Un'opportuna celebrazione

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La città di Feltre ha voluto celebrare il cinquantennio di quella battaglia del 1918 che segnò la sua liberazione e la definitiva vittoria sull'esercito austriaco, conferendo la cittadinanza onoraria ad alcuni ufficiali che allora si distinsero per valore; fra questi il nostro catechista anziano Dr. Natale Luetto.

Dagli appunti personali di questi stralciamo le seguenti notizie, che ci pare assai opportuno ricordare.

Nel piano generale dell'ultima battaglia italiana del 1918, la conquista di Feltre rappresentava l'obiettivo strategico principale.

Con la perdita di Feltre il nemico avrebbe dovuto abbandonare le Valli del Piave e del Brenta ( la Valsugana ) sino a Trento.

Ed è per questo che all'Armata del Grappa il Comando Supremo italiano aveva affidato il compito più importante e più duro, e che risultò di gran lunga il più sanguinoso, e ciò in quanto il nemico contro le nostre posizioni sul Monte Grappa impiegò la maggior parte dei suoi uomini e mezzi.

Egli sapeva che solamente sfondando il Grappa gli Italiani potevano giungere a Feltre.

La perdita di Feltre da parte del nemico poteva significare il crollo totale e definitivo di tutta la difesa austriaca.

E così avvenne.

La notte del 23 ottobre 1918 il Battaglione Exilles del 3° Alpini di Torino a cui apparteneva l'allora Sottotenente Luetto Natale della 33° Compagnia ( ora Maggiore degli Alpini ) fece a piedi la salita da Crespano al Monte Grappa, in tempo per l'inizio della durissima battaglia che infuriò ininterrottamente dal 23 ottobre al 1° novembre 1918.

Per rendersi conto di quanto dura fosse la battaglia su detto Monte, basta conoscere la cifra delle perdite subite nei 9 giorni decorsi dal 23 ottobre al 1° novembre 1918.

L'intero esercito italiano ( otto armate ) perdette complessivamente 36.000 uomini!

La sola armata del Massiccio del Grappa ( cioè la 4a Armata ), ne perdette 24.000!

Le altre sette armate perdettero complessivamente 12.000 uomini!

Il Battaglione Exilles in quei giorni combattè sulle seguenti posizioni del Massiccio del Grappa: Monte Casonet, Col dell'Orso, Monte Valderoa, Monte Fontana Secca, e la 33a Compagnia fu la prima a scattare all'alba del 31 ottobre 1918 dai roccioni di Fontana Secca per inseguire il nemico fino a Feltre.

Il Sottotenente Natale Luetto che comandava due dei quattro plotoni della 33a Compagnia ( essendo il Comandante del 2° plotone Barone Eugenio Manno stato ferito tre giorni prima ), si trovava per puro caso, all'alba del 31 ottobre 1918, alla testa del Battaglione Exilles, che a sua volta precedeva gli altri battaglioni del Gruppo Alpini, quando il Col. Ragni, comandante di tale Gruppo, sulle prime ore della sera sempre del 31 ottobre, lo mandò cogli uomini dei due plotoni ai suoi ordini ad esplorare le prime case in vista della città di Feltre per snidare dei mitraglieri austriaci della retroguardia.

L'operazione ebbe felice e rapido esito e così il Battaglione poté avvicinarsi alla città, vincendo facilmente le ultime resistenze nemiche.

La liberazione della città di Feltre avvenne esattamente alle ore 17,30 del 31 ottobre 1918 investita da est dagli Alpini Torinesi dell'Exilles e da ovest da quelli del Battaglione Pieve di Cadore.

La resistenza fu breve poiché l'azione fulminea degli Alpini sconcertò talmente il nemico che non poté salvarsi e lasciò nelle mani dei Battaglioni Alpini 2.000 prigionieri oltre ad un bottino considerevole.

Il tutto fra l'entusiamo della popolazione che si riversò sulle strade osannando agli Alpini, meravigliata che questi avessero potuto in piena battaglia giungere fino a Feltre in poche ore dalla partenza dalle lontane vette del Grappa.

Il Sottotenente Natale Luetto alla testa dei suoi uomini fu tra i primissimi ad entrare in città e ricevette personalmente da parte dei Feltresi - vecchi, donne e bambini - attestazione di gioia e di affetto che ancor oggi lo commuovono quando ha occasione di parlarne.