L'oltraggio al Crocifisso

B4-A2

Et mortuo adhuc insultant: ed anche morto lo insultano.

L'esclamazione, che un santo sdegno strappava al cuor del Grisostomo, quando considerava e la ferocia del soldato che trapassò con la lancia il Costato di Gesù e la malignità dei Farisei che continuavano a calunniare il morto Signore, può essere pur troppo ripetuta, causa l'umana malvagità, per ogni periodo della storia e per ogni popolo.

L'adorabile immagine di Gesù Crocifisso sembra essere in modo particolare il bersaglio dei colpi di lancia e di lingua, che i moderni Giudei, cioè gli apostati e rinnegati, avventano, senza tregua.

Donald Mac Leod nella Vita di Maria, Regina di Scozia, narra che essa, prima di morire, tenendo alto fra le mani il Crocifisso, cosi lo pregava : « Come le tue braccia, o Signore, si stesero sulla Croce, cosi ricevi me nell'abbraccio della tua misericordia e perdonami i miei peccati ».

« Signora, gridò Kent, fareste meglio a gettar via queste superstizioni papistiche e tenere Lui solo nel vostro cuore ».

Cui rispose Maria: "Se già non avessi Gesù nel mio cuore, nemmeno l'avrei fra le mie mani ».

Perché in verità non, avevano nemmeno essi Gesù nel loro cuore, poterono fare quel che fecero quei cittadini di Londra di cui parla il Macaulay nella sua Storia d'Inghilterra.

Essendo stata aperta in Londra, ai tempi del re Giacomo II, una cappella cattolica, tutto il vicinato si pose in movimento.

Gran torme di popolo accorsero a Cheapside per aggredire la nuova Chiesa.

I sacerdoti furono insultati.

Un Crocifisso fu strappato dal luogo e posto sopra un pozzo.

Il Lord Gonfaloniere uscì fuori a quietare il tumulto, ma fu accolto col grido di: Non vogliamo un Dio di legno.

Se Africa pianse, Italia non ne rise scrisse il Poeta e la cattolica Francia, caduta in mano dei rivoluzionari, offerse allo sguardo lo spettacolo di scene selvagge.

Il Monti descrive il Basville e l'Angelo, guida del Suo viaggio; allorquando

Fur di Marsiglia alla spietata riva,

Videro, ahi vista! in mezzo della folla

Starsi una croce col divin suo peso

Bestemmiato e deriso un'altra volta;

E a pie' del legno redentor disteso

Uom coperto di sangue tutto quanto,

Da cento punte in cento parti offeso.

La spiegazione di questo fatto storico il Poeta la mette sul labbro della vittima, che così dice di sé: … manigoldo fui.

E peccator; ma l'infinito amore

Di Quei mi valse che morì per noi.

Perocché dal costoro empio furore

A gittar strascinato ( ahi! parlo, o taccio? )

De' ribaldi il capestro al mio Signore,

Di man mi cadde l'esecrato laccio,

E rizzarsi le chiome, e via per l'ossa

Correr m'intesi e per le gote il ghiaccio.

Di crudi colpi allor rotta e percossa

Mi sentii la persona, e quella croce

Fei del mio sangue anch'io fumante e rossa.

I giornali della Penisola riportavano il programma di una associazione italiana la quale faceva il voto che all'immagine del Cristo dolorante sulla croce si venga sostituendo nelle scuole qualche men crucciosa e meglio suggestiva raffigurazione tratta dai vari episodi della vita di Gesù, che pure ispirano all'arte insigni capolavori.

È vero che l'immagine del Cristo è dolorante, ma questo mondo non è una valle di lagrime? non sono doloranti tutti gli uomini? qual migliore scuola adunque che la vista del Crocifisso per educare i giovanetti a sopportare serenamente il dolore, e ad essere anche, se sarà il caso, vittime sì, ma vittime innocenti e martiri della giustizia e della verità?

Si vorrebbero delle più suggestive raffigurazioni di Cristo?

L'associazione suddetta, promotrice della cultura artistica nazionale sarà promotrice altresì della bella lingua italiana e non ignorerà che la voce suggestione pigliasi sempre in mal senso.

L'idea di presentare delle suggestive raffigurazioni tratte dai vari episodi della vita di Cristo nasconde forse il tentativo di profanare la vita di Cristo, tentativo spesso rinnovato dagli increduli, nella storia, col rappresentare Cristo non più che un grande uomo, e dai letterati e dagli artisti mondani col rappresentarlo come un uomo di mondo, pieghevole alle seduzioni della natura.

Ma è già di per se stesso un oltraggio questo tentativo di dare l'ostracismo alla raffigurazione del Crocifisso.

Non è forse suggestiva, e nel più nobile senso del termine, la pittura del dolore e di un dolore così santo come quello del Cristo?

L'atto dell'amore di Dio per gli uomini non suggerisce nulla al cuore e alla mente degli uomini?

O forse il Figlio di Dio è venuto al mondo per niente altro che ispirare, secondo la frase citata più sopra, all'arte degli insigni capolavori?

La formazione delle anime, la santificazione dei cuori, l'eterna salvezza del genere umano: ecco i capolavori della grazia che il Crocifisso ha prodotti.

Ma che cosa aspettarci da una generazione che ha applaudito al cantore di Satana, a colui il quale o non ha compresa o ha bestemmiata l'opera del Crocifisso?

Ebbe gli occhi, come gli antichi Ebrei, per non vedere e non comprese lo Spirito del Crocifisso che invase il mondo, che vinse, atterrò, umiliò le più superbe altezze e sollevò i poveri, i piccoli, i calpestati dal mondo; gettò lo scherno sul Galileo di rosse chiome e sui monaci, sui frati, sugli uomini insomma, che al Crocifisso supplicarono, empi, d'essere abietti.

Abietta quell'anima che non intende le sublimi parole di S. Paolo: "Non giudico di saper altro che Gesù Crocifisso; predichiamo Gesù Crocifisso, scandalo ai Giudei, stoltezza ai gentili: ma tolga Dio miglorii in altro che nella Croce del mio Gesù »

Fr. F. delle S. C.