La celebrazione eucaristica

4-12-2004

Don Mauro Agreste

Indice

1) La celebrazione eucaristica, memoriale della Pasqua
2) La celebrazione eucaristica è sia esperienza conviviale, sia sacrificio di Gesù
3) Il mistero del memoriale
4) Necessità di rivivere i quattro giorni fatidici
5) Sacrificio: dal latino Sacrum facere
6) Novum et aeternum testamentum
7) Per costruire nuovamente questo legame, Dio si è fatto uomo
8) Una riflessione sulla liturgia
9) Bisogna che la santa Messa sia posta al centro della vita cristiana
10) Mistero del memoriale
11) Ogni celebrazione ci proietta al centro dell'universo
12) Dio ha creato l'universo e poi l'ha affidato agli uomini
13) Ma quando gli uomini si sono staccati da Dio
14) I fatidici quattro giorni
15) Nei misteri dell'Eucaristia abbiamo anche l'aspetto della comunione dei santi
16) Sono in comunione con l'intero corpo di Cristo?
17) Qui necessita una costruzione di comunione

1) La celebrazione eucaristica, memoriale della Pasqua

Abbiamo visto, brevemente, la volta scorsa qualche implicanza sul fatto che la celebrazione eucaristica sia nello stesso tempo, prima di tutto il memoriale della Pasqua, che significa tutto il mistero Pasquale: passione, morte e risurrezione si nostro Signore Gesù Cristo.

E avevamo già visto qualche cosa, qualche accenno, sul fatto che in ogni celebrazione, cui noi partecipiamo siamo chiamati poi a rivivere, a ripartecipare mentalmente, con tutto il nostro essere a quello che è l'intero mistero pasquale.

È vero che la struttura liturgica della celebrazione eucaristica, a prima vista, ci fa pensare con più facilità e forse con più immediatezza alla situazione conviviale, ossia l'essere radunati nel nome del Signore alla cena del Signore.

2) La celebrazione eucaristica è sia esperienza conviviale, sia sacrificio di Gesù

Ma giustamente il Santo Padre, in questa lettera "Mane nobiscum Dominie" ci ricorda, come già aveva ricordato nell'enciclica "Ecclesia de Eucarestia" che la celebrazione eucaristica è al contempo sia esperienza conviviale, sia sacrificio di Gesù Cristo.

Non che viene rinnovato, ma che è sempre quell'unico sacrificio che si protrae per tutti secoli.

E allora avevamo fatto una breve riflessione sul fatto che all'inizio di ogni celebrazione noi entriamo in un vero e proprio "miracolo", che potremmo definire il miracolo del memoriale

3) Il mistero del memoriale

Ossia, all'inizio di ogni celebrazione, sia in una grande cattedrale, sia a Gerusalemme nella Basilica delle Nazioni, sapete che è lì vicino all'Orto degli ulivi, sia in una cappella in punta a una montagna, o in mezzo a un prato, ma con l'inizio di ogni celebrazione si apre dinanzi a noi il mistero del memoriale.

Ossia è come se tutti i fedeli radunati per celebrare l'Eucaristia fossero trasportati non più nell'anno 2000 o nell'anno in cui ci si trova in quel momento, ma ci si trovasse tutti a Gerusalemme, a partire da quel giovedì sera, quando Gesù incominciò la celebrazione eucaristica con la cena pasquale.

Ma in questa Eucaristia, che celebriamo ogni domenica, o anche quotidianamente, noi sappiamo molto bene che ci viene ripresentato l'intero mistero pasquale, quindi anche l'aspetto sacrificale.

4) Necessità di rivivere i quattro giorni fatidici

E dicevamo la necessità di rivivere i quattro giorni fatidici, i quattro giorni importanti della storia dell'umanità: la cena del giovedì sera, il tradimento, i vari processi che furono fatti a Gesù, la flagellazione, la passione, la morte e resurrezione.

Quindi ad ogni Eucaristia a cui noi partecipiamo dovremmo essere invitati, sollecitati o, se questo non avviene, dovremmo ricordare a noi stessi, che tutto questo è presente nella celebrazione eucaristica.

Ci viene presentato il momento conviviale, ma tutta la preghiera eucaristica, dopo la consacrazione, ci parla del sacrificio di Cristo.

5) Sacrificio: dal latino Sacrum facere

Vi avevo anche accennato al fatto che sacrificio viene dal latino sacrum facere, che vuol dire rendere sacro.

Non possiamo pensare al sacrificio, semplicemente al fatto cruento di Gesù che si lascia flagellare, inchiodare ecc.

Sacrificio vuol dire il significato di tutto quello che Gesù ha compiuto: rendere sacra l'umanità, perché l'umanità non era più sacra, dal momento in cui si era staccata da Dio.

Per questo le porte del Paradiso, perché l'uomo, ascoltando la voce del serpente, nel giardino dell'Eden, aveva chiuso i rapporti con Dio.

Dio non aveva chiuso i rapporti con l'uomo, tant'è vero che tutti i patriarchi, i profeti ecc. ci testimoniano del fatto di come Dio continuasse a cercare il suo popolo.

6) Novum et aeternum testamentum

Ha fatto varie alleanze Dio con il suo popolo, fino all'ultima ed estrema alleanza: novum et aeternum testamentum, che vuol dire nuovo, ossia ultimo, definitivo, eterno, cioè che Dio ha sempre pensato e sempre voluto, testamento, patto di alleanza.

Nuovo ed eterno patto di alleanza vuol dire ultimo e definitivo, non ve ne sono altri.

In realtà noi possiamo veramente intuire tutto questo?

È possibile ipotizzare un patto di alleanza più grande di quello che Gesù è venuto ad instaurare, con la sua venuta qui sulla terra?

Se noi ricordiamo molto bene che Gesù è il Verbo di Dio, vero uomo senza smettere di essere vero, totalmente, assolutamente Dio.

Il Verbo si è fatto carne, vera carne, vera umanità, per un progetto esplicito di Dio, perché tutta l'umanità potesse accedere a quel mistero insondabile del desiderio di Dio di fare di tutti gli uomini dei figli.

Allora questo nuovo ed eterno testamento si conclude su questa volontà di Dio Padre, il quale non aveva mai cambiato idea.

Nonostante la defezione degli uomini, Dio Padre non ha cambiato idea, ma voleva che gli uomini non solo fossero creature, ma fossero figli.

Il nuovo ed eterno testamento è stato suggellato da Dio con il sangue dell'Agnello.

Perché tutto questo potesse avvenire, Gesù si è fatto carico di tutte le nostre defezioni, di tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi.

7) Per costruire nuovamente questo legame, Dio si è fatto uomo

Per costruire nuovamente questo legame, questo ponte che univa l'umanità a Dio, Dio si è fatto uomo e ha preso su di sé tutto quello che gli uomini non volevano assolutamente prendere su di sé, ossia il peccato e la colpa.

E perché questo peccato e questa colpa fossero distrutti, Egli se ne è caricato e li ha inchiodati sul legno della croce.

Egli stesso, dice il profeta Isaia, si è fatto maledizione al posto di tutti gli uomini, perché nella sua assoluta fedeltà nei confronti del Padre, ci fosse la distruzione completa di tutte le infedeltà di tutti gli uomini di tutti i tempi.

Allora la croce è il segno evidente di una assoluta fedeltà, di un primato senza defezioni, che viene dato assolutamente a Dio Padre.

Dio Figlio, da uomo perfetto senza smettere di essere Dio, rimane così fedele al Padre da portare con sé, in sé e per sé tutta l'umanità di cui Lui si era fatto carico.

E beninteso, come vi ho già accennato la volta scorsa, facendo un discorso proprio in parole semplici, è come se il Verbo di Dio fatto carne, che è Gesù Cristo, avesse detto: "Io ti amerò Padre e ti sarò fedele sopra ogni cosa, più di ogni altra cosa, più della mia stessa vita, costi quel che costi.

E ha suggellato questo patto di estrema fedeltà, salendo sul trono della croce.

Giovanni evangelista ci parla della crocifissione, ce la descrive in tutti i minimi particolari, ma il significato che è sotteso a tutta questa descrizione è l'assoluta vittoria, la gloria di Gesù che è veramente re dell'universo e la croce è il suo trono.

Allora, su tutto questo aspetto noi siamo invitati, in ogni celebrazione, a rivivere quelli che sono i significati fondamentali che sostengono tutta, potremmo dire, l'impalcatura liturgica di ogni celebrazione.

8) Una riflessione sulla liturgia

Allora c'è da fare anche una riflessione sulla liturgia.

Quelli che tra di voi frequentano alcune mie lezioni sanno molto bene come stiamo insistendo sulla necessità che la liturgia sia vissuta con molto equilibrio, ma con un'interezza e un senso dei significati, che è superiore a tutto ciò che si vede.

In realtà anche il Santo Padre qui ci parla, ci sottolinea questa necessità.

Per esempio al n°17 lui dice: celebrare, adorare e contemplare.

9) Bisogna che la santa Messa sia posta al centro della vita cristiana

Bisogna che la S. Messa sia posta al centro della vita cristiana.

Poi al n°18 dice: occorre in particolare coltivare, sia nella celebrazione della messa che nel culto fuori della messa, la viva consapevolezza della presenza reale di Cristo.

E tra tutte queste cose vi è l'affermazione di una necessità delle celebrazioni che siano autentiche.

Cosa significa autentiche? Vuol dire che si torni al significato essenziale della celebrazione, ritornare a quello che significa vivere intensamente il mistero sacrificale e il mistero conviviale, perché l'Eucaristia è tutto questo.

Allora naturalmente non solo tutto questo, ma direi che dire questo significa dire la massima parte.

E non so se noi avremo la possibilità di meditare così profondamente in tutta la nostra vita che cosa significhi l'essere in una celebrazione eucaristica.

10) Mistero del memoriale

Lo stesso mistero del memoriale ci proietta al di fuori del tempo e dello spazio, in un unico evento di salvezza, che si protrae per tutti i secoli, pensate!

Quel giovedì, quel venerdì, quel sabato e quella domenica sono dilatati per tutto il tempo dell'esistenza dell'universo.

Quei quattro giorni diventano il tutto, il tutto nel particolare.

Quindi in quei quattro giorni si riassume dalla creazione dell'universo alla consumazione dei secoli, tutto condensato lì dentro.

11) Ogni celebrazione ci proietta al centro dell'universo

E ogni celebrazione ci proietta al centro dell'universo cosmico e di tutta la salvezza che Dio ha operato per tutto ciò che esiste.

Infatti, nella lettera ai Romani, noi troviamo che si dice questo: la creazione stessa attende, gemendo come nelle doglie del parto, la sua propria liberazione ad opera della rivelazione dei figli di Dio.

Quindi la redenzione che Gesù opera, in questi fatidici giorni del mistero pasquale, è una redenzione che si deve riversare su tutto ciò che esiste.

E quindi la creazione stessa geme e soffre nell'attesa di essere lei stessa liberata dal peso dell'infedeltà degli uomini.

Secondo l'insegnamento biblico della Genesi, noi sappiamo bene che tutta la creazione è stata sottomessa da Dio agli uomini.

12) Dio ha creato l'universo e poi l'ha affidato agli uomini

Dio ha creato l'universo, poi l'ha affidato agli uomini; lo ha affidato perché l'universo fosse un teatro in cui gli uomini potessero contemplare, incontrare, adorare Dio Sarà per questo motivo che per esempio è così immenso; forse la grandezza dell'universo è un segnale di Dio, fatto apposta per farci pensare all'immensità di Dio.

Forse la perfezione delle leggi della natura sono un altro motivo, che ci spinge a riflettere, non una prova, ma una riflessione sulla provvidenza, sulla precisione, su quello che il Signore ha voluto pensare in una maniera perfetta, perché tutto potesse avvenire secondo il suo disegno.

Dunque tutto l'universo è stato affidato agli uomini perché fosse il "teatro" dell'incontro tra gli uomini e Dio .

13) Ma quando gli uomini si sono staccati da Dio

Ma quando gli uomini si sono staccati da Dio…..Dio non si è ripreso ciò che aveva dato loro e quindi l'universo stesso è sottomesso a degli amministratori, che non sono più in comunione con Colui che creò ogni cosa.

Mi spiego? Ed è per questo motivo che soffriamo la caducità, il divenire, la consumazione delle cose, ma anche delle persone, soffriamo le malattie ecc..

La morte è entrata per gli uomini nella nostra esistenza, a causa dello spezzarsi della relazione tra noi e Lui.

Ecco perché è fondamentale ricuperare questa salvezza cosmica.

14) I fatidici quattro giorni

Al centro di tutto il tempo e di tutto lo spazio noi troviamo questi fatidici quattro giorni, dalla cena del giovedì sera al 1° giorno dopo il sabato, in cui Gesù sconvolge le leggi della creazione.

E mostra che Egli è al di sopra e che tutto ciò che ha trasmesso è assolutamente vero, poiché la sua risurrezione si è realizzata.

Dunque di qui la necessità di saper celebrare in maniera equilibrata i misteri che sono contenuti nell'Eucaristia.

15) Nei misteri dell'Eucaristia abbiamo anche l'aspetto della comunione dei santi

Nei misteri dell'Eucaristia abbiamo sia l'aspetto conviviale che quello sacrificale, ma abbiamo anche l'aspetto della Comunione dei Santi.

La lettera di Paolo ai Corinzi ci parla molto bene del Corpo di Cristo che è la Chiesa.

E ogni volta che ci accostiamo alla Santa Comunione, lo dice persino la parola, noi in qualche modo, facciamo la comunione, ma è anche giusto dire che la comunione fa noi.

Assumere l'Eucaristia ci fa diventare comunione.

Quindi l'Eucaristia è, come dicono anche i Padri della Chiesa, quel medicamento, quella medicina che ricostruisce e che cicatrizza le ferite del Corpo di Cristo che è la Chiesa.

Allora se da una parte è assolutamente vero che accostarsi alla divina Eucaristia è dire pubblicamente a sé stessi e agli altri: io sono in comunione con te, Signore, perché tutto ciò che tu vuoi lo voglio anch'io, perché tutto ciò che tu insegni è esattamente quello che io voglio fare, ecc. ecc.

16) Sono in comunione con l'intero corpo di Cristo?

D'altro canto è necessario anche domandarsi: se io faccio la comunione con il Corpo di Cristo, sono in comunione con l'intero Corpo di Cristo?

Può darsi che individualmente noi tutti siamo davvero attenti a cercare di essere in comunione con il Signore Gesù, forse un po' meno attenti all'essere in comunione con l'intero corpo di Gesù, che sono i nostri fratelli.

E voi sapete quanto sia difficile amare il prossimo.

Allora c'è questo aspetto della Comunione dei Santi, in Cristo noi siamo una cosa sola e ogni volta che ci accostiamo ad accogliere in noi la divina Eucaristia noi stiamo dicendo: siamo una cosa sola con Gesù Cristo e con tutto il suo corpo.

E qui necessita ovviamente una riflessione profonda ossia: sono in comunione con coloro che mi offendono, con coloro che mi umiliano, con coloro che mi emarginano?

17) Qui necessita una costruzione di comunione

Ecco qui necessita dunque una costruzione di comunione.

La costruzione di comunione non avviene per mezzo della nostra buona volontà, ma per mezzo della divina Eucaristia che ci fa essere una cosa sola in Cristo nostro Salvatore.

Allora tenendo presente questa panoramica, la prossima volta andremo avanti sempre analizzando quelle che sono le parti principali di questo scritto del Santo Padre.