Trionfo Eucaristico

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Riportiamo, ringraziando, da « L'Angelo dei Sofferenti » - periodico dei Rev.di Padri Camilliani - N. 7-8 Luglio-Agosto 1942-xx,

la cronaca della Festa del SS. Sacramento che si svolse il 14 Giugno u. s. alla Villa Nicolas, concessa dai Fratelli del Collegio S. Giuseppe ai Catechisti quale Sede del loro piccolo Noviziato.

Non aggiungiamo parole alla bella relazione, poiché temeremmo guastare, senonché facciamo voti che i Torinesi abbiano a guardare con sempre maggior Fede al loro « Fortino » - ( Strada S. Margherita, 132 ) - dove la pietà di pie persone ha la consuetudine di portarsi ogni Venerdì alte ore 16 per la pratica della « Via Crucis », onde ottenere all'Italia la vittoria di Dio e al mondo sconvolto la pace.

Per un trionfo Eucaristico …

Ci siamo messi in quattro … e ci siamo riusciti.

La Cappellina di Villa Lellia, a picco sul torrentello scrosciante per recenti piogge, cantò col rumore dell'acque un vero inno di trionfo al Prigioniero del suo Tabernacolo!

Che giornata allelujante di canti, di preghiere e di sole!

Dopo i Vespri, cantati dai Chierici e Postulanti alternantesi coi bravi Catechisti del SS. Crocifisso, Gesù Eucaristico portato dal P. Prefetto uscì sotto ad un pomposo baldacchino dalla porta esterna.

Un coro di 50 bimbe bianco vestite lo salutarono con un inno di purezza e di ardore; mille fronti si curvarono in atto di adorazione …

E la processione si snodò per la fiorita e rustica strada che congiunge Villa Lellia e la Villa dei Catechisti coi quali si combinò la funzione.

Aprivano il corteo i nostri Postulanti con Io stendardo camilliano; poi venivano i giovani catechisti, il clero; quindi tra il folto verde appariva il baldacchino reale di broccato d'argento e Gesù raggiante tra le mani del suo Sacerdote.

Nuvole d'incenso fluttuavano per l'aria chiara coi veli bianchi delle bimbe; petali d'ogni tinta, sollevati in aria dalle morbide e candide mani di fanciulli, ricadevano sul passaggio di Gesù, dolci vittime immolate al Giglio della Convalle; fiordalisi e timo selvatico cadendo dai cestelli dorati rendevano l'ultimo omaggio al Grano col quale erano nati, diventato poi Pane degli Angeli, vitale nutrimento per tutte le anime pellegrine nella valle del pianto.

Quando la processione giunse sotto le ruvide e nude arcate di quello che doveva essere un tempio, e che i Torinesi chiamano « il Fortino », si fermò per una breve sosta.

Un altare preparato con intelletto d'amore dai giovani catechisti, invitò Gesù a fermarsi e a benedire il suo popolo.

Il momento fu emozionante.

Il panorama fantastico delle Alpi, la sottostante tumultuosa Torino, la verdeggiante collina, il canto degli uccelli ci dava un senso di distacco dal mondo sensibile … era un Tabor di gloria.

Il sole volgente al tramonto avvolgeva di misticismo la scena, tremava nell'aria un palpito che univa la terra e il cielo.

Il P. Prefetto disse parole toccanti; poi i Chierici cantarono un « Tamtum Ergo » a tre voci e Gesù benedisse il popolo, la città, i campi di battaglia.

La processione riprese la via al canto del « Te Deum ».

Nella stipata Cappellina si ripeté un'altra funzione.

Al tramonto, quando dalla città salivano i veli della notte, la solitaria Cappellina non era più sola …; tra le sue mura fremevano i mille pensieri, i mille affetti di coloro che parteciparono al trionfo di Gesù Eucaristico.