L'insegnamento catechistico

B123-A5

e l'istruzione popolare dalle origini della Chiesa ai tempi moderni

( Note riassuntive )

Gesù, quando stava per salire al Cielo, radunati attorno a sé gli Apostoli sul monte stesso dove aveva avuto inizio la sua, passione, disse loro: « Andate, istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quello che vi ho comandato » ( Mt 28,19-20 ).

Gli Apostoli, però, nonostante la vita d'intimità con Gesù durante tre anni e tutti gli ammaestramenti da lui ricevuti, erano paurosi e tuttora ignoranti.

Gesù lo sapeva e per questo aveva ordinato loro « di non allontanarsi da Gerusalemme, ma d'aspettare la promessa del Padre » ( At 1,4 ) cioè lo Spirito Santo il quale avrebbe insegnato loro « ogni cosa » ( Gv 14,26 ) e ricordato tutto quello che aveva detto ad essi.

Il divino Paracleto darà loro tale coraggio che subito, spalancheranno le porte del Cenacolo, tenute prima chiuse ermeticamente per paura e predicheranno dinanzi a grande moltitudine di gente d'ogni regione.

Fu alla scuola della divina Sapienza che gli Apostoli e i primi discepoli ricevettero i lumi necessari per compiere la loro missione.

Ebbero il dono delle lingue, la scienza teologica e il potere di far miracoli.

Paolo, che per cieco fanatismo aveva perseguitato i primi cristiani, fu anch'egli subitamente illuminato e cambiato in Apostolo, sulla via di Damasco, sotto l'influenza della luce divina.

In seguito scrisse le numerose e profonde sue lettere « secondo la sapienza che aveva ricevuto ( 2 Pt 1,15 ) e fece gloriose conquiste alla dottrina evangelica perfino in seno al famoso areopago di Atene. ( At 17,34 )

Il bisogno di formare un'armata permanente di catechisti tanto istruiti quanto zelanti, aveva indotto S. Paolo a scrivere al suo discepolo Timoteo: « Ciò che hai sentito da me davanti a un gran numero di testimoni, confidalo a uomini fedeli che siano capaci d'istruire in queste cose gli altri » ( 1 Tm 4,16; 2 Tm 2,2 ).

Si crede che allo stesso scopo S. Pietro stabilisse una scuola di catechisti a Roma; S. Giovanni ne fondò una ad Efeso, S. Marco una ad Alessandria.

Nel secolo II° dopo Cristo, l'obbligo di combattere le eresie nascenti e di lottare contro la potente influenza della filosofia pagana, fece comprendere la necessità di moltiplicare queste istituzioni e dar loro una regolare organizzazione.

La scuola fondata da S. Pietro, posta sotto la diretta sorveglianza dei Papi e con la guida di uomini di grande valore estese, per prima, la sua azione sull'infanzia e fu di modello a tante altre similari fondate lungo i secoli successivi dai vescovi nelle loro diocesi.

Essi, quasi ovunque e per molto tempo, ebbero scuole nel palazzo episcopale e ne fondarono altre accanto e unite alle parrocchie: « Chiesa e scuola furono inseparabili per il popolo ».1

Verità, questa, confessata dagli stessi suoi nemici: « Il cattolicesimo fu il promotore più efficace dello sviluppo popolare, dell'intelligenza umana ».

Tuttavia le scuole non ricevettero un'organizzazione completa e la scienza non prese realmente un grande slancio nella Chiesa che all'epoca del pieno sviluppo dei conventi.

Le scuole monastiche resero grandi servizi anche per l'istruzione dei fanciulli.

Al VI° secolo furono ammessi a frequentarle anche i laici.

Per i sacerdoti queste istituzioni offrivano il carattere dei nostri seminari; si credeva che frequentandole i chierici acquistassero meglio la modestia e la gravità necessarie al ministero degli altari.

Si dice che il medioevo fu l'epoca dell'ignoranza, dell'oscurantismo; se è vero che vi furono secoli in cui realmente essi dominarono un po' ovunque, è ancor più vero che durante questo lungo periodo vi furono epoche di grande interesse per la cultura, specialmente religiosa e nei quali le scuole monastiche, vescovili; parrocchiali e pubbliche, erano frequentate da molti, anche da fanciulli poveri.

Per essi il concilio Laterano del 1179 aveva decretato: « La Chiesa di Dio, essendo obbligata, come buona e tenera madre, a provvedere ai bisogni corporali e spirituali dei poveri, desidera procurare ai fanciulli privi di risorse la facoltà d'imparare a leggere e progredire nello studio: perciò ordina che ogni chiesa cattedrale abbia un maestro incaricato d'istruire gratuitamente i propri chierici e gli scolari poveri; che a questo maestro si assegni un beneficio che sia sufficiente al suo mantenimento …

Un teologo ispettore sarà rimesso nelle altre chiese e nei monasteri nei quali v'erano un tempo dei fondi destinati a questo scopo.

Nessuno esigerà alcun pagamento né per il permesso d'insegnare né per l'esercizio dell'insegnamento …

La facoltà di tenere una scuola non sarà rifiutato a chi potrà provare la propria capacità.

I contravventori saranno privati del loro beneficio ecclesiastico. »

« Così si riassumeva in poche righe una lunga tradizione …

Nessun fanciullo, qualunque sia la povertà della sua famiglia, può essere privato d'un minimum d'istruzione; e, se è atto ai lavori intellettuali, deve trovare dei maestri che asseconderanno la sua vocazione …

I laici sono ammessi assieme ai chierici, specialmente gli « scolari poveri » …

Il Concilio vuole che siano ristabilite le antiche ( notate: antiche ) fondazioni scolastiche: scuole parrocchiali, scuole monastiche.

Città e campagne beneficeranno, il più largamente possibile, dello zelo pedagogico dei loro pastori.

È evidente, infine che, lungi dal pensare a un monopolio in favore d'una corporazione religiosa o civile, la Chiesa del dodicesimo secolo incoraggia l'apertura di nuove cattedre ovunque s'incontrerà un maestro degno di questo nome e la cui ortodossia - s'intende - non possa essere sospettata ».2

Bel programma e che non rimane lettera morta.

Le prescrizioni del Concilio portarono buoni frutti: vescovi e parroci, quasi ovunque, s'interessarono dell'educazione dei fanciulli, soprattutto della educazione religiosa finché giungiamo alla metà del secolo decimoquarto quando sorge la prima educazione religiosa votata all'insegnamento.

Di essa è fondatore Gerardo Groot dei Paesi Bassi.

Ha esistenza breve: dal 1340 al 1384, ma intensa di lavoro, sopratutto negli ultimi anni.

Sono essi a gettare le fondamenta d'un edificio un poco più solido quale sarà quello dei « Fratelli della Vita comune ».

« Nessun voto lega dapprima questi uomini che, sacerdoti o laici, si sentono e s'affermano fratelli per lo studio, la preghiera, lo zelo e che abitano sotto il medesimo tetto.

Si dedicano alla meditazione quotidiana e parecchi avranno fama di mistici.

S'impegnano nel copiare manoscritti … ma la loro vocazione è sopratutto l'insegnamento.

E in modo speciale si consacrano all'istruzione dei ragazzi poveri, fanciulli e fanciulle …

Mettono in vigore un programma che d'or innanzi sarà quello dell'insegnamento primario: lettura, scrittura, elementi di calcolo, lingua materna, tutto ciò ch'è immediatamente utile a una gioventù operaia ed artigiana …

E, secondo l'antica tradizione di disinteresse e di carità, le lezioni dei Fratelli sono gratuite.3

Purtroppo, però, anche questa istituzione non durò molto.

Nel secolo XVI° la decadenza generale dei costumi o le guerre civili di religione ebbero grande e funesta influenza sulle piccole scuole popolari.

Il male fu immenso e fu ancora la Chiesa ad intervenire.

Il concilio di Trento decretò « che nelle chiese povere che hanno pochi ecclesiastici, vi sarà almeno un maestro, scelto dal Vescovo col parere del capitolo, per insegnare gratuitamente la grammatica ai chierici e agli alunni poveri … e per questo si assegnerà ad esso la rendita di qualche beneficio semplice, del quale godrà finché effettivamente continuerà ad insegnare ».

Il governo ordinò anche l'istituzione dei seminari diocesani.

Sorse allora una falange di santi e zelanti monaci e sacerdoti parecchi dei quali si occuparono principalmente dei fanciulli poveri.

In Italia, san Carlo Borromeo e Mario Sadis; gentiluomo milanese, fondarono delle associazioni di « sacerdoti della dottrina cristiana » il cui principale scopo era appunto quello d'insegnare la religione ai fanciulli e al popolo; Sant'Ignazio di Loyola inaugurò il suo generalato della Compagnia di Gesù facendo, poche ore dopo la sua elezione, il catechismo in una chiesa vicina di Roma.

Imitando il loro fondatore, i suoi discepoli s'imposero, tra i primi doveri, l'insegnare la religione ai fanciulli.

S. Girolamo Emiliani ( 1481-1537 ), « dopo aver percorso onorata carriera, si consacra interamente all'educazione morale dei fanciulli orfani ed abbandonati della sua nativa Venezia, fondando la Congregazione dei Somaschi …

Programma d'insegnamento: leggere, scrivere, conteggiare e la dottrina cristiana … »4

Dopo di lui continuano i tentativi di fondazione di ordini e congregazioni religiose dedicati esclusivamente all'insegnamento, specialmente popolare.

Il beato Pietro Fourier, sacerdote francese, dopo aver compiuto gli studi classici, apre, nel 1584, una scuola elementare a Mirecourt.

Un suo ex alunno, sindaco di Luneville, dice di lui: « Se alla mia morte trovo grazia davanti a Dio, come spero, ne attribuisco la fortuna all'essere stato allevato, nella mia prima giovinezza, dal beato Fourier ».

« Ciò che maggiormente gli dispiaceva era il vedere dei fanciulli esclusi dalla scuola perché non potevano pagare »5

Purtroppo, la sua istituzione durò per poco tempo.

Ma il Signore suscitò un altro Santo la cui opera fu duratura, Santo che, continua ancora attualmente: San Giuseppe Calasanzio.

Nato nel 1556 in Spagna, fondò la congregazione delle Scuole Pie e degli Scolopi: « Lo scopo di questa società è d'insegnare ai fanciulli a leggere, a scrivere, a calcolare, a tenere i libri presso i mercanti e negli uffici … »6

Le Scuole Pie incominciarono a Roma nel 1597.

Questa congregazione non era molto diversa da quella dei Gesuiti: solamente s'incaricava in modo particolare delle classi elementari di grammatica e i suoi membri si dedicavano esclusivamente all'insegnamento.7

Dobbiamo anche ricordare la « Congregazione della Dottrina Cristiana » del P. Cesare de Bus che tenne per un certo tempo scuole per i poveri.

Abbiamo infine, potremmo dire come « precursori » del grande organizzatore delle scuole popolari, Carlo Demia, Nicola Barré ,e Nicola Roland.

« Il Padre Barré a Rouen, M. Demia a Lyon, cercarono di creare dei seminari di giovani maestri di scuola, ma le loro opere mancarono di spirito di disciplina e di sacrificio che le fa durevoli.

Non poterono sopravvivere a lungo e appaiono solamente come abbozzi del Grande Istituto che San Giovanni Battista de La Salle era destinato a creare a prezzo di fatiche e prove che ne riempirono la vita.8

Carlo Demia, nato nel 1637 a Bourg en Bresse, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1663, « chiamato a esercitare il suo ministero nel centro della diocesi di Lione, nel 1666 scrisse una lettera alle autorità della città sulla « necessità delle scuole per l'istruzione del fanciullo povero ».

Alcune persone generose offrirono i mezzi per aprire una scuola in un quartiere assai popolare: fu una festa per Demia, ma era troppo poco per quello che restava da fare.

Nel 1668, in forma più solenne, rinnovò le sue Remonstrances o esortazioni ai Capi della Municipalità e alle persone più facoltose.

I suoi voti furono finalmente accolti.

Autorità civili e religiose gareggiarono di zelo nella fondazione di pubbliche scuole per i poveri; il Demia fu nominato direttore generale, e un ufficio apposito presiedeva all'organizzazione e al funzionamento.

Alla sua morte, avvenuta nel 1689, esistevano a Lione sedici scuole, che davano gratuitamente l'istruzione a 1600 alunni.9

Purtroppo, però, " tentativi del Demia per la formazione pedagogica dei maestri, finiscono, con la sua morte; le scuole di Lione durano ancora fino alla Rivoluzione del 1789; l'opera del La Salle, "mediante la formazione totale dei Maestri, ha sorpassato già due secoli e mezzo di esistenza ed è destinata a perpetuarsi con la Chiesa "10

M. Roland, canonico teologo di Reims, avendo visto il frutto portato dalle " Remonstrances " del Demia, volle anch'egli stabilire delle scuole per i poveri.

A questo fine fondò una congregazione di religiose insegnanti conosciute col nome di suore del Bambino Gesù.

La sua opera incontrò la simpatia della popolazione; ma non era ancora completamente organizzata quando, il 27 Aprile 1678 il Roland morì.

Prima di spirare raccomandò le suore al De La Salle che le prese sotto la sua protezione e provvide alla continuazione dell'opera ch'era destinata sopratutto alle ragazze.

Per conto suo San Giov. B. de La Salle fondò per i ragazzi il grande Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane che aprì un'era assolutamente nuova nell'insegnamento specialmente popolare ed artigiano: l'era che dura ancora ai giorni nostri.

F. D.


1 David "Gregorio VII"

2 Augusto Comte « Corso di filosofia positiva ».

3 « Histoire general de l'Institutdes-Frères des Ésoles Chrétiennes » di S. Rigault, 1° vol., pagg. 6-7.

4 " Giovanni Battista de La Salle Maestro dei Maestri e Santo " di Fr. Alberto di Maria delle Scuole Cristiane.

5 Rohrbacher " Storia universale della Chiesa "

6 idem

7 Vincenzo Tabuli " Vita di S. Gius. Casalanzio "

8 Histoire de l'Ins, des Frères des Écoles Chrétiennes di J. Herment pag. 20

9 Fr. Alberto di M. "S. Giov; B. de la Salle … " pagg. 16-17

10 Fr. Alberto di M. " S. Giov. B. de La Salle …, pag. 17.