Il sacrificio
8-3-2003
1) Sacrum facere, sacrificio
2) Sacerdote, re e profeta
3) Il sacerdozio dei battezzati
4) Realtà del mondo rubate a Dio
5) 8 marzo - consegnare a Dio l'universo femminile
6) Il cristiano, sacrificio di lode
7) Sangue di Gesù, prezzo del nostro riscatto
8) Sacrificio, mai compromesso
9) Ciò che è prezioso, ti impegna
10) I facili successi non esistono
Un altro glorioso sabato in cui il Signore ci parlerà dicendoci tante cose, siete contenti?
Io sono disposto a fare dei sacrifici per compiere il mio dovere ed essere fedele alla sua amicizia?
Allora attenzione bene, sacrificium, sacrum facere, fare qualcosa di sacro; ma tu non sei Dio per rendere sacre le cose, è vero?
Come fai tu a fare sacra una cosa? Tu hai il potere di rendere sacra qualche cosa ?
Il potere no, ma la possibilità sì; rendere sacra qualche cosa significa dedicarla a Dio, darla a Dio, metterla nelle mani di Dio, nasconderla nel cuore di Dio.
Quando Adamo ed Eva si sono ribellati a Dio nel giardino dell'Eden, si sono portati via dal giardino dell'Eden tutto ciò che Dio aveva dato loro, perché Dio non ritratta le sue parole, non è una banderuola che cambia idea a seconda degli eventi.
Il Signore ha detto: tutto quello che c'è, che ho creato è a tua disposizione e questa verità rimane per sempre.
Non è che Dio abbia detto: ah! ecco, tu mi hai offeso allora ritiro tutto quello che ti ho dato. No! Glielo ha lasciato, ha detto vi manderò il Salvatore.
Colui che ricapitolerà tutto in sé e riconsegnerà tutto al Padre.
Allora il nostro semplice esistere ci mette nella situazione migliore per essere coloro che compiono sacrifici!
Il nostro essere battezzati ci dà lo spessore di quello che è Gesù Cristo ed Egli è re, profeta e sacerdote.
Tu sei battezzato, con Gesù Cristo sei una cosa sola; ciò che è Gesù Cristo anche tu lo sei diventato, per partecipazione non per essenza.
Dio è per essenza amore, tu partecipi all'amore di Dio.
Gesù è per essenza re, profeta e sacerdote, tu in Gesù Cristo sei re, profeta e sacerdote.
Quando un principe sposa una contessa, la contessa continua ad essere contessa, ma in più diventa principessa. Avete capito?
Tu continui ad essere un essere umano, ma in più tu sei anche figlio di Dio, con tutto ciò che Dio è.
Quindi se Gesù Cristo è sacerdote, re e profeta in Lui tu sei sacerdote re e profeta!
E il compito del sacerdote è quello di rendere sacre le cose; come fa il sacerdote a rendere sacre le cose? Le dedica a Dio.
Il momento dell'offertorio nell'eucaristia: "benedetto sei tu Signore Dio dell'universo dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo frutto della terra e del lavoro dell'uomo, lo presentiamo a te perché diventi per noi cibo e bevanda di vita eterna".
Allora presentare a Dio equivale a dire dare a Dio.
Fare sacrifici o esercitare il tuo sacerdozio di battezzato significa e consiste proprio in questo, usufruire delle cose che fanno parte della tua vita e dedicarle al Signore qualunque cosa sia.
Allora tu scopri che nel tuo mondo e nella tua vita hai un compito molto importante, perché, se anche nessuno ci pensa, tu ci puoi pensare.
Il lavoro che fai tu, per esempio se nessuno lo ha mai dedicato a Dio, non lo ha mai consacrato a Dio, tu lo puoi consacrare.
Tu rendi sacro questo lavoro, stai compiendo un sacrificio, lo stai rendendo sacro e lo stai facendo al posto di tutti quegli altri tuoi colleghi che, pur facendo il tuo stesso lavoro non, lo santificano, lo demonificano.
Allora la nostra spiritualità cristiana ci fa capire che qualsiasi esperienza umana é degna, anzi deve essere riconsegnata al Padre in Gesù Cristo con la potenza e l'amore dello Spirito Santo, perché?
Perché la maledizione fu: col sudore della tua fronte guadagnerai il cibo, tu sarai sottomessa ecc. ecc. tutte queste situazioni che sono di fatto faticose e dolorose per tutti non sono situazioni che devono restare nel piano spirituale così come sono, o così come le abbiamo trovate, sono situazioni che devono essere santificate.
E anche questo è compiere un sacrificio, per riconoscere una dignità che proviene da Dio.
Santificare, anche festeggiamenti, che sono nati in ambito laico, direi anche laicista, è tipico del cristiano.
Il cristiano che viveva nell'impero romano non ha inventato delle cose nuove, ha santificato le cose che c'erano prima.
Per esempio la solennità del Natale è stata posta il 25 dicembre, epoca in cui nella cultura romana si celebrava la festa del sole invitto, perché, voi sapete, dal 25 dicembre impercettibilmente cominciano ad allungarsi le giornate.
Quindi voi capite che il compito del cristiano è quello di prendere le realtà del mondo e gettarle su, darle a Dio, perché i nostri progenitori hanno preso delle realtà del mondo e le hanno strappate dalle mani di Dio, gliele hanno rubate.
Ma come, ma tu non prendi questo frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, che è una cosa buona?
Ma la cosa cattiva è stata rubarla dalle mani di Dio e il serpente non ha detto a Eva: prendi, ha staccato il frutto e glielo ha dato in mano e le ha detto: guarda come è simpatico, come è interessante.
E poi l'atto di strappare dalle mani di Dio ciò che lui aveva detto: non ne usufruirai, è stata una decisione libera dell'uomo e quindi deve essere anche una decisione libera dell'uomo riconsegnare tutto al Padre, tutto ciò che gli è stato rubato.
Gli è stato rubato la nostra umanità, perché noi abbiamo pensato di staccarci da lui, dalla sua comunione, gli è stato rubato il nostro modo di pensare.
Per questo Gesù Cristo ci manda lo Spirito Santo, perché noi abbiamo una nuova mentalità: metanoia, cambiamento completo della nostra mentalità del nostro modo di parlare, di ragionare e anche di agire.
Gli è stata rubata la nostra compagnia.
Lui che ci ha creato per se stesso è stato depauperato della nostra compagnia, perché noi gli abbiamo rubato questo piacere.
Gli è stato rubato tutto ciò che fa parte della natura, dell'universo, perché l'universo lui l'ha creato per noi ma perché fosse un teatro in cui noi ci potessimo incontrare insieme, cioè Dio e noi.
Ma noi abbiamo preferito rubare tutto questo: no, no è roba mia e Dio ha detto: va bene, io te la lascio.
Però, adesso ne paghi le conseguenze, perché strappando tutto ciò che io ti ho dato dalle mie mani, dove tutto ciò che ho creato è in perfetta armonia, ricordati che quello che ti consegno te l'ho consegnato perfetto, ma non essendo più sotto la mia autorità, bensì sotto la tua, non ci sarà più la piena armonia.
Allora, capite, simboleggiato dal leone, la visione di Isaia che dice: "ecco alla fine dei tempi il leone mangerà l'erba insieme con l'agnello", per dire c'era un'armonia in cui la violenza era totalmente assente; esperienza invece che noi abbiamo quotidianamente della la violenza. Volete un esempio? Guidate all'ora di punta!
Questo è un aspetto importante da ricordare, tutto viene da quella frase che abbiamo pregato questa mattina.
Fare sacrifici significa non vivere più con la testa nel sacco, significa guardare la tua realtà e dire: bene qual è il mio compito nella vita, qual è il mio stato di vita?
Allora sono una donna, oggi è la festa delle donne, bene devo fare un sacrificio, devo santificare tutto ciò che è l'universo femminile, come lo santifico?
Subendo la mia condizione, oppure sublimandola che significa consegnandola a Dio, vivendo nella semplicità la mia quotidianità.
Con una mente sempre rivolta alla gratitudine per ciò che comporta l'autentica femminilità, non la connotazione di femminilità, non le sovrastrutture, non le cose false che la riguardano, ma l'autenticità della vera femminilità.
E poi hai come modello Maria, la donna perfetta.
Celebrare la femminilità non è un compito semplicemente femminile, perché la femminilità è stata creata da Dio come completamento di quella che è l'esistenza umana.
Quindi anche dal punto di vista maschile è giusto, è degno e doveroso celebrare il sacrificio della femminilità, per esempio non sacrificando le donne, ma vivendo in questa ottica di donazione che non è una cosa nuova per chi vive cristianamente, in modo autentico.
Perché il sacramento del matrimonio è esattamente questo: il marito ama la moglie come Cristo ama la sua Chiesa, come Cristo ha dato se stesso per Lei.
Quindi il marito compie sacrificio quando è totalmente donazione e nessun possedimento.
Voi capite che c'è un discorso che si amplia a dismisura, perché qualunque cosa tu stia compiendo diventa un motivo per compiere sacrifici: sacrifici di lode, sacrifici di esultanza, il sacrificio dunque è la componente continua costante normale della vita del cristiano, a patto che alla parola sacrificio noi non diamo unicamente il significato di sofferenza.
Nel sacrificio può anche essere presente l'aspetto della sofferenza, ma la sofferenza nasce dalla fatica che noi compiamo a liberarci di quelle cose a cui ci siamo attaccati, perché ci fanno comodo, ci fanno piacere e qualunque altra ragione.
Allora siamo attaccati a tante cose, liberarci di quelle cose può anche costarci fatica, anche dolore, allora è sacrificio liberarci della nostra mentalità vecchia, però è santificazione.
È anche giusto, e soprattutto doveroso, che non possiamo dire di seguire Gesù Cristo e poi continuiamo a conservare dentro di noi tutto ciò che è in contraddizione con Gesù Cristo.
Siete d'accordo con me? Allora tutto questo semplicemente per esortarci al significato della parola sacrificio.
Il cristiano è un sacrificio vivente, ma un sacrificio di lode.
Voi sapete, lode: dai a lui, lodare, dare a lui; allora sacrificio di lode, sacrificio e lode praticamente si equivalgono perché tu rendi sacro una cosa lodando, cioè dandola a Lui.
Ancora una cosa che volevo dirvi e sono due spunti che ho sentito molto importanti: cominciate un po' a dire il Padre nostro … sia santificato il tuo regno.
Adesso va meglio, perché quando non pensiamo alle cose che facciamo diciamo delle cose che non hanno senso oppure facciamo delle cantilene.
Fate attenzione anche quando dovete guidare un momento di preghiera, fate di tutto perché non ci siano le cantilene cioè quello che si fa si compia e si faccia con un senso compiuto.
Andiamo avanti. Non credete a chi vi propone facili successi.
Se viene da te una persona che non conosci e ti dice: ti vendo questo giubbotto di vera pelle a 10 euro, tu lo compri?
Forse sì, però se tu pensi che quella sia vera pelle, sei un illuso; se tu pensi che lui abbia il potere di venderti quella cosa, sei un doppiamente illuso, perché quella roba li è roba della luna, sai cosa vuol dire della luna?
Vuol dire che è uscita di casa quando c'era la luna, vuol dire che qualcuno l'ha portata via di notte, l'ha rubata.
I facili successi o le cose facili generalmente producono delle cose inconsistenti, non mi risulta che ci sia qualche cosa di veramente valido di veramente importante che non abbia il suo prezzo.
Ogni cosa ha il suo prezzo, tutti hanno un prezzo; sembra una mentalità materialista, no è realista!
Tu hai il tuo prezzo, quanto costi? Costi molto caro, costi il sangue di Gesù, quindi tu sei stato acquistato a prezzo del sangue più unico che raro, il sangue che è nello stesso tempo dell'uomo che è Dio, quindi vuol dire che il valore che Dio ha pagato per te è inestimabile, il prezzo che Dio ha pagato per il nostro riscatto è un prezzo incommensurabile, cioè che non si può misurare.
Perché il valore del sangue di un uomo è prezioso, ma il valore del sangue dell'uomo Dio è qualche cosa di unico e questo sangue prezioso continua a essere versato in un'offerta perenne al Padre, in un sacrificio di lode al Padre dall'epoca in cui Gesù è venuto al mondo fino alla fine dei tempi … "Io infatti non berrò più del frutto della vite fin quando non lo berrò nuovo nel mio regno".
Voi capite che Gesù sta parlando non semplicemente del succo dell'uva ma sta parlando di ciò che è diventato il succo d'uva, cosa è diventato? Il sangue di Gesù.
Egli dunque non vuole sacrifici cruenti …"non berrò più il sangue dei tori e dei vitelli, invece berrò il vino nuovo nel regno nuovo alla fine dei tempi quando tutti saranno finalmente con me".
Allora in questo caso significa vivere una grande comunione, finalmente il succo d'uva è diventato realmente succo d'uva, perché? perché non c'è bisogno che il sangue dell'agnello sia versato in riscatto degli uomini di tutti i tempi, in riscatto della cattiveria degli uomini.
Il sangue dell'agnello è versato non solo durante l'eucaristia, il sangue dell'agnello è versato nei martiri, il sangue dell'agnello è versato quando tu sei emarginato, perché vivi autenticamente da cristiano, perché tu ti opponi a una logica che non è quella cristiana.
Il diacono che viene nella mia parrocchia ha lavorato per molti anni in una grande fabbrica, ma quando seppero che lui era un cristiano autentico che si era opposto a certe pratiche molto deleterie, gli dissero: ah! tu sei un cristiano, ricordati non farai mai carriera e così è avvenuto.
Questa persona, che ora ha più di ottant'anni e continua a venire, ha un entusiasmo per il Signore che è invidiabile, fa le cose veramente con passione.
Allora voi capite che questa persona si è creato un tesoro nei cieli.
Forse non ha potuto comperarsi una macchina nuova o la pelliccia alla moglie, ma non è stato quello la cosa importante, è stato che egli ha creato veramente un tesoro nei cieli.
Allora, attenzione ai compromessi, i compromessi di fronte al mondo sono molto comuni, perché mai bisogna esporsi.
Adesso dirò una cosa un po'… Dobbiamo stare attenti noi nella nostra mentalità in cui siamo molto facilitati a dire ciò che agli altri fa piacere di sentire, a non prendere mai nessuna posizione, perché prendere delle posizioni significa esporsi, significa sbilanciarsi, significa manifestare quello che in realtà siamo.
Molto meglio che nessuno sappia niente, così manteniamo il quieto vivere. No!
Questa qui è iniquità. Se ci è capitato di vivere in questo modo, fratelli miei, bisognerà che se intendiamo fare un'autentica confessione, lo confessiamo!
Perché questo è omissione, omettere la tua testimonianza cristiana nell'ambito dove tu sei.
Attenzione io non ho detto che devi diventare Savonarola, tu, tu, tu, qui e là e accusare gli altri, no!
Non ti ho detto questo, perché la tua testimonianza non è una testimonianza violenta, quella che tu devi dare, però è una testimonianza autentica, una testimonianza in cui tu sei capace di chiamare le cose con il loro vero nome, senza compromessi.
Sei capace di dire: Gesù, senza vergognarti di dire Gesù, sei capace di dire comandamenti, sei capace di dire il Signore insegna questo, sei capace di dire la Chiesa insegna questo.
E non ti importa niente di quello che gli altri possono pensare della Chiesa, perché tu sai che la Chiesa è Gesù Cristo.
E se gli altri non lo sanno tu hai anche il dovere di farglielo capire e di insegnarlo.
Che gli uomini sono una cosa, ma che in ogni caso la Chiesa è Gesù Cristo composta di tutti i battezzati, anche di quel tuo collega che, essendo battezzato fa parte della Chiesa, magari sta combattendo contro di essa e tu sei chiamato anche a fargli capire tutto questo.
È comodo? Ecco il sacrificio. Rendere sacri i rapporti di lavoro.
Come è faticoso, però è vero è autentico e ogni che è un successo costa fatica; se tu alla tua fidanzata avessi regalato un anello di plastica, ti saresti sposato?
Dimmi la verità, ti avrebbe tirato una scarpa dietro probabilmente!
Ma come, valgo solo un anello di plastica trovato nel sacchetto delle patatine?
Faccio degli esempi banali per far capire quello che intendo dire.
Ciò che è prezioso ti impegna autenticamente, esige da te un coinvolgimento che sia totale.
Allora la domanda è questa: Gesù è prezioso per me?
Ognuno deve assolutamente pensare a questo! Quante volte ho perso la faccia per Gesù?
Quante volte mi sono esposto per il suo nome, per il suo onore?
Ho sentito criticare la Chiesa, quante volte ne ho preso le difese?
Ma io veramente non so se ha ragione la Chiesa o hanno ragione gli altri.
Male che tu non lo sappia! Che hai fatto per saperlo?
Ti sei informato, hai chiesto a qualcuno che ti abbia suggerito, ti ha fatto capire, perché la Chiesa insegna queste cose al posto di altre?
Oppure anche tu come un pecorone hai seguito la corrente? Ma dicono così i giornalisti!
Sapete qual è la parola che i giornalisti usano più di frequente? Polemica.
Aprite il telegiornale e ditemi quante volte sentite la parola polemica.
A proposito o a sproposito c'è sempre una polemica.
Allora la polemica non è composizione di opposti, è opposizione, è combattimento.
Oh guarda siamo ancora al tempo della lotta di classe!
Sì, rivestita di altri colori, magari azzurro verde o giallo, però siamo ancora all'epoca della lotta di classe, vedete quanto la nostra cultura è ancora permeata del marxismo.
La lotta, non la composizione e si manifesta in questo ambito di pseudocultura che è quella giornalistica.
Ma la gente di che cosa credete che si nutra?
Si nutre di rotocalchi, si nutre di quello che dice il Maurizio Costanzo, di quello che dice l'Uno Mattina e non fa discernimento, beve tutto e crede tutto, tutto e tutto il contrario di tutto, senza capire assolutamente niente.
Tu cristiano no, tu non te lo puoi permettere, perché non puoi dire ho la luce di Cristo dentro di me e poi vivere nelle tenebre, cioè bevendo tutto quello che ti dicono gli altri, senza un minimo di discernimento.
Tu non ti puoi permettere di sposare la causa di Cristo e la causa che è contraria a Cristo, non ti puoi basare sulla tua consuetudine e andare avanti così per inerzia.
Ti devi ricordare che ci sono dei valori che Gesù Cristo ha insegnato, ci sono dei valori che fanno parte del tuo essere, perché tu sei cristiano. Bene.
Non credete a chi vi propone facili successi, i facili successi sono solo nelle fiabe, nella realtà ogni cosa che ha valore costa fatica, costa impegno, esige coinvolgimento; tu non puoi dire: ah ma io vado in cielo in carrozza, non ha senso, tutti sono capaci di andare in cielo in carrozza.
Se vuoi andare in cielo prenditi pure gli scarponi e la piccozza e preparati a salire, in salita!
Perché se la strada va in discesa, dove va? All'inferno.
Mica l'ho inventato io? Larga è la via che conduce alla perdizione, dice Gesù, la via che conduce alla salvezza è stretta, la porta della salvezza è stretta.
Guardate che noi siamo molto condizionati da questa cultura permessivistica non meritocratica, ma dirittocratica.
Io ho diritto a tutto. Che hai diritto tu? Che hai diritto!
Tu hai diritto solo di camminare dietro a Gesù, perché lui ti ha acquistato al prezzo del suo sangue.
Non che Dio è buono, quindi perdona tutti, quindi posso fare qualunque cosa, perché è buono.
Bravo! Allora il merito dov'è?
Queste sono riflessioni molto serie e non ho mica detto tutto, ho solamente fatto qualche riflessione su questa frase: i facili successi.
Il Signore ci dia la luce sufficiente e la forza per essere coerenti nel nostro cammino quotidiano.