Principi Pedagogici del Tommaseo

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« Libertà vo cercando, ch'e sì cara ».

Un guerriero, narra una favola greca, cavalcava con una parrucca in capo.

Comincia a tirare vento; e se ne parte via la parrucca. Tutti a ridere ».

Così avviene agli uomini a cui la religione è stata appiccicata, lasciatemi dire, in forma di pratiche esteriori: tira il vento della tentazione; pare libertà fare tutto ciò che si vuole e la loro religione se ne va miseramente.

Condurre a Dio, emancipando, ossia liberando dalla schiavitù, dall'antinatura del peccato, e della passione indisciplinata; ossia facendo l'alunno capace di amministrare rettamente da sé i propri beni spirituali e materiali, è il compito dell'educatore, come la intende Niccolo Tommaseo, dalmata del secolo scorso, amico di Antonio Rosmini, esule dignitoso, pensatore cattolico e onestissimo: « Educare vale a me emancipare », egli diceva, e dava della emancipazione, ossia della libertà, un giusto pensiero: « La libertà è certamente cosa divina; ma appunto divina perché da Dio.

Ella ha i suoi limiti come la vita, e chi li eccede incontra la morte e la schiavitù ». ( Lettere di N. Tommaseo, pubblicate per cura di C. Lanza, pag. 30 ).

Ora, il Tommaseo, sapeva che solo la religione radicata nel cuore può emancipare e mantenere libero l'uomo, come sapeva che il primo dovere è amar Dio ottimo massimo; e quindi voleva, con rigor medioevale, tutta l'educazione, tutti gli insegnamenti improntati di religiosità.

Non posso qui passare in rassegna i suggerimenti originali del Tommaseo, ma voglio ancora notare questa sua norma, che con la suddetta ( della primaria necessità della religione ) è tra le prime per importanza: « L'educazione comincia con la vita ». ( Su questo mi sono già fermato nella rubrica del numero scorso ).

Nei primi mesi del bimbo poi « un bacio e una preghiera » possono molto.

Così pure la bontà della madre e della balia; l'allattamento materno ( la madre ha il dovere di allattare personalmente il proprio nato ); la disciplina che non concede ciò che non va concesso, anche a costo di strilli; e tutte le altre provvidenze fisiche che il dottore consiglia, come l'abolizione delle fasce a nastro, la chiarezza e la bontà dell'ambiente, la premurosa chiamata del dottore quando si manifestano i segni di infermità,ecc., ecc.

In conclusione, incominciare l'educazione con la vita e stimolare al bene la volontà mediante la Religione: ecco, nel pensiero del Tommaseo, i due principi dell'educazione, uno in ordine di tempo, l'altro in ordine logico,1

1 Sul pensiero del Tommaseo ritorneremo altre volte; per ora basta così.