Allegrezza di un'anima crocifissa con Gesù

B110-A7

( Dal Menologio del P. Elesban De Guilhermy, S. I. )

Tra monti e boscaglie abitale da tigri, ricca messe di patimenti raccolse nella missione del Tonchino il P. Felice Morelli.

Egli vi era giunto l'anno 1650, e subito si diede a esplorare quelle barbare terre, andando in cerca delle anime per luoghi sì paurosi, che le sue guide stesse, benché avvezze a fatiche e a pericoli, non vi si volevano arrischiare, più volte doveva contrastare a lungo per vincere la loro ripugnanza.

In una di queste orribili escursioni attraverso i boschi.

Dio lo volle compensare di tanti suoi sacrifici facendogli incontrare una fanciulla cristiana di quattordici anni, abbandonata da padroni inumani o forse dai parenti idolatri.

La trovò nel folto d'un macchione spinoso preso da lei per rifugio, coperta di piaghe verminose e tanto indebolita che non si poteva muovere.

Le si avvicino e dopo averla confessata, le domando se desiderasse di guarire.

La fanciulla rispose: « Padre mio, guarire o morire o rimanere in questo stato, poco m'importa, purché io sia come Dio mi vuole.

Del resto, mi sembra che la sanità non mi darebbe tanta consolazione quanta ne provo, perché somiglio un poco a Gesù Crocifisso ».

Poi, dando in un dirotto pianto, soggiunse: « Non crediate che la tristezza mi faccia piangere così. No.

Quel poco di somiglianza che ho con Cristo crocifisso, mi fa piangere di gioia ».

Quanta generosità in un cuore così tenero! e quanto amore in un'anima sì sofferente! …

E dire che tanti Cristiani dei tempi nostri aborriscono le croci, e imprecano e maledicono alla loro sorte ogni qualvolta, che loro capiti una benché minima cosa in contrario! …