Il Crocifisso e il Vangelo

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Questa è la vita eterna: che conoscano te, o Padre, e il tuo Cristo mandato da te.

S. Paolo aveva fatto oggetto della sua predicazione e di sua gloria la Croce di Cristo: Mihi absit gloriari nisi in Cruce Domini nostri Jesu Christi.

Ideale che il S. Padre Benedetto XV ha voluto mettere in risalto nel dare la benedizione alla nascente nostra Unione: Praedicare Christum et hunc Crucifixum.

Il Crocifisso è il grande libro che deve formare l'oggetto di nostre meditazioni, è il nostro grande modello, la causa di nostre speranze.

Noi che vogliamo essere i seguaci di Gesù Crocifisso dobbiamo portare di continuo sul nostro petto, e più ancora nella nostra mente e nel nostro cuore il Crocifisso per renderci il più possibile simili a questo divino modello.

La sacra umanità del Figlio di Dio deve essere oggetto di nostra adorazione e di nostro studio: e ammiriamo gli scienziati che esaminando la fotografia che Dio nella sua bontà ha voluto lasciarci del suo corpo divino nella Sindone, vanno ricercando le dimensioni, le fattezze del viso, il numero delle battiture e la forma dei flagelli, il luogo ove furono messi i chiodi, le spine, la lancia, ove appoggiò la croce; e ci descrivono quanto gravi furono le sofferenze e gli spasimi dell'Uomo Dio per compiere la nostra Redenzione.

Tutto questo è presentato al nostro occhio e alla nostra mente dalla rappresentazione visiva possiamo ben dire prodigiosa dei patimenti di Gesù offertaci dalla Sindone, unica e diretta fotografia di Gesù Crocifisso; come pure dalle innumerevoli immagini, figure e riproduzioni che la pietà e l'arte cristiana hanno saputo fare del grande martire del Golgota.

Ma se il Divin Redentore ha voluto assumere umana carne, lo fece per poter soffrire, dal momento che la Divinità non è passibile di pene; lo fece per rendere più evidente e efficace il suo insegnamento avendo lui stesso assunto le nostre miserie, le nostre necessità, le nostre difficoltà.

Volle essere nostro modello: non nel fisico perché « nessuno di noi può con tutto il suo pensare aggiungere alla sua statura un cubito » ( dice il Vangelo ); nella vita nostra spirituale vuole che noi lo seguiamo dappresso.

E il codice di vita che noi meditiamo ora compendiato nel Crocifisso lo troviamo esplicato in un libro divino: il Vangelo.

Leggendo il Crocifisso noi leggiamo il Vangelo; per questo i Santi dicevano di conoscere un solo libro: il Crocifisso.

Nella Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Roma si conserva un quadro del loro Fondatore, S. Giovanni Battista de La Salle, fatto in modo curioso: un santo Fratello aveva letto e meditato tanto di frequente la vita del suo Fondatore, che si sentì inspirato a trascriverla: e con infinita pazienza, munito di lente, creando i chiaroscuri con la più o meno intensa scrittura, creò la immagine del Santo scrivendone la vita; con la lente e molta pazienza la si può rileggere seguendo le linee della fisionomia.

Dio ci risparmiò questa fatica: e se noi vogliamo leggere il Crocifisso abbiamo il libro che ci parla di lui in modo esplicito, ed è il Santo Vangelo.

Il Vangelo è la buona novella, l'annunzio della Redenzione che Dio manda a tutti gli uomini con le norme per poterne godere i frutti relativi.

Il Vangelo è Cristo.

Questo ben conoscevano i primi Cristiani che si radunavano allo « spezzare del pane » ( la S. Messa ) e a sentire spiegare il Vangelo.

Sull'altare vi erano due Tabernacoli, l'uno per il Corpo di Cristo, l'altro per la parola di Cristo, la Sacra Scrittura.

La Chiesa ancora adesso mostra questo grande rispetto per la parola di Dio: nella Messa letta il Sacerdote bacia il Vangelo, nella Messa cantata il diacono incensa il sacro libro, con la stessa venerazione con cui si fa salire l'incenso al trono del Santissimo.

Ma il rispetto deve diventare per noi un bisogno di studiare il Vangelo, per poter conoscere questo Dio Crocifisso di cui ci vantiamo discepoli.

E lo conosciamo noi il Vangelo?

S. Agostino narra che nella Chiesa di Ippona il "diacono leggendo il Vangelo mutò alcune parole del sacro testo: la folla dei cristiani, formata in gran parte di poveri pescatori, dalle mani callose, che avevano più famigliarità con la rete che non con le pergamene, ebbe un movimento di protesta, ed il Vescovo dovette sorgere dal suo trono per ristabilire la calma.

E noi conosciamo altrettanto bene, non dico le espressioni del sacro testo, ma almeno i fatti principali narrati nel Santo Vangelo?

È una vergogna e una deficienza grave per noi il trascurare lo studio e la conoscenza di questo libro divino: il Vangelo.

Esso solo ha parole di vita eterna, perché sono le parole pronunciate da Dio stesso per la nostra salvezza.

Ogni famiglia e ogni persona dovrebbe avere con se il Vangelo, e leggerne regolarmente una paginetta al giorno: in molte famiglie vige il pio uso di leggere il Vangelo pubblicamente la sera della domenica, cosa molto lodevole.

Si avverte di porre attenzione nel procurarsi il Vangelo che sia una di quelle edizioni approvate dalla Chiesa.

Fr. Luigi Dario.