XIX centenario della redenzione

B54-A1

"Ai Soci, agli Zelatori, alle Zelatrici del SS. Crocifisso"

La notizia che il Papa a commemorare il XIX Centenario della Redenzione, ha indetto un Anno Santo straordinario, per il 1933-34, ha percosso di commosso stupore l'orbe cattolico.

Questa notizia ha certamente, avuto un'eco profonda anche nei nostri cuori, sempre aperti a tutto quello che ha nome di virtù, di pietà e forma di bene.

Da questo Anno Santo ritrarranno i popoli i frutti che sono nelle speranze del Santo Padre: fede: diffusione della carità, pazienza, nelle contrarietà della vita, e in questa pazienza, che è eccellente fortezza, conseguiranno la pace di Cristo, che è il tesoro unico che possa renderli felici.

E per ognuno di noi, « prediletti del SS. Crocifisso », questo deve essere un anno di apostolato straordinario, anno rivolto specialmente all'« intronizzazione » del SS. Crocifisso nelle famiglie.

Questo neologismo è di senso ovvio: porre sul trono, investire qualcuno dell'autorità; sovrana; quindi porlo in luogo d'impero e d'onore, dal quale possa esercitare tutta la sua potenza di Re.

Nelle nostre famiglie, « o zelatori, o zelatrici » del SS. Crocifisso, la Vittima divina del Golgota ha il posto d'onore?

Entrai un giorno nella camera di un ammalato « molto religioso »: fui .subito impressionato dall'espressione della sua pietà sincera, dalla somma rassegnazione al dolore …

Mentre ascoltavo edificato le parole sante del sofferente, volsi lo sguardo alle pareti della camera dalle quali pendevano parecchi quadri di santi e di sante; non vi scorsi però il Crocifisso.

Ebbi un senso di delusione nel constatare assente da quella dimora della sofferenza il segno dell'unica speranza, del supremo conforto, la croce alla quale fu affisso il divino Martire, l'uomo dei dolori, il modello della pazienza.

Un'altra volta dovetti recarmi per affari da. un impiegato, il quale m'introdusse con molta affabilità nel salotto.

Uno dei primi oggetti.che mi caddero sott'occhio fu un Crocifisso, posto in alto, visibilissimo, espressivo richiamo d'una severa eloquenza alla coscienza cristiana nel sangue e nella sacra corona di spine.

Quella vista mi consolò e mi commosse; pensai che così si deve manifestare intera la fede, e il vivo amore a Colui che, essendo Dio, si è rivestito delle nostre colpe e le ha espiate con la dolorosissima morte di Croce.

L'esempio di quell'impiegato, che è senza dubbio un cristiano tutto d'un pezzo, sia a noi « Figli del Crocifisso », un ricordo, un appello ad insistere presso parenti, amici e conoscenti, affinché aprano le porte al grande Martire del Golgota.

L'accolgano come Re assoluto del loro cuore, come medico infallibile nei dolori fisici e morali, loro consigliere nell'ansietà, nel dubbio tormentoso, poiché Egli solo ha la parola che illumina, risana e conforta.

Per riuscire nell'intento usiamo tutte le sante industrie che la carità può suggerire: con prudenza e bontà cerchiamo di assicurarci quali famiglie non tengano ancora il SS. Crocifisso, come immagine religiosa principale nella. loro casa, e poi insistiamo a tempo e fuori tempo presso di esse perché concedano il posto d'onore al vero Re della famiglia.

Rammentiamo però che detto sublime lavoro d'« intronizzazione » del nostro Redentore Gesù nelle famiglie deve essere accompagnato dalla preghiera viva e fervente, che sola apre l'adito ai cuori.

« Intronizzazione » del SS. Crocifisso sia nell'Anno santo il programma precipuo d'ordine dei Catechisti, degli zelatori e zelatrici, degli ascritti e delle ascritte dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Allora, facendoci campioni di quest'apostolato, l'anno centenario della Redenzione apporterà all'animo di tutti i figli della famiglia dell'Un ione nostra aumento di fede, di carità e di tutte quelle virtù che fanno bella la vita dei viatori in questa terra di esilio.