Riflessioni sull'Eucaristia

22-1-2005

Leandro Pierbattisti

Indice

1) Riflessioni sull'unzione degli infermi e il viatico
2) Scopo della conservazione dell'Eucaristia fuori della Messa
3) Dal sec. XI l'uso di conservare l'Eucaristia all'interno delle Chiesa
4) Il mistero eucaristico è sorgente e culmine di tutta la vita cristiana

1) Riflessioni sull'unzione degli infermi e il viatico

Come vedete non c'è don Mauro, perché sta predicando un corso di esercizi.

Verrà dalle 11 alle 12 il parroco della nuova parrocchia del Santo Volto che è ancora in costruzione, don Trucco a parlarci.

Non faccio una catechesi come fa don Mauro, ma sullo stesso tema vi leggo alcune riflessioni; sono riflessioni proposte dalla Diocesi e quindi sono molto belle e importanti.

Il sacramento dei moribondi qual è? Unzione degli infermi.

No, il sacramento dei moribondi è il viatico, mentre il sacramento degli ammalati è l'unzione degli infermi.

C'è una mentalità sbagliata, purtroppo che permane nel tempo, perché una volta si chiamava "estrema unzione".

Dobbiamo dire che si dà agli ammalati un po' gravi un sacramento.

Quindi distinguiamo quelli che stanno per morire, ricevono il viatico, ossia Colui che li accompagna nel passaggio all'altra riva, al cielo.

2) Scopo della conservazione dell'Eucaristia fuori della Messa

E qui leggo: scopo primario e originario della conservazione dell'Eucaristia fuori della messa è l'amministrazione del viatico; scopi secondari sono la distribuzione della comunione e l'adorazione di nostro Signore Gesù Cristo, presente nel sacramento.

La conservazione delle sacre specie per gli infermi, portò infatti alla lodevole abitudine di adorare questo celeste alimento, riposto e custodito nelle chiese.

Sin dal secolo XI, si mantenne la prassi di conservare in forma privata nelle sacrestie delle chiese o nelle case dei fedeli, le specie eucaristiche rimaste dopo la celebrazione della messa, senza però che la venerazione ad esse prestate assumesse particolari forme rituali.

3) Dal sec. XI l'uso di conservare l'Eucaristia all'interno delle Chiesa

La situazione subì un notevole cambiamento, quando a cominciare dal secolo XI si introdusse l'uso di conservare l'Eucaristia all'interno delle chiese, nelle cosiddette colombe eucaristiche, sospese sugli altari o in appositi tabernacoli collocati presso di essi.

Già allora la venerazione all'Eucaristia venne espressa con speciali segni rituali degni di onore, genuflessione, incensazione, accensione di una lampada, venendo così a precisare e arricchire tale rituale, si arrivò nel secolo XII ad un vero e proprio culto eucaristico fuori della messa.

Esso ricevette un ulteriore impulso in seguito alla costituzione della festa del Corpus Domini nel 1246 a Liegi, nel 1264 nella Chiesa universale, di cui costituirono uno speciale sviluppo le processioni con il Santissimo Sacramento, l'esposizione e la benedizione eucaristica.

Successive tappe di tale sviluppo sono, il sorgere e l'affermarsi delle confraternite del Santissimo Sacramento, l'istituzione delle 40 ore, di congregazioni e società consacrate al culto eucaristico e dei congressi eucaristici.

Per evitare fraintendimenti o confusioni, prima di soffermarci ulteriormente sulle riflessioni del culto eucaristico fuori della messa o dei suoi scopi, pensiamo sia conveniente definire lo stretto riferimento esistente tra il culto eucaristico fuori della messa e la celebrazione dell'Eucaristia.

4) Il mistero eucaristico è sorgente e culmine di tutta la vita cristiana

Il mistero eucaristico è veramente il centro della sacra liturgia anzi di tutta la vita cristiana; il concetto è ripreso con particolari sfumature nel rito, quando si dice: la celebrazione eucaristica è il centro della vita cristiana, sia per la Chiesa universale che per le comunità locali della Chiesa stessa.

Il sacrificio eucaristico è sorgente e culmine di tutta la vita cristiana.

Tanto più apparirà tale centralità, preminenza del mistero eucaristico, quanto più esso sarà considerato in tutta la sua pienezza, come memoriale della morte e resurrezione del Signore, come sacrificio-sacramento-convito da Lui compiuto in unione di tutta la Chiesa, nel quale si realizza la sua speciale presenza sotto le sacre specie del pane e del vino.

Presenza reale per antonomasia, perdurante anche al di fuori della messa.

Tale ampiezza del mistero deve essere tenuta presente sia nella celebrazione della messa che nel culto delle sacre specie, conservate dopo la messa per estendere la grazia del sacrificio.

Mi fermo qui, perché questo discorso dovrebbe essere ampliato, lo farà penso don Mauro quando ritornerà.

Viva Gesù nei nostri cuori. Sempre