Messa del povero

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Opera di Redenzione dei Mendicanti

Leggete il capitolo XXV del Vangelo di S. Matteo, in cui il Signore, parlando del terribile ultimo giudizio che dovrà subire l'umanità, dice espressamente su che cosa saremo giudicati: « Ero affamato e non mi avete saziato »; ed avrete una vera e propria illustrazione della Messa del Povero, perché l'uno e l'altra si richiamano a vicenda.

Sarebbe pur desiderabile che i Catechisti, per dovere di vocazione lettori assidui del Vangelo, lo rileggessero prima di recarsi ad esercitare il privilegio di servire Gesù e Maria nelle persone dei loro prediletti, i diseredati della vita terrena.

Essi si trovano in una condizione particolarmente favorevole per riflettere sul fatto che Gesù abbia eletto di rimanere tra i figli degli uomini sotto le specie del pane e del vino, cioè del cibo per gli affamati e della bevanda per gli assetati.

Appunto per questo i catechisti della Messa del Povero hanno bisogno di preghiere particolari, in primo luogo da tutti i loro confratelli dell'Unione e poi da ogni lettore de « L'Amore a Gesù Crocifisso ».

Si tratta addirittura di trovarsi a diretto contatto con le stazioni della Via Crucis e i misteri dolorosi del Santo Rosario nelle persone di chi ha i piedi piagati, perché senza scarpe; di chi non ha più forza di reggersi pel freddo, di chi insomma è travolto dal turbine della miseria, che tutto sconvolge, anima e corpo, che ucciderebbe senza fine, se non ci fosse Gesù Crocifisso e Maria Santissima Immacolata.

Ma il Salvatore e la Vergine tutta bella sono veramente operanti nel cuore di chi presta la sua attività per la Messa del Povero, e ciò si deduce dai sempre crescenti risultati che si ottengono nella vita morale dei nostri poveri che si moltiplicano in numero e si qualificano per virtù.

Infatti dalla sorgente della Messa del Povero ai SS. Angeli, ne è scaturita un'altra a S. Donato, con frequenza superiore alla precedente.

Sono sempre le Figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli e i Catechisti del SS. Crocifisso che si prodigano in quest'opera che necessita di tutto e di tutti.

Caro lettore, vuoi collaborare anche tu in quest'opera?

Ebbene, offri qualcuna delle tue Croci a Gesù, Maria, Giuseppe per l'Istituzione che tu già apprezzi e ami, affinché essa produca sempre più durevoli frutti di vita.

L'esempio dei benefattori che offrono il pane ai poverelli di Cristo, si irraggerà così di nuovo splendore a contatto degli offerenti delle loro pene e gli uni e gli altri uniti, saranno linfa vitale della Messa del Povero che potrà accogliere sempre più numerosi i figli della Carità del Crocifisso.

Scene Evangeliche che ritornano

Lungo la strada che conduce alla Villa della Regina, isolati ed a gruppetti, di buon mattino, i poveri salgono alla costruzione che dovrà, essere il « Tempio di Gesù Crocifisso ».

Il luogo, colla sua rusticità francescana, dominato dal gran Crocifisso colle aperte braccia attiranti al Suo Cuore misericordioso, a meraviglia si adatta colla povertà della folla che va occupandolo.

Numerosi confessori ascoltano le miserie di questi uomini, recando, colla parola amorevole, conforto e pace alle loro anime, a cui la vita riserva solo sconforto ed amarezze.

Qualcuno forse più non ricorda le sue pene, quando una mano, autorizzata da Gesù stesso, si alza per mandarlo libero delle sue colpe.

Sarà superbo il confronto! ma a vedere tanta miseria pellegrinare ai piedi del Divin Crocifisso, ricordo quella che si porta innanzi alla bianca Madonna dei Pirenei invocante sollievo spirituale e materiale.

Anche domenica Gesù, secondo la Sua promessa, ha dato grazie spirituali a tante anime che stentano la vita; impossessandosi di loro nella Comunione, le ha dotate di rassegnazione, confortandole colla sua divina e corporale presenza, facendole, come ben disse Don Cojazzi, padrone di tutte le Sue grazie perché più simili a Lui, che nella vita terrena nulla possedeva!

Povero fra i poveri! Sotto le spoglie del misero vi è Gesù, perché Egli nel gran Giudizio ricorderà che per tale mezzo ha chiesto aiuto, conforto.

Guai a chi sarà stato insensibile alla Sua miseria.

Alle ore 8 del giorno 28 Maggio u. s., la S. Messa fu celebrata all'aperto da D. Cojazzi, assistito dai Rev.mi Cononici Merino e Bertola, mentre l'area circoscritta dalle robuste colonne dell'iniziata costruzione era gremita dalla devota folla dei poveri.

Dopo appropriate parole di preparazione del Can. Merino, quasi la totalità dei presenti si accostò a cibarsi del Divino Agnello Pasquale.

Quanta devozione! quanto raccoglimento! e come avrà gioito Gesù!

Durante la celebrazione della Messa, alle preghiere liturgiche recitate in comune, si alternarono il violino e l'armonium, suonati da due ciechi; alla fine il Rev. D. Cojazzi volle chiudere con preziosi pensieri, esortando i presenti a pregare per quanti concorrono ad alleviare le loro sofferenze.

Lungo un viale della villa, dove erano disposte lunghe file di tavoli, le sempre solerti Suore di San Vincenzo, capitanate dalla Rev.ma Suor Luisa, coadiuvate dai Catechisti del Santissimo Crocifisso, distribuirono circa trecento gustose porzioni di pane salame, pasta asciutta, carne e vino, rimandando sollevati moralmente e materialmente tanti miseri, lieti di aver anche loro potuto soddisfare al Precetto Pasquale.

Un grazie di cuore a tutti i benefattori della Messa del Povero, in particolare alle buone Figlie di S. Vincenzo, alle Zelatrici e Zelatori, ai Revv. Don Cojazzi, Can. Morino e Can. Stefano Bertola; ai Revv. Confessori ed alla Direzione del Collegio San Giuseppe, per il locale prestato, per il buon esito di un'opera così grande.

( Da « L'Italia » del 1 - 6 - 39 ).