La croce è un cammino di felicità
15-3-2003
Che non consiste di facili successi
1) Discernere quali verità accogliere
2) Il Signore ci propone il successo della vita eterna
3) È una meta ed esige una decisione
4) La fede può scaturire dal fascino della presenza di Dio in noi.
5) La fede dovrebbe nascere e svilupparsi all'interno della famiglia
6) Sulla vocazione principale sono presenti anche tutte le altre sfaccettature
7) Eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è di troppo
8) Libertà di accogliere Dio o di rifiutarlo
9) Accogliere l'eternità. Dare un senso a questo tempo
10) Il libero arbitrio
11) Il Signore ci ha messo la luce dentro per discernere
12) Se lasci passare lo Spirito Santo diventi luce.
Il Santo Padre in questo messaggio per la giornata della gioventù, che non prendiamo integralmente, ma insomma almeno i punti fondamentali, ci lascia molte provocazioni.
La volta scorsa abbiamo proprio esaminato questa espressione, non credete a chi vi propone facili successi.
Una cosa vorrei dire ancora su questa affermazione del Santo Padre, egli ci dice: non credete, quindi ci esorta ad essere delle persone attente.
Ci esorta a essere delle persone che sanno fare discernimento, persone che sanno cogliere la presenza della verità e dello spirito di verità e li sanno distinguere dallo spirito del mondo.
E il Santo Padre ci dice di non credere a chiunque dica qualunque cosa.
Il nostro essere delle persone di fede ci spinge ad accogliere delle verità che sono più grandi della nostra testa, ma non ad accogliere qualunque cosa ci viene detta da altri.
Quindi per cogliere le verità dobbiamo essere abituati, in qualche modo, a sentire il profumo della verità, se no lo confondiamo con qualsiasi altro profumo.
Non si può confondere il profumo della rosa con quello del giglio, ma se uno non ha mai sentito nessuno di questi due profumi saranno accettabili entrambi.
Così pure se una persona non è abituata a vivere nella verità, significa che è abituata a fare tutto quello che le viene in mente, a non fare discernimento, a non vedere se quello che si sta facendo aderisce ad un certo tipo di progetto oppure no.
E qui non lo dice esplicitamente, ma ci spinge a riflettere su questo punto.
Se non dobbiamo credere vuol dire che dobbiamo essere in grado di discernere, di vedere se nelle affermazioni che il mondo ci fa è presente è la verità, oppure è presente l'egoismo, la menzogna.
Non credere significa prendere le distanze, non accettare tutto come se fosse implicitamente buono e valido.
Lo sappiamo molto bene che il Signore è capace di trarre il bene anche dal male, ma è il Signore, noi no, noi non siamo in grado di fare questa distinzione.
Bene, i facili successi sono i successi di questo mondo.
I facili successi a cui si riferisce qui ci fanno pensare anche alle cose che si vedono immediatamente.
Voi capite che proporre un successo di una realtà che non si misura immediatamente risulta essere molto difficile per tante persone.
Ossia il successo che ci propone il Signore è il successo della vita eterna, ma chi di noi è già andato nell'aldilà per vedere che cosa ci aspetta?
Dunque vedete che il successo che ci viene proposto è un successo che esige una decisione di fede, cioè dire: mi fido di quello che mi dice il Signore, oppure preferisco avere un successo visibile, cioè che posso constatare misurare, una metà che posso vedere?
In fondo la ricchezza, il benessere, l'agiatezza sono realtà che tutti vedono e che tutti desiderano, è un successo facilmente desiderabile.
Il successo della vita eterna, poiché non è visibile, ci sembra tanto lontano, e invece c'è solo una carta velina che ci separa da questa vita all'altra vita.
Quelli che l'altro giorno erano sull'autostrada di Venezia non sapevano che stavano percorrendo gli ultimi metri degli ultimi secondi della loro esistenza.
Attenzione bene, vedete che ci sono dei successi che il Santo Padre c'invita a tenere presente.
Non attaccate il vostro cuore a dei successi che si prendono su questa terra, perché sembrano facili ma sono anche effimeri, nel senso durano poco, possono durare qualche decennio.
E poi i successi della terra non sono ricchi di quella pace e di quella piacevolezza che è priva d'ogni fatica e d'ogni sofferenza. Mi seguite?
Il successo della vita eterna in paradiso consiste in ogni bene, con l'assenza di qualsiasi male, quindi significa la visione beatifica di Dio, la gloria degli angeli e dei santi, partecipare alla gloria della Santità della Trinità, in più ogni bene possibile immaginabile senza alcun male.
Così insegnava il catechismo di Pio X, se voi ricordate di averlo letto, è questa la verità.
È un successo che però non si vede, si sa.
Non è un facile successo dunque, perché è un successo che ha una meta che è posta dinanzi ai nostri occhi, senza che noi possiamo misurare e constatare.
È una metà che diventa reale dentro di noi nella misura in cui accogliamo quello che il Signore ci propone:
" voglio che la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena…. Non sia turbato il vostro cuore. Vado a prepararvi un posto, poi ritornerò perché siate dove sono io."
Ecco, queste parole sono un piccolo esempio delle promesse che il Signore ha fatto, sono promesse di successo, ma è un successo che esige una decisione, cioè un uscire da noi stessi.
Se noi restiamo dentro noi stessi vuol dire che restiamo ancorati alle realtà del mondo; e quindi i nostri successi facili saranno quelli che riguardano semplicemente la nostra vita fisica e se vuoi anche psichica.
Per una persona il successo è avere l'ultima parola, avere una laurea, avere una posizione di prestigio.
Bene, questo successo è un successo il tipo fisico è psicologico, mentre il successo di cui parla il Signore è un successo spirituale, che ingloba anche gli altri due.
Allora uscire da noi stessi significa diventare veramente liberi, non lasciarsi dominare dai facili successi che ci provengono dal mondo fisico e dal mondo psicologico, mentre è importante ancorare tutte le nostre aspettative, dunque la nostra speranza, a quei successi che sono pieni, che sono i successi spirituali, i successi della vita spirituale, una pienezza di vita spirituale e sicuramente anche pienezza della vita di tipo psichico, ed è certamente una pienezza della vita fisica.
Dunque non bisogna lasciarsi guidare dagli impulsi, dalla superficialità e bisogna incentrare la nostra attenzione e le nostre scelte sui valori che abbiamo intuito essere i fondamentali per la nostra vita.
Voi capite, carissimi, che come educatori e come catechisti ci veniamo a trovare di fronte la difficoltà di un mondo che vive nella più pura superficialità, è vero?
E quindi parlare di valori spirituali diventa un po' difficile.
È molto importante che voi, in prima persona, siate convinti di questi valori; non solo li abbiate scelti, ma ne siate entusiasti, perché l'atto di fede scaturisce nel cuore del nostro prossimo non in seguito semplicemente delle spiegazioni di tipo razionale, anche se la fede in una certa misura deve anche essere intelligibile.
Cioè si possono fare dei ragionamenti sulla fede, ma la fede non è un atto della ragione, la fede è un atto della volontà, la volontà che dice:
"voglio accettare quello che Lui, Gesù, mi dice. La fede supera la capacità della mia intelligenza, però con la mia volontà io posso superare i dettami dell'intelligenza, e quindi accetto anche ciò che la mia intelligenza non riesce a capire".
Questo è l'atto di fede: ma l'atto di fede, dunque, non si farà in base a delle nostre spiegazioni.
Gesù stesso non ha fatto degli atti di fede con delle dimostrazioni razionali, l'atto di fede scaturisce da un legame profondo; allora se il Signore vi ha affidato delle persone, ve le ha affidate perché voi le nutriate nella mente, le guidiate nel corpo, ma soprattutto diate senso al loro spirito; come fare questo?
Con un'esperienza di vita che sia l'esperienza della presenza dell'amore di Gesù dentro di voi.
È questo che può far scaturire l'atto di fede nelle altre persone.
Quando vi vedono entusiasti, quando vi vedono sorridenti, quando vi vedono persone che sanno portare la pace, quando vi vedono delle persone che sanno dare un consiglio giusto, buono.
Questo non vuol dire giusto secondo il mondo, giusto vuol dire secondo il Vangelo.
Quando vi vedono delle persone rassicuranti, quando vi vedono che siete capaci di sopportare le offese, le sofferenze, le malattie, le sventure, con la serenità e con la forza di Dio, questo vi farà essere al centro dell'attenzione degli altri.
E diranno: "ma questa persona ha qualcosa di diverso".
Non se n'accorgono, ma sono già attirati nel vortice del fascino della presenza di Dio dentro di voi, e quindi verranno vicino a voi e ascolteranno gli insegnamenti che voi darete.
E vedranno come voi vi comportate e sentiranno la presenza dello spirito di Dio dentro di voi, che agisce e parla al loro cuore.
L'esperienza di fede scaturisce spesso, sempre, da un'esperienza di amore condiviso.
Una generazione dona all'altra il dono della fede.
La fede dovrebbe nascere e svilupparsi all'interno di una famiglia, perché è normale, dovrebbe essere normale che nella famiglia ci siano questi rapporti di confidenza, di sostegno, rapporti umani autentici, dove tutti i valori che sono presenti nei genitori confluiscono nei figli.
Cioè i figli li assorbono, li assimilano, non li subiscono, e tra tutto questo c'è l'esperienza della vita di fede.
Allora voi capite che se i genitori sono privi di un'esperienza di vita di fede anche i figli ne saranno privi.
Se i genitori si vergognano di avere un'esperienza di fede insieme ai loro figli, i figli resteranno senza, se i genitori non parlano mai di Gesù, non dicono mai una preghiera insieme, i figli lo vedono.
Voi sapete che i figli di qualsiasi età hanno il radar, non hanno le orecchie, sembra che giochino invece stanno sentendo tutto quello che tu stai dicendo, e quello che stai facendo.
Perché è la loro conformazione, la loro struttura psichica, sono fatti così perché devono acquisire le categorie necessarie per vivere nel mondo, è normale che sia così.
Se non fosse così ci sarebbero delle gravi patologie di carattere autistico: si fa il suo mondo ed è impermeabile a qualsiasi stimolo esterno.
Dunque è bene che sia così e quindi sia come genitori sia come educatori nella Chiesa a vario titolo.
Chi è insegnante non può mica dire "ah io sono insegnante di greco e di latino e quindi non interessa niente la mia esperienza di fede."
Bravo tu non hai capito niente di cosa vuol dire essere cristiano!
Perché il Signore ci ha dato nelle mani uno strumento che si chiama il greco e il latino e tu, attraverso il greco il latino, devi far incontrare Cristo ai tuoi allievi; oppure attraverso la matematica, o la biologia, o chissà quale altra storia.
Questo per farvi capire che non ci sono dei settori specifici in cui noi siamo abilitati ed altri in cui non lo siamo.
Noi siamo i figli di Dio, cosa siamo noi? - I figli di Dio.
I figli di Dio. Quindi Gesù Cristo vive dentro di noi con tutti i suoi poteri, Egli è re, è sacerdote, è profeta, ma era anche falegname, era falegname e quindi Lui poteva benissimo insegnare falegnameria, ma con una presenza di Spirito Santo che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Allora, attenzione! Qui veramente si aprono degli ambiti notevoli, perché come ho già ripetuto in tantissime occasioni, tu non fai il catechista, tu sei cristiano.
Quindi sei anche catechista, sei evangelizzatore.
Dentro la vita del cristiano ci deve essere qualsiasi espressione della vita cristiana, perché il cristiano è corpo di Cristo e nel corpo di Cristo c'è tutto.
Ci sono gli sposati, ci sono i laici, ci sono i consacrati, ci sono i contemplativi, ci sono i vita attiva, c'è tutto.
Quindi tu avrai un campo particolare d'azione, ma non puoi dire di essere privo di tutte le altre esperienze.
Avrai il tuo tempo per la tua contemplazione, la tua adorazione, e quindi ti cercherai una Chiesa dove potrai stare in pace davanti al Santissimo, ed ecco la tua dimensione contemplativa, avrai la tua dimensione attiva, apostolica, e quindi ti darai da fare nel fare catechismo, nel doposcuola, nell'animazione all'oratorio, etc…
Avrai la tua dimensione introspettiva, oppure di conoscenza, e quindi c'è la scuola del sabato mattina, oppure si sono tante altre occasioni come i Ritiri spirituali.
Hai la condivisione nella tua vita matrimoniale, e così di seguito.
Ci sarà quella preponderante che è la tua vocazione principale, ma su questa vocazione principale sono presenti anche tutte le altre sfaccettature.
È possibile comperare un brillante che abbia una sola sfaccettatura?
No, che cos'è che lo rende brillante?
Le sfaccettature, se non ha tutte le sfaccettature non è un brillante, se non ha nessuna sfaccettatura sarà un diamante, ma nessuno oserebbe mettersi un diamante grezzo sulla testa, è vero?
Perché abbia un certo valore, sia pregevole, sia interessante deve essere trattato, deve essere curato, il diamante non diventa un brillante finché non viene eliminato da questa pietra tutto ciò che è di troppo.
Come brillante diventa pregiato e prezioso nella misura in cui si è tolto da questa pietra, che è il diamante, tutto ciò che impedisce alla luce di rifrangersi liberamente.
Così la vita del cristiano risulta essere opaca, è grigia finché non si toglie dalla vita del cristiano tutto ciò che è di troppo.
E tutto ciò che è di troppo è ciò che fa troneggiare il nostro io invece della presenza di Dio.
Va bene? Possiamo dire conclusa questa prima affermazione?
Guardate che ci sarebbero tante cose da dire, ma, insomma, lasciamoci un po' guidare dalle condivisioni e dai suggerimenti che ci lascia lo Spirito.
Altra frase del Santo Padre: "Se lascerete operare in voi la grazia di Dio, se non verrete meno all'impegno quotidiano, farete di questo nuovo secolo un tempo migliore per tutti".
Ci sono questi due condizionanti se, "se lascerete", "se non verrete meno".
Abbiamo dunque una grande responsabilità, una responsabilità che si inserisce su quella che è la nostra libertà.
La libertà dell'essere umano è una libertà pazzesca, perché la libertà dell'uomo è talmente grande, che è grande quanto Dio.
L'essere umano nella sua piccolezza, fragilità, inconsistenza, ignoranza, arroganza, orgoglio e superbia ha una caratteristica che grande come Dio, si chiama la libertà.
Perché questa libertà dà a ciascuno di noi la possibilità, pensate, di accogliere Dio nella sua interezza dentro la nostra vita, oppure di rifiutarlo.
È una libertà che è grande quanto l'eternità.
Nella libertà che il Signore ti dona e ti garantisce, tu hai la possibilità di accettare una realtà impensabilmente grande; è impensabile, possiamo avere qualche vaga intuizione, ma averne la consapevolezza no.
Provate un po' a pensare il significato della parola eternità.
Abbiamo un'intuizione, tant'è vero che per pensare all'eternità i grandi predicatori, soprattutto del passato, quando si era più abituati a parlare di queste cose ( non è un bene che adesso non siamo più abituati è un grande male, ma per fortuna noi qui ce lo diciamo tutte le settimane ), avevano tanti paragoni per parlare dell'eternità.
Il paragone dei granellini di sabbia che sono presenti in una manciata che tu hai in mano: se ogni granellino di sabbia rappresentasse un anno, quanti anni avresti nella tua mano?
E poi quanti anni ci sono in un secchiello? Quanti anni ci sono in tutta la spiaggia?
Quanti anni ci sono in tutte le spiagge d'Italia? In tutte le spiagge d'Europa? Del mondo?
Quanti anni sarebbero in tutto i granelli di sabbia presenti nei pianeti del sistema solare, e poi della nostra galassia?
Una volta che tu fossi riuscito a intuire il numero d'anni presenti in tutto l'universo, se fossero rappresentati dal granello di sabbia, tu sai che quello sarebbe solamente l'inizio.
Oppure il paragone di una sfera d'acciaio della grandezza del sole che viene sfiorata ogni 1000 anni dalla piuma di un angelo: quanto tempo impiegherebbe ad essere totalmente consumata questa sfera?
Bene, quello sarebbe nient'altro che inizio; questi sono solo esempi che ci fanno intuire l'enormità di quello che Dio ha preparato di fronte a noi, ma non l'abbiamo capito, ne abbiamo solo intuito la vastità, e vero?
Bene con la libertà, noi siamo in grado di accogliere l'eternità, di accogliere e di dare senso a questo tempo che è impossibile misurare, un tempo che è già nostro, perché noi siamo già inseriti nel tempo di Dio.
Però dobbiamo dare senso a questo tempo, dobbiamo inglobarlo in una nostra scelta o per Dio o contro Dio.
Qualcuno dice: "Ma noi siamo posti in una situazione spaventosa allora!
Pensa se sbagliassimo e andassimo contro Dio.
Ma Dio può permettere che noi ci allontaniamo da lui?".
Per questo la libertà dell'essere umano non è una libertà assoluta ma è una libertà arbitrata, si chiama infatti libero …? - Libero arbitrio.
Libero arbitrio, cosa vuol dire arbitrata, vuol dire guidata?
No, no, non guidata ma protetta sì, nel senso che la libertà di cui disponiamo è illuminata dagli insegnamenti di Dio, che ci dicono come gestire bene questa libertà, perché non ci accada di scegliere contro Dio.
E allora, per gestire bene questa libertà, il Signore sin dall'inizio della storia dei tempi ci ha lasciato i suoi insegnamenti: pensate al racconto del giardino dell'Eden dove dice: " di tutto potete usare meno che di questo", dunque lì c'era già una guida, una guida della libertà.
Uno potrebbe dire un obbligo, no una guida, perché se io dico a tutti: " nessuno vada spegnere le candele accese che ci sono sull'altare."
Voi potete andare a spegnerle? - No
Perché? Perché sono spente, vedete che sono spente, se io le accendo allora voi mi potete disubbidire, ma se io le lascio spente voi mi potete disubbidire? - No.
No, se la candela è accesa allora voi potete decidere e dire: " la candela è accesa e don Mauro dice di non spegnerla allora adesso io decido se essere d'accordo don Mauro o essere d'accordo con me stesso, se fare quello che interessa a me o fare quello che interessa a don Mauro."
In quel momento lì tu gestisci la tua libertà.
Ma se io ti lascio la candela spenta, tu puoi andarla a spegnere?
No perché è spenta e quindi tu puoi dire di avere le libertà, ma in realtà non ce l'hai, perché io non ti ho messo in grado di esercitare la tua libertà.
Ecco l'albero della conoscenza del bene e del male è l'albero della vita: c'è questo albero, però voi non dovete usufruirne.
E lì l'uomo doveva decidere: sono d'accordo con Dio, oppure sto ad ascoltare il serpente che mi dice che io sono Dio, io sono Dio e mi vado a cibare dell'albero della conoscenza del bene del male?
Ecco hai usato la tua libertà, hai dato un senso sbagliato alla tua libertà, un senso che era: io sono Dio.
Hai sentito il serpente, hai dato retta al diavolo che ti diceva: ma no tu sei Dio.
Ecco allora adesso gestiscitelo tu il tuo tempo, gestiscitela tu la tua vita, hai deciso tu di allontanarti da me, dice Dio, e per quanto mi dispiaccia io non ti violenterò, non ti costringerò a fare quello che voglio io.
La gestione della libertà, dunque, è guidata ed è illuminata dagli insegnamenti di Dio, ma ognuno la gestisce da solo.
Ci sono le alleanze che Dio ha compiuto con il suo popolo, con Abramo, con Noè, ci sono i comandamenti che il Signore ha dato al suo popolo, e sono tutte delle pietre miliari di protezione per la gestione della nostra libertà.
I dieci comandamenti sono un po' come il guardrail che è presente sulle strade: più le strade sono pericolose più i guardrail sono alti e robusti.
E queste dieci luci ci servono per interpretare bene il vivere quotidiano, cioè per dare un senso che non sia semplicemente occhio per occhio e dente per dente.
È una continua crescita, ma anche lì non ci possiamo fermare ai dieci comandamenti, perché sono un guardrail.
Invece, poiché il nostro valore è assolutamente grandioso, il Signore ci ha messo una luce direttamente dentro di noi, non fuori di noi.
Come l'automobile può viaggiare perché ci sono i guardrail, quando si fa sera ci sono i catarifrangenti e quindi si rifrange la luce; ma se non accendi i fari, se non hai la luce dentro di te, come fai a vedere dov'è la tua strada? E vero o non è vero?
Allora, prima il Signore ti dà le linee di mezzeria, poi ti dà le linee che delimitano la strada se no precipiti di qua e di là.
Con il passare dei secoli il Signore aggiunge ancora queste luci speciali che sono i guardrail, e poi i catarifrangenti, e uno potrebbe dire: " ormai c'è tutto! "
No, al Signore non basta.
Il Signore non vuole solo che la luce sia solo fuori di te, il Signore vuole che tu abbia la luce dentro per discernere quello che tu devi fare.
Perché lui ha detto: "andate ed evangelizzate fino agli estremi confini della terra, " cioè anche dove la strada non c'è.
E quindi, se tu non hai la luce dentro di te, come fai a vedere quello che c'è davanti a te?
Io ti do la mia luce, perché tu possa illuminare il tuo cammino.
Io ti ho dato la mia luce che significa il mio pensiero, devi avere dentro di te il mio pensiero, io e te siamo una cosa sola, io in te tu in me.
Quindi voi capite che c'è un progresso continuo, un progresso che ci farà entrare poi nella gloria del paradiso in una pienezza di luce, dove non solo noi riceveremo la luce della Trinità, ma anche noi saremo luce nella Trinità.
È un discorso molto ampio, però è l'itinerario in cui noi siamo inseriti.
Quanto più un cristiano prende seriamente il proprio essere cristiano, comincia già ad essere luce su questa terra, non aspetta di morire.
Già tu sei luce adesso per le persone che il Signore ti ha affidato.
Il tuo sguardo è luce, le tue parole sono luce, il tuo modo di atteggiarti sono luce, il tuo sorriso è luce.
Anche quando non vorresti sorridere lo fai lo stesso, perché tu sei luce, tu sei Gesù Cristo, tu rappresenti Gesù Cristo, tu sei il corpo di Cristo, non puoi che essere luce, luce già su questa terra perché tu sia luce splendida nel regno dei cieli.
L'incarnazione, Gesù Cristo, Dio per Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero….. tu non sei Dio vero da Dio vero, tu sei figlio del Dio vero, sei figlio del Dio vivente.
Quindi la luce che è del Dio vivente viene ad abitare dentro di te e ti trasforma in luce.
Le vedete una lampadina? Riuscite a fissare il filamento della lampadina? - No.
E se la spengo? - Sì.
Di che colore è il filamento? - Grigio.
Grigio, grigio scuro, se non passa l'elettricità nel filamento esso non diventa luce; pur essendo grigio, di sua natura è grigio, quando passa la luce diventa luce, a tal punto che tu non puoi osservare.
Allora tu potresti essere grigio, debole, tutto quello che vuoi, ma se lasci passare dentro di te la potenza dello Spirito Santo e l'amore dello Spirito Santo che ci è donato attraverso il figlio Gesù, allora tu diventi luce, così luminoso che tutti, vedendo te, vedono la luce, non vedono te, come tu, quando guardi una lampadina, non vedi il filamento ma vedi la luce, perché il filamento è troppo incandescente perché tu riesca a vederlo.
Allora questo è l'itinerario che ci aspetta, è ciò che Dio ha fatto di noi.
Facciamo in modo di essere docili ai suoi suggerimenti e quando ci sono tanti dubbi, che vengono ad affollare la nostra mente, stiamo attenti a non accentrare tutta la nostra attenzione solo sui dubbi, perché non sono i dubbi che alimentano la nostra fede.
Ciò che alimenta la nostra fede è l'amore per il Signore.
Il Signore disse una volta: tu credi che io possa fare questo per la guarigione di una persona malata, e quello disse: sì, Signore, io credo, ma tu accresci la mia fede.
Allora non accentrare mai la tua attenzione su te stesso, sulla tua debolezza, sulla tua piccolezza, invece incentra la tua attenzione e la tua riflessione sulla grandezza, sullo splendore e sulla maestria di Dio il quale dice: " a me nulla è impossibile, persino servirmi di te. "
Sia lodato Gesù Cristo.