Il Catechista ben preparato
1-2-2003
È quello che ha sperimentato e interiorizzato l'amore di Dio per gli uomini
1) Il Catechista è assetato di Dio
2) Unità e autenticità nell'esperienza di Dio
3) La comunione ecclesiale
4) Richiede relazione comunionale con Dio
5) Ecclesia mater et magistra
6) Transustanziazione e teorie filoprotestanti
7) Angeli, demoni, inferno
8) I doni di Dio
9) Amare i fratelli non è facile
10) Piccolo trucco per amare genitori e figli
La preparazione dei Catechisti dipende da molteplici fattori.
Quando si può dire che un Catechista è sufficientemente preparato secondo voi?
C'è un momento in cui si può dire sono sufficientemente preparato? Mai!
Ecco quello è il momento giusto, quando una persona ha la consapevolezza che c'è ancora molta strada da fare.
Mi fanno paura quelle persone che non hanno più bisogno di imparare niente, perché sanno tutto.
Quindi attenzione bene.
C'è anche un detto un po' ridicolo, ma vero: nel conclave, chi entra papa esce cardinale; un po' è una presa in giro, è una battuta romana, però ha un fondo di verità.
È un buon atteggiamento, l'atteggiamento del Catechista che è assetato, è assetato non solo di conoscere, è assetato della pienezza.
Spero vi siate resi conto che, al di là di tutti gli insegnamenti che vengono proposti, il messaggio principale è proprio questo: il Catechista è un buon Catechista quando è assetato di Dio.
Se non è assetato di Dio, potrebbe conoscere la dottrina alla perfezione, però non è un buon Catechista, perché il Catechista non sta trasmettendo una dottrina, ma un'esperienza.
Un'esperienza, voi mi capite, non può essere soggettiva, perché diversamente noi diventiamo una setta religiosa, invece noi siamo Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Questo vuol dire che c'è un criterio unificatore.
Cosa vuol dire un criterio di unità? Vuol dire mettiamo in pratica quello che c'è nella Scrittura.
Voi siete un solo corpo, di cui Gesù è il capo e noi siamo tutte membra.
Questo è un principio fondamentale, perché il criterio di unità mi garantisce che la mia esperienza di Dio sia autentica.
L'esperienza di Dio deve essere soggettiva, ma la comunicazione non può essere soggettiva, deve essere comunionale.
Io posso fare, anzi devo fare esperienza di Dio, ma la mia esperienza di Dio non può essere considerata assolutamente autentica, solo perché l'ho avuta io!
Anche la mia esperienza di Dio dev'essere posta sotto la luce del discernimento ecclesiale, cioè significa dire: è un'esperienza autentica?
Corrisponde a certi principi di ecclesialità, di appartenenza al corpo di Cristo che è la Chiesa?
E quindi attenzione bene, le esperienze mistiche di qualsiasi grado o livello possono essere una cosa buona, ma non sono sicuramente un criterio determinante per dire che questa sia un'esperienza ecclesiale.
Ci sono altri criteri: la sottomissione a Cristo, l'appartenenza e la sottomissione alla Chiesa universale, l'appartenenza alla Chiesa locale e quindi questo criterio è fondamentale, diversamente facciamo una forma di religione intimistica: io mi vivo Dio come lo voglio io.
Sapete come dicevano negli anni '70, Cristo sì Chiesa no.
Ve lo ricordate quando dicevano queste cose qui? Era un parlare abbastanza diffuso.
Noi non siamo di questo avviso, perché non si può distaccare Gesù dalla Chiesa: sono la stessa cosa.
Avete mai visto una testa che si muove senza tutto il suo corpo?
Quindi se Cristo è il capo del corpo e il suo corpo è la Chiesa, è evidente che Cristo è la Chiesa, perché noi siamo il suo corpo.
Su questo aspetto forse vale la pena di soffermarsi almeno individualmente a riflettere seriamente, perché appartenere alla Chiesa è per noi una garanzia di sicurezza e di tranquillità di genere dottrinale, di genere spirituale.
Però è anche esigente, cioè esige la volontà di collaborazione, la volontà di comunione e la comunione non è tra fratelli e sorelle così semplice da realizzare.
La comunione è qualche cosa di fortemente voluto e anche sudato!
Perché la comunione è un dono che Dio ci offre, ma è un dono che costruiamo noi.
È come se Dio ci desse una confezione di mattoncini Lego e dice: "Questa è la comunione, costruiscila!".
Quindi è molto importante che noi teniamo presente questo: più la persona vuole essere un membro attivo e vuole essere un autentico Catechista e più deve tenere presente questi due elementi: esperienza di Dio, costruzione della comunione ecclesiale.
Se non ci sono questi due elementi allora quell'esperienza potrebbe non essere autentica.
Badate che nella storia della Chiesa tanti grandi santi hanno dovuto lottare su questo aspetto, perché?
Perché evidentemente costruire la comunione è una delle cose più difficili.
È inutile che noi sottolineiamo, vi dirò solo un paio di nomi: don Bosco e il cardinale di allora non andavano molto d'accordo, sebbene fosse stato don Bosco a proporre lui come arcivescovo.
Oppure un altro nome: san Pio di Pietralcina.
Voi capite molto bene che costruire la comunione è qualche cosa di estremamente difficile e lo fa solamente chi ha un'autentica relazione comunionale con Dio, chi invece cerca se stesso alla prima difficoltà dice: "Cari miei vi saluto".
Quindi questo è il criterio fondamentale, conoscere sufficientemente bene il messaggio di verità che devi annunciare, credere fermamente alle verità che si annuncia.
Può essere che il bagaglio della dottrina autentica cristiana abbia degli aspetti che tu non hai sufficientemente valorizzato o indagato, può essere che certe verità, non per colpa tua, ma per determinate circostanze che ora non approfondiamo, ti siano state presentate in un modo non completamente autentico.
Allora a un certo momento bisogna che tu abbia un criterio: io sto annunciando il vangelo di Gesù Cristo, nella Chiesa cattolica apostolica romana.
La dottrina della Chiesa è questa, la dottrina di quel tal teologo è quest'altra, ma quella è la dottrina del teologo non della Chiesa cattolica! Il teologo avrà il compito di indagare di studiare di esperimentare e di battere delle piste nuove, avrà questo compito, ma non ha il compito magisteriale.
Cosa vuol dire compito magisteriale? Dire questa è autentica dottrina che si evince dalla Rivelazione.
Capite che c'è una differenza? Quando qualche anno fa ci fu un levata di scudi, molti teologi firmarono dei documenti dicendo che loro hanno il diritto di dire tutto quello che vogliono senza che il magistero intervenga.
Siete d'accordo su questo punto? La teologia è al servizio del magistero, non il magistero al servizio della teologia.
Che cos'è il magistero? Il magistero è l'attività più solenne, più importante dell'insegnamento del Papa e di tutti i vescovi riuniti con lui.
Magister vuol dire maestro.
Ecclesia mater et magistra, la Chiesa è madre ed è maestra.
Questo significa che ci vuole un criterio di unità.
Gesù a Pietro disse: "Satana sta per vagliarvi, ma quando sarà passato tutto questo periodo tremendo tu Pietro conferma i tuoi fratelli".
Il carisma dell'unità dell'autenticità di verità è nelle mani di Pietro e dei suoi successori ed è un esplicita volontà di Dio, che sia così non un'usurpazione ecclesiastica, perché è Gesù dalla sua bocca che ha detto: "Tu conferma i tuoi Fratelli" e in un'altra occasione Gesù dice: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", non la tua la mia Chiesa.
"A te darò le chiavi del regno dei cieli, ciò che aprirai resterà aperto, ciò che chiuderai resterà chiuso e le porte degli inferi non preverranno contro questa Chiesa".
Dunque è evidente che sulla figura di Pietro e su quello che si chiama il servizio o mandato "petrino" c'è più che una esplicita volontà di Dio.
Mi dispiace che i fratelli protestanti e gran parte del mondo ortodosso questo non vogliano accettare; ma nessuno può negare che sia rivelato, è rivelazione biblica.
Se dalla Bibbia comincio a tagliare quello che non mi piace, finisco per avere una fetta di gruviera, non una Bibbia!
Allora attenzione bene il carisma è proprio questo, il Concilio lo ha affermato proprio bene.
La comunionalità di tutti vescovi uniti con il Papa mi dà la dottrina certa, non una voce fuori del coro che dice questo o quest'altro, quindi state molto attenti.
Possono esserci delle esternazioni anche azzardate, anche curiose, perché solleticano l'interesse, ma non è detto che questo sia magistero.
Il magistero, se volete andare sul sicuro, lo trovate nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Tutto ciò che non è lì presente, allora voi dite questa sarà una elucubrazione non è insegnamento autentico; a meno che fra 50 anni, fra 100 anni il magistero della Chiesa dica, va bene, accogliamo questa verità perché abbiamo esaminato per lungo tempo e abbiamo visto che è in accordo con tutte queste altre verità della Sacra Scrittura, dei Padri della Chiesa, della teologia.
Ma ci dev'essere quella che viene chiamata la continuità di insegnamento, se non c'è ogni teoria nuova potrebbe essere semplicemente un'idea balzana.
Volte un esempio?
Nell'eucarestia c'è Gesù o non c'è? Qual è il mistero che mi fa dire prima era pane e adesso non lo è più, come si chiama?
Transustanziazione, avete sentito dire questo termine?
Cioè la sostanza o meglio l'essenza non è più essenza pane ma è essenza Gesù.
Avrà il gusto del pane, il colore del pane, l'analisi chimica del pane, ma è cambiata l'essenza, è un mistero: il mistero della transustanziazione.
Si parla da qualche decennio a questa parte, che lo sappiamo tutti, che il mistero della transustanziazione è un mistero e le parole che si usano per spiegarlo sono sempre inadeguate.
È un mistero! È come voler spiegare la Trinità.
Quello che mi puoi dire della Trinità può essere un'intuizione, un esempio, fallace finché vuoi, perché Dio è sempre molto più grande di quello che tu riesci a esprimere.
Allora anche il mistero dell'Eucarestia è sempre più grande di quello che tu riesci a capire e trasmettere.
Però dire che il mistero della transustanziazione non è più valido, in favore invece di altre teorie tipo la transignificazione o la transimbolizzazione, questo è errato e non fa parte dell'insegnamento della Chiesa.
Questo significa: Gesù Cristo, dicono quelli della transignificazione, non è Gesù Cristo, ha il significato di Gesù Cristo.
Oppure per la transimbolizzazione: questo è il simbolo di Gesù Cristo, ma non è Gesù Cristo.
Quindi attenzione queste sono teorie filoprotestanti.
Infatti i protestanti fanno il ricordo della santa cena, non fanno il memoriale, fanno il ricordo, per noi invece è memoriale cioè è autenticità.
Si espande il tempo e noi siamo tutti nella sala dell'ultima cena, l'unica Eucarestia celebrata in tutta la storia.
Quindi, vedete, credere nelle verità che uno annuncia comporta essere sicuri che quello che stiamo annunciando è ecclesiale, cioè fa parte del bagaglio della Chiesa, non perché lo ha detto qualcuno a caso.
Ancora un esempio, l'esistenza degli angeli è un dato rivelato di fede, non si può negare solamente perché siamo nel 2003 e pensiamo che queste cose non siano più vere.
Non è cambiata la rivelazione, esistono gli spiriti angelici in comunione con Dio.
Tra questi alcuni sono stati donati come compagni di viaggio e li chiamiamo angeli custodi.
Ma esistono anche spiriti angelici ribelli a Dio.
Ora che questa idea ti dia fastidio, perché secondo te rovina un disegno architettonico secondo il quale tutto funziona sempre bene e non esiste nessuna incrinatura, a me, invece, non fa né caldo né freddo, perché la verità è quella,.
Non perché Tizio, Caio o Sempronio dicono che se esistessero i diavoli vuol dire che esisterebbe l'inferno e che se esistesse l'inferno vuol dire che Dio non è più onnipotente, vuol dire che non è più perfetto se c'è la possibilità che qualcuno possa perdere la sua anima.
Attenzione, se non esistesse l'inferno, vorrebbe dire che noi saremmo delle marionette, vorrebbe dire che il nostro libero arbitrio è una fiaba, vorrebbe dire che noi non siamo liberi, vorrebbe dire che è già tutto predeterminato e predestinato.
Ma la predestinazione fa parte di una teoria luterana, che gli stessi luterani hanno sconfessato.
Bisogna essere con i piedi molto per terra, non accettare qualunque cosa ci venga detta: curiosa, stravagante, che tu dici: "Però, è una cosa strana e vera.
No! Mi informerò.
Ho sentito dire questo: avrò capito bene, avrò capito male, mi è stato spiegato bene, con frasi felici, con frasi infelici?
Quella persona, presa dall'entusiasmo, ha detto di più di quello che doveva dire, facendolo passare come realtà, oppure no?".
Non puoi prendere tutto come oro colato.
Come oro colato si prende il Vangelo e la Tradizione della Chiesa, tutto il resto no.
Cosa vuol dire Tradizione della Chiesa? Vuol dire magistero, vuol dire l'insegnamento della Chiesa nell'arco dei secoli, che è costante.
Se poi anche un personaggio famoso e un grande studioso dovesse dire delle cose diverse da quelle che sono scritte nel Vangelo, Paolo dice: "Se anche un angelo venisse e vi predicasse un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia per voi anatema".
Cioè distaccato. Sì ascoltatelo pure con carità, ma non attaccate il cuore a quello che dice.
Quindi prendete un po' le cose con le pinze perché dovete avere gli occhi aperti, gli occhi aperti nel discernimento.
Quando qualche cosa vi lascia un dubbio, non tenetevi il dubbio, non ragionate con la vostra esperienza, perché l'esperienza della Chiesa vanta secoli, più di 20 secoli, quindi è importante che tu abbia un punto di riferimento che non può essere dentro te stesso, perché tu non sei la verità assoluta.
Se c'è un dubbio, cerca qualcuno che sia capace di dissipare questo dubbio; Dio non pretende che noi siamo onniscienti, solo Lui è onnisciente.
Però Dio ci ha fatti essere un corpo, cioè la Chiesa, proprio per questo, perché dobbiamo constatare con mano che abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Quindi il laico si occupa di certe cose, il sacerdote di altre cose e il religioso nella Chiesa ha una sua dimensione profetica che è diversa dalla dimensione profetica del laico ed è diversa dalla dimensione profetica del sacerdote, ma non si può dire la Chiesa devono essere tutti sacerdoti, tutti religiosi, o tutti laici, o tutti sposati, o tutti giovani, mi capite?
Bisogna che la Chiesa, che è un corpo, sia composto di tutto, perché gli uni hanno bisogno degli altri e chi dice il contrario ha un'idea sfasata della Chiesa.
Quando ha gli stessi sentimenti di amore al Padre e ai fratelli che ha Gesù, ecco quando un Catechista è preparato, quando ha gli stessi sentimenti di amore che il padre ha nei confronti dei suoi figli.
Che Gesù ha nei confronti dei suoi fratelli.
Non è molto facile amare i Fratelli.
I fratelli te li trovi ,gli amici te li cerchi.
Amare i fratelli significa essere sicuro dell'amore del Padre.
Quando non si amano i fratelli e le sorelle?
Quando si teme di essere meno amati o più amati dal padre o dalla madre, si crea gelosia, si inserisce questo tipo di meccanismo.
Come puoi amare i fratelli se tu non ti senti amato da Dio?
Non ce la fai, non puoi, perché cercherai sempre di prevaricare, di dimostrare che tu ti meriti l'attenzione, l'amore dei fratelli, ma non è questa l'ottica del corpo.
Allora se abbiamo paura dei nostri Fratelli, paura di fare brutta figura, emarginazione o vogliamo prevaricarli, bene questo ci fa capire che forse il nostro amore tra noi e il padre, diciamo con più semplicità, tra noi e Dio ha qualche cosa che non funziona: non è ancora un amore di donazione, ma un amore di ricerca.
Quando una mamma e un papà amano veramente i loro figli, i loro figli lo sentono e non sentono il bisogno di dimostrare che un figlio è più bravo dell'altro, non sono in competizione tra di loro, o comunque non sentono la necessità di essere in competizione tra di loro ed è molto difficile che venga la gelosia: io sono meglio di te, più intelligente di te, più furbo di te, più ricco di te ecc. ecc.
È difficile perché quello che si ricerca è già stato ottenuto: il sentirsi amati ed apprezzati.
Che l'amore del Padre sia stato riversato nei nostri cuori è una verità rivelata: "In voi è stato effuso lo Spirito di Dio….." ed è l'amore del Padre, che noi abbiamo ricevuto questo amore non è sempre così scontato, per questo si insiste molto sulla creazione di una relazione personale con Dio.
Lasciati incontrare da Dio, lasciati amare da Dio, lasciati riempire del suo amore, non del suo giudizio, del suo amore, della sua verità, della sua pace, se è il caso anche della sua misericordia.
Dio non giudica, Dio è misericordia, il giudizio appartiene a Dio dopo il nostro ultimo respiro sulla terra, ma prima Dio è solo misericordia.
Allora tu lasciati riempire da questa misericordia, perché se tu non ti fai riempire da questa misericordia difficilmente sarai misericordioso, cioè non amerai il prossimo, lo prevaricherai, o ne avrai paura.
Di qui atteggiamenti diversi: quindi l'atteggiamento esteriore di estrema timidezza, di chiusura, di senso di inferiorità, oppure di imponenza, sono delle conseguenze di qualcosa che è sotto, il campanello d'allarme che mi dice che in cantina c'è un incendio, io qui non lo vedo l'incendio, però ho il campanello d'allarme che mi dice che c'è.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro su questo punto.
Oltretutto riflettiamo anche questo: non è facile amare i fratelli e le sorelle, perché sono sul nostro stesso piano, è più facile amare i genitori, oppure dei figli perché sono a un piano diverso, ma quando le persone che vivono intorno a te ti dicono sono tuoi fratelli e tue sorelle, come riesci tu ad amarli?
Possiamo usare un piccolo trucchetto.
Fate finta che le persone che avete intorno a voi e che dovete amare siano o i vostri genitori o i vostri figli.
Come ameresti tuo figlio o tua figlia? Come ameresti tua mamma o tuo papà in quell'età lì, in quella situazione lì.
Allora forse diventa diverso, forse.
Poi ognuno deve avere il suo itinerario di igiene spirituale e psicologica, di igiene della memoria che significa chiedere a Dio la guarigione dai dispiaceri della vita che possono avere, come dire, tracciato un'immagine distorta o dei genitori o dei figli, mi spiego? Però attenzione.
È più facile avere un rapporto di questo genere quando quella persona mi tratta male e se fosse mio padre?
Come tratterei mio padre? Se fosse mio figlio, come mi atteggerei nei confronti di mio figlio?
Ed è molto facile cadere nei luoghi comuni.
Lo castigherei, sarei severo. Non è vero, proprio non è vero!
Bisogna essere molto onesti.
Dunque il Catechista ben preparato è il Catechista che ha interiorizzato e sperimentato l'amore di Dio per gli uomini, per i quali Gesù ha dato la vita.
È un'espressione che chiarifica ancora di più ciò che abbiamo detto fino adesso.
Il Catechista deve avere la certezza che Dio desidera la salvezza di tutti gli uomini.
Dunque su questi punti tenete presente che c'è un itinerario molto chiaro da sviluppare, pensateci e se sorgono dentro di voi delle domande, degli interrogativi, fatemi avere dei bigliettini in cui esprimete una domanda, perché se ci fosse qualcosa da chiarire è bene che io sappia su quale punto debbo insistere e cercare di dilungarmi.
Sia lodato Gesù Cristo.