Il divorzio in Italia  

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Stralciamo dall'Avvenire d'Italia ( 23 settembre 1970 ) la lettera aperta che Don Zeno, il fondatore di Nomadelfia, diresse all'On. Fortuna, promotore della legge sul divorzio, dopo la trasmissione radio del 15 settembre u. s.

Caro onorevole Fortuna, martedì sera 15 settembre, alla televisione, lei ha sostenuto una tesi decisamente deficiente di sostanza e, nella sua parte fondamentale, settaria.

Voi divorzisti parlate di libertà, mentre vi conviene parlare di licenziosità.

Non avete voluto vedere nella « famiglia italiana » una tradizione della vera famiglia che è fondata sull'amore, quindi indissolubile, perché questo amore è l'incrocio di due consensi che uniscono due creature, non solamente per il piacere sessuale, ma soprattutto per l'unità che fa di due come uno solo: l'uno si da all'altro con tutta la sua personalità.

Questa è la famiglia italiana, voi invece siete con Hitler, il quale aveva deciso che il matrimonio si scioglie con il cessare dell'affetto come di fatto dite voi.

Sicché, ad esempio: quando un uomo si innamora di una ragazza più giovane e più affascinante della moglie, si mette in premeditata e colposa discordia in famiglia per renderne « impossibile là convivenza ».

Voi tra l'altro, anche in questo caso, premiate il traditore legalizzando il tradimento e il conseguente uxoricidio vitale e infanticidio della prole, la quale, stordita da tanto trauma, quasi sempre va alla deriva.

Poniamo un altro tra i tanti esempi: uno dei coniugi va all'ergastolo o in galera per dodici anni; l'altro - secondo la vostra delittuosa dottrina giuridica - ha diritto di andare a nuovo matrimonio invece di restare a disposizione del coniuge colpito dalla legge, spesso ingiusta; anziché interessarsi amorevolmente di lui per ottenere dallo Stato il permesso di visitarlo spesso con i bimbi e di consolarlo, tentando inoltre di liberarlo e di portarlo con il suo affetto a nuova vita.

Il reo va redento, non annientato.

Non si capisce come mai siate ancora presi dal settarismo anticlericale che non ha senso, che è fuori tempo: settarismo puerile che noi cattolici ripudiarne e che è grettamente offensivo per tutti noi che non meritiamo tanta bassa accusa.

Non si dimentichi che siamo molto predisposti anche al martirio e che siamo stanchi delle vostre inconsistenti accuse.

Noi abbiamo sempre servito alla causa dell'Italia e per essa, quindi per il popolo, abbiamo avuto milioni di morti.

Perché volete vedere la storia con tanta ingiustizia e con meschina ingratitudine?

Ma Roma non è diventata la vostra e la nostra capitale d'Italia?

Che cosa andate cercando adesso?

Siamo tutti nati dopo la breccia di Porta Pia … Che più ci interessa ?

Di vera libertà noi cattolici ce ne intendiamo più di voi, perché mancate di rispetto alla nostra fede e alla nostra concreta devozione al popolo italiano.

Come mai non riuscite a capire il delitto che volete consumare contro la famiglia italiana, una tra le più civili del mondo per solidarietà e per spirito superiore alla violenza della carne e alla grettezza dei bassi istinti?

Sono ancora a milioni e milioni in Italia i coniugi che per bontà superiore sanno amarsi e perdonarsi persino il tradimento di fedeltà.

Che penseranno di lei e di tutti i suoi complici parlamentari i figli che cadranno colpiti da questa vostra infame proposta di legge?

Legge della « mannaia ».

È caduto tragicamente il fascismo e adesso volete ridurre l'Italia nelle sabbie mobili del disordine della « carne ».

In Italia siamo non meno di quattordici milioni di famiglie, quasi trenta milioni di genitori naturali o adottanti con oltre quindici milioni di figli, e voi in Parlamento ci trattate in questa maniera.

Conoscete Nomadelfia? E un minuscolo popolo nuovo, il quale dal 1920 ad oggi ha salvato dall'abbandono quasi quattromila figli, vittime anche delle vostre concezioni materialistiche, travolti in disordini di delittuosa omissione, figli traditi impunemente dai loro genitori e dalle vostre trascuratezze.

Ebbene, Nomadelfia in virtù della sua stessa vivente presenza nel cuore del popolo, condanna i parlamentari che vogliono quella legge e coloro che la firmeranno in nome dello Stato.

Appare chiaro che urge una revisione della Costituzione e che si creino organismi autorevoli, sotto forma di democrazia diretta, rappresentativi della famiglia, liberi dal vostro settarismo politico.

Ci avete mancato di rispetto e avete umiliato i nostri figli.

Dovevate prima interpellarci, se non per legge, almeno per l'enorme gravita della causa, la quale esige cuore e intelligenza.

Purtroppo siete avulsi dalla realtà della famiglia italiana, legulei del summum ins summa iniuria.

La Costituzione italiana afferma quanto segue: « La Repubblica italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio » ( articolo 29 ).

Ci vuole poco a capire che il governo e il Parlamento sono dopo la famiglia, essendo essi organismi inventati dagli uomini, organismi che Gandhi chiama « mali necessari ».

Invece la famiglia è una società naturale, quindi derivante da una legge scritta a caratteri indelebili nella natura: cioè, come dite voi giuristi, in rerum natura.

La giurisprudenza romana dice: « Noi siamo nati per la giustizia, quindi il diritto non può essere costituito dalle opinioni, ma dalla natura ».

Voi volete applicare la vostra opinione, che non è secondo natura.

Vi siete fatti forti e tiranni attraverso la maggioranza al potere.

Capirete se può dipendere dal vostro « numerino » la sorte di quattordici milioni di famiglie!

Di fronte a noi famiglie siete ridiculus mus: ridicolo topo, direbbe Grazio.

Noi nonvi riconosciamo il diritto di toccare la natura della famiglia.

Chi vi ha dato la facoltà di operare tanto abuso ? Volete dunque fare dell'Italia un serpaio di malavita ?

Ripeto : siamo prima di voi, ricordatelo.

Siamo la sola e la più divina istituzione naturale alla radice e al cuore della quale l'uomo nasce, cresce, ama e non dimentica mai.

Le stesse figlie giovani e le donne e gli uomini adulteri che, a decine e decine di migliaia invadono ogni notte le strade d'Italia, gli stessi figli che rinchiudete, riducendoli a piccole belve, nei « patrii correzionali », perché l'ambiente sociale sempre più va disumanizzandosi, vi condannano con la loro presenza.

Volete dunque imitare i paesi che stanno scivolando nelle sabbie mobili di un tramonto rosso di sangue innocente e pretendete di rappresentare, con il delittoche state per votare al Senato, la famiglia italiana ?

Non ne capite la gravita storica?Noi, trenta milioni di babbi e mamme, naturali e adottanti, siamo la « famiglia italiana ».

Non ne facciamo una questione religiosa.

Potremmo fare anche questa, perché non ce ne vergogneremmo.

Dovreste sapere che la concezione dottrinale della nostra fede ha le radici nella natura anche in questo argomento.

Non fate i sordi e non chiudete gli occhi davanti a questa realtà millenaria: studiate a fondo questa verità!

Noi ne facciamo una questione civile e naturale perché è vera lo stesso e, dato il vostro settarismo, vogliamo evitare i vostri fumogeni anticlericali, perché è scandalo ai figli che vi guardano, adesso, come fantasmi dal linguaggio del non dire niente.

Non possiamo cedervi la nostra sovranità familiare, a tutti i costi per la vita e per la morte: ricordatelo.

Noi famiglie cattoliche e non cattoliche, una volta che avremo conquistata la nostra libertà politica, vi faremo vedere come si fa ad amare la massa dei coniugi e dei loro figli e per questo sapremo comprendere tutta la gravita della situazione dolorante delle famiglie che fatalmente andranno alla deriva.

Faremo scaturire dal cuore palpitante dei babbi e delle mamme un'oasi della famiglia, che redime e che riuscirà a redimere in rinato amore i naufraghi e ad assistere fraternamente il coniuge e i figli vittime, al di fuori dei vostri freddi tribunali.

Noi, lo sapremo fare.

Questo sarà un grande passo avanti, che darà all'Italia la gloria di rinnovare il mondo con l'esempio del suo generoso e ancora sano costume, che ha le radici nella sua millenaria famiglia sobria e meravigliosa.

Invece di andare in quel maledetto giorno del voto al Senato, andate tutti, divorzisti e antidivorzisti, a pranzo con i giovani che avete rinchiuso con mano efferata nei correzionali a migliaia, e chiedete loro se vi perdonano e portatene almeno uno per ciascuno di voi in casa vostra come figli e amateli: saranno salvi.

Le famiglie di Nomadelfia fanno questo da mezzo secolo e forse molti di voi non se ne sono nemmeno accorti.