo itinerario come una possibilità che vi viene offerta di concretizzare le grandi cose, che magari già conoscete, però le avete conosciute qui, e invece dovete conoscerle voi.
Il viaggio più lungo da compiere è quello dal cervello al cuore, il viaggio esperienziale, quindi ci sono questi punti che vale la pena proprio di sottolineare.
Ricordatevi bene una cosa che i vostri ragazzi quando li avrete, o se li avete già eccetera, voi potrete essere soddisfatti e sicuri di avere fatto un buon lavoro per il Signore se ameranno Dio.
Se invece i vostri ragazzi sapranno solo il catechismo a memoria, potrete dire io ho fallito.
Questo non vuol dire che non debbano imparare le cose a memoria, vedete anche qui io dò delle cose da sapere a memoria, perché la memoria è una taccuino che io mi porto sempre appresso, senza bisogno di carta né di matita.
Sono le parole del Signore che abitano dentro di me e che significano qualche cosa.
Dunque imparare a memoria, non significa imparare la frase, significa ascoltare questa frase: qui avete questi esempi.
Usate secondo la spiritualità Ignaziana la composizione di luogo.
Cioè fate finta di essere in una grande cattedrale soli, solo voi e sentite la voce del Signore che pronuncia queste frasi che voi trovate qui e dice il tuo nome e tu senti riecheggiare questa frase del Signore da tutte le parti, la senti rimbalzare nelle volte, la vedi splendere nelle vetrate, in tutto quello che comporta lo splendore di quel tempio.
Ma tu sai che questa frase la sta pronunciando Dio e la sta pronunciando per te.
E tu senti pronunciare questa frase anche in un momento in cui tu ti senti depresso, ti senti triste, ti senti affaticato, ti senti un fallimento, ti senti incapace.
Questa frase Dio la pronuncia anche quando tu non ti senti degno di questa frase.
E non sei tu che puoi dire a Dio non devi dirla questa frase, perché Dio la dirà lo stesso, e la sta dicendo per te.
Quindi tu farai forse come Pietro, che quando Gesù gli disse: getta la rete dalla parte destra, vi ricordate, che significa getta la rete dalla parte giusta, perché destro e giusto, nel linguaggio biblico coincidono, ma giusto vuol dire anche getta la rete come ti dico io, fa come ti dico io.
E Pietro ha fatto come diceva il Signore non sappiamo bene per quale ragione però io ho qualche sospetto, ve lo dico?
Che Pietro ha gettato la rete dalla parte destra, solo perché sulla spiaggia c'era una folla di gente che lo stava guardando , mi avete capito?
Perché suo fratello Andrea gli aveva già detto che Gesù era un giovane rabbì, che aveva fatto il falegname eccetera eccetera.
Quindi voi vi immaginate un esperto anziano pescatore che si fa dare i consigli da un falegname? Ve lo immaginate?
Quale cuoco si fa dare i consigli, che ne so da un muratore, per cucinare qualche cosa di speciale?
E così anche per arredare la casa tu certamente non vai da uno zingaro a chiedere come devi fare. È giusto?
Allora Pietro probabilmente, ha gettato la rete solamente perché si vergognava di tutti gli altri, che lo guardavano e dicevano: vediamo cosa fa, vediamo cosa fa
Però ha fatto quello che diceva il Signore, magari non era molto convinto.
Sapete perché ho questo sospetto ? Perché quando fece la pesca miracolosa andò da Gesù e si inchinò davanti a lui e gli disse allontanati da me, perché sono un peccatore.
Quindi vuol dire che probabilmente dentro di sé, lui ha fatto questo anche con stizza, solo perché non poteva non farlo.
Allora può succedere che tu senta queste frasi pronunciate per te, ma dentro di te tu abbia i medesimi sentimenti di Pietro, il quale diceva: Signore io ho fatto le cose che tu dicevi, ma non perché ero convinto, ma solo perché ero costretto.
Perché mia mamma mi ha insegnato così, sono stato abituato così, la mia educazione è stata questa.
Quindi mi rendo conto che la mia spiritualità cristiana più che di convincimento si tratta di continuità, di abitudine.
Allora quando tu giungi a questa considerazione non ti spaventare, è una saggia considerazione ed è una cosa buona che questo ti venga, perché ti fa prendere coscienza di te stesso.
E guardate le tradizioni non sono per forza negative, sono solo un po' superficiali.
Le tradizioni nascondono delle cose molto importanti, e molto profonde, bisogna solo togliere il coperchio per guardare cosa c'è dentro. Avete capito?
Quindi avere il tempo di ascoltare questa Parola di Dio per quello che è, cioè Parola di Dio; non sono parole scritte qui sopra, non sono parole che trovate scritte su un libro, è veramente Dio che ti parla.
Quindi tu fai come ti pare, secondo che tu conosci bene te stesso, fai in modo di poter udire le parole del Signore.
Proprio capendo che lui le ha pronunciate per te e poi ognuna di queste parole sono state pronunciate da secoli, ma provengono dal cuore di Dio.
Voi vi immaginate con quale intensità Dio ha pronunciato queste parole, o meglio ancora che cosa c'è sotto queste parole?
Vi ho già fatto l'esempio una volta. Avete fatto l'esperienza della nostalgia ? Sì o no ? - "Sì". -
Siete capaci di descriver la nostalgia per quello che è realmente?
No, rivestite di parole un qualche cosa che avete vissuto, però quello stesso vestito è molto stiracchiato, non è sufficiente, dà una vaga idea di quello che significa la nostalgia. È vero?
Allora qui ci sono queste parole " ti ho amato di amore eterno."
Ma queste sono il vestito, che cosa ha provato Dio, che cosa prova Dio nell'esprimere queste parole, che sono in italiano, qualcuno le ha in tedesco, qualcuno le ha in francese, in inglese, in latino, in greco, quello che volete, in aramaico?
Ma sono semplicemente dei vestiti, è il significato, il senso di queste parole, quello che deve giungere a noi, dire Dio ti ama significa sicuramente dire qualche cosa di più del semplice concetto dell'amore.
Significa qualche cosa che ti avvolge, qualche cosa che ti considera, che ti sostiene, che ti valorizza, che ti considera come prezioso, come unico, come irripetibile, come importantissimo come un essere senza il quale Dio non può vivere senza di te per esempio.
Voi capite che questo che vi sto dicendo sono solo delle parole.
Allora non vi potete fermare alle parole che vi dico, perché le parole sono povere, invece dovete stare lì nell'ascolto, come se foste in una immensa cattedrale solo per voi e voi udiste l'amore di Dio che vi avvolge.
Dopo riuscite a rivestire di parole quello che significa questo amore, ma lo dovete provare.
Allora tu farai come Pietro, opporrai a Dio tutte le tue difficoltà: Signore ma tu ami me, non ti rendi conto che io sono così, così , io ti ho sputato in faccia tante volte.
E nonostante tutto quello che tu sarai capace di dire a Dio di te stesso, Dio continuerà a dire ma io ti amo lo stesso, anzi ancora di più. Io per te sarei capace di cedere l'Egitto, dice Is 43, in tuo riscatto, io non ti lascio mai solo, se dovrai passare nel deserto, nell'acqua, in un fuoco divorante, io non ti lascerei mai solo.
Tu sei prezioso ai miei occhi e sei degno di stima, e io ti amo.
Quand'è l'ultima volta che tu hai detto ad una persona io ti amo?
Quello che tu provavi nel dire a quella persona questo, quando qualcuno te lo ha detto sinceramente, che cosa hai provato?
Bene dovresti provare almeno quello che hai provato in quella occasione.
L'espressione più grande che tu hai provato quando qualcuno ti ha fatto capire che eri prezioso per lui, non è che la più pallidissima, lontanissima idea di tutto quello che è l'amore di Dio solo per te, come se tu fossi l'unica persona in tutto l'universo.
Un amore di predilezione, tu a preferenza dei tuoi eguali.
Ed è veramente di predilezione anche se non è di esclusione.
Voi capite il nostro amore di predilezione è sempre esclusivo, o uno o l'altro, l'amore di predilezione di Dio invece è universale, cioè inclusivo, e l'uno e l'altro, come se fosse l'unico essere vivente in tutto l'universo.
Quando voi avete visto il vostro bambino appena nato nella culla, che cosa avete provato?- "Una gioia" -
E ditemi un po' la parola gioia è capace di esprimere quello che veramente avete provato? - " No" - Ecco.
L'espressione gioia, amore, tenerezza sono povere nei confronti di quello che veramente si vive. Avete capito?
Allora, vi ricorderò che come persone umane noi siamo dotati dei sensi, è vero?
Ma i sensi sono anche interni non solo esterni, ai sensi esterni corrispondono i sensi interni.
Perché non attiviamo questi sensi interni per gustare la presenza di Dio?
Avendo ricevuto tutti la Cresima, tutti abbiamo ricevuto i sette doni dello Spirito Santo, questi sette doni ci servono per unificarci, l'esterno con l'interno, per essere delle persone vere.
Ai sensi esterni corrispondono anche i sensi interni, che non sono solo psicologici, sono sensi spirituali.
La vista spirituale, il gusto spirituale, il tatto spirituale, eccetera.
Lo so che sembrano dei controsensi però guardate che è così.
Dovete anche considerare l'esperienza nella Chiesa, che è l'esperienza dei mistici.
Quello che vi dico di fare in questo itinerario è imparare a essere un po' mistici, non di quei doni mistici straordinari, che sono riservati ad alcune persone che hanno ricevuto una vocazione particolare nella storia della salvezza.
Non lo so, volesse Dio che qualcuno tra di noi avesse il dono delle stigmate, ma quello autentico, non quello psicologico.
È un dono mistico, ma voi capite che non è per tutti, è per un certo tipo di vocazione, non tutti hanno la vocazione al martirio, giusto?
Come non tutti hanno la vocazione matrimoniale.
Allora attenzione molto bene.
Le esperienze mistiche straordinarie sono riservate a qualcuno per cui Dio dice: è necessaria la tua testimonianza nella storia della Chiesa di questo periodo, per tutti gli altri l'esperienza mistica è un'esperienza mistica ordinaria.
Vuol dire che forse tu non avrai le visioni del Sacro Cuore, che ti appare, ma tu lo vedrai.
Tu non sentirai la parola della Madonna che ti parla e ti dice questo e quest'altro, ma tu udrai le parole di Dio e così di seguito.
Come? In questo sistema, mettiti alla presenza di Dio e Dio ti parla, e Dio lo vedi.
Mi pare tre settimane fa, sono stato chiamato per le prime confessioni di alcuni bambini che si preparano per la Comunione.
Ho fatto loro questo discorso: vedete i bambini sono molto più fortunati, perché avendo meno esperienza sono anche meno prevenuti sulle cose.
Noi avendo a che fare con molte cose mondane, ci stiamo abituando sempre di più ad agire sulle cose visibili, spazio, misure, …
Mentre i bambini sono molto più abituati a vivere in un mondo che è psicologico, che è fantasioso e quindi i sensi interni sono più naturalmente predisposti ad accogliere gli insegnamenti.
Ho detto loro, bene adesso immaginatevi Gesù e poi descrivetemelo, come si fa a vedere Gesù? Si chiudono gli occhi e poi dopo si pensa a Lui.
Non ce n'è stato neanche uno che non avesse visto Gesù, ciascuno a modo suo ma tutti l'hanno visto.
E poi non ho avuto tempo di chiedere a tutti, ma a qualcuno l'ho chiesto, che cosa ti ha detto Gesù e tutti hanno qualche cosa che il Signore gli aveva detto.
Fantasia, realtà, immaginazione eccetera, dite quello che volete, però vi dico una cosa, bisogna imparare anche a gestire questi sensi interni.
Noi abbiamo i sensi esterni, però abbiamo imparato a gestirli. Giusto?
A non farci dominare dai sensi esterni, perché ci siano utili.
Bisogna anche imparare a gestire i sensi interni per essere capaci di essere in contatto e di entrare in contatto con il Signore. Vi sembra una cosa sciocca?
Sant'Ignazio parlava della composizione di luogo, cioè immagina questo, quest'altro, eccetera eccetera, il Signore viene vicino a te e ti dice questa e quest'altra cosa.
Allora come fare per aprire il nostro spirito a ricevere le luci del Signore?
In questo medesimo modo, ti leggi un brano del Vangelo e poi ti immagini la scena.
L'immaginazione non è una cosa falsa, l'immaginazione è una cosa creata da Dio.
Dio ci ha dato l'immaginazione non perché ci distragga, ma perché ci aiuti nella preghiera.
Se io ho paura dell'immaginazione e penso che la preghiera sia dire bene delle parole, allora io ho sbagliato.
L'immaginazione, la fantasia, è un formidabile strumento che il Signore ha messo a mia disposizione affinché io, pregando, possa incontrarmi con Lui con facilità.
Certo l'immaginazione e la fantasia vanno aiutate, devo dire loro a che cosa devono pensare, e su che cosa si devono muovere.
Quanti di voi fanno il presepio a Natale? Così pochi?
Bisogna che tutti facciano il presepio, mi raccomando.
Se uno deve fare il presepio rappresenta una scena biblica, giusto?
Ma quando voi fate un presepio quello che rappresentate, è esattamente Betlemme in quella notte lì eccetera eccetera? - " Per me no" - Con la fantasia e con l'immaginazione.
Dunque voi avete messo la fantasia e l'immaginazione a servizio della spiritualità.
Se lo facciamo a Natale perché non lo possiamo fare quando diciamo il Rosario per esempio?
Visto che il centro del Rosario non sono le Ave Maria ma sono i misteri?
Allora la tua bocca parla come se fosse il respiro, tu quando cammini o quando fai le altre cose mica pensi che devi respirare, è vero o non è vero?
Lo fai quindi la tua bocca parla, è come un respiro, come un battito del cuore, mentre il tuo cuore contempla.
Nel primo mistero gaudioso si contempla, non si pensa, si contempla cioè si entra lì.
È come dire entro nel tempio, insieme con lo Spirito di Dio che mi guida io contemplo la scena dell'Annunciazione, cioè io vedo tutto quello che si riferisce all'Annunciazione.
Dunque io vedo la stanzetta di Maria, ci sarà stato un tappeto, ci saranno state delle nicchie, degli scaffali.
Cosa c'era negli scaffali? C'era il fuoco acceso nel fornello?
C'erano delle fascine di legna? Maria stava preparando qualche cosa per il pranzo?
Lo sentite l'odore della legna che brucia? E poi c'erano delle tende alle finestre?
Come era vestita la Madonna? Eccetera eccetera, e tu hai finito di dire le dieci Ave Maria che ancora non hai visto arrivare l'angelo. È vero o non è vero?
Allora se questo è uno strumento di contemplazione formidabile, bisogna che noi impariamo ad usarlo specialmente per quello che si riferisce al cammino biblico.
Diversamente noi, forse sapremo molte storie della Bibbia compreso l'Antico Testamento, ma non avremo capito l'insegnamento spirituale che ci sta sotto, perché, voi mi capite molto bene, specialmente nell'Antico Testamento ci sono alcune pagine, che sono veramente terribili.
Mi riferisco, per esempio, al Libro dei Re, quando c'è questa carestia pazzesca dove una mascella d'asino viene venduta per un prezzo terribile.
E poi dopo le due madri si vendono i figli a vicenda, se li cuociono per mangiarli, perché non c'è più niente.
Ditemi che sono delle parole terrificanti, è vero o non è vero?
Se io mi fermo a leggere le parole non coglierò mai l'aspetto spirituale.
Allora cosa devo dire che quella parte del Libro dei Re non è stata ispirata da Dio, perché ciò che descrive è pazzesco?
Che cosa c'è di glorioso in una battaglia contro gli Amaleciti, dove gli Amaleciti vengono tutti uccisi?
Allora voi capite molto bene che l'insegnamento biblico non è quella storia, ma è l'insegnamento spirituale che fa riferimento a quella storia.
Quando c'è una battaglia , la vita di ciascuno di noi è una battaglia contro le potenze che abitano le regioni celesti, le potenze dell'aria, così ci dice San Paolo nella lettera agli Ef 6.
Voi capite che questo mi dà la chiave d'interpretazione per capire che ogni volta che io leggo una battaglia nella Sacra Scrittura devo fare una trasposizione sulla battaglia spirituale, cioè il combattimento spirituale?
E devo cogliere l'insegnamento da quello che viene descritto per trasformarlo spiritualmente.
Ma con la mia intelligenza non sono capace di farlo, è necessario che sia lo Spirito Santo che ci conduce alla verità tutta intera e che mi viene a illuminare il significato profondo di quello che io sto leggendo.
Gesù non ha dato il permesso ai suoi apostoli di andare ad insegnare qualcosa a qualcuno, se non dopo la Pentecoste.
Ci avevate mai pensato? Dopo la Risurrezione Gesù è andato per 50 giorni, tutti i giorni, a trovare i suoi amici, e tutti i giorni spiegava loro il significato delle scritture.
Però ha detto loro: adesso io ascendo al cielo, ma voi non muovetevi dalla città, fin quando non siate rivestiti di potenza dall'alto.
E il giorno di Pentecoste lo Spirito scese ed essi capirono il significato della Scrittura.
Allora questo itinerario che stiamo facendo, è l'itinerario che viene proposto affinché lo Spirito di Dio possa agire dentro di voi in maniera così libera da essere voi stessi rivestiti di potenza dall'alto in modo tale che lo Spirito di Dio dentro di voi vi illuminerà sulla verità, vi trasformerà la vostra vita, vi cambierà la vostra vita, e vi renderà capaci di trasformare gli altri, vi renderà capaci di fare incontrare Gesù agli altri, vi trasformerà in Gesù.
Avrete sempre lo stesso aspetto esteriore, ma spiritualmente sarete talmente una cosa sola con Gesù che le persone saranno affascinate da quello che voi direte, in un modo così profondo che diranno voglio diventare come quella persona lì.
Avete capito quello che si prepara con questo itinerario?
Voi fateli tutti questi esercizietti che vi sono proposti, perché vi serviranno poi per il prossimo.
Non è che voi dobbiate fare un compito per me.
A me, se non lo fate, non fa né caldo né freddo, però mi fa molto dispiacere non è che a me venga a mancare qualche cosa, è a voi che viene a mancare qualche cosa, perché?
Perché è come un radiotecnico che volesse aggiustare una radio senza il cacciavite, capite?
Non si può essere al servizio di Dio senza avere gli strumenti in mano, se io non ho la Parola di Dio dentro di me, che non sono le parole di Dio, ma la Parola di Dio.
Che cos'è la Parola di Dio?- " Il Vangelo " - Di più , di più .- " la Verità, l'Amore di Dio" - Di più, di più.
In principium erat Verbum et Verbum erat Deum et Verbum erat apud Deum.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Ecco cos'è la Parola di Dio, non sono le parole di Dio, quelle che leggete nel libro, la Parola di Dio è Gesù.
È lo Spirito Santo che viene dentro di voi per far crescere dentro di voi Gesù, avere la Parola di Dio significa avere Gesù dentro, vuol dire che la vostra bocca parla ma sta parlando Gesù e Gesù parla anche con le parole che ci sono nella Bibbia, ma è Lui Colui che dà senso alle parole che ci sono scritte sulla Bibbia. Mi capite?
È un concetto un po' difficile, se avete capito questo avete capito tutto.