Casa di Carità Arti e Mestieri

B148-A5

La Casa di Carità citata al Parlamento

Nella relazione sul bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione per l'anno 1957-58, l'on. Franceschini, riferendo sull'istruzione professionale, ha citato la nostra scuola, considerandola come opera lasalliana, e l'ha definita così: « la Scuola di Carità di Torino modello di Istituto Professionale gratuito ».

L'on. Franceschini, come ricordiamo, era stato precedentemente alla Casa di Carità per tenervi l'ultima relazione di convegno della FIDAE sull'istruzione professionale.

In quell'occasione l'on. Franceschini, dopo aver preso atto delle finalità educative e sociali e dei metodi di insegnamento che la contraddistinguono, assai si compiacque di ogni cosa e giudicò la Casa di Carità Arti e Mestieri all'altezza delle migliori scuole professionali americane, delle quali egli ha una particolare conoscenza.

Corso per operai S.A.F.O.V.

La collaborazione tra Casa di Carità ed Aziende si è ulteriormente concretata con l'inizio di un corso biennale serale di cultura integrativa per manutentori e montatori di ascensori, con 19 allievi dipendenti della S.A.F.O.V., in data 9 Gennaio 1958.

I corsi sono sempre preceduti da opportuni contatti tra le Aziende e la Direzione della Scuola in modo da raccogliere tutti gli elementi, tecnici, umani ed ambientali utili ad identificare le necessità professionali, morali e sociali degli allievi.

Corsi per Apprendisti

Il 7 Gennaio, a norma della legge sull'Apprendistato, si sono iniziati, sotto l'egida del Centro di Addestramento professionale Casa di Carità Arti e Mestieri, 24 corsi di secondo grado per Apprendisti, per un totale di 801 allievi.

Metà dei corsi si svolgono presso la sede di Corso Benedetto Brin, e metà presso l'Istituto di Arti e Mestieri di Corso Trapani, ospitati e valorosamente condotti dai Fratelli delle Scuole Cristiane.

Detti corsi comportano ciascuno tre ore complessive di lezioni settimanali, comprendenti come materie di insegnamento: tecnologia, matematica e disegno.

Precede questi insegnamenti una mezz'ora di Catechismo settimanale per gli apprendisti che liberamente vi acconsentono con il permesso del loro datore di lavoro.

A questo proposito è stata svolta un'intensa opera di persuasione, sia presso le Aziende che presso i giovani.

L'On. Umberto Delle Fave. Sottosegretario al Ministero del Lavoro, visita la Casa di Carità
A. M. in occasione della « Giornata dell'Apprendista ».

Giornata dell'Apprendista e visita dell'On. Delle Fave

La Casa di Carità ha partecipato alla celebrazione della « Giornata dell'Apprendista » indetta dal Ministero del Lavoro per il 26 gennaio 1958, e in tale occasione è stata visitata da S. E. l'On. Umberto Delle Fave, Sottosegretario al Lavoro, venuto a Torino per la celebrazione della giornata.

S. E., che al mattino aveva tenuta la commemorazione ufficiale al teatro Carignano ed aveva visitato diverse scuole professionali, arrivò alla Casa di Carità nel tardo pomeriggio, accompagnato dall'On. Rapelli, dal Prefetto e da altre autorità.

Visitò minutamente tutta la Scuola, ascoltò con molto interesse una relazione sulla natura dell'opera e sulla sua attività, e infine parlò alla scolaresca riunita, esprimendo il suo vivo compiacimento.

Ecco il brano saliente del suo discorso:

« Nel chiudere questa memorabile celebrazione della prima giornata nazionale dell'apprendista in questa vostra grande città di Torino, ho soltanto un rammarico, quello che la pochezza del tempo non mi consenta di attardarmi come vorrei con voi per dirvi tutta la mia gioia e il mio compiacimento.

I vostri dirigenti hanno avuto l'amabilità di mettermi al corrente della vita di questa grande e bella istituzione torinese, che è la Casa di Carità.

Ci troviamo davvero qui di fronte a una delle migliori istituzioni, non soltanto della vostra città, ma dell'Italia: per saggezza amministrativa, per puntualizzazione e perfezione didattica, per completezza di attrezzatura, per l'animo e lo spirito che vi ispira e che è poi quello che in definitiva domina tutto, tutto trascende e tutto comprende.

Meglio davvero non potevo concludere questa mia giornata torinese.

Di fronte a questa vostra "Casa", alla sua struttura, alla sua organizzazione, alla sua amministrazione, alla sua frequenza, al suo spirito, devo dichiarare che ci troviamo di fronte a un modello del genere.

Noi del Ministero del Lavoro abbiamo l'orgoglio, oggi posso dirlo dopo le cose che ho visto e udito, di aver contribuito per il passato e di contribuire per il presente a questa magnifica istituzione.

Non è vana promessa se vi dico che da oggi in poi, avendo avuto la fortuna, l'onore di conoscervi da vicino e di potervi apprezzare, per l'avvenire l'opera, il concorso, la sollecitazione dèi Ministero saranno tutte molto maggiori di quanto non furono per il passato.

Noi non abbiamo altra ansia che spendere bene il denaro del pubblico contribuente, in qualunque direzione, purché renda nell'interesse delle categorie lavoratrici e del popolo italiano.

E mai danaro fu meglio speso che da voi, dato il vostro rendimento e i vostri risultati.

Non posso attardarmi a commentare le belle cose che ho potuto vedere.

Come uomo di scuola ho apprezzato la modernità del metodo e la completezza didattica, che fanno di voi un istituto veramente all'avanguardia nel campo dell'addestramento professionale.

Si discute molto su quale sia il metodo migliore da attuare nel campo dell'addestramento.

Il vostro Direttore mi illustrava la nuova teoria che egli attua ogni giorno tra voi e io istintivamente ho sentito che essa è la più idonea;

dichiaro che è la più idonea a produrre i migliori risultati, ed in effetti io li ho potuto constatare.

Ripeto, ci troviamo di fronte ad un'istituzione modello, dal punto di vista scientifico, didattico, organizzativo, amministrativo.

Però devo dire ad onore dei torinesi, che cose pregevoli nel campo dell'addestramento e del metodo, nel campo scientifico ed organizzativo ne ho visto molte in questa giornata.

Ma tra voi, ed è quello che più conta e che vorrei sottolineare a conclusione di questa mia giornata, è lo spirito assolutamente nuovo che anima la vostra istituzione, nuovo e nello stesso tempo antico come tutti i valori perenni, e cioè schiettamente cattolico-cristiano.

« Il vostro Direttore mi diceva, illustrandomi l'opera, che essa mira a far sì che tutta l'industria torinese e italiana diventi una casa e una carità, nel senso cristiano di quella "caritas" che edifica.

L'aver compreso questo programma, nel 1925, quando questa istituzione è nata qui in Torino, quasi occasionalmente e accidentalmente, come nascono tutte le grandi cose nel nostro paese, sotto il segno della Provvidenza, l'aver compreso tutte queste cose, averle vissute e realizzate torna a onore di coloro che vi hanno preceduto e a onor vostro, e da a voi la suprema responsabilità di tramandare ai vostri posteri questa Istituzione così nobile, bella e pura, come vi è stata consegnata dai vostri padri.

« Non è dunque vero che in nome della carità tradizionale della Chiesa si possano fare soltanto cose valide nel campo elemosiniere e non anche dal punto di vista moderno della tecnica e della scienza, che ogni giorno si modifica e si evolve.

Non è vero, perché non è nel nostro quadro mentale e non è nel nostro quadro spirituale.

La carità senza la scienza potrebbe essere vuota, come la scienza senza la carità potrebbe essere cieca, come i principi senza, la pratica sono vuoti e la pratica senza i principi è cieca.

Ma noi cattolici, che da secoli, da millenni ripetiamo i nostri principi, sappiamo molto bene che nella sintesi dei principi e della pratica, della carità e della scienza, della teoria e della pratica si sintetizza quell'armonia che è cristiana e solamente cristiana.

Quest'armonia qui, in questa Casa vive e manifesta la sua esistenza in modo addirittura ammirativo e superlativo.

Queste cose ho voluto dirvi per ribadire un concetto che mi è affiorato spesso in, questa giornata, che vano sarebbe lo sforzo degli uomini sul piano della scienza, della tecnica e della materia, se non fosse sostenuto dai valori supremi dello spirito.

A questa vostra "Casa" che in nome dello spirito è nata, ma che ha saputo anche in nome dello spirito marciare con la scienza e le esigenze pratiche - e non è questo l'ultimo dei vostri meriti - questa vostra casa che io ho visitata per ultima in questa giornata, ma che rimarrà in cima ai miei pensieri come prima di tutte, come tra le gemme che più vale ricordare e conservare, a questa vostra Casa a nome del Governo, oltre che il ringraziamento per quello che avete fatto e che vi accingete a fare, io dò il segno del nostro riconoscimento e del nostro entusiastico plauso ».

Premiazione annuale e visita del Ministro del Lavoro, On. Gui

La premiazione annuale dei corsi svoltisi durante l'anno scolastico 1956-57 ha avuto luogo il 20 Aprile u. s. con l'intervento del Ministro del Lavoro, On. Luigi Gui, del Prefetto di Torino, del Sindaco avv. Peyron, dell'ing. Aldo Valente, Assessore alla Provincia, del cav. Mario Enrico, Assessore al Comune e di molte altre personalità, fra cui ricordiamo il Dr. Donnet, direttore dell'Uff. reg. del Lavoro, il Fr. Armando, Direttore del Collegio S. Giuseppe, il Dr. Boidi, in rappresentanza della Cassa di Risparmio di Torino, l'ing. Prof Dematteis, la Sig.ra Giletti, presidente delle nostre Patronesse.

S. E. il Ministro giunse verso le otto alla Casa di Carità e per prima cosa salì alla cappellina dell'ultimo piano, dove ascoltò la S. Messa e fece la Comunione insieme ai catechisti.

Fatta quindi una breve colazione incominciò la visita della Scuola, che gli venne illustrata nei suoi orientamenti, nelle sue realizzazioni e in tutti i suoi aspetti.

Raggiunta poi la sala grande, che serve provvisoriamente per tutte le funzioni collettive e dove si trovava riunita la scolaresca con il corpo insegnante e le molte personalità intervenute, il Ministro ascoltò il saluto che il Presidente gli rivolse a nome dell'assemblea e prese subito la parola.

« Cari giovani, è per me motivo veramente di grande rammarico quello di non potermi soffermare di più in mezzo a voi e nella vostra scuola.

Quello che ho potuto vedere nella rapida visita che ho compiuta poco fa, mi avrebbe invogliato, per la verità, a soffermarmi più a lungo.

Non voglio tuttavia, mancare di dirvi una parola.

Prima di tutto voglio esprimere il mio vivo compiacimento per quello che ho veduto, per l'impostazione di questa grande Scuola.

Ho sentito dalle parole dei vostri Dirigenti, quali sono i criteri che la ispirano ed ho visto poi, girando nell'officina e per le aule, lo svolgimento pratico di questo insegnamento.

Ho commentato poco fa le mie conclusioni nel libro dei visitatori e le ho così riassunte: questa Scuola dimostra la bontà della linea che ha seguito sempre il Ministero del Lavoro, il quale, in materia di addestramento professionale, non vuole sostituirsi alla iniziativa libera di tutti coloro che hanno buona volontà, ma soltanto sorreggerla e sostenerla.

E quello che ho visto dimostra appunto che questa linea è la più efficace, la più feconda, almeno in una città come Torino, in una popolazione evoluta e sensibile, di alta coscienza civile e sociale come quella della vostra città e della vostra provincia.

Ho visto che gli aiuti del Ministero del Lavoro sono stati impiegati in un modo veramente proficuo ed hanno servito a mobilitare tante altre energie, tanti altri mezzi che altrimenti, se lo Stato avesse voluto fare tutto lui, sarebbero rimasti probabilmente inutilizzati, non sarebbero stati scovati, non sarebbero venuti ad aggiungersi allo sforzo dello Stato.

Ho visto soprattutto che oltre ai mezzi materiali, sono state mobilitate tante energie intellettuali, morali, tanta passione, tanto spirito di sacrificio, tanta dedizione da parte di coloro che dirigono la Scuola, che l'hanno fondata, che si ispirano a una loro dottrina di alto valore, da parte di tutti i vostri Insegnanti e Dirigenti; e perciò il mio ringraziamento, il mio compiacimento si deve tradurre immediatamente in un ringraziamento verso di toro, verso coloro che hanno fondato, che guidano e in mille modi collaborano alla così felice riuscita di questa istituzione.

Mi ha particolarmente interessato anche la dottrina educativa che sta alla base di questa loro iniziativa, la quale ha sì la finalità di preparare dei giovani lavoratori il più attrezzati possibile ad affrontare la carriera lavorativa nelle aziende, ma inserisce questa formazione professionale in un più ampio quadro, in una visione più ampia, rivolta a formare non soltanto il lavoratore, ma l'uomo, il cristiano, il cittadino.

L'uomo, ed è l'uomo il lavoratore.

Desidero dire una parola particolare per voi.

Non ho potuto vedere con il dettaglio che avrei desiderata qual'è il risultato dei vostri impegni, della vostra frequenza, della vostra assiduità, ma penso, per quel che ho visto, che debba essere veramente soddisfacente e consolante.

So poi che tutti quelli che escono da questa scuola, trovano immediatamente occupazione, e questa è la migliore dimostrazione che la scuola, anche sul piano pratico, raggiunge le sue finalità.

Ebbene, io voglio dire, cari giovani, questo mi fa piacere.

Come Ministro del lavoro sono preoccupato, naturalmente, che lavoratori italiani trovino l'occupazione, che l'occupazione è la garanzia prima, la condizione prima per migliorare la loro condizione materiale, per progredire, per avere serenità, benessere nella loro vita; ma per trovare occupazione, voi già l'avete dimostrato, l'hanno dimostrato le vostre famiglie con la loro lungimiranza, avviandovi a questa Scuola, per trovare occupazione nei tempi moderni occorre un'alta preparazione professionale, sempre più alta, sempre più delicata, come sempre più esigente diviene l'industria moderna.

Noi siamo nei tempi della industrializzazione, dello sviluppo della tecnica nei modi più impensati e più complicati, siamo all'alba dell'automazione, non solo, ma stiamo per entrare in competizione libera con nazioni molto evolute tecnicamente ed economicamente, industrialmente estremamente progredite: è una bella occasione per risolvere il problema anche della nostra disoccupazione, perché questi paesi hanno bisogno di mano d'opera e noi ne abbiamo in esuberanza, però non hanno bisogno di generici, non hanno bisogno di manovali, non hanno bisogno di gente che s'a fare tutto e cioè non sa fare niente.

Hanno bisogno di gente qualificata, di gente specializzata, e se noi non ne avremo molta, sapete che cosa succederà?, che avendone bisogno verranno a prenderci con le offerte allettanti anche quello che abbiamo qualificato per le nostre industrie, e così le nostre industrie ne avranno un danno, e così non saranno più in condizione di reggere alla concorrenza, quindi, invece di averne un beneficio, finiremo per averne un danno.

Per poter usufruire di questa circostanza, di questa occasione di creare beneficio ai nostri lavoratori, al nostro paese, bisogna qualificarsi, bisogna imparare i mestieri altamente specializzati ed essere sempre insoddisfatti delle qualifiche raggiunte, perché lo sviluppo tecnico non si arresta, procede vertiginosamente, in modo così travolgente che bisogna perfezionarsi sempre più.

Questo è l'impegno, cari giovani, che dobbiamo assolvere.

Mi congratulo con voi che lo state assolvendo, particolarmente con quelli che dovrò premiare.

Mio grande dispiacere è quello di non poter premiare tutti, ma purtroppo, non per nulla il Ministro del Lavoro si chiama Ministro del Lavoro, deve lavorare molto, quindi non può fermarsi e non può indugiare, anche in quelle che sarebbero occupazioni così piacevoli carne la presente.

Mi congratulo con quelli che hanno superato il traguardo, con quelli che hanno meritato la medaglia, ma penso che essi non siano che una espressione di alto grado di qualificazione, che tutti più o meno raggiungono, di una preparazione alla quale tutti si portano; e vi invito, in fine, cari giovani, a inserirvi nello spirito dell'Istituto che avete la fortuna di frequentare, di elevarvi ad un'alta preparazione professionale, ma contemporaneamente di educarvi agli alti sentimenti spirituali, morali e civili che presiedono a questa Scuola, sì da essere domani dei bravi lavoratori, dei bravi cittadini, che si inseriscono nello spirito della nostra Patria e mantengono alte le tradizioni, le praticano, la rendono più civile, più umana, non solo, più ricca e più prospera.

Questo è il mio augurio per voi, e queste sono le espressioni di compiacimento per i vostri Dirigenti.

Auguro che questa bella scuola si sviluppi, allarghi la sua attività e siano certi i vostri Dirigenti che il Ministero del Lavoro non mancherà, almeno per quanto sta in me, di sorreggerla, di continuare a sostenerla ed aiutarla ».

Il Ministro del Lavoro, On. Luigi Gui, alla premiazione degli allievi della Casa di Carità A. M.

Terminato il suo discorso, il Ministro consegnò personalmente le tre medaglie d'oro ai primi classificati, rispettivamente dei corsi diurni, pre-serali e serali e cioè :

1) Cavallo Giuseppe - primo assoluto dei corsi diurni - m.o. assegnata dalla Camera di Commercio;

2) Nucetto Guido - primo assoluto dei corsi pre-serali - m.o. assegnata dalla Cassa di Risparmio di Torino;

3) Grindatto Domenico - primo assoluto dei corsi serali - m.o. assegnata dalla Camera di Commercio.

Dovendo poi attendere ad altri impegni, il Ministro lasciò la Scuola, ossequiato dai presenti con una lunga ovazione e la premiazione seguì alla presenza delle altre Autorità, con la consegna dei premi, fra cui molti libretti di risparmio elargiti dalla benemerita Cassa di Risparmio di Torino, ai più meritevoli.

Manifestazioni religiose

La vita dello spirito, che è come il respiro della Casa di Carità, è presente in tutte le sue attività ed è alimentata di continuo attraverso molti mezzi, che avendo carattere di normalità e di continuità, appunto come il respiro, non danno occasione ad alcun rilievo, per quanto siano essenziali.

Ci limitiamo perciò a segnalare, e molto in breve, le manifestazioni che hanno carattere eccezionale oppure che costituiscono dei momenti salienti di quella vita intima che è il sostegno ed il segreto di tutta la nostra opera.

Pellegrinaggio annuale al Santuario di N. S. del S. Cuore ed alla tomba di Fra Leopoldo

Ebbe luogo lunedì 27 gennaio u.s. La scolaresca dei corsi diurni al completo, con tutto il corpo insegnante, riempì la Chiesa di S. Tommaso, dove sì celebrò la Messa e fu distribuita la Comunione a quasi tutti gli intervenuti, non essendo sufficiente la cappella di N.S. del S. Cuore a contenerli tutti.

Nella cappella stessa sfilarono poi tutti dopo la S. Messa.

Il contegno sinceramente raccolto di quella massa giovanile diceva eloquentemente che in quel luogo vi sono grazie speciali per essa e che il messaggio di amore dell'umile frate cuoco di S. Tommaso è più che mai vivo e fecondo.

Primi venerdì del mese

Celebrati regolarmente, con larga e intensa partecipazione degli allievi, per i quali rappresentano veramente un'oasi benedetta: alle ore 8,15 per i corsi diurni e alle ore 19,30 per i corsi riuniti pre-serali e serali.

A cominciare dal mese di Aprile vi furono due funzioni Vespertine, una alle ore 19,30 per i corsi pre-serali e un'altra alle 22 per i corsi serali.

Comunioni Pasquali

I primi a celebrare la Pasqua furono gli allievi apprendisti dei corsi di cultura integrativa, che furono invitati per la domenica 30 Marzo u.s. alle ore 9,30.

Dato il carattere di questo gruppo non ci attendevamo che i partecipanti fossero numerosi e infatti non lo furono.

In compenso vedemmo arrivare gli elementi più imprevisti, quelli che durante il corso delle lezioni si erano dimostrati più spregiudicati.

Qualcuno anzi volle farcelo notare: « Lei non mi aspettava questa mattina, vero? »

Il che ci induce a credere che la nostra iniziativa abbia proprio ricuperato quei giovani operai che non avrebbero fatto la Pasqua da nessun'altra parte.

Agli allievi apprendisti seguirono gli allievi dei corsi diurni, con tutt'altro stile.

La partecipazione fu praticamente totalitaria e l'impegno lodevolissimo.

Essi vi si prepararono martedì 1° aprile con una giornata dedicata al SS. Crocifisso: al mattino ritiro spirituale predicato da D. Deambrogio, S.d.B. e preghiere a Gesù Crocifisso.

Nel pomeriggio Via Crucis e Confessioni.

La mattina seguente, mercoledì 2 aprile, S. Messa e Comunione.

Ci sembra proprio che il Signore sia rimasto contento, tanto ci parve sincero e spontaneamente serio il contegno di questi giovani.

Venerdì 11 aprile fu la volta dei corsi pre-serali e di quelli serali, con due funzioni distinte, rispettivamente alle ore 19 e alle ore 20.

Gli allievi di questi corsi sono tutti giovani operai già al lavoro ed hanno già esperienza della vita di officina, con tutto il suo peso e i suoi pericoli.

Quanto volentieri essi tendono l'orecchio alla parola che il Signore bisbiglia a ciascuno.

I sacerdoti confessori erano molto soddisfatti e i catechisti pure.

E finalmente, domenica 13 aprile fecero la pasqua gli ex-allievi.

Questi arrivano di solito con tutt'altro piglio dagli allievi: ormai non hanno più alcun vincolo di disciplina scolastica e si presentano col sorriso di vecchi amici.

Naturalmente vengono accolti con lo stesso sorriso e con cuore ancor più aperto e le funzioni religiose si svolgono in questo clima.

Ma non è forse il Signore il grande amico di tutti, che a ciascuno sorride e ognuno accoglie ed accarezza?

Abbiamo riveduto degli allievi di parecchi anni fa che frequentavano ancora la vecchia sede di via Feletto e che conservano sempre molto effetto per la loro scuola.

Peccato che varie circostanze abbiano impedito a molti di intervenire e di partecipare alla gioia del comune rinnovamento spirituale.

Cresime alla Casa di Carità

Per la prima volta da quando è stata aperta l'attuale sede della Casa di Carità vi salì un Vescovo per conferirvi la Cresima a un gruppo di allievi.

Siccome gli allievi stessi non si possono iscrivere alla nostra scuola prima dei 14 anni, essi normalmente hanno già tutti ricevuto il Sacramento della Confermazione.

Ma ecco qualche ritardatario, che per circostanze più diverse non ha ancora potuto diventare soldato di Gesù Cristo.

Ne scoprimmo cinque, li preparammo accuratamente e, la domenica 4 maggio u.s., Mons. Arduino, vescovo Salesiano, nella cappelletta dei catechisti, li fece perfetti cristiani.

L'intervento di parenti ed amici dei cresimandi diede risalto ancor maggiore a questa funzione, così eccezionale per la nostra scuola, che ha lasciato in tutti la più dolce impressione.

S. E. Mons. Arduino S.d.B. ammimstra la S. Cresima ad allievi della Casa di Carità A. M.

Riunioni di preghiera e di studio per insegnanti ed istruttori

Chi si dedica alla formazione dei giovani deve continuamente lavorare e per tutta la vita a preparare se stesso spiritualmente, culturalmente e tecnicamente, se non vuole che il suo lavoro rimanga sterile.

E perciò la preparazione degli insegnanti e degli istruttori è una delle preoccupazioni principali del direttore della Casa di Carità, il quale la promuove con incoraggiamenti continui, con direttive opportune ed anche con appositi corsi, conferenze, giornate di studio, ecc.

Tra le iniziative attuate ricordiamo il corso di formazione per istruttori, che ebbe luogo in questo anno scolastico ogni martedì con un ciclo di lezioni di cultura religiosa tenute dallo stesso direttore; un ciclo di lezioni sui condizionatori biologici della personalità, tenute da un medico, il bravo dr. Orlandi; e una serie di lezioni di aggiornamento sulla « finitura delle superfici » svolte dal nostro sig. Unia.

Ricordiamo inoltre la mezza giornata di preghiera e di studio del 9 marzo u.s. a cui intervenne il p. Piombino per dare l'orientamento spirituale.

Il dr. Conti poi svolse il tema: « L'educazione religiosa e l'integrazione della responsabilità ».

Visite di rilievo

Il 30 gennaio: il Segretario dell'Associazione Meccanica ing. Giuseppe Porzio, accompagnato dall'ing. Saverio Bono della R.I.V.

Il 25 febbraio: il dott. Bertolone, Direttore Generale della C.I.M.A.T.

Il 2 marzo: l'ing. Enrico Minola, Direttore Commerciale della FIAT.

Il 9 maggio: Fr. Valerio, visitatore generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il 24 maggio : Mr. Victor Houpline, esperto del B.I.T.

Il 6 giugno : FOn. Carlo Donat-Cattin.

Nonostante la tirannia di spazio che ci costringe purtroppo ad un'arida elencazione di visite, ne dobbiamo segnalare a parte una, quella d'un allievo del Fratel Teodoreto ed insegnante poi alla scuola serale dei Fratelli in via delle Rosine 14: l'ing. John Dolza, che dopo molti anni ha ripreso contatto col nostro ambiente.

Il giudizio che il caro ospite ha espresso il 22 febbraio scorso sull'album d'onore della Scuola, riveste particolare valore per la competenza del firmatario: già direttore del ramo esperienze della Generai Motors, Detroit; classificato al secondo posto tra gli ingegneri inventori e costruttori degli Stati Uniti; insignito dalla Mainly Medal; fondatore della Dolza International Engineering Co.

Eccone il testo: Often. working ora technical subjects which ultimately wtich used far war and destruction, I prayed that somebody wouid moke lave overtake sciencés.

Thè C.C.A.M. not oniy overtook science with love but by blendinig them together, gives hope for a better to-morrow.

Ing. John Dolza

( traduzione: Spesso occupato in studi tecnici che ultimamente servirono per la guerra e per la distruzione, pregai che qualcuno facesse prevalere l'amore sulla scienza.

La C.C.A.M. non solo ha fatto questo, ma mettendo la scienza in armonia con l'amore, accende la speranza in un migliore domani ).


I privati non si possono disinteressare di un'Opera come la Casa di Carità Arti e Mestieri, così validamente volta alla meta di un migliore domani per la società.

Tanto meno se ne possono disinteressare i cattolici, dai quali l'Opera è nata ed ai quali perciò rivolgiamo un particolare, caldo appello perché ci aiutino sottoscrivendo nella maggior misura possibile quote di collaborazione in ragione di L. 2.000 ciascuna.

Quote di collaborazione

È meglio prevenire l'estendersi della piaga sociale che rimediarvi poi.

Sottoscrivete perciò nel maggior numero possibile le quote di collaborazione da L. 2.000 ciascuna.

Concorrerete validamente così a sostenere l'opera della Casa di Carità Arti e Mestieri.