Nelle varie sezioni dell'Unione

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I. - La festa annuale dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Domenica, 25 ultimo scorso, ebbe luogo, nel vasto cortile annesso alla R. Scuola Vittorio Amedeo III, ridotto a magnifico salone, la festa annuale dei Soci, Zelatori e Zelatrici, Ascritti e Ascritte dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata: il concorso della gente fu grandissimo, come non si era mai veduto negli anni precedenti.

All'arrivo del Cardinale, nostro Arcivescovo, il quale si degnò di presiedere all'adunanza, fu un improvviso erompere di urrah! dalle anime ardenti dei giovani Soci, giustamente fieri di vedersi onorati dall'Em. Principe di S. R. C.

Aperse la seduta il Sig. Dott. Natale Luetto, consigliere della Sez. Centrale della nostra « Unione », il quale, con belle e sentite parole, ne espose l'annuo resoconto, toccando specialmente delle opere di zelo compiute dai Colleghi: catechismi serali e diurni, scuola serale agli adulti, pellegrinaggi, ritiri mensili, gare catechistiche dei Soci Aspiranti, riuscite quest'anno trionfalmente.

Il bravo e pio studente del nostro Politecnico, Lelio Neri, rappresentante la Sezione del Collegio S. Giuseppe della nostra Città, ne espose anch'egli il resoconto annuale, accennando, in modo profondamente convinto, al bene spirituale che produce nelle anime giovanili l'Unione del SS. Crocifisso; narrò del suo nascimento; del prodigioso diffondersi della Divozione - Adorazione a Gesù Crocifisso; divozione veramente ispirata sul meraviglioso foglietto della Divozione alle Cinque Piaghe, il cui contenuto è un tratto di psicologia cristiana, un divino poema.

Al Signor Neri seguì il giovane biellese Giraudi che venne a parlarci dell'operato in quella sezione, dimostrando come nella Manchester del Piemonte, si lavori attivamente anche nel campo spirituale, e la nostra cara « Unione » vigoreggi e sia fattiva di un bene reale e duraturo.

Piacque assai la sua franca e spigliata parola, con cui, in modo breve e intelligente, seppe assolvere il suo mandato.

A questo punto sorse l'Egregio Professor Rostagno a tessere l'elogio del primo autore ispirato dell' « Unione » rievocando l'anima cara dell'umile francescano del convento di San Tommaso, di Fra Leopoldo, salito al premio dei giusti, or sono pochi mesi.

L'Egregio Professore, con la sua alata e feconda parola, rapisce l'immenso uditorio, con effondere il nobile animo suo intorno al ven. fraticello che, gettate le basi dell' « Unione », ne derivò, come raggio da centro, la Scuola di Arti e Mestieri, che sorta, con l'aiuto del cielo, come per incanto, già da due anni funziona sostenuta da un benemerito Comitato di Signori e affidata ai Fratelli delle S. C.

L'Egregio oratore insistette affinché le direttive ispirate dall'umile laico francescano intorno alla nuova provvida istituzione, vengano, quanto è possibile seguite, se i sostenitori di essa ne vogliono davvero l'incremento e il bene che se ne aspetta.

Ma i Soci, zelatori e zelatrici, ascritti e ascritte, tutti i numerosi accorsi, sospiravano la conferenza del Rev. P. Giuliani.

Non appena egli si leva e si avanza per parlare, viene salutato da fragorosi, applausi; conoscendosi ormai quanto forte, fluente e persuasivo sia il meraviglioso dire di questo ex alunno delle Scuole Cristiane e degno figlio di S. Domenico.

Noi ci dichiariamo incapaci di pur accennare all'efficacia del suo dire e alle alte e pratiche sue concezioni di sociologia cristiana.

Egli seppe, tra l'altro, dimostrare, in luce meridiana, come sia di assoluta, di impellente necessità educare giovani operai non solo, ma capi delle maestranze stesse, in modo da fornire alla società lavoratrice un personale di moralità a tutta prova, e al tempo stesso di una tecnica compiuta: a ciò mira la nostra Scuola di Arti e Mestieri, la quale ben si merita la cooperazione di tutti, affinché possa proseguire alacre nel suo cammino verso la restaurazione sociale.

Dimostrò improvvido partito e pericoloso quello di certi genitori mal consigliati, i quali, per trarre un qualche meschino emolumento dai loro figliuoli in ancora tenera età li lanciano al lavoro nelle fabbriche e nelle officine, dove, molte volte, oltreché perdere il tesoro più prezioso, vengono su lavoratori incapaci o mediocri.

La splendida conferenza del Rev. Padre Giuliani fu più volte interrotta da calorosi battimani.

La festa fu rallegrata, negli intermezzi, da canti corali adatti alla circostanza ed eseguiti con precisione dagli alunni, sotto la direzione del loro Maestro, uno dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Le care parole sempre ispirate alla carità del Buon Pastore, dette dall'Em. Cardinale sull'Amore a Gesù Crocifisso furono come un divino epifonema di quella religiosa adunanza, la quale, ne siamo certi, lasciò su tutti una luminosa incancellabile impronta.

f. n.

II. - Gara catechistica.

La Federazione Giovanile Cattolica di Torino, per promuovere sempre maggiormente tra gli aspiranti dei Circoli cattolici l'istruzione religiosa, indiceva tra gli aspiranti stessi una grande Gara Catechistica con ricchi e numerosi premi.

Poterono i nostri più giovani soci, che si propongono di esser apostoli di Catechismo tra i figli del popolo, starsene indifferenti dinanzi all'invito della federazione?

No! e si prepararono con ardore alla lotta.

La Gara ebbe luogo domenica 30 aprile passato nella sala della Federazione stessa fra i 120 giovani concorrenti e durò per ben tre ore, ordinata, severa.

L'esito fu quanto mai lusinghiero per i nostri giovanetti.

Su quaranta premi assegnati, ben 31 rimasero ai nostri aspiranti.

Un vero trionfo!

Ai nostri piccoli aspiranti la lode sincera e cordiale per la magnifica riuscita e l'augurio fervido di altre vittorie e altri trionfi nella costante pratica della vita cristiana.

III. - Albe cristiane

Sabato 29 aprile grande festa alla Sezione di Santa Pelagia.

S. Em. il Card. A. Richelmy si degnava venire tra i nostri numerosi allievi per somministrare il Battesimo a tre buoni orfanelli allievi della scuola.

Ricevuto dal Presidente della R. O. M. I., dal direttore, e dai padrini dei battezzandi, appartenenti tutti all'aristocrazia torinese, S. Eminenza volle dapprima interrogare i tre neofiti sulle verità della Religione, poi amministrò loro solennemente il Santo Battesimo, e quindi, vestitili di veste candida, diede loro la Santa Cresima e la santa Comunione.

Indescrivibile la commozione dei presenti e la gioia dei tre fortunati fanciulli e della buona zia che fa loro da mamma.

S. Eminenza stesso era tanto commosso che prima di lasciar la chiesa volle abbracciare e baciare i tre novelli cristiani e ordinare che gli fossero poi condotti in Episcopio il giorno dopo a prender dalle sue mani un artistico Rosario e la sua fotografia a ricordo della dolcissima festa.

Durante, la sacra cerimonia la scuola di canto della Sezione di Santa Pelagia, esegui inappuntabilmente un artistico programma di musica liturgica e contribuì in tal modo alla magnifica riuscita della sacra funzione.