Cammino di crescita
28-5-2005
1) Stiamo facendo un cammino di crescita spirituale
2) Rendere Gesù Signore sulla nostra vita
3) È importante che l'esperienza spirituale che si sta facendo sia autentica
4) Io agisco con animo missionario
5) È necessaria una continua cura della nostra anima
6) Si può frequentare il corso con profitto
7) Si può frequentare il corso in modo insulso
8) Come riconoscere il soffio dello Spirito Santo
9) Seguire Gesù significa fare esperienza di libertà, di gioia, di pace, di serenità
10) Siamo appassionati di Gesù Cristo, non fanatici
11) Bisogna essere elastici, plasmare il nostro modo di agire
12) Dovete essere un faro fulgido, che attira le persone a Gesù
13) Con animo missionario e appassionato di Gesù
14) Quando una persona ha conosciuto veramente Gesù, desidera ardentemente diventare santo
15) … e si accinge a prendere le decisioni che riguardano la santità
16) Figlio se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione (
Sir 2 )
17) Se ti metti a disposizione il Signore si servirà di te a seconda dei talenti che hai
18) Domanda sull'esame di coscienza
19) Nell'esame di coscienza lo Spirito di Dio ti dice … nella tentazione lo spirito cattivo invece ti suggerisce
20) Lo Spirito Santo per vincere le tue resistenze passa dal suggerimento all'attrizione e poi alla contrizione
Siamo giunti all'ultimo dei nostri incontri, naturalmente ci sarebbero ancora molte cose e argomenti da affrontare, però noi sappiamo che stiamo facendo un cammino di crescita spirituale, soprattutto per quello che si riferisce all'essere in se stessi dei catechisti.
Quindi gli insegnamenti che stiamo facendo danno una certa forma di approfondimento ecc., però noi tutti sappiamo che l'essenza del catechismo non è ciò che si fa, ma ciò che si è, per questo stamattina nella prima meditazione in cappella, abbiamo voluto soprattutto sottolineare il fatto della nostra docilità all'azione dello Spirito Santo.
La settimana scorsa vedo che Leandro vi ha parlato di: "ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore" lett. ai Fil 2,6-11.
Ora perché Gesù sia il Signore è necessario che noi abbiamo preso la decisione di renderlo Signore.
Rendere Signore, Gesù sulla nostra vita significa aver preso "un'opzione fondamentale", ossia aver fatto una scelta che è il fondamento di tutte le altre scelte della nostra vita.
Se decidiamo di fare di Gesù il Signore incondizionato della nostra vita, allora dobbiamo anche essere consapevoli che da quel momento tutte le nostre decisioni e tutte le nostre scelte saranno nella prospettiva e in dipendenza da questa scelta: rendere Gesù Signore della propria vita.
Ora il catechista più direttamente, più visibilmente di qualsiasi altro credente è veramente chiamato a concretizzare questa affermazione che poi non è nient'altro che l'autentico cammino cristiano, perché il catechista non è colui che sta semplicemente trasmettendo una dottrina, sta comunicando una vita, la tua vita stai comunicando.
Tu stai innestando le persone che ti sono state affidate nella vita di Gesù Cristo attraverso la tua vita e la tua esperienza.
Per questo amici cari è importante che l'esperienza spirituale che si sta facendo sia autentica, sia una esperienza spirituale vera, non emotiva; quando dico non emotiva non voglio dire razionale.
Noi sappiamo che l'emotività fa parte della persona umana, però non è l'emotività che deve determinare i nostri atteggiamenti.
Quindi un'esperienza spirituale è un'esperienza di assoluta docilità allo Spirito Santo, da qui viene fuori la necessità di fare e di essere continuamente un discernimento sul motivo e sulle azioni che ci contraddistinguono.
Non posso dire semplicemente: ma io faccio così perché sento di dover fare così.
Perché già il pensiero di dire: sento di fare così deve già metterti in allarme, devi dare una motivazione spirituale a quello che stai facendo.
In questo momento sento di fare in questo modo per questo, questa e per quest'altra ragione.
Perché il Signore Gesù ci ha insegnato così nel Vangelo, perché la situazione concreta e le persone con cui ho a che fare è questa.
Tu hai una visione di quello che sta succedendo e quindi per trasmettere il messaggio di Gesù a queste persone io agisco in questo modo.
Non sull'onda dell'emozione del momento, ma con animo missionario, cioè sono mandato da Dio, attraverso la Chiesa, a servire i miei fratelli.
Servire i miei fratelli significa, nel nostro caso specifico, la catechesi, ossia io mi metto a servire i miei fratelli, perché essi conoscano e capiscano un pochino di più Gesù Cristo; ed è evidente che è necessario per noi, prima che per ogni altro, conoscere e capire Gesù Cristo.
Allora il catechista, con animo missionario, è colui che deve essere il primo, l'apripista nell'esperienza di Gesù Cristo, un'esperienza autentica.
Per questo è necessaria la direzione spirituale da persone che siano sagge, equilibrate, per questo è necessario una continua cura della propria anima con una confessione che non vada oltre il mese, per questo è necessaria la preghiera personale, è necessaria l'adorazione eucaristica, per questo è necessaria la cura della propria conoscenza del mistero di Dio.
Quindi quello che stiamo facendo in questi anni: venire al corso, studiare, cercare di esprimersi, cercare di tirare fuori, e anche in questo, si può benissimo frequentare il corso per abitudine.
Oppure si può frequentare il corso con profitto, significa che già sto facendo un sacrificio, già sto privando la mia famiglia del mio apporto in un giorno che è necessario, per la spesa e per tutto il resto.
Lo sappiamo no, il sabato è così, quindi ognuno davanti a Dio deve essere molto onesto e deve dire: già io sto ponendo delle difficoltà alla vita serena della mia famiglia.
Però se Dio vuole che faccia questo cammino io me ne accorgo, perché nella mia famiglia continua a restare la pace e la serenità, quindi questo è il segno che vi fa capire, Dio mi ha chiamato tant'è vero che anche se io manco in famiglia al sabato mattina, riusciamo a organizzarci con serenità per fare tutto senza fare i salti mortali.
Allora già io sto facendo questo sacrificio, allora questo è un dono che Dio mi sta facendo, perché Lui ha avuto fiducia di me, Lui si fida di me e vuole che io lo faccia conoscere agli altri.
Allora frequentare il corso con profitto significa dire: bene, non spreco né il mio tempo, né quello della mia famiglia, neanche il tempo di Dio, quindi se io devo leggere le dispense, leggo le dispense; se io devo leggere i brani della Bibbia leggo i brani della Bibbia, perché da un sabato all'altro il discorso va avanti.
Non posso dire: finito il corso, chiudo la cartella e poi la riapro al sabato successivo, perché questo significa non rispondere alla chiamata di Dio, significa fare le cose sull'onda delle emozioni e in un modo superficiale.
Allora si può frequentare il corso in modo insulso o con profitto.
In modo insulso cosa succederà? Non cambierà niente nella nostra vita.
Potremo dire che abbiamo sentito tante cose interessanti, tante cose belle, però non vedremo i frutti nella nostra vita di quello che il Signore vuole da ciascuno di noi.
Frequentare il corso con profitto, vuol dire sì imparare tante cose su Gesù, ma vuol dire soprattutto plasmare la nostra vita sul modello di Gesù Cristo; allora se questo si realizza, vuol dire che stiamo diventando docili al soffio dello Spirito Santo, il quale un giorno ci suggerisce una cosa, un altro giorno te ne suggerisce un'altra.
Come fate a riconoscere il soffio dello Spirito Santo?
Lo Spirito Santo è delicato, non è violento. Il diavolo è violento non lo Spirito Santo.
Proprio in quest'ultimo mese sono venuti due giovani dell'età delle superiori, che sono sotto assalto di satana, perché li ha convinti che loro, per seguire il Signore, devono privarsi di tutto il resto: non devono andare, per es. a mangiare la pizza con gli amici.
E stanno vivendo un tempo di grande prostrazione, perché evidentemente lo spirito cattivo gli mette questo suggerimento.
Si chiama spirito di religione, perché li lega, li stringe sotto delle forme di legalismo, allora conoscerete delle persone che sono vittime di questo tipo di tentazione e voi dovete aiutarli, ma non potrete aiutarli se non sapete che cosa vuol dire seguire Gesù, che non è costrizione, ma è liberazione.
Chi segue Gesù fa l'esperienza della libertà, della gioia, della pace, della serenità e quindi quello che fa non lo fa perché costretto e non lo fa neanche perché ce n'è bisogno, lo fa perché gli piace.
E quando ti piace fare una cosa non è vero che non fai fatica a farlo, ma una fatica che ti piace fare.
Ci sono delle persone appassionate di alpinismo e vanno a scalare le montagne e non mi direte che scalare una montagna non è faticoso. Ma a loro piace!
E quando sono sulla cima della montagna e si godono tutto il panorama, sono sì anche distrutti, ma appagati.
La nostra passione è Gesù Cristo; siamo appassionati di Gesù Cristo, vediamo solo Lui?
Non fanatici di Gesù Cristo. La persona fanatica di Gesù Cristo, ti mette Gesù in tutte le salse, una persona che ti dice troppe volte Signore, Signore è una persona fanatica.
Una persona appassionata di Gesù Cristo attira le persone a Gesù Cristo, non butta Gesù Cristo addosso agli altri.
La differenza è che il fanatico prende Gesù per i piedi e te lo tira addosso e tu te lo senti arrivare addosso e non lo reggi, mentre una persona appassionata di Gesù Cristo, prende sottobraccio gli altri e li porta verso di Lui e gli altri si lasciano portare, perché è una esperienza gradevole.
Quindi, molta attenzione, il discernimento spirituale è questo.
Se una persona è opprimente con il solito discorso e non sa parlare anche delle patate o delle carote in un modo spirituale, allontana le persone.
La Madonna e san Giuseppe che avevano Gesù in casa, ma voi pensate davvero che parlassero tutti i momenti di Gesù agli altri?
Come quella nonna che è un po' fanatica dei suoi nipoti e con tutte le persone che incontra non fa che parlare di loro; dopo un po' tutte le amiche appena vedono quella nonna che arriva cambiano strada per non incontrarla, perché sono stufe di sentire i soliti discorsi sui nipoti.
Invece bisogna essere elastici, la famosa "metànoia".
Il plasmare il nostro modo di agire e di ragionare con un fine, io sono appassionato di te Gesù!
Allora io plasmo i miei modi di pensare e mi metto al servizio dei fratelli e dico: come farò ad aiutare questi fratelli, queste sorelle ad incontrarti Signore?
Cercherò in qualche modo di far conoscere Te, chi sei Tu veramente.
Quando le persone hanno incontrato Gesù Cristo, entrano spontaneamente nella Chiesa.
Badate di non fare l'errore inverso, non dovete presentare ai fratelli e le sorelle un'associazione, qualunque essa sia, dovete presentare Gesù Cristo.
Non è un'organizzazione che ci salverà, ma la persona di Gesù Cristo; quando le persone hanno incontrato Gesù Cristo, tutta la loro vita cambia.
Se non hanno incontrato Gesù Cristo, anche fossero nelle associazioni nella Chiesa, le più sante che potete immaginare, non serve a niente, quelle persone rendono l'associazione una seconda Chiesa, diventano fanatiche, il fine non è più Gesù Cristo, ma è l'organizzazione.
Attenzione, le esperienze spirituali nella Chiesa, gli ordini religiosi, i terziari, i movimenti, i gruppi non sono il fine, sono il mezzo, il fine è la Chiesa, perché la Chiesa è Gesù Cristo; se non si confluisce nella Chiesa, non si è capito niente.
Il compito del catechista con animo missionario è quello di essere un appassionato di Gesù Cristo.
Allora in questi anni noi stiamo facendo, tra le altre cose, semplicemente questo: con le nostre povere forze, con le nostre povere capacità cerchiamo di condividere il cammino spirituale, perché tutti voi possiate ogni giorno di più, essere appassionati di Gesù Cristo, innamorati di Gesù Cristo e quando voi siete innamorati di Gesù Cristo noi possiamo dire: ora lascia o Signore che il tuo servo muoia in pace, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata davanti a tutti i popoli; luce per illuminare le genti, gloria al tuo popolo, la Chiesa.
Voi dovete essere gloria della Chiesa, voi dovete essere dei cristiani splendenti, un faro fulgido, luminoso, che non attira le persone a se, ma le attira a Gesù.
Voi siete stati posti in mezzo al vostro popolo come dei segnali indicatori.
Siete stati scelti da Dio, perché possiate impersonare questo amore appassionato, sereno, gioioso, effervescente verso Gesù.
E dato che amate, ammirate Gesù, Gesù è il vostro Signore è normale che siate attivi membri della Chiesa, nelle sue varie espressioni: nella vostra parrocchia, nella vostra diocesi e anche in qualsiasi movimenti in cui voi siate inseriti.
Ma il centro è Gesù Cristo nella Chiesa, se non è così, c'è sbandamento, fuorviazione, è chiaro?
Allora l'animo missionario è l'animo di colui che è così appassionato di Gesù Cristo che sente la voce di Gesù Cristo che il giorno dell'ascensione dice: ecco, andate a tutte le genti, fino all'estremo confine del mondo, mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli.
Voi dovete essere lì in quel momento. Voi dovete vedere il monte delle beatitudini, è importante che siate lì dove il brano del Vangelo vi propone questo mandato di Gesù Cristo.
Sentite la voce di Dio che dice: non abbiate paura!
E quante volte ci è stato ripetuto in questi ultimi decenni, "non abbiate paura, io ho vinto il mondo, non abbiate paura".
Non dovete avere paura del mondo, dovete sapere però che voi custodite un tesoro inestimabile, non dovete avere complesso di inferiorità perché siete cristiani, dovete avere un senso di realtà, il senso del privilegio che voi avete, dovete sentirvi dei privilegiati, onorati, ambasciatori di Dio, molto di più di un nunzio apostolico, mandati da Lui, animo missionario.
Io ti mando come agnello in mezzo ai lupi, ma non avere paura, perché io sono con te, io ho vinto il mondo.
Allora questo è l'animo missionario: che cosa ha bisogno il mondo? Di conoscere delle dottrine?
Di conoscere il senso della vita e quando vedono e sperimentano che voi siete nella pace e nella gioia perché Cristo vive dentro di voi e soprattutto voi vivete immersi in Gesù Cristo, la prima cosa saranno stupefatti, saranno sconvolti, parla di più la vostra vita, il vostro sguardo che le vostre parole; parlano di più i vostri atteggiamenti, la vostra libertà, la vostra povertà, la vostra sottomissione, la vostra elasticità, il vostro non essere fissi sulle cose, ma essere fermi in Gesù Cristo, il vostro aver trovato lo scopo e il significato del vostro esistere.
Quando una persona ha conosciuto veramente Gesù Cristo, anche se non conosce tutti i trattati di teologia, sapete quando una persona può dire ti sto conoscendo?
Quando questa persona sconvolgendo se stessa, si accorge che sta dicendo al Signore: io ti voglio appartenere così tanto da desiderare di diventare santo.
Quando una persona ha il coraggio di dire questo e mentre lo dice si sconvolge, allora è il momento che la persona dice: come mai sto dicendo questo, allora sto veramente conoscendo Gesù?
E la conoscenza non è intellettuale, è esperienziale.
Non sai perché lo Spirito di Dio ha condotto il tuo spirito a dire questo, senti solo che lo vuoi dire e che ti piace dirlo, la tua ragione ti dice: è una cosa difficile, ma il tuo spirito dice: ma io lo dico lo stesso, perché è quello che penso ed è quello che voglio.
Allora quando un'anima giunge a pensare una cosa del genere, vuol dire che sta diventando docile al soffio dello Spirito; da quel momento in poi può succedere qualunque cosa, le cose più straordinarie e sicuramente un'anima che si mette alle dipendenze di Gesù Signore nella potenza dello Spirito a gloria di Dio Padre, sicuramente non esce dalla Chiesa, sicuramente non divide il Corpo di Cristo che è la Chiesa, edifica il Corpo di Cristo ed è capace a vivere i momenti difficili con animo sereno, perché questo è il cammino del cristiano.
Dunque il cammino di questi mesi è stato tutto indirizzato al creare e al distruggere le opposizioni interiori che possono nascere nell'anima di una persona, quando si accinge a prendere le decisioni più importanti della propria vita, cioè quelle che riguardano la santità.
Credo che in tutti questi mesi, affrontando la spiritualità del catechista, in tante occasioni vi siate resi conto che vi ho provocati, vero?
Vi ho presentato delle situazioni anche all'estremo, perché se non ve le presento io, ve le presenta il "nemico" e il nemico è molto intelligente e molto astuto.
Vi dicevo prima di quei due ragazzi che sono in crisi, perché vogliono così bene al Signore che sono rimasti confusi da questo tipo di tentazione, una tentazione che ti dice di fare le cose giuste, ma non per il motivo giusto.
Devi rinunciare, perché la gioia non è per i figli di Dio; quando si arriva a questi estremi, si capisce che è una tentazione, ma quelli che ci sono dentro sono in una confusione e in uno stato di turbamento tale che cadono nella depressione.
Allora è necessaria o non è necessaria una direzione spirituale?
Sir 2, dice: Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione.
Vi siete presentati per servire il Signore? Preparatevi alla tentazione!
Vuol dire aprite gli occhi, anime mie; mica tutto quello che vi succede potete dire sicuramente viene dal Signore?
Dai frutti si riconoscono gli alberi e se trovate un frutto nuovo che non avete visto prima e non sapete se è tossico o gradevole, andate dal vostro direttore spirituale e ditegli ciò che vi sta accadendo; allora il tuo d. s., che è una persona saggia, ti chiederà: come stai vivendo questo aspetto, la tua preghiera personale, la tua anima è serena, è oppressa, come vivi i tuoi doveri di stato, il tuo lavoro, come stai vivendo la tua vita cristiana, ecc. ecc. e poi dopo dai frutti si riconosce l'albero.
Le cose più sante che producono effetti opprimenti, non sono frutto di Dio.
I martiri che dovevano affrontare il martirio avevano paura della belva, ma non erano angosciati della belva; in quel momento lo Spirito di Dio attira l'anima in un modo che supera il linguaggio umano, più al desiderio delle cose del cielo che quelle della terra; è una cosa che non si può spiegare, è un'esperienza che il Signore chiede a certe persone in certi tempi e quando lo chiede, dà una grazia speciale e questa grazia speciale non si può descrivere, la si può solamente sperimentare.
Quindi vi sto dando questo esempio tanto per farvi intuire la potenza della grazia del Signore che viene nella nostra vita per dare un impulso totalmente diverso.
Questo è il cammino che il Signore propone a ciascuno di noi.
Samuele diceva: io sono troppo giovane per parlare del Signore, sono troppo incapace, non ho esperienza, non ho proprietà di linguaggio e Mosè diceva: ma io balbetto, cosa vuoi che dica!
Il Signore ha detto io ho scelto te, ma vuoi capirlo che i tuoi limiti sono per me un motivo di vanto, perché così, chiunque vedendo te capirà che sono io che ti muovo, che non sei tu, perché tu non ce la faresti.
Allora chi si sente limitato in qualche aspetto non ponga questa falsità di fronte a Dio, dica che non ne ha voglia! Perché la verità è quella.
Se tu ti metti a disposizione, il Signore si servirà di te; a seconda dei doni e dei talenti che avete ricevuti, c'è forse qualche cosa che non potete mettere al servizio di Dio?
Siate fantasiosi! Vedo le mie nipotine che vanno pazze per "Art Attak", l'avete visto qualche volta?
Guardatelo, imparate i sistemi, fate qualche giochino con i vostri bambini, intanto gli date un tema spirituale; cioè aprite gli occhi, qualunque cosa intorno a noi può diventare al servizio del messaggio di Dio.
C'è un parco in America dove tutti i giochi sono a tema biblico, perché chiunque va al parco possa fare un momento di divertimento e nello stesso tempo pensare alle verità bibliche che sono espresse attraverso quei giochi.
Saranno pure delle stravaganze, però sono state messe al servizio di Dio.
Tu dici quando una persona si mette a servire il Signore, cominciano le tentazioni, ma comincia anche l'esame di coscienza e quindi con l'esame di coscienza tu ti rendi conto di cose che erano sempre peccato, ma prima non te ne accorgevi.
È vero quello che tu dici, però c'è una grande differenza di fondo, nell'esame di coscienza guidato dallo Spirito Santo tu riconosci quelle cose che prima non riconoscevi, ma la cosa non ti distrugge, perché dici: adesso ho capito, quindi invece di fare in questo modo farò in quest'altro.
La tentazione magari si presenta sullo stesso modo, cioè sulla stessa cosa che tu hai esaminato mediante l'esame di coscienza.
Ma mentre nell'esame di coscienza lo Spirito di Dio ti dice: ecco, prova a fare in questo modo e vedrai che le cose cambieranno; nella tentazione lo spirito cattivo invece ti suggerisce: vedi, non vali una cicca, tu non sei degno di fare questo, non sei all'altezza, sei nato nel peccato, ecc. e tu sei distrutto.
Quindi sullo stesso tema c'è la guida dello Spirito Santo e il suggerimento dello spirito cattivo e tu che sei dotato di libero arbitrio, decidi chi ascoltare.
Ascolti la tua coscienza illuminata dallo Spirito di Dio o ascolti la tua razionalità condizionata dallo spirito cattivo?
In quel modo, quando la tentazione è così forte che ti mette in confusione, vai dal direttore spirituale e parli di quello che ti succede e lui che non sta vivendo la tua situazione, non è coinvolto direttamente, è in grado di dire: no anima mia, tu stai prendendo un abbaglio, stai attento questa è una tentazione, la strada giusta è quella anche se tu pensi che non sia vero è proprio vero, vedrai che facendo in questo modo, ti rendi conto che esci fuori dal deserto e trovi subito l'oasi.
Anita fa presente che quando sei nella tentazione c'è molta confusione e non è facile capire cosa fare.
Certo, l'azione dello Spirito Santo che è il convincerti di peccato è un'azione che vince le tue resistenze sull'accettazione del fatto che sei peccatore.
Allora lo Spirito Santo per vincere sulle tue resistenze ha un itinerario, che passa dal suggerimento, diventa attrizione per sfociare nella contrizione.
Quindi lo Spirito Santo ti rivela: guarda che questo è sbagliato, perché la legge di Dio ti dice questo, questo e quest'altro e tu dici: ah! è sbagliato, rabbia tremenda, avrei voluto che non fosse sbagliato, quindi convincimento razionale; poi se tu ti lasci guidare dallo Spirito Santo, continua la sua opera e ti porta all'attrizione ossia dolore imperfetto, riconoscere che Dio ha ragione e che tu hai torto.
Ma se tu continui a lasciare lavorare lo Spirito Santo, Lui ti conduce alla contrizione, ossia il dolore perfetto: capisci che Dio ha ragione e tu hai torto e senti il dispiacere, non orgoglioso di dire non sono perfetto, il dispiacere di aver in qualche modo disatteso le speranze di Dio.
Quindi l'azione dello Spirito Santo che ti convince di peccato ha questo itinerario.
Ho risposto in maniera molto sintetica, però tanto perché ognuno abbia la verità.
Bene, grazie per il vostro cammino in quest'anno e vi auguro che lo Spirito di Dio possa continuamente e sempre di più guidare le vostre scelte e possiate essere davvero quell'esempio fulgido di cui Gesù Cristo e la sua Chiesa hanno bisogno per gli uomini di questo tempo.
Sia lodato Gesù Cristo.