Di paese in paese  

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S. Giovanni Bosco aveva in grande stima la Comunità delle Suore di S. Anna della Provvidenza: tanto grande che chiese la collaborazione di due loro religiose, quando si trattò di avviare nel 1873 quell'insigne Istituto di Figlie di Maria Ausiliatrice, che dilagò poi in tutto il mondo.

Ed a quelle stesse Suore, che per quel felicissimo avvìo furono sempre riguardate, con memore delicatezza, come le zie della Società femminile salesiana, a quelle stesse Suore il Santo dei fanciulli aveva già fatto rivolgere l'Eco.mo Vescovo di Doliche e Vicario Apostolico di Hyderabad, Mons. Gr. M. Domenico Barbero, quando quest'ultimo era stato di passaggio a Torino nei 1871, nella ricerca di Suore idonee alla sua missione, nel Deccan, nella vasta regione peninsulare, che tra il Mare Arabico ed il Golfo del Bengala s'avanza a punta di triangolo nell'Oceano Indiano.

E così è che da ottant'anni in qua l'Istituto delle Suore di S. Anna mise radice, prosperando e diramandosi in quella lontana terra tropicale, con una magnifica attività missionaria:

nelle scuole ( da quella materna, su su, fino alle soglie dell'università, con alunni vari per casta e religione, per lingua e condizione sociale, riscuotendo il favore dei Principi e dello stesso Sovrano, a tal punto che essi affidano alla loro educazione figlioli e nipoti );

negli educandati, negli orfanotrofi, dispensari, ambulatori, ospedali, lazzaretti, lebbrosari ( meritando per l'eroica assistenza a colerosi ed appestati il riconoscimento ufficiale del Governo, con decreto di medaglia d'argento al valore );

con escursioni ardite a scopo sanitario, secondo itinerari pericolosi, spingendosi con difficoltà fino ai villaggi più remoti; col dare vita infine ad un Istituto diocesano, quello delle Suore Catechistiche di S. Anna, per vocazioni indigene.

Per quest'ultima provvida, santa iniziativa le conversioni al cattolicesimo si sono meravigliosamente moltiplicate.

In tale campo, il contributo delle religiose indigene è senz'altro efficacissimo e spesso indispensabile , per la conoscenza perfetta che esse naturalmente hanno dei costumi e della lingua locale.

Ed a penetrare in qualunque abitazione, dal tugurio alla reggia, soccorre egregiamente ed insostituibilmente l'attività sanitaria, nella quale le Suore missionarie di S. Anna sono tutte assai esperte e perciò ricercate.

Ne voglio dare un esempio, prima di far punto a questo doveroso e purtroppo rapido accenno alla bella missione in India di un Istituto, che fa onore alle tradizioni torinesi.

Un bramino, che aveva più volte manifestato il desiderio di convertirsi, senza tuttavia poterlo fare per l'irriducibile opposizione dei parenti, s'ammala ed è moribondo.

Si mandano finalmente a chiamare le Suore missionarie, tenute fino allora lontane per diffidenza sospettosa.

Ne accorre tosto una, la quale elude la sorveglianza degli intimi, con questa domanda naturale, rivolta ad arte: « Hai sete? Vuoi la medicina » - aggiunge con un soffio di voce - « del Cielo? »

Ed al cenno affermativo, la pia donna si curva, facendo scorrere dall'ampolla sul mento del morente, a segno di Croce, la vivifica acqua lustrale.

Il nomade

Lezioni

Iddio, ai semplici, ai puri di cuore, offre un incomparabile dono; l'ali dell'elevatezza, che permettono loro di lambire il Cielo, oppure, se si vuole, l'udito di mistiche risonanze, quasi spirale di conchiglia che accoglie bòmbito d'eterno.

E se di essi dovessimo dare una similitudine di aspetto naturale, diremmo che essi sono come l'orizzonte della terra, là dove questa tocca il cielo.

Tanto in essi è familiare ed assidua l'invisibile, ma reale presenza di Dio.

Mi è occorso di fare codesto pensiero poco fa, leggendo un libro appena uscito.1

Un giorno, a chi, vedendola senza compagnia, chiese a Suor Maria Matilde delle Suore di S. Anna della Provvidenza « Sei sola? », ella rispose: « No. Conta bene. Siamo cinque: la Santissima Trinità, l'Angelo custode ed io ».

Ed il Signore non gratifica di codesto dono soltanto coloro che gli offrono castità assoluta, ma naturalmente anche quei puri, che vivono nel calore sano della castità coniugale, cosa che mi avvenne di constatare una volta di più lo scorso novembre, quando fui a colazione con i coniugi Brien, canadesi, in una delle tante trattorie romane dei pressi del Colosseo.

Prima di sedersi a tavola, fecero entrambi il segno della Croce con tanto composta naturalezza, con tanto raccoglimento da imporsi al rispetto di tutti gli avventori, che si erano voltati a guardarli.

Nessun sorrisetto, nessuna smorfia. Tutti seri. Si sentiva che per quei coniugi Dio è presente tanto in trattoria quanto in chiesa.

E non fa quindi stupire che lui, l'insigne Accademico Roger Brien, benché povero e con tutti gli oneri di famiglia, sia visibilmente protetto dalla Provvidenza nella sua magnifica, mondiale opera mariana e riesca a mettere insieme - tanto per dare un esempio - per il solo prossimo numero di maggio, della splendida e largamente diffusa nel mondo Rivista Marie, interamente dedicato all'Assunzione, con una tiratura di ben cinquantamila copie di duecento pagine illustrate ciascuna, formato grande, quindici milioni di lire!2

G. G. di S.


1 Angela Maria Sandrone, Conto di una giovinezza pura, Ed. L.I.C.E., Torino, 1951

2 Gli abbonamenti a Marie si ricevono per l'Italia presso la Segreteria Centrale delle Congregazioni Mariane,
Borgo Santo Spirito n. 5, Roma.