Dove rifulse la santità di fra Leopoldo Maria Musso

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Un itinerario

Se questo titolo avesse il sapore di una interrogazione e mirasse a stabilire con una risposta qualche dato relativo al dove e come e quando sulla fisionomia di Fra Leopoldo M. Musso si siano profilati i lineamenti della santità, il conoscitore della biografia del Servo di Dio dovrebbe descrivere un vero itinerario.

Sarebbe allora necessario partire dal piccolo paese di Terruggia, ove il Musso sortiva i natali l'anno 1850, trascorse l'infanzia piena di grazia e diede l'esempio di una giovinezza angelica.

Dovremmo spostarci nella città di Vercelli per ammirarlo nel suo primo impiego al servizio di signori, poi venire una prima volta a Torino, compiere due tappe al paese di Viale d'Asti e ritornare dopo qualche anno al paesello natio per vederlo accanto alla madre ormai vecchia e da assistere nel tramonto della vita.

In una ripresa del cammino dovremmo seguirlo a Casale Monferrato, al servizio dei padri Camillini.

Infine, ritornando a Torino, potremmo stabilirci all'ombra del convento francescano e della chiesa di San Tommaso, che segnano l'ultima e più lunga tappa nella vita di fra Leopoldo.

Tale itinerario sarebbe un'esigenza della storia e, sebbene non molto complesso, offrirebbe ad ogni passo materiale copioso per una biografia che sin dalle prime pagine sarebbe olezzante di soavissima santità.

La vita di fra Leopoldo, in tutte le sue manifestazioni come in tutte le sue fasi e suoi particolari e quella del santo.

Il profumo di virtù soprannaturali e non comuni che destano nei suoi conoscenti l'ammirazione, non si manifesta nella sua vita ad un certo tratto o ad una qualche svolta determinata, ma è una rivelazione che illumina la sua figura circondandola di un alone sin dall'infanzia e lo accompagna in un crescendo meraviglioso per tutto il corso della vita mortale sino al giorno in cui Egli darà addio alla terra per il Cielo.

Si potrebbe asserire a questo riguardo con una frase scritturale che il Signore lo aveva prevenuto sin dalla nascita in benedizioni di dolcezza e lo avrebbe condotto per vie mirabili in tutta la sua vita.

Fu così che quanti lo conobbero poterono testimoniare come sempre e ovunque il Musso recasse con sé e manifestasse le bellezze singolari di un'anima che faceva pensare alla vita dei santi.

La chiesa dei santi

Quando nell'anno 1905 entrava nel convento di San Tommaso e indossando le serafiche lane diveniva Fra Leopoldo Maria Musso, Egli era già un santo avanzato.

La vita francescana non poté determinare in lui agli effetti dell'ascetica un orientamento nuovo; non fu che un coronamento alle sue virtù già profonde e la realizzazione di un sogno da molto accarezzato, che meglio avrebbe acconsentito all'anima sua un più rapido progresso in certe ascensioni spirituali, cui egli da tempo era già allenato.

Eppure va rilevato quale importanza e quale salutare influenza non ebbe per la vita di Fra Leopoldo la sua venuta e la sua permanenza a San Tommaso.

È a questa ultima tappa alla quale il Signore attendeva il Suo servo, destinandolo a grandi cose.

Quivi sarebbero maturati i disegni di Dio.

La Provvidenza prepara la vita dei santi e per Frate Leopoldo l'aveva preparata con piano mirabile, facendolo sfociare in questo nostro convento, dove il predestinato avrebbe trovato l'ambiente più ideale e più adatto a completare in lui la figura del santo, dell'apostolo mistico e veggente.

Sarà quindi a San Tommaso che rifulgerà più che mai, più che altrove, la fisionomia di questa grande anima, che sarà come un centro potente di attrazione e di irradiazione per gli splendori fecondi di santità e di opere.

Quando fra Leopoldo veniva per virtù di santa obbedienza a stabilirsi quale umile cuoco dei frati di San Tommaso, quivi già era la " chiesa dei santi ".

Tale denominazione attribuita alla chiesa di via Pietro Micca, forse non era ancora stata coniata dalla tradizione popolare come lo è oggi, ma in realtà lo era già di fatto allora, perché dei santi ve n'erano e fra Leopoldo ne trovò più d'uno.

Sotto le sue volte aleggiava lo spirito beato di Lucia Rayna, figura eminente di terziaria santa ivi sepolta e venerata.

Era ancora palpitante l'atmosfera degli ardori eucaristici di Teresa e Giuseppina Comoglio, da poco scomparse lasciando il monumento perenne del loro amore in quel movimento grandioso che è l'Adorazione Quotidiana Universale Perpetua.

La chiesa di San Tommaso era allora per Torino il centro della vita e pietà Eucaristica, che s'irradiava ovunque con incalcolabili frutti nelle anime.

Ma questi nomi non bastano.

Vi erano dei santi viventi ed operanti e con questi fra Leopoldo ebbe la invidiabile sorte di incontrarsi, di accompagnarsi per parecchio tempo.

Vogliamo alludere al Servo di Dio Paolo Pio Perazzo, il ferroviere santo, il continuatore efficace degli ideali delle Comoglio, il Ministro del Terz'Ordine Francescano di San Tommaso.

Con lui fra Leopoldo stringerà vincoli di intima e santa amicizia, entrambi diverranno il confidente, il consigliere, l'uno dell'altro - e si comunicheranno gli ardori delle anime loro così accese di amore serafico.

Astro maggiore

E fu tutta una fioritura, una costellazione come di tanti satelliti intorno all'astro maggiore, intorno a Fra Leopoldo.

Egli sentiva di essere tra santi ed è lui stesso che annovera esplicitamente tra essi alcuni anche dei suoi confratelli e superiori: per esempio il P. Ludovico Bertana, della cui morte sarà consolato con la comunicazione dall'Alto di non pregare col De Profundis, bensì col Gloria Patri.

Ed ancora: l'austera ed amabile figura del venerando Fra Guido Franchino, sopravissuto di molto ma che con Fra Leopoldo visse gli albori della vita religiosa, e da molti ricordato ancora come il sagrestano santo di San Tommaso.

Ed anche: il compianto Padre Vincenzo Vallaro, chiara meteora pure tramontata nel cielo di San Tommaso.

Egli seguì in tutto il suo corso la vita religiosa di Fra Leopoldo.

Ebbe ancora la gioia di vederne iniziato il cammino verso la gloria.

Fu lui che gli indossò il saio francescano nel 1905, fu lui che gli fu sempre vicino, fu lui che ne assistette il trapasso nel 1922 e ne salutò finalmente il felice ritorno, quando nell'aprile del 1948 furono trasportate le spoglie in San Tommaso.

« A l'é torna a cà ».

Al di sopra, Regina dei Santi, è Nostra Signora del Sacro Cuore.

Le estasi, le ispirazioni di Fra Leopoldo sono nate nella devota cappella a Lei dedicata.

Il poema d'amore che ai Suoi piedi il Nostro compose e che nessuno potrà mai scoprire in tutta la sua interezza ci dicono ancora una volta perché egli ora riposa in questo caro santuario fra le mura di San Tommaso.

Ormai questa chiesa è diventata per antonomasia la chiesa di Fra Leopoldo.

Così la chiama il popolo devoto, così amiamo chiamarla anche noi, rivolgendoci a Lui con queste parole sacre: Domus sanctificationis tuae et gloriae tuae.

P. Agnello Giobergia ofm.

Curato di San Tommaso in Torino

La chiesa dei santi: San Tommaso, in Torino, illuminata in occasione della Peregrinatio Mariae.