Di paese in paese  

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Scrive Fra Leopoldo nel suo Diario che i Fratelli delle Scuole Cristiane hanno buon gusto e sanno far bene le cose.

Altrimenti detto, i Fratelli sono dei signori.

Mi tornano queste parole alla mente ora che chiudo il libro del Fratel Leone di Maria sul « Fratel Teodoreto ».

Véramente non potrebbero cadere più a proposito.

Un Postulatore Generate, di una Comunità di raggio mondiale, con tutte le molteplici incombenze che gli sono annesse e connesse, non teme di sovraccaricarsi di un nuovo peso: quello di scrivere la vita d'un suo Confratello, morto a più di ottant'anni.

Dunque, a vita più lunga, maggior mole di documenti da raccogliere e più gran fatica.

Poiché non si tratta soltanto di una vita, ma di una prima vita: prima in ordine di tempo.

E che cosa lo spinge a farlo? Un pensiero che è un'inquietudine ed insième un gran segno d'affetto, umile per di più.

Quasi si scusa: « nessuno lo vuoi fare. Lo farò io ».

Perché il tempo scorre veloce.

E tra i testimoni oculari, quelli che sono già vecchi, possono andarsene in un batter d'occhio e lasciarci senza deposizione: più preziosa per più lunga consuetudine di vita.

Ed ha ragione, l'autore.

Alcuni tra i più autorevoli deponenti, il Fratello Bonaventura ed il Fratel Arcangelo, per esempio, muoiono poco dopo aver commesso all'indagatore la loro testimonianza.

Le, testimonianze, dunque, sono molte.

Anzi, si può dire senza tema di sbagliare, tutte quelle che si potevano raccogliere.

Ciò che offre, all'ordinatore di esse, un altro appiglio per non esporsi alle luci della ribalta.

« In fondo » mormora ancora « non sono io che ho scritto: ho soltanto coordinato.

Il libro, l'abbiamo scritto tutti insieme: i testimoni ed io ».

Anche se questa improba fatica, ( così pazientemente, razionalmente e chiaramente condotta, pietra su pietra, mattone accanto mattone, dalle fondamenta fin su, al tetto ) faccia risaltare il disegno armonioso del costruttore a scapito della fluenza scintillante ed estrosa dello scrittore.

( Cioè: « scrittorello », come si qualifica lui, per infliggersi l'ultima botta e così scomparire del tutto ).

Ma stia certo il generoso architetto ( che ha saputo affrontare sporgenze anche ardite ).

Stia certo, Voglia o non voglia, lo scrittore autentico scappa fuori lo stesso, qua e là, fra la trama del tessuto, senza lacerarne i fili.

E per coglierne la statura, basterebbe, da sola, quella deliziosa e gustosissima pagina: di « Giustificazioni », premessa al testo, la quale scoppietta di battute e di arguzie come fuoco di camino alla famiglia che è richiamata a raccogliersi intorno al suo tepore.

Stia certo, caro Fratel Leone di Maria! Se - come effettivamente è - sacrificio, da parte Sua c'è stato, quel Suo scomparire così affettuosamente devoto è la più bella e degna cornice al Suo disegno dell'Eroe.

L'essersi fatto sgabello perché vi salga su, gigante, il Santo - e perché molti, ad imitazione di Lui, si facciano simili - costruisce realmente granitico il primo scalino verso quella glorificazione che è nei nostri voti.

Di che tutti noi lettori, presenti e futuri, vicini e lontani, per lingua e, paese. Le siamo di gran cuore grati.

Il viandante


E uscito il libro del Fratel Leone di Maria

Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

Casa Editrice A. & C. - Torino - Via Andrea Doria num. 27-

L. 500