La fede e la conversione
17-5-2003
1) Per questo obiettivo occorre un incontro personale con Gesù
2) Non un incontro di tipo moralistico
3) Nell'educazione: o imposizione o maieutica
4) Lavori precedenti al seminare
5) Don Mauro usa lo stesso impegno "dissodando" le classi …
6) L'ambito del laico è l'evangelizzazione del mondo
7) Non si mimetizzi, ha incontrato una persona!
8) Le preghiere dei fedeli, se non sono un colloquio …
9) La vita spirituale è una costruzione paziente
10 ) Persone che non sentono la necessità di rivolgersi a Dio
11) Tu per primo devi vivere l'intimità divina
12) Diario spirituale
La fede e la conversione.
Voi vedete obiettivo del tema: avere un incontro personale con Gesù Salvatore per la fede e per la conversione.
Fare un atto di fede e di conversione, come?
Il compito del Catechista è un compito molto delicato.
Sarebbe un compito molto semplice se si limitasse a prendere una lezione di un testo già preparato dalla CEI e da tutto il resto e limitarsi all'esposizione di quel tema.
Nessuno vi potrebbe dire che non avete fatto il vostro dovere è vero?
Però voi sapete, di fronte a Dio, che manca qualche cosa.
La lettera uccide, lo spirito dà la vita.
Credo che sia un elemento che dobbiamo considerare molto importante; quello che conta per noi come cristiani e in maggior ragione e maggior forza più di tutto è che le persone facciano un incontro con Gesù Cristo che le persone vivano un'esperienza speciale di Gesù, per una ragione molto semplice.
Se queste persone fanno un incontro piacevole con il Signore e se l'incontro è autentico e piacevole queste persone continueranno a stare con Gesù, anche quando voi non gli direte più bisogna venire, vi aspetto qui e la, su e giù, imparano a camminare con le loro gambe.
Se invece l'incontro che fanno con Gesù è semplicemente un incontro di tipo moralistico strutturale: bisogna fare questo, dobbiamo volerci bene, e qui e là, su e giù, questo è solo moralismo, non è moralità.
Moralismo, cosa vuol dire moralismo? Vuol dire imporre dei doveri.
Invece la moralità è agire in un certo modo, perché tutta la nostra vita ha avuto un'impronta diversa.
Allora quello che conta a noi è che le persone facciano l'esperienza di Dio.
Senza questa esperienza, per inerzia, andranno avanti qualche settimana e poi smetteranno qualsiasi pratica, a meno che non siate sempre voi a soffiargli sul collo, devi fare questo, devi fare quell'altro, come succede generalmente nell'età preadolescenziale e adolescenziale in cui tutti i valori che sono stati ricevuti dalla famiglia vengono posti al vaglio e quando vengono ritenuti inconsistenti vengono abbandonati.
Guardate che io ho usato questa espressione: quando vengono ritenuti inconsistenti.
Cioè un genitore può effettivamente trasmettere dei valori fondamentali, ci siamo fino a qui?
Ma il ragazzo li può ritenere inconsistenti, che cosa vuol dire?
Privi di motivazioni: perché devo fare questo?
Quindi voi capite che l'educazione è forse uno dei campi più difficili da vivere nei rapporti interpersonali, perché o è imposizione oppure è veramente maieutica, cioè educazione, ex ducere, tirar fuori; se è imposizione il genitore impone dei modi di fare, dei modi di agire, ecc. ecc. produrrà dei risultati penosi.
Se il carattere del figlio è un carattere primario, giunto all'età adolescenziale, si ribellerà; se il carattere del figlio è un carattere riflessivo, secondario, timido ecc. che cosa farà?
Continuerà a sottostare a queste leggi morali che i genitori hanno imposto, ma insieme ad esse coltiverà delle ribellioni interiori che si manifesteranno più gravemente in altre situazioni, per esempio, in una immaturità, incapacità di avere dei rapporti autentici con le persone e complessi di inferiorità.
Possono sfociare, a seconda degli eventi che possono toccare la vita di ciascuno, anche in situazioni dolorose come malattie psicosomatiche, anche gravi.
Per esempio, un perdono non dato, un rancore mantenuto, in molti casi provoca insonnia, oppure l'ulcera ecc. ecc.
Perché? Perché l'uomo è uno solo, costituito di spirito di mente e di corpo.
Se il tuo spirito non sta bene, glielo fa capire la tua psiche e la tua psiche, per fartelo capire, ti parlerà attraverso il corpo.
Quindi teniamo presente, l'educazione è molto importante.
Tu non puoi imporre una verità: ma è la verità, che male c'è?
Lo so che hai fatto bene a dire la verità, ma la verità non deve essere imposta, deve essere acquisita, dev'essere assorbita, dev'essere sintetizzata dalla persona deve diventare parte di quella persona, non deve essere qualcosa di giustapposta.
I re possono anche decadere, perché la corona non è una parte di osso che esce dalla testa, è qualche cosa che tu aggiungi sopra.
Allora l'educazione non può essere la giustapposizione che vuol dire di mettere sopra, di tanti valori, l'educazione e quindi la formazione.
Il vostro essere Catechisti consiste, molto più difficilmente, nel far diventare il messaggio che voi vivete anche il loro messaggio, parte della loro vita non solo una cosa marginale che adesso c'è e dopo non c'è.
Allora su questo ambito già vi ho detto qualcosa in cappella.
Il compito è quello di seminare, ma per seminare è necessario che ci siano dei lavori precedenti.
Prima bisognerà dissodare il terreno, poi bisognerà togliere le pietre, poi bisognerà togliere le radici, gli arbusti, i rovi ecc. ecc.
Quando hai tolto tutti gli impedimenti non sei ancora a posto, perché devi arare, devi scavare in fondo per arieggiare, per ossigenare, per rivoltare il terreno, perché ci sia un terreno più soffice, più ricco di elementi nutritivi, quindi devi scavare in fondo e poi non hai ancora finito, poi dovrai gettare il seme, e poi questo seme non deve essere gettato e basta, dev'essere anche protetto, quindi devi ricoprire e sarchiare la terra in modo tale che rimanga tutto piano.
Perché? Perché le prime piogge possano essere facilmente assorbite e quindi il seme che tu hai gettato possa crescere e fruttificare e moltiplicarsi.
Il compito del genitore, come quello del Catechista, è un compito molto delicato si tratta di scovare di vedere i campi e i campi ve li dà il parroco.
Li vedete, sono di fronte a voi, quando vedete il campo dovete dire: che tipo di campo è?
È un terreno sassoso, è un terreno ostile, è un terreno pieno di precomprensioni, quindi rovi ecc. ecc.
È un terreno pieno di detriti, di ferite quindi, una persona che ha sofferto molto ecc. ecc.
Tu, come educatore, prima devi fare una radiografia, perché tu non puoi gettare montagne di messaggi senza renderti conto se quello che stai dicendo è stato compreso.
Forse non vi siete neanche accorti che per me ogni classe è unica e ogni anno è un'esperienza diversa, anche se i messaggi e tutto sommato sono poi quelli fondamentali della vita cristiana, quindi io non invento un cristianesimo nuovo ogni anno, giusto?
Però anche con voi uso lo stesso tipo di impegno perché venite da esperienze diverse, con sensibilità diverse ecc. ecc. e ci vanno molte settimane prima che si riescano a intuire quali sono i punti.
E poi cercare di dissodare il terreno in modo tale che, giunti alla fine dell'anno, io me ne accorgo quando parlo di qualche cosa vedo che mi capite subito.
All'inizio dell'anno non era così, all'inizio dell'anno potevano esserci delle precomprensioni, perché abituati a sentire un discorso di un certo tipo, pensavate che io mi riferissi allo stesso modo, dicendo delle cose strane o assurde.
Mentre non è così, semplicemente è necessario togliere le strutture culturali, perché il messaggio sia colto nella sua interezza, il vostro lavoro sarà poi questo, sia che abbiate una classe sia che non abbiate una classe.
Quest'estate, quando sarete in spiaggia a prendere il sole e avrete il vostro vicino d'ombrellone che magari non conosce neanche il Signore, voi siete lì in costume da bagno, ma siete comunque dei cristiani, è vero o non è vero?
Anzi è molto facile che il Signore voglia usarvi specialmente in quei posti, perché se non parlate voi chi andrà sulla spiaggia a parlare a loro?
Vi immaginate le suore che vanno li a prendere il sole?
O i sacerdoti che vanno lì a fare apostolato sulla spiaggia? Non ha senso!
Non è l'ambito del sacerdote, è l'ambito tipico del laico quello di evangelizzare lì dove ti vai a trovare.
Se poi la suora e il sacerdote hanno bisogno di prendere il sole, vanno perché ne hanno bisogno, ma il loro campo di azione non è la spiaggia, è la Chiesa!
Come laici voi sapete molto bene che avete il mondo, il Signore vi ha affidato il mondo.
Siete il lievito che deve fermentare la pasta.
Nel rito dell'ordinazione dei sacerdoti si dice in maniera molto esplicita che il sacerdote è mandato per servire la comunità, per che cosa?
Per pulire le Chiese, per portare dei mattoni in spalla, no!
Per spezzare la Parola e amministrare i sacramenti: questo è il compito dei sacerdoti.
Se poi i sacerdoti fanno altre cose, ricordatevi che è un di più e che non è quello che devono fare primariamente, perché da loro la Chiesa si aspetta che spezzino la Parola e che la condividano, facendola diventare semplice e che possano donare a tutti coloro che ne hanno bisogno i meravigliosi straordinari doni della grazia di Dio che si chiamano i sacramenti.
Questo vuol dire che tutto il campo di azione dell'evangelizzazione nel mondo è affidato ai laici, quando ci saranno dei laici sufficientemente maturi per rendersi conto che devono smetterla di mimetizzarsi?
Finché sono in Chiesa sono tutti buoni e pronti e attenti poi quando vanno fuori dell'ambito spirituale ecclesiale si mimetizzano e fanno scena muta.
C'è da domandarsi se veramente hanno fatto un incontro con il Signore oppure no!
Se tu sei continuamente uguale a tutto il resto del mondo, che vive come se Dio non ci fosse, ma allora che cosa c'è di diverso dentro di te che ti rende speciale come persona? Niente!
Per questo è fondamentale questo tema: la fede e la conversione, avere un incontro personale con Gesù Salvatore!
Avere un incontro personale con Gesù Salvatore significa avere trovato non una struttura, ma una persona.
Certamente prima abbiamo dovuto affrontare il tema della salvezza, il tema del peccato, per renderci conto tutto sommato che, se non avvertiamo la dolcezza della presenza di Dio, molto spesso è perché i nostri sensi spirituali sono ovattati, sono anestetizzati a causa dell'abitudine a non ragionare come Dio.
L'esperienza spirituale dunque non dipende sempre unicamente da ciò che Dio ha fatto per noi; questo sì è chiaro. è fondamentale.
Dio si è fatto uomo, è morto in Croce, è risorto per la nostra salvezza.
Ma se tu non accogli dentro di te questo, come qualche cosa di straordinario, ma semplicemente come un dato di fatto.
Ossia se tu tieni questa azione di Dio semplicemente razionale: è successo questo, è successo quest'altro, ma non lo consideri mai come qualche cosa di avvenuto per te, avvenuto personalmente, allora risulta essere un'esperienza molto superficiale, poco coinvolgente.
Bisogna giungere alla consapevolezza di un rapporto personale con Dio.
Come si manifesta per esempio questo?
Con la necessità di rivolgersi al Signore in un modo profondo, che ti coinvolge direttamente.
Talvolta mi capita di notare con un po' di rammarico che, quando ci sono le preghiere dei fedeli, quasi nessuno è in grado di esprimere una preghiera che provenga dal cuore.
Preghiamo il Signore per questo, questo e quest'altro; preghiamo il Signore per questa ragione qui e là su e giù, e poi il Signore è lì nel tabernacolo e tu parli come se Lui non ci fosse!
Ma tu a chi stai parlando? Stai parlando ai fedeli o stai parlando a Dio?
Quando tu fai una preghiera nel tuo cuore, non credo che tu la faccia in forma generica.
Tu, che sei un Catechista, non ti puoi permettere di non considerare anche la forma educativa del dare l'esempio.
Tu devi coltivare dentro di te prima di tutto una forma colloquiale, un incontro interpersonale con il Signore, devi esercitare dentro di te tutta la tua intelligenza per capire come far crescere dentro di te questo rapporto personale con il Signore.
Non è una cosa che si improvvisa, diffidate sempre di tutti coloro che vi presentano un cristianesimo basato sull'improvvisazione!
Tutte le manifestazioni carismatiche non sono improvvisazione, e se sono improvvisazione decaderanno presto.
La vita spirituale è una costruzione paziente di una struttura, di una relazione interpersonale con il Signore, mi spiego?
Questo vuol dire che dobbiamo imparare anche a gestire la nostra vita spirituale.
Credo che ci siano delle vere e proprie catene montuose come l'Himalaya nel nostro cuore e nella nostra mente, che in tanti casi impediscono di essere semplici e liberi come invece si dovrebbe essere.
E queste catene montuose, queste montagne enormi possono essere dissolte, come diceva Gesù.
Sgridate la vostra montagna, ditele di andarsi a gettare in mare.
E se avete un po' di fede, come un granellino di senape, la montagna lo farà.
Le nostre montagne possono essere il rispetto umano, il pensiero di che cosa gli altri possono pensare di noi se ci esprimiamo in un certo modo, le precomprensioni, la paura del giudizio altrui, questi condizionano molto.
La prudenza è sempre nell'ambito giusto, ma non possiamo mettere tutto sotto la prudenza, perché noi non osiamo parlare al Signore con la semplicità con cui parliamo nel nostro cuore!
E poi ricordiamoci anche questo aspetto: il rapporto interpersonale con Dio non può essere costituito sempre solo da richieste, perché se è costituito solo da richieste allora vuol dire che dentro di noi c'è una forma direi quasi vetero-testamentaria della visione di Dio: Dio è lassù onnipotente, e io sono quaggiù che subisco o che usufruisco della sua benignità!
Il Dio di Gesù Cristo è l'Emmanuele, cioè il Dio con noi.
Questo significa che se è il Dio con noi, vuol dire che è veramente con noi, ma non è solo con noi, ma è in noi, è il Padre onnipotente che abita dentro di noi, è il Figlio Redentore che abita dentro di noi, è lo Spirito Santificatore che abita dentro di noi, e quindi come si esprime questo tuo rapporto con Lui?
Sei felice di Lui? Sei contento che Lui abita dentro di te?
Quando glielo hai detto l'ultima volta?
Allora se uno dovesse parlare con delle persone che non hanno mai fatto un cammino spirituale allora è giusto sottolineare il fatto che queste persone non sentono la necessità di rivolgersi a Dio, perché i loro sensi spirituali sono talmente ottenebrati che sono immersi nel mondo e non sentono la necessità di Dio.
Che cosa fare in quell'occasione?
Dovete aprire gli occhi, come dice Dio al profeta Isaia: devi gridare ad alta voce il suo peccato.
Cioè devi far vedere l'incongruenza e l'inconsistenza di una vita vissuta senza Dio.
Per questo c'è il tema del dio amore il peccato e la salvezza e questo è l'itinerario che dovete tenere presente.
Ma voi state facendo un cammino spirituale, poi dopo un anno che ci incontriamo è chiaro che la nostra mente e il nostro cuore si sta aprendo sempre di più su questa riflessione.
Allora a voi io posso aggiungere delle cose particolari, affinché il vostro cammino spirituale diventi sempre più autentico.
Perché? Perché voi siete gli educatori della Chiesa del domani, voi siete quelli che dovrete educare i ragazzi o i giovani o i fidanzati oppure, se il parroco vi ha chiesto di essere ministri straordinari dell'Eucarestia, allora siete quelli che portate il Corpo di Cristo e avete l'occasione di parlare del Signore alle persone.
Quando state portando un'ostia consacrata voi state portando Dio, mi spiego?
Questo vuol dire che dentro di voi Dio è presente nella sua comunione, per di più è presente nel sacramento che portate per mandato della Chiesa e sono tutte occasioni fondamentali, eccezionali per poter aprire il cuore delle persone che vi sono state affidate.
Ma se tu per primo non vivi questa intimità divina, come riesci a comunicarla agli altri?
Rischi di comunicare solo dei comandamenti: bisogna fare questo, bisogna fare quell'altro, guai a questo guai a quell'altro.
Ma come farebbe un adolescente, se tu non gli spieghi il perché, se non ha capito, non ha fatto l'incontro, rifiuta tutto quello che tu gli dici?
Se un adolescente si sente oppresso dall'educazione del genitore, appena può esercitare la sua forza per ribellarsi non ubbidirà più al genitore, ma se il genitore è divenuto un punto di riferimento importante per la vita del figlio, il figlio potrà avere dei momenti di sbandate, però non sarà nella ribellione, perché in ogni caso la presenza del genitore è rassicurante e un consiglio fondamentale viene considerato.
La stessa cosa per quanto riguarda l'esperienza spirituale, se Gesù viene visto come colui che ti impone delle leggi dopo la cresima non li vedete più in Chiesa; se invece Gesù viene vissuto come più intimo a te di te stesso allora voi vi rendete conto che la cresima costituisce veramente il momento in cui la persona prende atto di ciò che è.
E si mette al sevizio del Signore nella Chiesa, per tutte le cose che sono necessarie alla vita della Chiesa, fosse anche di correre dietro a un pallone nell'oratorio.
È necessario o non è necessario? È servizio? Ecco vedete.
Come Catechisti quali suggerimenti possono esserci?
Un primo suggerimento potrebbe essere quello del diario spirituale; che cos'è il diario spirituale?
Il diario spirituale non è il diario che si fa da bambini, non è quello, consideratelo una casella di posta elettronica, senza bisogno dell'elettricità, il diario spirituale consideratelo una e-mail per chi sa usare il computer, consideratelo come un telefono.
È praticamente un quaderno, che voi curate come meglio volete, lo arricchite con delle immaginette che vi dicono qualche cosa, vi spediscono una immaginetta bella, vi piace la frase che è scritta sopra, l'appiccicate, lo decorate tutto quello che volete, ma è un luogo, voi riderete, ma è fondamentale, per concretizzare un discorso con Dio.
Mettere per iscritto quello che c'è dentro la testa, non è facile, ma è molto utile, perché tu vedi nero su bianco quello che c'è dentro di te.
Sai un pensiero come viaggia veloce? Viaggia più veloce della luce.
Se tu non lo fissi sulla carta come potrai capire che cosa c'è dentro di te?
Allora concludo l'incontro di questa mattina, ricordatevi la prossima volta che dobbiamo parlare del diario spirituale e devo spiegarvi molte cose su questo diario.
Nessuno disprezzi questo metodo, perché ha prodotto dei risultati eccezionali per centinaia di persone, ma anche con un certo tipo di prudenza e vi parlerò anche della prudenza, su come vivere l'esperienza del diario spirituale.
Ultima cosa, il diario spirituale non è riservato ai ragazzi, è riservato a tutti coloro che vogliono fare un autentico cammino cristiano, che abbiano dieci anni, venti, cinquanta, settanta o cento anni non vuol dire niente.
È uno strumento, quindi è un aiuto che viene dato e il Signore dice: usa l'intelligenza che ti ho dato per incrementare il tipo di rapporto personale che deve esserci tra te e me.