Presentazione di alcuni lavori
15-1-2005
1) I bambini hanno una soglia di attenzione tra i dieci e i venti minuti
2) Come spiegare a un bambino che la messa è una festa?
3) È un incontro con Gesù
4) La nostra esperienza è festosa quando incontriamo Dio?
5) Il nono comandamento
6) Il nono e il decimo comandamento sono collegati al settimo
7) La Chiesa e il rapporto prematrimoniale
8) Che differenza c'è tra un giudice e un profeta?
9) Ricordatevi sempre il significato delle parole
10) I profeti sono uomini che Dio sceglie e manda al suo popolo
11) Importante per il popolo di Dio essere fedele alla sua alleanza
12) Io sono il vostro Dio e voi siete il mio popolo
13) Cosa vuol dire la parola pace
14) Bisogna distinguere il castigo dalla vendetta
Panoramica di quella che può essere una catechesi.
Tenete presente che i bambini hanno una soglia di attenzione che va tra i dieci e i venti minuti.
Questo significa che ogni 5-7 minuti dovete fare qualche cosa di nuovo, per rinforzare la loro capacità di attenzione.
Non si può fare un discorso come facciamo noi di 40-50 minuti, che è già difficile per noi, ma con un po' di sforzo lo facciamo.
Con i bambini 5-7 minuti, poi bisogna fare qualcosa che li distragga per poter continuare il discorso: si spiega 5 minuti, si fa un breve canto, si fa una domanda, un intervento, un disegno alla lavagna, il tutto per un paio di minuti e poi si riprende il discorso, perché diversamente il bambino si stanca, la sua soglia dell'attenzione è quella.
Una volta era 15/20 minuti, adesso hanno troppi input e allora la soglia di attenzione diminuisce.
Domande provocatorie: come facciamo a dire a un bambino che la Messa è una festa?
Come è possibile dire a un bambino o un adulto: venite, andiamo alla festa?
Anche tenendo conto, senza dimenticare ciò che è stato detto proprio nell'ultimo documento dal Santo Padre, che la messa è il convito gioioso, o è anche l'aspetto sacrificale, quindi io non lo so cosa possa esserci di tanto festoso in un sacrificio!
Attenzione, è un ottica datata, anni '70.
Obiettivamente se tu parli a una persona qualsiasi, dicendo andiamo alla festa, una persona che va alla messa tutto pensa meno che andare alla festa, vero?
Quando vai a messa pensi a una festa, a una gioia, stai pensando questo?
No. Invece è interessante la sottolineatura che bisogna spiegare di più, chiarire in tanti modi diversi che è un incontro con Gesù.
Vogliamo bene a Gesù? Sì, allora stiamo con Lui, anche perché Lui ci ha invitati.
Allora il significato del terzo comandamento: ricordati di santificare le feste, è la volontà di Dio di incontrarsi con noi.
Santificare le feste, vuol dire il giorno dedicato a Dio e la festa non è perché non si va a scuola o al lavoro, la festa uguale incontrarsi con Dio.
Festa non vuol dire dunque gioia, divertimento ecc. vuol dire incontro con Dio.
Questo vuol dire che tutte le volte che mi incontro con Dio, c'è festa.
Problema a monte: come mai la nostra esperienza non è festosa quando incontriamo Dio?
Risposta ipotetica: abbiamo veramente incontrato Dio o abbiamo solo incontrato le strutture religiose che ci parlano di Dio?
Santa Teresa d'Avila: quando hai trovato Dio hai trovato tutto e solo Dio ti basta.
Ma questo significa avere trovato Dio!
Allora il giorno dedicato a Dio è il giorno che favorisce questo incontro con Dio; quando c'è questo incontro nasce la gioia, la festa, la pace, chiaro?
C'è qualcuno che deve preparare qualche cosa?
Bene, tu presenta il nono comandamento.
Dal posto qualcuno legge ciò che aveva preparato sul nono comandamento: io se guardo una donna per desiderarla già commetto adulterio con lei, in conseguenza della disobbedienza del primo peccato, che ha portato disordine alla facoltà morale dell'uomo.
L'uomo, essendo un essere composto di Spirito e corpo, svolge una certa lotta tra lo Spirito e la carne.
Deve fare così quotidianamente un combattimento spirituale.
Perché? Perché siamo portati al male e quindi dobbiamo combattere con noi stessi per fare del bene e non fare del male.
Perché dobbiamo farlo? Scusa, se tutti fanno così vuol dire che la norma è quella.
Beh! Però se uno si butta nel fiume non è detto che debba farlo anch'io.
Ma se lui lo vuole fare è libero di farlo! Perché devo impedirglielo?
Perché uno deve combattere?
Se vuole essere libero, deve cercare di modificare il suo modo di pensare, di vedere le cose.
Perché esiste questo comandamento?
Guardate che il nono e il decimo comandamento sono molto collegati al settimo comandamento: non rubare.
Quando uno va con la moglie di un altro commette adulterio ed è come rubare.
La fornicazione è furto o non è furto?
Visto che viene compiuta al di fuori del matrimonio, può essere prima o anche durante il matrimonio, in quel caso si chiama adulterio.
La fornicazione in genere viene chiamata adesso: rapporto prematrimoniale.
Si può considerare furto o no se è prematrimoniale, perché?
Perché appartiene tutto al Signore.
Per es. S:Paolo ci dice che siamo stati acquistati per Lui a caro prezzo, a prezzo del suo sangue quindi vuol dire che noi apparteniamo a Lui.
Perché la Chiesa non potrà mai dire che è lecito il rapporto prematrimoniale?
Perché la persona prima della benedizione matrimoniale appartiene a Dio, dopo la benedizione appartiene a Dio attraverso l'altro coniuge; quindi usufruire del tuo corpo e quello degli altri è sempre vincolato dal permesso esplicito da parte di Dio, quando questo permesso non c'è, è un furto.
A chi stai rubando? A Dio e poi anche al tuo prossimo nel caso sia la moglie o il marito del tuo prossimo.
Tenete presente che questi sono punti essenziali.
Qui siamo sui comandamenti, però desidererei che vi preparaste sui profeti; alla prossima lezione una persona alla volta mi presenta un profeta.
La volta scorsa abbiamo visto abbastanza velocemente quello che si riferisce ai Giudici.
C'è qualcuno che si ricorda cosa avevamo detto circa i Giudici?
I giudici erano dei condottieri; ditemi un nome.
Chissà quante pellicole avete visto su questa persona: Sansone.
È un giudice, mica un profeta.
Che differenza c'è tra un giudice e un profeta?
Che il giudice è un combattente sulla parola del Signore, il profeta pro-ferisce, porta la parola del Signore, non necessariamente combatte.
Perché sorgono i profeti e perché sorgono i giudici?
Il profeta avvisa il pericolo imminente, il giudice ha il compito di riportare il popolo nell'alleanza, generalmente c'è questo.
Geremia: state attenti perché vi state allontanando, ecc.; non ascoltano Geremia finiscono deportati.
Poi ci saranno i giudici che riporteranno, a seconda della varie situazioni.
Allora il giudice su che cosa si basa?
Su quello che è stato detto dal profeta, quindi sono collegate tra di loro queste due realtà, anche se sono distanti nel tempo, non vivono nella stessa epoca.
Però il giudice sulle parole di Dio attraverso il profeta, ricorda al popolo che deve cambiare.
Il profeta invece che cosa fa?
Ricordatevi sempre il significato delle parole: pro, vuol dire a favore di; feta; è una traslitterazione in italiano di un verbo latino, fero, fer, tuli, ferre, che vuol dire portare; In italiano c'è il verbo proferir.
Altro verbo simile declamare, ha in sé il concetto di dire qualcosa che gli altri possano recepire; anche qui altro verbo latino, capio ossia prendere; recepire, possono riprendere; il verbo capio, capere vuol dire prendere e tenere stretto, da qui viene capire.
Quando io capisco una cosa vuol dire che l'ho presa e la tengo stretta.
Possiamo capire Dio? No.
Cosa si può fare nei confronti di Dio? Si può contemplare, non capire.
Tu capisci il cielo stellato? No, lo contempli, al limite lo studi, ma non lo capisci, perché non lo prendi e lo tieni stretto.
È fondamentale che voi quando parlate di qualunque cosa, sappiate il senso delle parole che dite.
Dovete arrivare all'osso perché se non capite voi il significato della parola, come pensate che i vostri bambini o i vostri ragazzi, giovani o adulti che avete di fronte capiscano quello che state dicendo?
Quindi non abbiate paura di fare come sto facendo io, spiegando il significato delle parole.
Allora ritorniamo ai profeti.
Sono uomini che Dio sceglie e manda al suo popolo per ricordargli i cinque punti; avete letto queste dispense che vi ho detto di leggere? Uno risponde: 30 volte. Meno male.
Ricordatevi che non si impara mai tanto quanto si incomincia a insegnare agli altri.
Volete imparare una cosa? Insegnatela agli altri!
Perché dovete uscire da voi stessi e tradurre quello che avete letto, studiato, imparato in un linguaggio che gli altri siano capaci di capire; solo se farete questo allora gli altri intuiranno, ma vi renderete conto che voi capite e sapete quello che state dicendo.
La teoria è una cosa, la pratica consolida la teoria, non è sufficiente avere la teoria, bisogna praticarla.
Allora i profeti ricordano al popolo che Dio è il Signore, quindi tutto quello che capita è sua volontà.
Più importante per il popolo di Dio è l'essere fedele alla sua alleanza più che allearsi con i popoli vicini.
Ditemi una parola che riassuma tutta questa frase. Alleanza, bene.
Allora il profeta parla dell'alleanza; quale alleanza?
Quello che il Signore ha fatto per il suo popolo.
Dio ha fatto un'alleanza con voi, come si traduce l'alleanza che Dio ha fatto con il suo popolo?
In generale se dico Dio fa l'alleanza con il suo popolo, che frase posso usare?
Posso dire: io sono il vostro Dio, voi siete il mio popolo.
Questo è lo stereotipo ( modello ) dell'alleanza.
Andiamo avanti. Perché i profeti parlano dell'alleanza?
Se l'alleanza generalmente presa in modi diversi, in tempi diversi, in situazioni diverse tutto sommato dice sempre questa verità: io sono il vostro Dio e voi siete il mio popolo, perché?
Perché il problema nasce dall'Eden e specificamente quello che dice il serpente alla donna: sarai come Dio.
Allora il veleno della ribellione dell'uomo a Dio, si trasforma con una confusione di ruoli, che vuol dire che l'uomo pensa di essere Dio; allora nell'alleanza Dio dice: un attimo! Mettiamo bene le cose in chiaro, tu sei il popolo, io sono Dio!
Quindi quando si mette a posto l'identità allora dopo si può fare un discorso.
Io sono il vostro Dio voi il mio popolo, questa è l'alleanza, alleanza vuol dire anche rivelazione, la verità.
Allora, primo punto, Dio è il Signore. Secondo, la verità, l'alleanza: tu sei il popolo e io sono Dio.
Terzo punto, per essere in pace con Dio bisogna osservare i suoi comandamenti.
Cosa vuol dire la parola pace? Nel linguaggio biblico vuol dire realizzazione delle promesse di Dio, quindi sei in pace con Dio, vuol dire che hai realizzato tutto ciò che Dio ha promesso.
Promesso, cosa vuol dire? Dal latino mittere, mandare, quindi pro mittere, mandare a favore di, vuol dire dare qualche cosa.
Le promesse di Dio cosa sono?
Qualche cosa che Dio ci dà; Dio ci dà la vita, ma la vita secondo Dio funziona in un modo, allora la pace è quando noi viviamo secondo il modo di Dio, cioè secondo l'ottica di Dio.
E Gesù chiama tutto questo: regno di Dio.
Il linguaggio biblico è diverso dal linguaggio comune, il significato delle parole della Bibbia non sono uguali al significato delle parole che noi usiamo tutti i giorni.
Se Dio minaccia, manda castighi per le colpe, non rifiuta mai il suo perdono a chi si converte.
Allora si può dire che Dio minaccia o castiga? Dio com'è, cattivo?
Voi che siete genitori, avete mai castigato i vostri figli?
Lo avete fatto perché siete cattivi? No; perché l'avete fatto?
Bisogna distinguer il castigo dalla vendetta, sono due cose molto diverse.
La vendetta vuol dire che io voglio avere una rivalsa; il castigo è che io voglio bene.
Quindi se Dio castiga, e Dio castiga, basta leggere Romani 1,18-32 e vedrete che cosa significa ira di Dio.
Quindi il castigo è sempre in vista del perdono, la sofferenza in vista del ravvedimento.
E arriviamo al quinto punto: Dio realizza il regno messianico per mezzo del Messia.
In questa frase, ogni parola sarebbe da spiegare.
Regno messianico, regno vuol dire regola di Dio, ossia vivere secondo il sogno di Dio.
È un argomento che riprenderemo la prossima volta perché non c'è più tempo.